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Dipendenti pubblici, liquidazione del TFR più veloce dal 2027: addio alla detassazione e perdita fino a 750 euro. Ecco perché

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Arriva una novità importante per i dipendenti pubblici: dal 2027 il pagamento del TFR/TFS sarà più rapido, grazie a una nuova linea di credito che consentirà all’INPS di erogare fino a 50mila euro entro tre mesi dal pensionamento.
Tuttavia, ciò comporterà la perdita dell’agevolazione fiscale riconosciuta finora ai lavoratori in attesa della liquidazione. Secondo la CGIL, si tratta di “una beffa” che può costare fino a 750 euro.

Di seguito, tutti i dettagli sulla misura, i tempi, cosa cambia e perché molti lavoratori rischiano di perderci.


Che cosa prevede la nuova norma sul TFR/TFS dei dipendenti pubblici

All’interno del disegno di legge di Bilancio 2026, l’articolo 44 introduce una modifica rilevante:

Dal 1° gennaio 2027, il pagamento del TFR/TFS per alcune categorie di dipendenti pubblici verrà effettuato entro 9 mesi anziché 12.

La misura si applicherà nei casi di cessazione per:

  • raggiungimento dei limiti di età;
  • raggiunti limiti di servizio;
  • pensionamento per anzianità massima prevista dall’amministrazione.

La riforma risponde alla sentenza n.130/2023 della Corte Costituzionale, che aveva sollecitato un’accelerazione nella liquidazione delle indennità.


Come verrà pagato il TFR/TFS nel 2027

Non cambiano invece le modalità di erogazione:

  • fino a 50.000 euro: pagamento in un’unica soluzione
  • da 50.000 a 100.000 euro: pagamento in due rate annuali
  • oltre 100.000 euro: pagamento in tre rate annuali

La differenza riguarda esclusivamente i tempi di attesa, ridotti a 9 mesi.


Perché i lavoratori perderanno fino a 750 euro: addio alla detassazione

Proprio questi tempi più brevi comportano un effetto inatteso: l’azzeramento dello sconto fiscale introdotto dal DL 4/2019, che prevedeva una riduzione dell’imposta sul TFR in base al ritardo nel pagamento.

Le aliquote di sconto erano:

  • -1,5 punti dopo 12 mesi
  • -3 punti dopo 24 mesi
  • -4,5 punti dopo 36 mesi
  • -6 punti dopo 48 mesi
  • -7,5 punti dopo 60 mesi

Poiché il nuovo limite è di 9 mesi, nessuna riduzione fiscale sarà più applicabile.
Il risultato: una perdita media stimata tra 500 e 750 euro, variabile in base all’importo della liquidazione.


Quanti lavoratori saranno interessati

Secondo la Relazione tecnica alla Manovra 2026:

  • 30.122 dipendenti pubblici andranno in pensione nel 2027 con diritto alla liquidazione entro i nuovi tempi.
  • L’eliminazione dello sconto fiscale genererà per lo Stato un maggior gettito di 22,6 milioni di euro.

La posizione della CGIL: “Una beffa per i lavoratori pubblici”

Il sindacato critica fortemente la misura:

  • da un lato si accelerano i pagamenti (attesi da anni),
  • dall’altro si eliminano i benefici fiscali che compensavano l’attesa.

Secondo la CGIL, il risultato è un taglio indiretto sull’importo del TFR, che penalizza soprattutto chi percepisce liquidazioni più modeste.


Che cos’è il TFR e dove può essere destinato

Ricordiamo che il TFR è una quota del compenso maturata annualmente e accantonata per essere pagata alla fine del rapporto.

Nei primi 6 mesi di assunzione, il lavoratore può scegliere se:

  • destinare il TFR a un fondo pensione complementare;
  • lasciarlo in azienda (o nella PA);
  • non esprimere scelta (in questo caso confluisce automaticamente alla forma collettiva prevista).

Conclusioni

La riforma del 2027 accelera i tempi, risponde a una richiesta della Corte Costituzionale e libera risorse, ma cancella un’agevolazione fiscale vantaggiosa, con un impatto economico che molti dipendenti rischiano di sentire sulla propria liquidazione.

Nei prossimi mesi, il dibattito politico e sindacale continuerà, anche perché la misura dovrà essere confermata nel testo definitivo della legge di Bilancio.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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