L’arciprete di Sciacca, don Giuseppe Marciante, che oggi, venerdì 12 settembre, alle 19,30, celebrerà, nella Basilica della Madonna del Soccorso, l’ultima messa da arciprete della città, ha ripercorso per Risoluto.it i momenti più significativi del suo lungo cammino sacerdotale. Arrivato in città il 1° ottobre 1974 come giovane viceparroco accanto all’arciprete Falanga, ha da subito stretto un forte legame con la comunità. Dopo un periodo di insegnamento a Sciacca, il suo rapporto con la città non si è mai interrotto.
Dal 21 settembre 2019, su invito del Cardinale Montenegro, padre Giuseppe Marciante ha guidato la Basilica della Madonna del Soccorso. In questi sei anni di ministero ha cercato di vivere la sua missione con spirito di umiltà e fraternità:
“Ho voluto essere l’uomo, l’amico e il fratello di tutti, ma soprattutto il sacerdote a servizio di tutti”.
La conclusione del suo incarico segna un passaggio carico di emozione, con il ricordo vivo delle generazioni incontrate e accompagnate lungo il suo percorso.
Durante l’intervista, l’arciprete di Sciacca ha sottolineato come la città sia cambiata negli anni. Non parla di evoluzione né di involuzione, ma di trasformazione continua:
“Ogni tempo ha i suoi uomini e le sue realtà. Ogni generazione ha cercato di fare il meglio per la città e per la comunità cristiana”.
Superata l’età canonica, padre Giuseppe Marciante non avrà più una parrocchia da guidare, ma continuerà la sua missione sacerdotale accanto ai confratelli. Si mette a disposizione con la stessa dedizione di sempre, pronto a offrire sostegno, sorrisi e vicinanza spirituale.
“Farò sempre il prete, a servizio di tutti, per quanto le forze e la salute mi consentiranno”.
Il racconto dell’arciorete di Sciacca è la testimonianza di un ministero lungo e intenso, vissuto con umiltà, fraternità e carità sacerdotale. Un percorso che ha lasciato un segno profondo nella comunità e che continuerà, in forme nuove, a sostenere la vita spirituale della città. Tra una settimana arriverà a Sciacca il nuovo arciprete, don Calogero Lo Bello.