La modifica dell’articolo 583-quater del codice penale che di fatto ha equiparato gli arbitri ai pubblici ufficiali segna un notevole passo in avanti nella tutelare dei direttori delle gare sportive. Chi compie atti di violenza nei confronti degli arbitri rischia le medesime pene di chi aggredisce gli agenti di pubblica sicurezza compreso il carcere. La norma, nell’omologare la punibilità e le pene, comprende infatti tutte le figure tecniche che assicurano la regolarità delle competizioni.
“Spesso determinati genitori nei campi di calcio sono i primi a scatenare problemi purtroppo gravi e invece dovrebbero essere da esempio per i ragazzi”. Così l’avvocato Mauro Tirnetta, penalista di Sciacca che è stato arbitro di calcio.
“Quando arbitravo non ho mai subito aggressioni fisiche – dice Tirnetta – ma ad altri è capitato e la situazione negli anni è degenerata perchè prima questo si verificava nella categorie minori, in Promozione o in Prima categoria, mentre adesso nei settori giovanili e spesso da parte dei genitori dei ragazzi. Ci vorrebbero anche iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie”.