E’ tornato a Caltabellotta Antonino Turturici dopo l’intervento al femore all’ospedale di Sciacca. L’anziano, assistito dalla figlia, Biagia, fa programmi per il futuro. Gli piacerebbe tornare a Roma in occasione del Giubileo del 2025. Biagia Turturici, in un’intervista a Risoluto.it, parla del padre e dei suoi progetti per il futuro.
Palermo, sorprese con droga dopo essere state ad un’udienza per precedente arresto: nuovamente in manette due donne di Canicattì
Due donne di Canicattì, D.F.D di 35 anni e G.S di 30 anni, subito dopo essersi recate al tribunale di Termini Imerese, in provincia di Palermo, per un’udienza che riguardava il loro ultimo arresto, sono state sorprese dai carabinieri durante una perquisizione ad un posto di blocco lungo la statale 121, con 26 grammi di cocaina e alcune dosi di marijuana. Le donne sono state tratte nuovamente in arresto.
Operato al femore a 108 anni all’ospedale di Sciacca, intervento riuscito
E’ tra gli uomini più longevi d’Italia, con i suoi 108 compiuti, il paziente recentemente operato per una sintesi del femore presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca. L’intervento chirurgico, perfettamente riuscito, è stato condotto dall’equipe medica guidata dal direttore dell’Unità operativa complessa di ortopedia e chirurgia del nosocomio saccense, Giuseppe Tulumello, ed ha destato compiacimento e soddisfazione fra i sanitari, non solo per la veneranda età del paziente e la mancanza di complicazioni, ma anche per la qualità del decorso post operatorio.
Complice la tempra e le sue ottime condizioni fisiche, il “nonnino”, originario di Caltabellotta, ha lasciato dopo soli quattro giorni di degenza l’ospedale di Sciacca per proseguire a casa il percorso riabilitativo già intrapreso in reparto. Preziosa anche la collaborazione del dottor Vincenzo Li Bassi, in servizio presso il reparto di anestesia e rianimazione diretto dal dottor Francesco Petrusa, il quale ha eseguito la tecnica anestesiologica loco-regionale. Durante l’operazione non è stato neanche necessario ricorrere a delle emo-trasfusioni, spesso frequenti negli interventi di traumatologia delle ossa lunghe a carico di soggetti anziani.
“E’ facile intuire – fanno sapere dall’Asp – come eventi inconsueti come questo, ed il loro felice epilogo, si carichino di un forte valore simbolico ed evocativo per il messaggio di rinascita e speranza che racchiudono specie a margine dei periodi cupi vissuti in piena emergenza epidemiologica. Lungo questa direzione è doppia la soddisfazione espressa dal direttore generale dell’Asp di Agrigento, Alessandro Mazzara, e dal direttore sanitario, Gaetano Mancuso”.
Sangue infetto, il Ministero della Salute dovrà pagare 100 mila euro a un’agrigentina
La prima sezione del Tar di Palermo, con giudizio di ottemperanza promosso da un’agrigentina, ha ordinato al Ministero della Salute di voler ottemperare alla sentenza già emessa nel 2017 dal Tribunale di Sciacca, Sezione Lavoro, con il giudice Paolo Fusaro, che aveva condannato il Ministero della Salute al risarcimento dell’indennizzo per aver cagionato l’insorgere di epatite C in capo alla signora, a seguito di trasfusione di sangue infetto in un ospedale del palermitano.
Nonostante numerosi solleciti il ministero era, però, rimasto inadempiente, costringendo la donna ed il suo legale di fiducia, l’avvocato Lucia Lo Scalzo, a proporre ricorso in ottemperanza innanzi al Tar che, emettendo una sentenza di totale accoglimento, ha stabilito anche di nominare, quale commissario ad acta, il Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il caso in cui il Ministero della Salute non provveda alla liquidazione della somma dovuta entro sessanta giorni. Ha, inoltre, stabilito la trasmissione della sentenza medesima alla Procura presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, al fine di valutare possibili profili di danno erariale causato dal Ministero, nonché la trasmissione al Dirigente Generale del Ministero della Salute per vagliare la sussistenza di responsabilità disciplinari o dirigenziali in capo al personale del Ministero.
La signora è stata assistita e difesa dall’avvocato Lucia Lo Scalzo, il Ministero della Salute dall’Avvocatura distrettuale della Stato.
Nella foto, l’avvocato Lo Scalzo
Bruciati a Torre Salsa 200 ettari di vegetazione, il bilancio dell’incendio
Duecento ettari di vegetazione in fumo nell’incendio dello scorso fine settimana nella riserva naturale di Torre Salsa. E’ questo il bilancio che comprende circa 200 ettari di vegetazione naturale tra macchia, gariga e praterie, scrigno della biodiversità mediterranea di aree aride: sono andate in fiamme centinaia di palme nane.
L’incendio è stato innescato a monte dell’area Pantano in contrada Palommara, area di espansione edilizia e si è rapidamente esteso (causa forti raffiche di vento) in piena riserva interessando Monte Eremita, vallone Eremita, piano Cannicella e coinvolto aree residenziali.
Contrada Palommara, se pur fuori riserva ma limitrofa alla stessa, è da tempo attenzionata e controllata dal personale della riserva gestita dal WWF e dalle forze dell’ordine, perché direttamente connessa ecologicamente con l’area protetta e la Zona Speciale di Conservazione. Inoltre, presso la stessa contrada e l’area Pantano della Riserva, sono stati segnalati diversi casi di bracconaggio ai quali, molto probabilmente, sono riconducibili gli incendi di questi giorni. “Confesso che tutto questo crea molta amarezza e rabbia” dice il Direttore della Riserva Alessandro Salemi, anche perché il personale della riserva sabato pomeriggio del 19 giugno, aveva terminato il proprio turno di lavoro ordinario alle 15.30 dopo un intensa giornata lavorativa che aveva visto lo stesso personale della riserva impegnato sin dalle prime ore del mattino, nel monitoraggio della spiaggia di Fungitedda per la nidificazione della tartaruga Caretta caretta, nella pulizia della stessa con il contributo di volontari (primi interventi) e nella vigilanza proprio di quell’area.
L’incendio sviluppatosi nelle prime ore pomeridiane ha interrotto il suo cammino di distruzione solo alle ore otto del mattino del giorno successivo. (poche giorni prima era stato attivato il servizio antincendio con l’installazione della torretta d’avvistamento a Monte Cupolone). Gli interventi dei servizi antincendio hanno interessato le forze dell’Ispettorato Forestale e dei Vigili del Fuoco, quest’ultimi su indicazioni del personale della Riserva hanno garantito lo spegnimento dello stesso incendio.
“All’amarezza e alla rabbia – fanno sapere dalla riserva – non seguirà lo sconforto ma una più capillare attività di vigilanza e controllo con l’aiuto delle forze dell’ordine finalizzata alla repressione di questi atti criminali; è stata chiesta collaborazione al Coordinamento Regionale delle Guardie Venatorie del WWF Italia, con i quali nei prossimi giorni verranno pianificate attività di controllo”.
Nei giorni successivi verranno stimati i danni ambientali, comunicata la superficie interessata dal fuoco finalizzata all’applicazione delle norme che vincolano i terreni interessati dagli incendi.
Ambulatori Inps in una struttura esterna dell’ospedale di Sciacca, La Rocca Ruvolo: “Un bel risultato per il territorio” (Intervista)
L’immobile che ospita l’Agenzia delle Entrate di Sciacca, in contrada Perriera, e che presto riceverà anche gli uffici dell’Inps non dispone di locali idonei per gli ambulatori medici dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Grazie alla disponibilità dell’Asp di Agrigento e a un lavoro sinergico, come riferito questa mattina dalla presidente della commissione Sanità dell’Ars, Margherita la Rocca Ruvolo, sono stati individuati all’ospedale di Sciacca locali idonei, esterni ai reparti.
In un’intervista a Risoluto.it l’onorevole La Rocca Ruvolo riferisce anche che si sta provando una soluzione per evitare il dimezzamento a 12 ore della Guardia Medica estiva a Seccagrande, mentre c’è già certezza del servizio di Guardia Medica a Cattolica Eraclea.
Vigile urbano di Agrigento positivo al test sierologico, avviato tampone di verifica e precauzioni per tutto il Comando
Lo screening sierologico per il Covid 19 condotto dall’Asp di Agrigento presso il Comando dei Vigili Urbani ha dato esito positivo per un agente di polizia locale. Per questa ragione è stato sottoposto a tampone rinofaringeo. Il risultato è atteso nelle prossime ore. L’agente si trova in isolamento. La situazione è sotto controllo. Questi esami hanno lo scopo di monitorare la diffusione del virus e di prevenire ogni possibilità di contagio. Fino a tutto domani, 25 giugno in attesa dell’esito, è stata disposta la sospensione dei servizi interni della Polizia locale, ad eccezione del servizio CRO e del servizio protocollo. Inoltre, è stata stabilita la sospensione del ricevimento del pubblico. Non saranno utilizzate le autovetture a servizio dell’infortunistica stradale. Disposta anche la sanificazione straordinaria dei locali e degli automezzi. Il servizio di pattuglia nelle turnazioni esterne prestabilite da ordine di servizio sarà reso soltanto con personale che ha eseguito il test sierologico con esito negativo. Il personale del Settore con servizio non in presenza, sempre fino al 25 giugno compreso, presterà servizio in modalità di lavoro agile.
Ventotto migranti sulla nave-quarantena Moby Zaza’ positivi al Covid-19
Sono 28 i migranti, salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena Moby Zazà che è in rada a Porto Empedocle, che sono risultati positivi al virus.
I tamponi su tutti i 209 migranti presenti sulla Moby Zazà erano stati effettuati ieri.
E sempre ieri sera era stato reso noto che uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch era stato ricoverato a Malattie infettive dell’ospedale «Sant’Elia» di Caltanissetta.
Inizialmente era un caso di sospetta tubercolosi. Poi l’esito del tampone aveva fatto chiarezza.
Condanna per furto di carte bancomat e pin nella casa di un ottantaquattrenne di Menfi
Il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Paolo Gabriele Bono, ha condannato a un anno e 6 mesi di reclusione e 590 euro di multa con pena sospesa un romeno accusato di essersi introdotto nella casa di un menfitano di 84 anni e di avere rubato due carte bancomat e un bancoposta con i relativi pin.
Il romeno si sarebbe introdotto nell’abitazione in cui l’anziano vive con la moglie, malata, e di essersi impossessato di bancomat e bancoposta e dei relativi pin che erano riportati su foglietti che si trovavano assieme alle carte. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’imputato a 3 anni di reclusione e 1000 euro di multa.
Il romeno, difeso dall’avvocato Calogero Lanzarone, è stato condannato anche al risarcimento alla parte civile, 1350 euro, ed al pagamento delle spese sostenute dalla stessa, 1900 euro.
Indagato poliziotto agrigentino, diffuso filmato dove l’agente punisce due migranti dopo tentativo di fuga
Risulta indagato, con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione, un poliziotto di Agrigento, in seguito alla diffusione di un video, girato con il telefonino da un ospite del centro e finito dopo un complesso giro alla presidente di un’associazione che si occupa di diritti umani.
La Procura, guidata da Luigi Patronaggio, adesso indaga anche per violenza privata. Ci potrebbero essere altre persone indagate.
Nel filmato si vede un poliziotto, con alle spalle altri appartenenti alle forze dell’ordine che non intervengono, punire due giovani migranti dopo un tentativo di fuga e obbligarli a schiaffeggiarsi a vicenda, colpendo uno dei due in segno dimostrativo.
Domani pomeriggio, davanti al gip Alessandra Vella, il poliziotto, che ha nominato come difensore l’avvocato Daniela Posante, comparirà in aula per l’incidente probatorio, disposto per sentire cinque migranti, fra cui le due presunte vittime.
Intanto, sulla base delle dichiarazioni messe a verbale alla squadra mobile, delegata dalla Procura, è stata disposta l’iscrizione di un nuovo procedimento.



