Oggi a Santa Margherita Belice i funerali di Salvatore Calandra, l’operaio morto in contrada Giacheria

Saranno celebrati oggi, alle 17,30, nella chiesa Madre di Santa Margherita Belice, i funerali di Salvatore Calandra, l’operaio di 50 anni morto martedì scorso, rimasto schiacciato da un escavatore che stava manovrano, in contrada Giacheria. Pare che Calandra abbia deciso autonomamente di prendere l’escavatore che si trovava in quella zona e che è di proprietà di una persona che lui conosceva per eseguire un lavoro per conto proprio.  La vicenda, però, ha ancora degli aspetti da chiarire ed i carabinieri rimangono al lavoro per delineare un quadro preciso dei fatti. L’autorizzazione a consegnare la salma ai familiari è arrivata ieri dalla Procura della Repubblica di Sciacca con il sostituto Christian Del Turco che non ha disposto l’autopsia.

“Il fuori concorso” Nanà dopo la festa: “Senza il coinvolgimento non è Carnevale di Sciacca”

Scartato tra le istanze di partecipazione alla 119° edizione del Carnevale di Sciacca, è stato ripescato, se così possiamo dire, con un gruppo fuori concorso. Nanà Gulino ha ugualmente partecipato alla kermesse. Oggi il musicista e artista saccense, a meno di ventiquattro ore,  rivendica il suo ruolo di trascinatore del Carnevale di Sciacca in virtù di quel coinvolgimento popolare che caratterizza la manifestazione.  Spesso in contestazione con l’organizzazione, ha preteso più volte di essere l’elemento di chiusura della manifestazione con il suo seguito di centinaia di persone scalpitanti al ritmo di musica.
I video di quella massa di gente al Carnevale di Sciacca hanno spopolato sul web mostrando un’altra faccia ancora della festa saccense. Non solo la maestosità delle opere in cartapesta, dei costumi scintillanti, ma anche quel coinvolgimento che lungo il corteo mascherato perde quella connotazione prettamente carnascialesca e si trasforma in un’orda tipica di una discoteca. Un fenomeno in crescita, sempre più in ascesa nelle ultime edizioni della manifestazione, ancora tutto da analizzare.   Ma per lui, per nulla preoccupato di  poter diventare anche il simbolo di un divertimento talvolta eccessivo, è proprio questa la vera essenza del Carnevale saccense.

Droga, rimessa in libertà dal Gip con obbligo di dimora a Sciacca una donna che era stata fermata dai carabinieri

Convalidato dal Gip l’arresto di Caterina Violanti, di 37 anni, di Sciacca, che era finita ai domiciliari per detenzione di un panetto di 100 grammi di hashish e 2 grammi di eroina. Il giudice del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, ha disposto l’obbligo di dimora e la donna è stata rimessa in libertà. Nell’udienza di convalida, assistita dall’avvocato Giuseppe Tramuta, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’arresto era stato effettuato dai carabinieri in via Pompei, a Sciacca.

Domani pomeriggio il responso della giuria sul Carnevale di Sciacca e arrivano altri suggerimenti per migliorare la sfilata

Grande successo di pubblico, qualità eccellente dei carri allegorici, ma anche suggerimenti su come migliorare la festa. Pure i carristi non si sottraggono a dare indicazioni,  loro che vivono più degli altri la sfilata. Egidio Martorana, dell’associazione che realizza il “Peppe Nappa”, non ha dubbi: “Bisogna tenere i carri uno accanto all’altro, evitare spazi eccessivi che rallentano la sfilata e non consentono a tanta gente, soprattutto a chi arriva da fuori Sciacca, di potere vedere meglio tutti i carri”. Su chi vincerà tra i carri di fascia A Martorana preferisce non azzardare pronostici: “Ce ne sono tre – dice – che si contenderanno la vittoria e il compito della giuria non è per niente agevole”.  

Non è stato il mandante dell’omicidio Maccarrone, assolto in appello Gianni Melluso

Assolto per non avere commesso il fatto. Così nel primo pomeriggio di oggi hanno deciso i giudici della Corte di Assise d’Appello di Palermo nel processo, per omicidio, a carico di Gianni Melluso, di 60 anni, di Sciacca, che era accusato di essere stato il mandante del delitto di Sabine Maccarrone, il cui cadavere, coperto con tegole e massi, venne rinvenuto, il 16 aprile 2007, dentro un pozzo artesiano accanto all’abitazione di campagna, in contrada San Nicola, a Mazara del Vallo, di proprietà della madre di Giuseppe D’Assaro, che si è accusato del delitto. Ma è stato proprio D’Assaro ad accusare Melluso di essere stato il mandante.  Il movente per l’accusa era da ricercare nella gelosia. Melluso si è sempre proclamato innocente e i suoi difensori, gli avvocati Carmelo Carrara e Nino Caleca, avevano chiesto l’assoluzione, mentre il sostituto procuratore generale di Palermo, Domenico Gozzo, la conferma della condanna all’ergastolo, inflitta in primo grado dalla Corte di Assise di Trapani. Oggi l’assoluzione di Melluso nel processo d’appello.

Diffamazione nei confronti dell’ex sindaco Vito Bono, confermata la sentenza di condanna nei confronti di un altro ex sindaco, Pippo Turco

Il Tribunale di Sciacca ha confermato la sentenza di condanna nei confronti dell’ex sindaco di Sciacca  Pippo Turco per diffamazione aggravata nei confronti di un altro ex sindaco, Vito Bono. Il giudice Antonio Cucinella ha condannato Turco al pagamento delle ulteriori spese processuali per complessive 2.300 euro oltre 700 di multa. Il processo scaturiva dalle dichiarazioni effettuate da Turco nel corso del suo esame durante un altro procedimento penale a suo carico per diffamazione sempre nei confronti di Bono.  Turco affermava che all’indomani della elezione l’allora sindaco Vito Bono interveniva per la nomina in seno all’Ato idrico il cognato, l’ingegnere Gucciardo. In altro procedimento penale la corte di Cassazione nello scorso mese di dicembre ha confermato la sentenza di condanna a mesi cinque di reclusione nei confronti di Turco prevedendo, inoltre, il pagamento di 2500 euro di spese legali. La stessa Cassazione ha trasmesso gli atti alla Corte di Appello di Palermo per rideterminare la pena inflitta limitatamente ad un capo di imputazione che oggi risulta prescritto. Vito Bono si è sempre costituito parte civile, assistito dall’avvocato Enrico Di Benedetto.    

Sono stati 124 gli ubriachi durante il Carnevale di Sciacca e ieri sera un altro arresto della polizia

Gli operatori della Croce Rossa e il personale medico del 118 e del Pronto Soccorso dell’ospedale di Sciacca hanno assistito, complessivamente, 124 persone durante i giorni del Carnevale per intossicazione da eccessivo consumo di alcool, in un caso, addirittura un ragazzino di 13 anni per coma etilico. Il numero piu’ alto, 37, durante la serata del primo marzo. Il giorno dopo sono stati 25, poi 16, poi 15 e ieri sera 32. Nella serata di ieri gli agenti del Commissariato di polizia hanno arrestato a poca distanza dal palco Fabrizio Ciuffo,  di 20 anni, di Partinico, per resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. La polizia e’ stata allertata dal custode dei bagni pubblici perché il giovane probabilmente sotto l’effetto di alcool, stava dando fastidio in quella zona. Poi l’intervento degli agenti, la reazione del ventenne e l’arresto. Adesso Ciuffo che era stato gia’ arrestato durante la scorsa edizione del Carnevale estivo, si trova presso il carcere di Sciacca a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Corsa a tre verso la vittoria del Carnevale di Sciacca: domani l’apertura delle buste

Avrà luogo domani pomeriggio, nell’aula consiliare di Palazzo di Città, l’apertura delle buste per decretare il vincitore di questa edizione del Carnevale di Sciacca 2019, che da molti sarà ricordata per la splendida riuscita. Sarebbero tre i carri allegorici in gara per aggiudicarsi, rispettivamente, il primo, il secondo e il terzo posto nella classifica stilata dalla giuria: “Fiori D’arancio”, dell’associazione “Saranno Famosi”, “La bufala: non è vero, ma ci credo”, dell’associazione “E ora li femmi tu” e “Guardami negli occhi”, dell’associazione “La Nuova Isola”.  Una giuria che, come si ricorderà, è cosi composta: per l’architettura, modellazione e decorazione Giuseppe Prinzivalli e Alessandro Augello che dovranno attribuire un massimo di 40 punti; per i movimenti Giuseppe Buggemi e Martina Ciaccio per un massimo di 20 punti; per l’illuminazione Calogero Costanza e Antonio Guirreri per un massimo di 15 punti; per il copione e la recita Daniela Rita Rizzuto e Maria Concetta Venezia per un massimo di 15 punti; per l’inno e l’allegoria Ivan Sparacino e Salvatore Serio per un massimo di 20 punti e, infine, per il gruppo e la coreografia Antonino Tusarolo e Giuseppe Barsalona per un massimo di 20 punti, per un totale di 130 punti. E adesso, non resta che aspettare domani, per la fatidica apertura delle buste.

L’avvocato Lanzarone al processo “Opuntia”: “A Menfi non c’è una famiglia mafiosa e Riggio deve essere assolto”

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“A Menfi non c’è una famiglia mafiosa e Riggio non ne fa parte”. Lo ha detto l’avvocato Calogero Lanzarone nella discussione, nell’aula bunker di Palermo, in difesa di Vito Riggio, di 46 anni, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo “Opuntia”.

L’avvocato Lanzarone ha parlato per cinque ore cercando di smontare le accuse al suo cliente che viene indicato come componente della famiglia di Menfi nonostante il collaboratore di giustizia Vito Bucceri abbia detto che non ne fa parte. Riggio accompagnava Bucceri, ma per la difesa solo per la loro parentela (sono cugini) e spesso non sapendo dove si sarebbero dovuti recare. Il pm della Dda di Palermo Alessia Sinatra per Riggio ha chiesto 10 anni di carcere.

Per l’accusa l’imputato “risulta pienamente inserito, in modo stabile e continuativo, nel tessuto socio criminale della famiglia mafiosa di Menfi all’interno della quale risulta essersi mosso consapevolmente e liberamente”.

Il processo, per i sei imputati che vengono giudicati con il rito abbreviato, riprenderà il 16 aprile dinanzi al Gup di Palermo Ermelinda Marfia, con la discussione della difesa di Vito Bucceri. Il 14 maggio toccherà alla difesa di Domenico Friscia di Sciacca.

Nella foto, l’avvocato Calogero Lanzarone

Discariche abusive, altri sequestri dei carabinieri nell’Agrigentino

Prosegue senza sosta l’attività dei militari dei carabinieri per la tutela dell’ambiente ed il contrasto al fenomeno degli abbandoni incontrollati di rifiuti e altre discariche abusive sono state sequestrate nell’Agrigentino.

Nelle ultime ore, nell’ambito dei servizi di prevenzione e controllo del territorio, i militari dell’Arma hanno fatto scattare un’ispezione su alcuni siti e  piazzole di sosta di importanti arterie stradali della provincia. In particolare, lungo la SS 189, dopo aver eseguito un minuzioso sopralluogo in un’area ove vi erano ammassati cumuli di spazzatura (circa 10 tonnellate), i carabinieri hanno scovato rifiuti di varia tipologia, in prevalenza di tipo urbano, non differenziati. L’area interessata, ubicata tra il comune di Agrigento e quello di Aragona, estesa complessivamente per circa 300 m.q., dopo essere stata delimitata, è stata subito bonificata da personale dell’Anas competente quale ente proprietario della strada e da una ditta specializzata per la tipizzazione e la rimozione dei rifiuti.

A Ravanusa, in contrada Romiti, i carabinieri del locale comando stazione hanno sequestrato un’area estesa circa 150 metri quadrati, ricadente sotto il viadotto San Riccardo, poiché adibita a  discarica abusiva di rifiuti speciali ed urbani.

A Licata, infine, durante un controllo amministrativo svolto presso un deposito per la vendita di autoricambi, i carabinieri hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria tre persone per violazione della normativa in materia ambientale, accertando che i tre gestori del deposito avevano adibito abusivamente un’area a discarica, scovando sul posto parti meccaniche e pezzi di carrozzeria di veicoli. L’area in questione, estesa per circa 1.800 metri quadrati, è stata sequestrata e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’ennesima operazione effettuata, rientra in una forte intensificazione delle attività di contrasto allo specifico fenomeno, disposta dal comando provinciale carabinieri di Agrigento. Già nei primi due mesi del corrente anno, infatti, in varie zone della provincia, sono state sequestrate una decina di discariche abusive di rifiuti speciali e pericolosi, che a breve saranno oggetto delle conseguenti operazioni di bonifica.