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Mosca minaccia Berlino: taglio del 40% di gas

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Alla vigilia del viaggio a Kiev di Draghi Macron e Scholz, Putin manda un messaggio al cancelliere tedesco. Una minaccia per tutta Europa e soprattutto per i leader che stanno intraprendendo il loro primo viaggio nella capitale aggredita. La Russia taglia il flusso di gas metano verso l’Europa del 40%.

La minaccia arriva all’improvviso con la motivazione di una riparazione del gasdotto Nord Stream 1. Il gasdotto inaugurato nel 2011 voluto da Putin e da Merkel fornisce di gas metano la Germania senza passare per i paesi baltici. Questo gasdotto inoltre ha mano mano indebolito l’Ucraina e ridotto le forniture al paese vicino da parte di Mosca a beneficio dell’Europa legando così la Germania sempre di più alla Gazprom.

La Germania come l’Italia è il paese più dipendente da gas russo e ora si trova a pagarne il prezzo. Un avviso per il cancelliere proprio prima del suo viaggio a Kiev. Putin minaccia così, come sta facendo in questa guerra, i paesi europei e i mercati. I prezzi infatti alla notizia del taglio sono schizzati su tutti i mercati europei.

Ai lavori di riparazione non crede nemmeno la Germania e si suppone sia solo una scusa utilizzata dal Cremlino per bloccare le forniture in segno di protesta. La Gazprom ha dichiarato di non ripristinare il normale flusso fintanto che questi presunti lavori siano completati. Ora la Germania deve rinunciare a 67 dei 167milioni di metri cubi che arrivano attraverso il gasdotto Nordstream. Si tratta dell’equivalente del 6% di gas metano che la Russia esporta in Europa.

L’arma del gas come ricatto politica non è nuova per Mosca. E’ la stessa che ha utilizzato con i paesi che non hanno accettato di pagare il gas russo in rubli: Polonia, Bulgaria, Finlandia, Paesi Bassi e Danimarca. Mentre la Germania e l’Italia si erano adeguati alla richiesta.

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