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Francia e Germania in pressing su Putin

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Il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz hanno avuto un colloquio telefonico con il presidente russo di circa 90 minuti. L’obiettivo della chiamata dei due leader europei era far ragionare Putin soprattutto sulla questione del grano ucraino.

Nel corso della conversazione pare che Putin abbia aperto alla possibilità di facilitare l’uscita del grano dai porti senza ostacoli. Il premier Draghi, che aveva telefonato a Putin il giorno prima, aveva proposto di sminare il porto di Odessa. Ma sembra che nessuna soluzione concreta sia stata presa.

Ma l’obiettivo di Macron e Scholz era di trovare un accordo per un cessare il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. Neanche qui il presidente francese e il cancelliere tedesco hanno avuto successo. I due hanno avanzato una proposta diplomatica. Ma Putin ha girato la questione puntando il dito contro l’Ue e l’Occidente che forniscono le armi a Kiev. Per il presidente russo è questo il motivo per cui non si arriva alla pace. Così facendo i paesi europei destabilizzano ulteriormente la questione. E se i negoziati tra Russia e Ucraina sono fermi, la colpa è solo di Kiev.

Il destino dei combattenti dell’Azovstal

Un’altra questione su cui hanno dibattuto i tre leader è stata la questione dei combattenti ucraini che si sono arresi a Mariupol. Mosca aveva fatto sapere che per i russi i combattenti dell’Azovstal erano considerati terroristi, quindi non potevano scambiarli come prigionieri di guerra. Nessun passo avanti nemmeno sotto questo punto di vista ma Putin ha rassicurato Scholz e Macron sul fatto che la Russia è attenta a osservare “strettamente” le norme del diritto umanitario internazionale. Cosa farà Mosca con i 2500 combattenti non è ancora chiaro. Putin non ha fatto parola della loro liberazione. Inoltre, Mosca si sta impegnando per ristabilire la pace a Mariupol e le altre città “liberate” del Donbass. Ma il destino dei 2500 combattenti dell’Azovstal portati in territori russi non è noto.

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