Il risarcimento per amianto arriva al termine di una vicenda che riguarda un dipendente comunale morto a causa del lavoro svolto per quasi trent’anni al servizio dell’ente. Il Tribunale ha riconosciuto il nesso tra le mansioni svolte e il mesotelioma pleurico che ne ha causato il decesso.
Pasquale Accetta, impiegato del Comune di Palermo dal 1986 al 2015, è morto l’8 agosto 2017. La patologia che lo ha colpito è stata definita una malattia aggressiva e tipicamente correlata all’esposizione prolungata alle fibre di amianto.
Una sentenza del Tribunale del Lavoro ha ricostruito in modo definitivo il legame tra l’attività svolta e la patologia che è costata la vita al lavoratore. In particolare, è stato riconosciuto il nesso fra le mansioni da idraulico svolte presso il cantiere municipale e l’insorgenza del mesotelioma pleurico.
Dall’esame del caso emergono anni di lavori svolti in condizioni non sicure. È su questa ricostruzione che si fonda il risarcimento per amianto disposto dai magistrati che hanno esaminato la vicenda.
Il Tribunale ha stabilito un risarcimento complessivo superiore al mezzo milione di euro in favore della famiglia del dipendente comunale. La decisione chiude il contenzioso sul piano giudiziario, riconoscendo in modo chiaro il nesso tra l’attività lavorativa e la malattia.
Il risarcimento per amianto ha poi richiesto un passaggio amministrativo necessario per consentire la liquidazione delle somme stabilite dalla sentenza.
Nella giornata di ieri il Consiglio comunale ha approvato un debito fuori bilancio, di fatto dando il via libera alla liquidazione del risarcimento in favore dei familiari. L’atto recepisce la decisione del Tribunale e consente di procedere al pagamento delle somme previste.
Con questo voto si conclude anche il percorso amministrativo legato al risarcimento per amianto, reso esecutivo dopo l’esame del caso da parte dei magistrati.
Fonte – Giornale di Sicilia