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Dichiarazione dei redditi 2025: gli errori da evitare per non incorrere nei controlli dell’Agenzia delle Entrate

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Con l’avvicinarsi delle scadenze fiscali, milioni di contribuenti italiani sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi per l’anno 2024. Si tratta di un adempimento cruciale, regolato dall’Agenzia delle Entrate, che richiede attenzione, precisione e consapevolezza per evitare errori che potrebbero far scattare controlli fiscali e ritardi nei rimborsi.

I modelli da utilizzare e le scadenze

Per comunicare i redditi percepiti nel 2024, i contribuenti devono utilizzare uno dei seguenti strumenti:

  • Modello 730/2025, riservato a lavoratori dipendenti e pensionati, con scadenza 30 settembre 2025;
  • Modello Redditi Persone Fisiche (PF), obbligatorio per i titolari di partita IVA e per chi non ha un sostituto d’imposta, da trasmettere entro il 31 ottobre 2025.

Entrambi i modelli possono essere inviati tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate o con l’assistenza di intermediari abilitati.

I dati da verificare con attenzione

Affinché la dichiarazione sia corretta ed eviti anomalie, è essenziale controllare alcuni dati fondamentali:

  • redditi da lavoro o da pensione;
  • proprietà immobiliari e rendite catastali;
  • spese detraibili o deducibili (sanitarie, scolastiche, mutui, assicurazioni);
  • informazioni sui familiari a carico e relative spese sostenute.

Anche un piccolo errore o un’omissione può generare controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Modello 730 precompilato: quando scattano i controlli

Il 730 precompilato rappresenta una soluzione rapida, ma presenta alcune criticità. Se il contribuente accetta il modello senza modifiche, l’Agenzia non effettua controlli documentali. Tuttavia, l’inserimento di nuove spese o la modifica di dati preesistenti può comportare verifiche preventive.

Tali controlli, previsti dall’art. 5, comma 3-bis del D.Lgs. 175/2014, possono essere avviati entro quattro mesi dalla scadenza di invio della dichiarazione, e quindi fino a fine gennaio 2026.

Quando viene bloccato il rimborso

Il rimborso fiscale può essere temporaneamente sospeso in due casi principali:

  1. quando l’importo da restituire supera i 4.000 euro;
  2. in presenza di anomalie nei dati comunicati o discrepanze con le informazioni trasmesse da terzi (datori di lavoro, banche, enti sanitari).

Gli errori che fanno scattare l’allerta

Secondo un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 30 maggio 2022, i principali elementi che possono attivare un controllo preventivo sono:

  • differenze tra gli acconti versati e quelli dichiarati;
  • scostamenti tra le Certificazioni Uniche e le dichiarazioni precedenti;
  • oneri detraibili inseriti manualmente ma non presenti nei dati trasmessi da enti esterni.

Tempi e conseguenze del controllo preventivo

Se la dichiarazione è oggetto di verifica, il rimborso viene sospeso fino al termine dei controlli. L’Agenzia delle Entrate ha sei mesi di tempo dalla scadenza del modello 730 per completare l’analisi e procedere all’erogazione. Inoltre, il modello 730-4 non viene trasmesso al datore di lavoro o all’ente pensionistico, ma rimane a disposizione del CAF o del professionista che ha inviato la dichiarazione.

Conclusioni

Presentare la dichiarazione dei redditi è un passaggio fondamentale e tutt’altro che banale. Una compilazione errata può comportare ritardi nei rimborsi o controlli fiscali. Per questo motivo è importante verificare attentamente ogni voce e rispettare le scadenze previste, contribuendo così a una gestione fiscale corretta e trasparente.


Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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