Tentata estorsione, assolto il riberese Giuseppe Carbone

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Assolto perchè il fatto non sussiste dall’accusa di tentata estorsione il riberese Giuseppe Carbone, di 56 anni. Lo ha disposto ieri sera il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, accogliendo la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Forte. Carbone era accusato di avere, con minaccia consistita dapprima nell’invitare due fratelli che arrivavano dal territorio belicino a non svolgere più la propria attività lavorativa di venditori ambulanti di frutta e verdura nella zona di Sant’Antonino a Ribera in quanto lui stesso avrebbe voluto intraprendere analoga attività commerciale. Secondo l’accusa avrebbe anche proferito vere e proprie intimidazioni verbali e anche cosparso di liquido infiammabile un’auto utilizzata dai due per lo svolgimento del commercio ambulante. L’accusa aveva chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione. I fatti si riferiscono al 2012.

Da Bivona un secco no alla consegna delle reti idriche, Panepinto: “Siamo un Comune modello per la Sicilia”

ll partito democratico di Bivona considera la gestione pubblica e diretta della acqua, da parte del comune, sacra e inviolabile. Lo dice l’ex sindaco ed ex deputato regionale Giovanni Panepinto secondo mil quale il suo comune è “punto di riferimento per tutta la Sicilia nella battaglia contro la privatizzazione del servizio idrico”. Panepinto aggiunge che aggiunge: “Nel 2004 il governo regionale ha voluto privatizzare il servizio integrato idrico sia come sovrambito regionale affidando a una società francese tutto il sistema idrico dell’isola, alcune dighe comprese, e la gestione delle sorgenti e di tutte le fonti idriche di approvvigionamento. Nel 2007 è stato intimato a tutti i comuni di consegnare le reti idriche per essere consegnate al gestore privato, Girgenti Acque. Sedici comuni agrigentini si sono rifiutati di farlo”. Panepinto difende la scelta e aggiunge: “Il 14 febbraio 2008 si è svolto il referendum comunale e il 98% degli elettori bivonesi ha detto no alla privatizzazione dell’acqua. Respingiamo al mittente l’accusa che l’acqua per uso potabile in provincia di Agrigento costa cara per colpa dei comuni che non hanno consegnato le reti idriche. L’acqua è cara perché è troppo alto il prezzo di acquisto da Sicilia Acque e troppe le perdite”.
 

Impianto biomasse, Moncada rilancia: “Accanimento per noi da questa amministrazione mentre partecipa alla nascita di un inceneritore di rifiuti”

La lettera a firma di Salvatore Moncada, è destinata ad essere il vero spartiacque nell’ambito di una vicenda che via via assume dei contorni sempre più paradossali e non solo perchè l’imprenditore agrigentino accusa direttamente l’amministrazione guidata da Francesca Valenti di avere adottato un accanimento nei confronti del progetto che la “My Ethanol s.r.l” vuole realizzare nella contrada Chiana Scunchipani, paventato impianto di biomasse che da settimane è al centro del dibattito cittadino, ma anche perchè Moncada rilancia contro il Comune di Sciacca di essere invece, partecipe tramite una società partecipata di un altro biogestore in un’altra zona che prevede invece di trattare rifiuti solidi urbani. Lo stesso imprenditore ha, inoltre comunicato nella stessa lettera, in riferimento all’altro impianto, di aver fatto richiesta di accesso agli atti “per verificare quali pareri o atti di assenso sono stati eventualmente rilasciati, al fine di verificare se sussiste una disparità di trattamento e richiedere un accertamento delle competenti autorità”. La missiva è stata inviata dal presidente del gruppo imprenditoriale oltre che alla sindaca anche alla polizia municipale di Sciacca, alla Procura della Repubblica e all’ufficio tecnico comunale. Moncada mette le mani avanti anche rispetto all’attività ispettiva che il Comune avrebbe stimolato alla polizia municipale “in relazione a fabbricati risalenti al 1984 che non sono stati oggetto di lavori volti ad effettuare modifiche agli stessi e per i quali allo stesso tempo non è stata presentata recentemente alcuna richiesta agli uffici competenti per effettuare modifiche”. “Essendo la scrivente consapevole che trattasi di un abuso che si sta svolgendo in esecuzione – chiarisce il presidente del gruppo- di un disegno persecutorio ampio che le autorità competenti valuteranno sotto il profilo dell’illiceità e pur potendosi rifiutare, essendo consapevole di aver sempre rispettato i dettati normativi, consentirà l’accesso nelle date indicate nella PEC, lunedì 18 marzo alle ore 10:00, avvertendo sin d’ora che, non ritenendo limpida e cristallina la situazione che si sta delineando, procederà a richiedere l’intervento dell’Arma dei Carabinieri e solamente alla loro presenza consentirà l’accesso allo stabilimento”. Moncada poi chiarisce le ragioni per cui non si è presentato all’incontro a Sciacca precisando che l’invito da parte della sindaca alla “MyEthanol s.r.l.” è arrivato solo dopo che la stessa si è affrettata a dichiarare pubblicamente  che:“[ … ] questa amministrazione sta procedendo a porre in essere tutte le attività necessarie a bloccare l’iniziativa di un impianto di biometano nel nostro territorio”. Invito quindi snobbato da Moncada:“in quanto ritenuto non proficuo alla luce della contrarietà dimostrata per principio e non basata su circostanze concrete. Forse, tale atteggiamento è derivante – sottolinea ironicamente-  dall’abitudine degli amministratori di trattare, spesso, direttamente e politicamente con gli imprenditori. Purtroppo il Gruppo Moncada non opera secondo tali orientamenti e si limita a rispettare pedissequamente le procedure secondo quanto stabilito dalla normativa vigente”. “Siamo allertati – ha concluso la missiva l’imprenditore – dall’accanimento dimostrato da questa amministrazione comunale nei nostri confronti”. In integrale, la lettera di Moncada: [pdf-embedder url=”https://www.risoluto.it/wp-content/uploads/2019/03/Nota-MyEthanol-S.r.l.pdf” title=”Nota MyEthanol S.r.l”]

Traffico in tilt sul viadotto Belice, ignoti tagliano i cavi del semaforo che disciplina il passaggio sul ponte

Momenti di vero caos sul viadotto Belice nella Sciacca- Castelvetrano. Molti gli automobilisti che si sono ritrovati in difficoltà sul ponte che collega Menfi a Castelvetrano a causa della mancanza del funzionamento dell’impianto semaforico che disciplina il senso unico alternato a causa dei lavori in corso. Qualcuno sembra aver tranciato i cavi del semaforo mobile e così molte vetture si sono trovate strette nel corridoio di carreggiata percorribile. Sul posto, dopo le segnalazioni degli automobilisti in transito, sono arrivati i Carabinieri di Castelvetrano e la Polizia per cercare di regolarizzare il traffico ed eliminare la situazione di pericolo lungo la statale.

L’omicidio di Alessandria della Rocca, Leto respinge le accuse anche nell’udienza di convalida

Si e’ conclusa nella serata di oggi, nel carcere di Sciacca, l’udienza di convalida del fermo di Pietro Leto, di 19 anni, indagato per l’omicidio di Vincenzo Giovanni Busciglio, di 23 anni, accoltellato nello slargo fra le vie Saffi e Metello, nel centro di Alessandria della Rocca. Il ragazzo è deceduto prima di arrivare al pronto soccorso dell’ospedale di Ribera. Poco dopo, almeno una decina di giovani sono stati portati in caserma dai carabinieri. All’alba di ieri Pietro Leto, sospettato d’aver accoltellato ed ucciso il ventitreenne, e’ stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Leto, difeso dall’avvocato Antonino Gaziano, ha respinto le accuse sia nell’interrogatorio dinanzi al sostituto procuratore Roberta Griffo che questa sera nell’udienza di convalida con il Gip, Rosario Di Gioia. Domani e’ attesa la decisione del giudice. La difesa si e’ opposta alla convalida.

Fiaccolata ad Alessandria della Rocca per l’omicidio Busciglio

Alessandria della Rocca scende in strada ad appena 48 ore dall’uccisione di Vincenzo Giovanni Busciglio, il ragazzo accoltellato in piazza e morto prima di arrivare all’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera. La fiaccolata è prevista per domani con raduno in piazza Cavour, la piazza principale. Ci sarà una prima sosta alla chiesa Madre, per un momento di preghiera, successivamente la fiaccolata silenziosa raggiungerà ripercorrendo gli stessi passi compiuti dal ventitreenne che ha perso la vita.
 

Sequestrata dai carabinieri una struttura abusiva sorta vicino alla riserva di Torre Salsa, denunciato un riberese

Carabinieri in azione a Montallegro, vicino alla strada provinciale 75, in prossimità della riserva naturale di Torre Salsa, area naturale protetta istituita nel 2000 dalla Regione Siciliana ed affidata in gestione al W.W.F Italia. Eseguito il sequestro di una struttura.

I militari si sono accorti dell’insolita presenza di una struttura di legno, ampia circa 16 metri quadrati. Questa capanna di legno, ubicata in una delle strade di accesso alla riserva naturale, ha dunque attirato l’attenzione dei carabinieri della stazione di Montallegro, i quali durante un servizio di pattugliamento, hanno sorpreso e colto sul fatto il proprietario di un fondo, mentre stava realizzando e completando la struttura in legno. Durante le immediate verifiche, è emerso che sul posto erano state effettuate anche delle operazioni di sbancamento, di circa 260 metri quadrati di terreno. Inoltre, il proprietario del fondo, un 67 enne originario di Ribera, non era in possesso di alcun permesso per poter realizzare la struttura in questione, in un’area peraltro soggetta al vincolo anti-sismico. A quel punto, conclusi gli accertamenti, i carabinieri hanno disposto il sequestro della struttura di legno, apponendovi i sigilli, mentre per il 67 enne è subito scattata una denuncia all’autorità giudiziaria.

Carnevale 2019, nessun passo indietro sulla classifica nonostante la richiesta di alcuni carristi

Non ci sarà alcun passo indietro sulla classifica generale della 119° edizione del Carnevale di Sciacca. E’ questo l’orientamento dell’amministrazione comunale che per primo, l’assessore Carmelo Brunetto, ha voluto chiarire anche dal punto di vista da legale. La sindaca Francesca Valenti non ha ancora risposto alla lettera che, martedì scorso, tre delle cinque associazioni che hanno concorso all’ultima edizione per la fascia di categoria A, le hanno inviato tramite posta certificata e girato anche agli organi di stampa. Missiva con la quale parte dei carristi, richiedevano l’annullamento del risultato sulla base di alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa da alcuni giurati dopo le forti contestazioni e polemiche che il giudizio sui vincitori ha generato. Si sa che la sindaca Valenti darà risposte a quanto sollecitato dai carristi nei prossimi giorni con altrettanta formalità. Non ci saranno però sorprese di sorta, d’altronde la stessa Valenti era stata già molto chiara nei minuti successivi alla premiazione dichiarandosi anche lei stupita della classifica finale e annunciando invece, cambiamenti radicali nella metodologia di espressione di giudizio della giuria del Carnevale di Sciacca a partire dal prossimo anno.

L’omicidio del ventitreenne ad Alessandria della Rocca, Leto respinge le accuse

Ha respinto le accuse Pietro Leto, di 19 anni, il giovane sottoposto a fermo per l’accoltellamento di Vincenzo Giovanni Busciglio, di 23 anni, che è morto in seguito alle ferite riportate. Sia la vittima che l’indagato sono di Alessandria della Rocca, il comune dove si sono svolti i fatti. Leto è stato interrogato, nel carcere di Sciacca, dal sostituto procuratore della Repubblica Roberta Griffo che ha chiesto la convalida del fermo. L’indagato è difeso dall’avvocato Nino Gaziano. “Il mio assistito ha respinto le accuse – dice il penalista agrigentino – e non ha mai aggredito nessuno”. La Procura della Repubblica di Sciacca, intanto, ha disposto l’autopsia sul corpo di Vincenzo Giovanni Busciglio. La salma si trova nella camera mortuaria del cimitero di Ribera. Continuano, intanto, le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Cammarata per chiarire la vicenda e sarebbero in corso anche ulteriori accertamenti sulla base di dichiarazioni rese da Leto durante l’interrogatorio.  

Abusi sessuali su una ragazzina a Menfi e Gibellina, le difese si rivolgono ai giudici del Riesame

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Le difese degli indagati per presunti abusi sessuali su una ragazzina di 13 anni a Menfi e Gibellina chiederanno al Tribunale del Riesame di Palermo l’annullamento delle misure cautelari. Lo hanno annunciato oggi al termine degli interrogatori di garanzia tenuti nel carcere Pagliarelli di Palermo per la madre della piccola e per Pietro Civello, di Gibellina, e al palazzo di giustizia di Sciacca per gli altri indagati che si trovano ai domiciliari. L’avvocato Calogero Lanzarone, che difende i menfitani Calogero Friscia e Vito Campo, sostiene che nel prosieguo dell’inchiesta emergeranno fatti nuovi. Questi due indagati hanno risposto alle domande del giudice, respingendo le accuse, mentre gli altri due, Viorel Frisan e Vito Sansone, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.