Dopo le criticità emerse con la prima sessione del cosiddetto semestre filtro, tra risultati giudicati deludenti, difficoltà operative e il rischio di posti non coperti, l’associazione studentesca Vivere Medicina dell’Università di Palermo, insieme a Vivere Ateneo e alla Confederazione degli studenti, ha trasmesso al Ministero una proposta di revisione per l’anno accademico 2025/2026. Al centro dell’iniziativa, l’introduzione di una graduatoria unica ponderata per l’assegnazione dei posti nei corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria e la garanzia di non perdere il posto per gli studenti che non abbiano superato alcuni esami.
“Non ci limitiamo a dire che qualcosa non funziona. Abbiamo scritto una soluzione applicabile e immediata – commenta Francesca Sciacca, presidente di Vivere Medicina – perché adesso la priorità è ridurre l’incertezza per i futuri colleghi e garantire la massima copertura dei posti banditi, evitando procedure farraginose e senza esami di recupero che comporterebbero la perdita del posto in caso di insufficienza. In questi mesi le università hanno dovuto riorganizzarsi e gli studenti del semestre filtro hanno vissuto fin troppe difficoltà. È giusto che almeno adesso abbiano delle garanzie e delle tutele”.
La proposta prevede l’adozione di una sola graduatoria nazionale, basata su un criterio di ranking definito e replicabile. La graduatoria unica ponderata includerebbe tutti i candidati che hanno sostenuto le prove del semestre filtro – biologia, chimica e fisica – con l’assegnazione dei posti attraverso lo scorrimento di un’unica lista nazionale, tenendo conto delle preferenze di sede espresse dagli studenti e della riassegnazione sui posti residui. Il meccanismo consentirebbe l’accesso anche a candidati che non abbiano superato tutte e tre le prove con un punteggio minimo di 18/31.
L’ordinamento della graduatoria avverrebbe tramite un punteggio unico, determinato dalla somma dei risultati conseguiti nelle tre prove, moltiplicata per un coefficiente legato al numero di esami superati. Le associazioni segnalano inoltre la necessità di valutare soluzioni aggiuntive per i casi in cui studenti risultati idonei al primo appello abbiano sostenuto una seconda prova per migliorare il voto, senza però superarla. Secondo i promotori, il sistema permetterebbe una copertura progressiva dei posti, mantenendo un’assegnazione nazionale, tracciabile e basata esclusivamente sul punteggio, evitando procedure che potrebbero generare ulteriori criticità.
Un altro punto centrale riguarda i debiti formativi. Per gli studenti assegnati che non abbiano superato una o più prove, la proposta prevede il recupero all’interno degli Atenei, tramite verifiche coerenti con i programmi del semestre filtro e strumenti didattici ordinari, come Ofa o verifiche interne. L’obiettivo è assegnare prima i posti e consentire successivamente il recupero dei debiti durante il percorso universitario, senza ricorrere a ulteriori appelli o procedure straordinarie e senza vincoli nazionali.
Sul tema, le associazioni registrano un’apertura da parte del Ministero. “Accogliamo con attenzione la disponibilità al confronto manifestata negli ultimi giorni dalla ministra Anna Maria Bernini, che si è detta pronta a interventi correttivi sul semestre filtro e ‘aperta a una valutazione’ delle proposte che abbiamo avanzato – conclude Sciacca -. Siamo pronti a un confronto tecnico immediato. L’obiettivo è uno solo, chiaro e misurabile: dare certezze ai candidati, coprire i posti banditi con una procedura trasparente e iniziare il prima possibile a dare il nostro contributo con proposte più a lungo termine”.



