Ribera, in arrivo interventi urgenti sulle strade rurali danneggiate dal maltempo

Il comune di Ribera ha avviato l’iter per mettere in sicurezza alcune strade rurali gravemente compromesse dalle piogge delle ultime settimane. L’amministrazione ha programmato un intervento di manutenzione straordinaria finalizzato a ripristinare la normale viabilità nelle aree agricole maggiormente colpite.

L’operazione prevede la sistemazione dei tratti danneggiati attraverso la posa di nuovo conglomerato cementizio, materiale necessario per garantire stabilità e una circolazione più sicura ai mezzi agricoli e ai residenti delle contrade. L’importo complessivo stanziato è pari a 15 mila euro, comprensivi di IVA.

L’affidamento dei lavori avverrà tramite procedura diretta sulla piattaforma digitale di approvvigionamento, nel rispetto delle norme per gli acquisti della pubblica amministrazione. L’obiettivo è accelerare i tempi e consentire l’avvio dei ripristini in modo tempestivo, evitando ulteriori disagi alle attività agricole del territorio.

La decisione punta a dare una risposta immediata a una rete viaria rurale messa a dura prova dal maltempo, con l’intento di garantire condizioni di maggiore sicurezza e fruibilità nelle zone produttive di Ribera.

Operaio precipita dal tetto durante alcuni lavori, grave un cinquantacinquenne di Agrigento

Un lavoratore agrigentino di 55 anni è rimasto seriamente ferito mentre era impegnato in un intervento sul tetto di un’abitazione nel centro cittadino. Durante l’operazione, una porzione di copertura in vetro avrebbe ceduto all’improvviso, facendolo cadere nel vuoto per circa tre metri.

L’uomo, che presta servizio per una ditta edile locale, è stato soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale. I medici gli hanno diagnosticato diverse fratture e una prognosi di circa quaranta giorni.

Il rumore dell’impatto avrebbe attirato l’attenzione di chi si trovava nei paraggi, che ha immediatamente richiesto l’intervento del 118. Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinieri, impegnati nella ricostruzione della dinamica e nella verifica del rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.

“Menfitano chiede registrazione del contratto d’affitto, messo fuori casa”, la vicenda in Tribunale

Uno studente, dopo aver richiesto al proprietario la regolare registrazione del contratto di locazione, sarebbe stato escluso dall’appartamento. Il proprietario, un palermitano di 50 anni, ha ricevuto la citazione a giudizio per l’udienza predibattimentale.

Il giovane studente condivideva un appartamento a Palermo con atri 2 coinquilini, in seguito alle richieste di registrare il contratto di locazione, il proprietario avrebbe risposto negativamente arrivando persino a minacciare di cacciarlo fuori di casa nel caso avesse insistito.

La situazione sarebbe precipitata quando il proprietario, senza preavviso, ha cambiato la serratura dell’appartamento, fornendo copia delle chiavi solo agli altri inquilini, impedendo di potere accedere all’appartamento e alla camera in uso allo studente.

Inoltre, il proprietario si sarebbe introdotto clandestinamente all’interno della camera concessa in locazione allo studente, da quest’ultimo chiusa a chiave, prelevando dalla stessa gli effetti personali, abiti scarpe, libri, biancheria, materasso ed oggetti vari, di proprietà dello studente e inserendoli all’interno di sacchetti di plastica che provvedeva poi a spostare nell’ingresso dell’appartamento.

L’inquilino si è ritrovato improvvisamente fuori dalla casa in cui viveva e pagava regolarmente l’affitto.

Dopo l’accaduto il giovane si è rivolto al proprio legale, l’ avvocato Giuseppe Buscemi (nella foto), sporgendo denuncia.

Il Tribunale di Palermo ha disposto un decreto di citazione a giudizio per l’udienza predimattimentale nei confronti del proprietario per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose e violazione di domicilio.

Cani e gatti, in arrivo nuove regole UE: microchip obbligatorio, stop agli incroci rischiosi e controlli più severi sulle importazioni

L’Unione Europea introduce una riforma storica dedicata al benessere di cani e gatti. Il nuovo pacchetto di norme — frutto dell’accordo tra Parlamento europeo e Consiglio — stabilisce l’obbligo del microchip per tutti gli animali da compagnia, vieta gli incroci ad alto rischio genetico e introduce verifiche molto più rigide sulle importazioni. Una svolta che punta a tutelare le famiglie, contrastare traffici illeciti e garantire un sistema di tracciabilità uniforme in tutti gli Stati membri.

Di seguito una panoramica delle principali novità e dei divieti previsti dalle nuove regole europee.


Microchip obbligatorio per cani e gatti: cosa cambia

Il cuore della riforma è la tracciabilità. Ogni cane e gatto presente nel territorio europeo dovrà essere identificato tramite microchip e registrato in una banca dati nazionale interoperabile con quelle degli altri Paesi UE.

Le nuove regole includono:

  • microchip obbligatorio per tutti i cani e gatti dell’Unione;
  • registrazione in banche dati nazionali collegate tra loro;
  • obbligo di identificazione per vendite, adozioni, ingressi nei rifugi e passaggi di proprietà;
  • tracciabilità garantita lungo tutto il ciclo di vita dell’animale;
  • controllo immediato della provenienza e dello stato sanitario da parte delle autorità.

Tempistiche di applicazione:

  • 4 anni per allevatori, venditori e rifugi per adeguarsi agli standard tecnici;
  • 10 anni per l’obbligo di microchip ai cani di privati cittadini;
  • 15 anni per i proprietari di gatti.

La banca dati comune permetterà di ridurre smarrimenti irrecuperabili, truffe, falsi pedigree e, soprattutto, il traffico illegale di cuccioli.


I divieti UE: stop agli incroci rischiosi e ai metodi coercitivi

La riforma introduce anche una serie di divieti volti a proteggere la salute e il benessere animale, spesso compromessi da pratiche scorrette o usate a fini estetici.

Da oggi saranno vietati:

  • accoppiamenti tra animali strettamente imparentati (genitori-figli, nonni-nipoti, fratelli);
  • selezioni mirate a ottenere caratteristiche estetiche che provocano problemi respiratori, neurologici o articolari (es. brachicefalia estrema);
  • mantenimento degli animali legati con catene o strumenti restrittivi in modo continuativo;
  • collari a strozzo o a punte per l’uso quotidiano.

Tali misure mirano a ridurre sofferenze evitabili e a promuovere allevamenti responsabili.


Importazioni: controllo severo su cani e gatti provenienti dall’estero

Le nuove regole introducono un giro di vite anche sulle importazioni, spesso utilizzate per introdurre illegalmente animali destinati al mercato europeo.

Per entrare nell’UE ogni animale dovrà:

  • essere già identificato con microchip;
  • essere registrato all’arrivo in una banca dati nazionale.

L’obiettivo è bloccare alla frontiera cuccioli importati irregolarmente e ridurre il rischio di malattie non controllate.


Impatto su allevatori, cittadini e rifugi

Per allevatori e venditori

  • obbligo di procedure più trasparenti;
  • divieto delle pratiche di selezione rischiose;
  • controlli più rigorosi sul rispetto del benessere animale.

Per i proprietari

  • più garanzie sulla provenienza degli animali;
  • riduzione di truffe e passaggi di proprietà poco chiari;
  • informazioni certe sullo stato sanitario del cucciolo adottato o acquistato.

Per rifugi e autorità veterinarie

  • maggiore facilità nel rintracciare proprietari e ricostruire la storia dell’animale;
  • interventi più rapidi in caso di abbandoni, maltrattamenti o smarrimenti;
  • uniformità delle procedure di controllo in tutta l’UE.

Studente bocciato, si può fare ricorso al TAR: se vieni ammesso “con riserva” e ti diplomi, la bocciatura è annullata

Il TAR Lazio chiarisce: quando uno studente bocciato viene ammesso “con riserva” e conclude il percorso con la maturità, la bocciatura non produce più effetti. Ecco cosa significa e come funziona il ricorso.

La bocciatura a scuola non è sempre una decisione definitiva. In alcuni casi, quando la valutazione appare immotivata o frutto di un procedimento carente, le famiglie possono rivolgersi al TAR per chiedere l’ammissione “con riserva” alla classe successiva. Una possibilità poco conosciuta, ma prevista dall’ordinamento.

È esattamente ciò che è accaduto nel caso affrontato dal TAR Lazio con la sentenza n. 20426/2025, che ha chiarito quali effetti produce il ricorso e cosa accade se lo studente completa comunque il ciclo scolastico.


Il caso: studente bocciato al liceo, la famiglia si rivolge al TAR

La vicenda nasce nell’anno scolastico 2021/2022 al Liceo Scientifico “Maria Montessori” di Roma.
Il Consiglio di classe, nel verbale del 15 luglio 2022, decide la non ammissione alla classe quinta a causa delle insufficienze riportate.

La famiglia contesta la decisione, ritenendola:

  • priva di motivazione adeguata
  • basata su istruttoria incompleta
  • non rispettosa dei principi di trasparenza e buon andamento

Per questo presenta ricorso al TAR Lazio.


L’ammissione “con riserva”: che cosa significa davvero

A settembre 2022 il TAR accoglie la richiesta cautelare e dispone che lo studente:

→ sia ammesso “con riserva” alla classe successiva

Questo consente al ragazzo di:

  • frequentare regolarmente l’ultimo anno
  • essere ammesso all’esame di maturità
  • conseguire il diploma
  • iscriversi all’università

Un provvedimento temporaneo, ma sufficiente a evitare che la bocciatura produca effetti immediati.


Una volta diplomato, la bocciatura non ha più effetti: il TAR dichiara il ricorso improcedibile

Dopo aver ottenuto il diploma e iniziato l’università, lo studente comunica al TAR di non avere più interesse a proseguire il giudizio.

Il TAR applica l’art. 35 del Codice del processo amministrativo e stabilisce che:

→ il ricorso è improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse

Motivo:
La bocciatura contestata non produce più alcun effetto concreto sulla vita scolastica e giuridica dello studente.

In altre parole:

Se ti diplomi mentre sei ammesso “con riserva”, la bocciatura è automaticamente superata.

Il TAR non può più esprimersi sulle eventuali irregolarità del verbale del Consiglio di classe, perché non esiste più alcuna utilità pratica della decisione.


Cosa insegna questa sentenza?

La pronuncia del TAR Lazio chiarisce alcuni principi importanti:

1. Il ricorso al TAR è possibile

Quando la bocciatura appare illegittima o mal motivata, i genitori possono chiedere l’ammissione “con riserva”.

2. Le misure cautelari proteggono lo studente

Permettono di:

  • frequentare l’anno successivo
  • sostenere l’esame di Stato
  • evitare danni irreversibili

3. Se lo studente si diploma, la bocciatura non ha più valore

Il giudizio diventa privo di effetti e il ricorso si chiude automaticamente.

4. Il TAR decide solo se esiste un interesse concreto

Non può pronunciarsi “in astratto” o su questioni superate dal tempo.


Ricorso al TAR contro la bocciatura: quando può essere utile

Il ricorso può essere considerato quando:

  • manca una motivazione adeguata nel verbale
  • il percorso valutativo appare contraddittorio
  • non sono state adottate misure di recupero previste
  • lo studente presenta progressi non considerati
  • la situazione familiare o personale è stata ignorata

Conclusione

La sentenza del TAR Lazio conferma che il sistema giuridico offre strumenti di tutela reali agli studenti in caso di bocciature ritenute ingiuste.
L’ammissione “con riserva” permette di completare il percorso scolastico senza blocchi e, se arriva il diploma, la bocciatura perde automaticamente ogni effetto.


Crollo delle iscrizioni a Infermieristica, l’allarme di Uil-Fpl 118: “Sistema sanitario a rischio”

Le iscrizioni ai corsi di laurea in Infermieristica segnano un nuovo minimo storico: in molte sedi universitarie i candidati non raggiungono neppure il numero dei posti disponibili. Un segnale che, secondo la Uil-Fpl 118, come riporta Insanitas, fotografa una crisi ormai strutturale destinata a ripercuotersi sull’intero sistema sanitario nazionale e, in particolare, su quello siciliano.

A denunciarlo è Alessandro Fecarotta, coordinatore regionale della categoria, che parla di «un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare». In Sicilia, osserva, la situazione è ancora più delicata soprattutto nei servizi di emergenza e urgenza, già provati da anni da carenze di personale e da un crescente sovraccarico operativo.

Fecarotta descrive un quadro preoccupante: «La diminuzione di nuovi infermieri e la carenza di medici stanno mettendo in difficoltà la tenuta stessa dei servizi. Nei reparti e nel 118 si lavora spesso in condizioni estreme, con organici ridotti e turni logoranti. Senza un investimento serio sulle persone, sarà impossibile garantire cure sicure e continue».

Secondo il sindacalista, la ridotta attrattività delle professioni sanitarie ha radici precise: stipendi considerati insufficienti rispetto alle responsabilità, progressioni di carriera poco chiare, mancanza di supporto istituzionale e un diffuso clima di demotivazione. «Chi opera nell’emergenza territoriale – spiega – si trova a fronteggiare ogni giorno pressioni enormi, ritmi insostenibili e un carico emotivo crescente. Non sorprende che sempre meno giovani scelgano questi percorsi, mentre molti professionisti valutano di lasciare.

Per invertire la tendenza, Fecarotta sollecita interventi immediati e mirati. Tra le priorità indicate: un rafforzamento stabile degli organici e investimenti strutturali sulla sanità pubblica; un adeguamento delle retribuzioni che rispecchi la complessità e il rischio del lavoro sanitario; la stabilizzazione del personale precario e percorsi di carriera trasparenti e motivanti; condizioni di lavoro più sostenibili, con turni compatibili con la tutela psicofisica degli operatori, iniziative e incentivi capaci di riportare i giovani verso le professioni sanitarie.

«La sanità – conclude Fecarotta – non può continuare a essere lasciata senza una direzione. Se non si interviene subito, nel giro di pochi anni rischiamo di non avere abbastanza professionisti per garantire un diritto essenziale come quello alla cura. Valorizzare chi già lavora e attrarre nuove energie significa proteggere il futuro della collettività».

Minacce all’imam di Comiso dopo il video-denuncia sulla casa-discarica

Un gesto intimidatorio ha colpito l’imam Zouhaier Amor, che ieri mattina ha trovato due pneumatici della propria auto completamente tagliati. Un episodio grave, che arriva dopo settimane di tensione. L’uomo, guida spirituale della comunità islamica locale, aveva raccontato pubblicamente la vicenda di una casa concessa in affitto da una donna e poi abbandonata in condizioni disastrose.

Tutto nasce quando, mentre Amor si trovava in Arabia Saudita, una signora riesce a contattarlo per segnalare di essere stata ingannata: un uomo si era spacciato per suo fratello e un secondo soggetto per “capo della comunità islamica”, ottenendo così la casa a un prezzo favorevole. Al rientro in Italia, Amor ha verificato di persona lo stato dell’immobile, trovandolo trasformato in una discarica.

Il video-denuncia e le prime minacce

Nel video pubblicato dall’imam – senza mai citare nomi – si vedevano rifiuti dappertutto, oggetti della Caritas, elettrodomestici abbandonati e un enorme quantitativo di materiale da smaltire. Il contenuto ha scatenato la rabbia dei due fratelli tunisini coinvolti. Uno di loro, dopo aver riconosciuto alcuni propri indumenti nelle immagini, ha telefonato ad Amor minacciandolo pesantemente.

Il 30 novembre i due uomini si sono presentati in piazza Fonte Diana per affrontarlo direttamente. Solo l’intervento tempestivo della polizia municipale ha evitato lo scontro. Le minacce sono continuate nei giorni successivi, fino all’ultimo episodio: l’auto vandalizzata.

La denuncia e l’appello dell’imam

Di fronte all’escalation, Amor ha presentato denuncia alle autorità. Ha però ribadito un punto cruciale: non intende alimentare generalizzazioni. “Non si può fare di tutta l’erba un fascio – ha dichiarato –. Per colpa di pochi non devono pagare tutti. Così diventa difficile persino trovare chi sia disposto ad affittare una casa”.

Il leader religioso chiede quindi che la vicenda non degeneri in pregiudizi verso l’intera comunità islamica, già preoccupata per le minacce all’imam e per l’impatto sociale che questi episodi possono generare.

Consolidamento urbano, 24 milioni di euro nell’Agrigentino con lavori a Menfi, Ribera e Burgio

La provincia di Agrigento ottiene un pacchetto di investimenti da 24 milioni di euro destinato al consolidamento urbano e alla protezione delle aree costiere più esposte a erosione e dissesto idrogeologico. Si tratta di interventi strategici finanziati dalla Regione Siciliana, dall’Autorità di Bacino e dalla Struttura per il contrasto al dissesto, dopo le richieste di dieci amministrazioni comunali.

Menfi: sicurezza del centro abitato e ripristino dei torrenti

Menfi è tra i comuni che beneficeranno di due importanti interventi di consolidamento urbano.Il primo riguarda il versante meridionale del centro abitato, con un finanziamento di 1.700.000 euro. Il secondo intervento, dedicato al ripristino della sezione idraulica e alla ricostruzione delle sponde dei torrenti Mandrarossa e Vallone, punta a mettere al sicuro un’area spesso soggetta a criticità durante le stagioni piovose.

Ribera: 550 mila euro per Seccagrande

A Ribera l’attenzione si concentra sulla fascia costiera di Seccagrande, da anni soggetta a forti fenomeni di erosione. Il progetto prevede lavori di protezione del litorale per 550.000 euro, un tassello fondamentale nella strategia di consolidamento urbano che mira a tutelare abitazioni, attività turistiche e viabilità.

Burgio: intervento sul centro abitato

A Burgio, il finanziamento di 1.873.000 euro sarà destinato alla mitigazione del rischio idrogeologico lungo via Nazionale. Un tratto particolarmente fragile che necessita da tempo di interventi strutturali per ridurre il pericolo di cedimenti e garantire la sicurezza del centro abitato.

Gli altri interventi tra fascia costiera e centri storici

Agrigento: due opere sul litorale di San Leone

Sono previsti 5.263.980 euro per proteggere la fascia costiera di San Leone e altri 1.400.000 euro per i lavori sul viale delle Dune.

Porto Empedocle: centro abitato a rischio

Stanziati 834.000 euro per il completamento del consolidamento del quartiere Bellavista.

Favara: lavori sul costone roccioso

Un milione di euro sarà destinato al consolidamento del costone in contrada Poggio.

Licata: erosione marina a Plaia

Finanziati 4.263.980 euro per mitigare il rischio lungo il litorale.

Racalmuto: sicurezza nel cuore del centro storico

Due interventi, per un totale di oltre 3,6 milioni di euro, interesseranno un’area classificata a massimo rischio (R4) e piazza Barone.

Lampedusa e Linosa: costoni da mettere in sicurezza

Previsti 1.230.000 euro per la messa in sicurezza dei costoni rocciosi di Linosa, a tutela degli arenili e delle abitazioni.Il piano complessivo rappresenta una delle più significative operazioni di consolidamento urbano degli ultimi anni, con interventi mirati a proteggere la popolazione e prevenire ulteriori fenomeni di dissesto che colpiscono da tempo il territorio agrigentino.

Polizia in un bar della Perriera a Sciacca, per un trentottenne scattano i domiciliari

Gli agenti del Commissariato di polizia di Sciacca sono intervenuti in un bar della contrada Perriera dove hanno bloccato un bengalese, di 38 anni, operaio, con regolare permesso di soggiorno, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Avrebbe disturbato i clienti e minacciato i dipendenti del bar.

L’uomo, che sarebbe stato ubriaco, avrebbe cercato di evitare gli agenti allontanandosi per non farsi identificare. La polizia è riuscita a bloccarlo ed a suo carico sono scattati gli arresti domiciliari.

Oggi, al palazzo di giustizia di Sciacca, udienza di convalida e il bengalese, difeso dall’avvocato Maurizio Gaudio, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il gip del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, ha convalidato l’arresto e disposto per indagato l’obbligo di dimora con prescrizione di non allontanarsi da casa dalle 19 alle 7 del mattino seguente.


Dall’albero di luci ai botti, oltre 50 mila euro a Sciacca per il fine anno

Il Comune di Sciacca tenta di accelerare sull’allestimento delle luminarie natalizie in piazza Angelo Scandaliato. La speranza dell’assessore Francesco Dimino è di poter accendere il simbolico albero della piazza per la festa dell’Immacolata.

Il 3° Settore del Comune ha disposto l’affidamento diretto del servizio di noleggio e installazione di un albero di luci per garantire che la struttura sia montata in tempo per le festività.

La scelta dell’ente e’ ricaduta sulla ditta Luminarie Eventi Light di Ribaundo S.r.l.s., con sede a Palermo, l’unica ad aver assicurato la possibilità di completare l’installazione entro l’8 dicembre.

Una data considerata decisiva, dato che altri operatori avevano comunicato la disponibilità solo dopo il 18 dicembre, ritardando di fatto l’avvio delle iniziative natalizie in città.

Il servizio — che comprende noleggio, trasporto, montaggio, smontaggio, assistenza tecnica e tutte le certificazioni di conformità — ha un costo complessivo di 12.000 euro, IVA inclusa. La spesa sarà coperta con le somme derivanti dall’imposta di soggiorno.

La procedura è stata eseguita tramite il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione, attraverso una trattativa diretta.

Secondo quanto riportato nella determina, il mancato affidamento avrebbe comportato il rischio concreto di non installare l’albero natalizio, con un impatto sull’immagine turistica della città nel periodo più atteso dell’anno. L’amministrazione comunale, tramite un atto di indirizzo firmato dal sindaco e dall’assessore al Turismo il 2 dicembre, aveva infatti sollecitato gli uffici a procedere con urgenza.

La spesa per le casse comunali in occasioni delle festività comprende anche 26 mila euro per il Capodanno per i giochi d’artificio e un concerto a San Silvestro mentre un’altra parte verra’ impiegata per le ulteriori luminarie che e’ in corso l’installazione e un’altra parte ancora per il cartellone degli spettacoli natalizi ancora da presentare e che prenderanno il via il 12 dicembre e che con probabilità verrà presentato alla città giovedì 12.

(In copertina, albero di Natale di anni precedenti in piazza Scandaliato)