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Lo Monaco, storico capitano dello Sciacca, al Tg3: «Sono nato dentro il pallone»

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L’eterno capitano dello Sciacca, Calogero “Chaula” Lo Monaco, 87 anni, oggi è stato intervistato dal Tg3. Lui, ex centrocampista verdenero, allo stadio continua ad andarci anche se ormai ha perso la vista. Accompagnato dai suoi figli, Luca e Giovanni, Lo Monaco non rinuncia mai a sostenere la sua squadra dagli spalti. A lui la partita la raccontano proprio i suoi figli, visto che da quei occhi con cui guardava il campo adesso non vede più nulla.

“I suoi occhi sono quelli dei suoi figli”, racconta il Tg3 che poi lo intervista:

«Ero un jolly, mancava un mediano e giocavo mediano. Mancava un ala ed io giocavo da ala».

A Risoluto, tempo fa, aveva raccontato:

«I miei figli sono come Bruno Pizzul. Si siedono accanto a me allo stadio e mi raccontano la partita momento per momento. Sono bravi e anche se non la vedo la partita la sento sempre, quel clima dello stadio è il mio, quello nel quale sono stato protagonista per tanti anni».

Uno dei due figli racconta al Tg3 le piccole difficoltà nel raccontare la partita la domenica, ma tanto basta al papà per sentire il clima a lui caro:

«Ogni domenica ci proviamo. Non è facile – spiega con il sorriso – perché bisogna avere pure una dialettica istantanea e brillante. Però lui si accontenta».

L’Unitas Sciacca gli ha regalato un’abbonamento e quando il presidente Bentivegna gli ha consegnato la tessera, gli occhi del capitano brillavano. «Questa storia è per me un segnale forte – dice al telegiornale il presidente della società – che arriva magari anche a persone che hanno bisogno, oltre che dei risultati, della componente sociale».

L’idea dell’abbonamento a Lo Monaco è stata di Enzo Dimino, anche lui ex giocatore verdenero: «Sono rimasto in contatto con tanti giocatori di quegli anni – dice Dimino – e quando ci sentiamo al telefono tutti mi chiedono di Calogero Lo Monaco. Lui non era un giocatore eccellente dal punto di vista tecnico, ma ci metteva una passione e un impegno che lasciavano tutti sbalorditi. Giocava tutte le partite come una finale di Champions. Davvero encomiabile e anche adesso in tanti lo ricordano. Bene ha fatto la società dello Sciacca ad omaggiarlo con un abbonamento. E’ un’iniziativa che premia un pezzo della storia calcistica di Sciacca – aggiunge Dimino – e anche l’amore di una persona alla sua età che continua ad andare allo stadio».

Per il capitano Lo Monaco il calcio è vita, nonostante il buio della cecità:

«Io sono nato dentro il pallone e sono contento, fino ad oggi, di andare al campo con i miei figli».

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