Differenziata da record, la Srr Agrigento Ovest ottiene 1,09 milioni di euro

La Srr Agrigento Provincia Ovest ha annunciato l’assegnazione di oltre un milione di euro in contributi regionali ai Comuni che nell’ultimo anno hanno superato la soglia del 60 per cento di raccolta differenziata. Si tratta di 1.093.938,41 euro complessivi, destinati a 16 dei 17 enti locali dell’area, grazie alle percentuali tra le più elevate della Sicilia.

Lucca Sicula guida la classifica con l’87,15 per cento di raccolta e un contributo pari a 35.231,64 euro. Seguono Villafranca Sicula con l’85,15 per cento e 33.981,47 euro, Calamonaci con l’84,75 per cento e 33.329,64 euro, Sambuca di Sicilia con l’83,97 per cento e 47.145,08 euro, Sciacca con l’82,83 per cento e 158.417,34 euro, Montevago con l’80,26 per cento e 38.457,36 euro, Santa Margherita di Belice con il 77,31 per cento e 49.505,03 euro, Burgio con il 76,31 per cento e 37.782,13 euro, Menfi con il 76,18 per cento e 68.872,72 euro, Caltabellotta con il 68,47 per cento e 39.928,16 euro, Cattolica Eraclea con il 68,37 per cento e 40.483,05 euro, San Biagio Platani con il 67,72 per cento e 38.821,72 euro, Santo Stefano Quisquina con il 67,48 per cento e 42.685,90 euro, Alessandria della Rocca con il 66,17 per cento e 37.441,18 euro, Ribera con il 66 per cento e 88.852,12 euro, Bivona con il 65,09 per cento e 39.787,76 euro.

“Questi risultati – commenta il Presidente Vito Marsala – dimostrano che la nostra comunità sta percorrendo la strada giusta verso un modello di gestione dei rifiuti moderno e sostenibile. Le percentuali raggiunte e i contributi ottenuti sono il frutto di un lavoro condiviso tra cittadini, amministrazioni e operatori. La Srr Agrigento Provincia Ovest continuerà a sostenere e incentivare ogni iniziativa dei Comuni e dei sindaci, che con il loro impegno hanno permesso questo risultato e favoriscono la tutela dell’ambiente e la crescita del territorio”.

Cuffaro, il Riesame annulla il sequestro degli 80 mila euro trovati nelle sue abitazioni

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Il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento di sequestro degli 80 mila euro in contanti rinvenuti dai carabinieri del Ros in due abitazioni riconducibili all’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. I contanti erano stati rinvenuti in parte all’interno dell’abitazione palermitana di Cuffaro e un’altra parte nella sua tenuta di San Michele di Ganzaria, nel Catanese.

Il denaro era stato sottoposto a sequestro dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta che vede Cuffaro sotto richiesta di arresto, tra le altre ipotesi, per associazione a delinquere e corruzione.

Secondo i giudici del Riesame, non sussistono i presupposti necessari per mantenere il sequestro preventivo disposto dagli inquirenti. Il denaro deve dunque essere restituito all’indagato.

La decisione rappresenta un primo significativo punto a favore della difesa dell’ex governatore, mentre l’indagine prosegue sul fronte delle presunte attività illecite contestate.

Continueranno intanto gli approfondimenti investigativi per chiarire la provenienza delle somme e il possibile collegamento con le accuse mosse a Cuffaro.

Fondovalle Palermo- Sciacca, Catanzaro: “Cittadini a rischio ogni giorno, il governo non stia a guardare”

La Strada Statale Palermo–Sciacca torna al centro dell’attenzione dopo l’ennesimo incidente mortale che ieri è costato la vita a due persone, a pochi giorni dalla tragedia in cui aveva perso la vita un giovane.

“Una sequenza drammatica che riaccende i riflettori su una delle arterie più percorse e più pericolose della Sicilia”. Lo scrive oggi in una nota il capogruppo all’Ars, Michele Catanzaro, che parla senza mezzi termini di “emergenza” e lancia un appello alle istituzioni: “La Palermo–Sciacca continua a mietere vittime, trasformandosi in una vera e propria emergenza che non può più essere ignorata”.

Ieri un nuovo incidente stradale sul tratto vicino a Giacalone costato la vita a due donne di Monreale due giovanissimi sono in ospedale in gravi condizioni mentre solo qualche giorno prima un altro incidente su era verificato a pochi chilometri costando la vita ad un ventenne.

Secondo Catanzaro, quanto accaduto negli ultimi giorni impone una riflessione profonda sulle cause di questa “lunga scia di sangue” che riguarda studenti, lavoratori e pendolari costretti a percorrere quotidianamente la statale che collega l’entroterra palermitano con le province di Trapani e Agrigento.

“Non si tratta di episodi isolati – sottolinea – ma di una criticità strutturale che richiede interventi immediati e concreti”. Da qui la richiesta di un confronto urgente con l’ente gestore per individuare e risolvere le problematiche di sicurezza, affiancato da una campagna di sensibilizzazione rivolta agli automobilisti per ridurre la velocità e promuovere comportamenti responsabili.

Catanzaro chiama in causa direttamente la Regione Siciliana, che “non può restare spettatrice”. Il deputato sollecita una valutazione complessiva sulla pericolosità dell’intero tracciato, da Palermo a Sciacca, e la definizione di un piano organico di interventi.

“La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta – conclude –: non bastano parole di circostanza. Servono scelte coraggiose e investimenti mirati per trasformare una strada oggi percepita come una trappola mortale in un’infrastruttura moderna e sicura”.

Canicattì, dramma al Borgalino: anziana trovata morta nella sua abitazione in fiamme

Una tragedia ha scosso nelle ultime ore il quartiere Borgalino di Canicattì. Un’ottantenne, Carmela Petralito, è stata rinvenuta senza vita all’interno della sua abitazione di via Pisacane, dopo un incendio divampato tra le mura domestiche.

Secondo le prime informazioni raccolte, il rogo sarebbe partito da una stufetta elettrica, che avrebbe preso fuoco provocando un intenso sviluppo di fumo. Proprio il denso fumo che fuoriusciva dalla porta ha spinto alcuni residenti a chiedere aiuto, temendo che all’interno ci fosse qualcuno in pericolo.

Sul luogo dell’emergenza sono giunti rapidamente i vigili del fuoco e un’unità del 118, ma per l’anziana non è stato possibile fare nulla: la donna è stata trovata a terra, ormai deceduta, con il corpo completamente bruciato.

Gli investigatori stanno effettuando accertamenti per stabilire con precisione come si sia generato l’incendio e se vi siano state eventuali cause esterne o malfunzionamenti che hanno portato al tragico epilogo.

Il consiglio salva il Natale e il Capodanno a Sciacca, soldi anche per i botti

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Una variazione di bilancio da 7 milioni e 200 mila di euro è stata approvata ieri sera dopo una lunghissima seduta del consiglio comunale di Sciacca che ha preso il via poco prima delle 18 e sconvolta dalle dichiarazioni politiche non previste del primo cittadino.

Nel dettaglio, il documento economico prevede una serie di interventi che spaziano dal sociale alle opere pubbliche, fino alle iniziative natalizie. Quest’ultime salvate per la loro realizzazione al fotofinish. Il punto andava votato entro il 30 novembre.

Nella delibera dell’amministrazione comunale per il periodo festivo erano stati stanziati 50 mila euro destinati alle luminarie e all’allestimento dell’albero di luci per la piazza Angelo Scandaliato mentre 34 mila euro per gli eventi di intrattenimento natalizio.

L’amministrazione non aveva previsto alcun programma per il Capodanno, ma l’emendamento delle opposizioni ha voluto destinare 26 mila euro per le iniziative della notte di San Silvestro ristabilendo i tradizionali botti del 31 e uno spettacolo in piazza Scandaliato. L’approvazione e’ avvenuta non senza polemiche con il primo cittadino sommerso dalle domande delle opposizioni che non si spiegavano la rigidità dell’assenza di un programma per il 31 dicembre.

Tra gli emendamenti presentati dall’opposizione, 48 mila euro per la manutenzione delle strade in via Cirillo, via Calcinaro, via dei Rovi, via Lido- Foggia. Mentre 39 mila euro per i festeggiamenti dei Quattrocento anni della Madonna del Soccorso, 9 nel 2025 e 30 nel 2026.

Importante anche il capitolo dedicato al sociale, che supera complessivamente i 3 milioni e mezzo di euro. Con emendamento sempre delle opposizioni, 20 mila euro andranno come contributo alle parrocchie per la spesa indigenti. Duemila euro, invece per la Mensa della Solidarietà. Gli emendamenti opposizione hanno poi riguardato 5000 euro per la potatura alberi della contrada Seniazza e 5000 euro come contributo al Volley Club. Altri 5000 euro per quartiere Marina e la sua parrocchia.

Sul fronte delle opere e dei servizi, la variazione al bilancio prevede 140 mila euro per interventi in via Ghezzi e 90 mila euro per il miglioramento dell’illuminazione pubblica in diverse aree della città.

Per la sicurezza urbana sono stati destinati 3 mila euro alla videosorveglianza in piazzetta Campidoglio.

La variazione al bilancio e’ passata con il voto favorevole di 15 consiglieri e l’astensione del solo Alessandro Curreri. Poche ore prima l’aula aveva approvato anche il consolidato con 13 favorevoli e astenuti i due Blo’ e Brucculeri.

Intanto, nelle ore successive al consiglio comunale, Blo’ e Brucculeri hanno commentato la variazione di bilancio come “un arrembaggio agli emendamenti”.
“Quando finalmente – scrivono – si è arrivati alla trattazione della variazione di bilancio, l’opposizione ha dato il meglio — o il peggio — di sé: un vero assalto agli emendamenti, ognuno a proporre asfaltature di strade, contributi a questa o quella associazione, interventi spot.
Un approccio che non biasimiamo del tutto, visto che è lo stesso metodo utilizzato dall’amministrazione:
si procede non per priorità, ma per convenienza, per piccoli favori, per micro interventi ad personam.
La nostra decisione di fronte a questo “spettacolo indecoroso, inconcludente e offensivo per l’istituzione e per i cittadini” e’ stato quello di abbandonare l’aula”.

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Bollette 2026, prezzi più bassi e lo Stato che torna fornitore di energia: ecco la nuova proposta del PD

Il Partito Democratico presenta un emendamento prioritario alla Manovra 2026: un “fornitore pubblico” per energia elettrica a prezzi più bassi, ampliamento delle tutele e rinnovabili al 65% entro il 2030. Ecco cosa cambierebbe per famiglie e imprese.

Il tema del caro bollette torna al centro del dibattito politico. Con un emendamento segnalato come “prioritario”, il Partito Democratico propone una riforma che potrebbe rivoluzionare il mercato dell’energia: far tornare lo Stato a essere fornitore diretto di energia elettrica per milioni di famiglie, con tariffe più vantaggiose e nuovi criteri di accesso alle tutele.


Un fornitore statale per le famiglie: come funzionerebbe l’Acquirente Unico

La proposta del PD prevede che l’energia per i cittadini vulnerabili e per le famiglie con redditi medio-bassi venga fornita direttamente da Acquirente Unico, società pubblica controllata dal MEF.

In pratica:

  • lo Stato acquisterebbe energia sul mercato all’ingrosso a condizioni più favorevoli
  • l’energia sarebbe rivenduta alle famiglie a prezzi più bassi
  • i consumatori vulnerabili passerebbero automaticamente al fornitore pubblico
  • chi è nel mercato libero ma rientra nei requisiti potrebbe fare domanda per rientrare nel sistema di tutela

Una misura che, secondo il PD, permetterebbe di ridurre sensibilmente le bollette, proteggendo il potere d’acquisto delle famiglie.


Tutele più ampie: si allarga la platea dei beneficiari

L’emendamento amplia in maniera significativa i requisiti di accesso alle tutele per l’energia.

Oltre alle categorie già riconosciute (over 75, disabili, titolari di bonus sociale, residenti in isole minori, sfollati per calamità), verrebbero inclusi anche:

  • famiglie con ISEE fino a 20.000 euro
  • famiglie numerose con ISEE fino a 30.000 euro

Si tratta di una platea molto più ampia rispetto a oggi, che coinvolgerebbe milioni di nuclei familiari, spesso schiacciati dal peso delle bollette energetiche.


Riapertura delle tutele graduali fino al 2028

La seconda parte dell’emendamento propone di:

  • riaprire le adesioni al servizio di tutela fino al 31 dicembre 2025,
  • estendere le tutele fino al 31 marzo 2028
  • includere i nuclei con ISEE entro 20.000 euro

La misura sarebbe pensata per chi, nei mesi scorsi, si è ritrovato nel mercato libero senza possibilità di rientrare nelle tutele.


Energia rinnovabile: obiettivo 65% entro il 2030

La terza proposta contenuta nell’emendamento riguarda la transizione energetica:
entro il 2030 almeno il 65% dell’energia acquistata dalle imprese dovrà provenire da fonti rinnovabili.

L’obiettivo è:

  • ridurre la dipendenza da fonti fossili
  • stabilizzare i prezzi dell’energia nel lungo periodo
  • rispettare gli impegni climatici europei

La proposta punta a incentivare contratti a lungo termine per l’acquisto di energia green.


Perché questa proposta? Il mercato tutelato è finito

La riforma nasce anche a seguito del passaggio obbligato al mercato libero dell’energia, in vigore per tutti dal 1° luglio 2024, eccetto per i soggetti vulnerabili.

Il PD vuole quindi:

  • introdurre una tutela pubblica per chi ha più difficoltà economiche
  • offrire un’alternativa ai prezzi spesso variabili del mercato libero
  • garantire maggior trasparenza nei contratti energetici

Cosa cambierebbe per le famiglie

Se la proposta venisse approvata:

  • lo Stato diventerebbe fornitore diretto di energia per milioni di cittadini
  • le famiglie vulnerabili avrebbero bollette più economiche
  • i redditi medio-bassi rientrerebbero nelle tutele
  • si potrebbe rientrare nelle tutele graduali anche dopo le scadenze attuali
  • aumenterebbe la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili

Una proposta che punta a ridurre l’impatto del caro energia e a ridisegnare completamente il mercato elettrico.


Le prossime tappe

L’emendamento è ora al vaglio delle Commissioni della Manovra 2026. Se approvato:

  • entrerà nel testo della Legge di Bilancio
  • passerà al voto delle Camere
  • potrebbe diventare operativo già nel 2026

Il tema resta uno dei più sentiti dal Parlamento, con un confronto acceso tra maggioranza e opposizioni sul futuro del mercato energetico italiano.

Stefania Petyx lascia Striscia la Notizia dopo 21 anni

Stefania Petyx lascia Striscia la Notizia dopo oltre vent’anni di inchieste, impermeabile giallo e un bassotto diventato simbolo del suo lavoro sul campo. L’inviata palermitana ha comunicato su Instagram che non farà parte della nuova edizione di Striscia la Notizia, in onda su Canale 5 da gennaio 2026 in prima serata. Il programma di Antonio Ricci, spostato dopo il successo della Ruota della Fortuna di Gerry Scotti, cambia orario ma perde una delle sue figure più identitarie.

L’annuncio di Petyx che lascia Striscia segna una svolta emotiva per i telespettatori, soprattutto siciliani, che per anni hanno riconosciuto in lei una voce pronta a denunciare criticità, disservizi e abusi nel territorio. Nel suo lungo messaggio di addio, la giornalista ha raccontato come l’esperienza a Striscia sia stata “una parte fondamentale” della sua vita: un lavoro che portava storie difficili “ogni giorno nella mia casa e nel mio cuore”.

Per oltre due decenni Stefania Petyx ha documentato sul campo problemi strutturali della Sicilia, spesso entrando in quartieri, uffici pubblici e luoghi dimenticati per dare visibilità a situazioni che altrimenti non avrebbero avuto spazio mediatico. Il suo stile diretto, il celebre impermeabile giallo e il bassotto sempre al suo fianco hanno creato un’identità riconoscibile, trasformandola in un punto di riferimento nazionale. Anche per questo Petyx lascia Striscia acquista il peso simbolico di una pagina che si chiude.

Nel suo messaggio non emerge alcun conflitto interno con la redazione o con la direzione del programma. L’inviata parla invece di un percorso che l’ha “cambiata profondamente”, al punto da sentire che questo è il momento giusto per iniziare una nuova fase professionale e personale. Ringrazia chi l’ha seguita negli anni, chi le ha scritto e chi l’ha sostenuta nei momenti complessi, lasciando intendere un rapporto solido con il pubblico.

Resta l’idea che l’addio non sia un punto finale ma l’inizio di qualcosa di nuovo. La giornalista non ha ancora anticipato dettagli sui progetti futuri, ma promette che presto tornerà con nuove iniziative. Per un pubblico abituato a vederla affrontare con determinazione le criticità dell’isola, la sua uscita da Striscia apre una fase di attesa e curiosità.

Palermo, prelievo multiorgano a cuore fermo al Policlinico

Al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo è stato effettuato un prelievo multiorgano a cuore fermo (DCD – Controlled Donation after Circulatory Death) su un donatore di 77 anni. L’intervento, estremamente complesso sul piano clinico e organizzativo, ribadisce il ruolo centrale dell’ospedale palermitano nelle tecniche avanzate di trapianto.

Prelievo multiorgano a cuore fermo: la procedura

Il prelievo multiorgano è stato eseguito nell’Unità Operativa di Cardio-Rianimazione diretta dalla professoressa Cesira Palmeri. A donare è stato un uomo colpito da una grave emorragia cerebrale, che in vita aveva espresso la volontà di donare gli organi e di non essere sottoposto ad accanimento terapeutico. Indirizzo confermato anche dai familiari.

Dopo un monitoraggio clinico prolungato, l’équipe ha certificato l’irreversibilità del coma e l’assenza di qualsiasi possibilità di recupero neurologico. In coerenza con i criteri di proporzionalità delle cure e con la volontà del paziente, è stato avviato il percorso di donazione a cuore fermo.

Come funziona la donazione DCD

Il professore Maurizio Raineri, coordinatore aziendale per i trapianti, ha spiegato che la DCD richiede una pianificazione rigorosa in ogni sua fase: sospensione graduale dei supporti vitali in un contesto palliativo, accertamento del decesso secondo criteri cardio-circolatori e successivo avvio del prelievo multiorgano in forma controllata.

L’eccellenza dei trapianti a Palermo

Un’équipe dell’Ismett ha proceduto al prelievo del fegato, unico organo ritenuto idoneo al trapianto. Il percorso è stato possibile grazie all’azione sinergica del Centro Regionale Trapianti diretto dal dottor Giorgio Battaglia, del Coordinamento operativo guidato dal dottor Antonio Scafidi, del professore Antonello Giarratano e dell’équipe medica formata dai dottori Luca Giannopolo, Concetta Milazzo, Paola Graviano, Marco Graziano e Francesco Buonasorte.

La direttrice generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari, ha espresso un sentito ringraziamento alla famiglia del donatore, definendo la scelta del congiunto un gesto di altruismo capace di dare nuova speranza a chi attende un trapianto. Ha inoltre invitato i cittadini a riflettere sull’importanza di registrarsi come donatori.

Un messaggio di speranza

L’intervento eseguito a Palermo conferma il valore del prelievo multiorgano e l’impegno della sanità siciliana nelle tecniche di trapianto più avanzate. Una rete di competenze e dedizione che continua a trasformare la solidarietà in futuro.

Nasce WeSicily, il nuovo magazine digitale dedicato all’eccellenza siciliana

È stato presentato ufficialmente WeSicily, il nuovo magazine digitale interamente dedicato alla valorizzazione della Sicilia attraverso il suo patrimonio enogastronomico, culturale e paesaggistico. Un progetto editoriale innovativo che punta a diventare un punto di riferimento per produttori, operatori turistici, viaggiatori, istituzioni e appassionati del buon vivere siciliano. A dirigere la testata è il menfitano Salvo Ognibene, già affermato nel panorama della comunicazione e della critica enologica italiana.

WeSicily.it nasce con l’obiettivo di proporre una narrazione contemporanea e autorevole dell’isola, offrendo contenuti curati, itinerari, approfondimenti, storie di territorio e un’attenzione particolare alle cantine e alla tradizione spumantistica siciliana, oggi tra i comparti più dinamici del panorama vitivinicolo nazionale.

La piattaforma integra attività editoriale, promozione territoriale e divulgazione culturale, configurandosi come un hub capace di mettere in rete produttori, comunità locali, strutture ricettive, ristoratori ed enti pubblici e privati. Un ecosistema digitale pensato per favorire connessioni, stimolare collaborazioni e amplificare il racconto della Sicilia in Italia e all’estero.

«WeSicily nasce dall’idea di offrire una narrazione nuova, inclusiva e identitaria della nostra isola. Non solo un magazine, ma una lente con cui scoprire territori, storie, persone e sapori che meritano di essere raccontati», sottolinea il fondatore Francesco Chittari.

Il progetto, in continua evoluzione, prevede anche format esperienziali, rubriche tematiche e iniziative culturali che nel corso dell’anno coinvolgeranno territori, aziende e professionisti del settore. L’obiettivo è promuovere un turismo consapevole, autentico e sostenibile, valorizzando le eccellenze siciliane e costruendo una narrazione capace di unire tradizione e innovazione.

Accoltella uomo durante lite, arrestata trentenne rumena

Accusata di tentato omicidio aggravato. È questa la contestazione che pende su una donna di 30 anni, di origine rumena, sottoposta a fermo di polizia giudiziaria dai carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto. La trentenne è indiziata del delitto di “tentato omicidio aggravato” nei confronti di un uomo di 57 anni, originario di Falcone, che sarebbe stato ferito con un coltello nel corso di una lite.

Le indagini sono state avviate dopo l’intervento dei sanitari del 118, che avevano segnalato di aver soccorso un uomo ferito da un’arma da taglio. Da quella segnalazione è scattata l’attività investigativa dei carabinieri, che hanno ricostruito progressivamente il contesto in cui la donna avrebbe, secondo la ricostruzione accusatoria, accoltellato l’uomo durante una discussione degenerata.

Le indagini dei carabinieri della Stazione di Falcone

L’attività investigativa è condotta dai carabinieri della Stazione di Falcone, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Patti, guidata dal procuratore Angelo Vittorio Cavallo. I militari hanno raccolto le prime informazioni a partire dal quadro clinico presentato dall’uomo di 57 anni e dalle circostanze segnalate dal personale sanitario intervenuto.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna, durante un litigio, avrebbe aggredito l’uomo con un coltello, provocandogli ferite tali da richiedere l’intervento urgente dei soccorsi. Sulla base degli elementi raccolti, la Procura ha ritenuto sussistenti gli indizi per configurare l’ipotesi di “tentato omicidio aggravato” e procedere al fermo della trentenne.

Il provvedimento di fermo è il risultato dei riscontri ottenuti nelle ore successive all’episodio, che hanno consentito di definire una prima ricostruzione delle dinamiche dei fatti.

Dal fermo al carcere: la convalida del gip

Rintracciata dai carabinieri, la donna è stata condotta presso la casa circondariale di Messina Gazzi, dove è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il gip ha convalidato il fermo, riconoscendo la sussistenza degli elementi raccolti a suo carico nella fase iniziale delle indagini.

La vicenda, in cui una donna avrebbe accoltellato un uomo durante lite, rimane ora al centro degli approfondimenti investigativi, che dovranno chiarire nel dettaglio le cause del litigio, i rapporti tra i protagonisti e ogni ulteriore profilo utile alla completa definizione del quadro accusatorio.