Disservizi idrici in centro storico, erogazioni “ballerine” e “discontinue”

Da circa nove giorni il centro storico continua a vivere disservizi idrici. Diverse segnalazioni arrivano dai residenti che evidenziano la mancata erogazione da circa nove giorni. Dopo i problemi che si erano verificati per un guasto al trasformatore elettrico che serve i Pozzi Grattavoli e che qualche giorno fa, Girgenti Acque aveva annunciato di aver riattivato e di aver pertanto, avviato la normalizzazione della distribuzione idrica. Ma in centro storico, le turnazioni idriche continuano ormai da diversi giorni ad essere “ballerine” e “discontinue”, senza alcuna regola. Turni saltati e molte abitazioni che non riescono ad approvvigionarsi.

Ignazio Messina e il centrosinistra: una scintilla che a Sciacca non è mai scoccata. Eppure IDV è alleata di Renzi

0
Da Marinello a De Luca: l’ex sindaco di Sciacca Ignazio Messina continua la sua parabola, sebbene da una posizione assai meno influente rispetto al passato. Riconoscendogli il merito di continuare a portare la bandiera di Italia dei Valori (partito fondato e poi abbandonato da Antonio Di Pietro), Messina continua a barcamenarsi nella politica nazionale e in quella locale. Da qualche tempo ha attivato una stretta collaborazione con il leader del PD Matteo Renzi, nel tentativo di tornare ad avere visibilità. Renzi che, peraltro, pubblicamente non si lascia mai scappare l’occasione di annoverare Italia dei Valori tra i soggetti che condividono il suo progetto politico. Ma ha fatto specie vedere le immagini di Messina seduto recentemente in prima fila accanto a Fabrizio Di Paola durante la presentazione della candidatura di Giuseppe Marinello alle ultime elezioni regionali. Messina che, eppure, di Di Paola aveva detto che “se non si è ricandidato a sindaco allora vuol dire che neanche lui è convinto della bontà del lavoro fatto”. D’altronde, anche alle ultime amministrative, dopo aver tentato, insieme a Mario Turturici e Michele Ferrara la strada di una soluzione alternativa, Messina aveva poi sostenuto la candidatura di Calogero Bono, sebbene con un risultato (quello del suo candidato di riferimento, Simone Lucchesi Palli) tutt’altro che straordinario. Sulla sua pagina Facebook Ignazio Messina ha pubblicato una foto accanto al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al consigliere regionale Franco Moxedano. “Italia dei Valori convintamente nel centrosinistra”, dice l’avvocato. Certo, da queste parti anche Marinello e Alternativa Popolare in Sicilia ufficialmente erano nel centrosinistra. Ma alle amministrative erano protagonisti del centrodestra. A conferma del fatto che a Sciacca i rapporti tra Messina e le forze di centrosinistra, a partire dalle elezioni del 1993, continuano ad apparire piuttosto conflittuali. D’altronde è anche vero che nel 2004 l’ex sindaco appoggiò la candidatura di Mario Turturici, pur di far perdere le elezioni a Mariolina Bono.

Col voto di domenica gli agrigentini hanno bocciato la commistione tra la politica e la Sanità

Dal risultato elettorale regionale di domenica scorsa nel collegio agrigentino è venuta fuori anche la sostanziale bocciatura del ruolo, per certi versi debordante, avuto in questi anni dalla politica nel mondo della Sanità. È come se gli elettori avessero detto basta alle commistioni, agli apparati di potere e a tutto quanto ha fatto finire sotto i riflettori l’assistenza ai malati e il funzionamento degli ospedali più per gli equilibri di potere nel combinato disposto tra politici, manager e camici bianchi piuttosto che per l’effettiva necessità di dar corso alle richieste vere dei territori. Ad Agrigento, in particolare, l’elettorato ha chiuso d’imperio e in maniera netta un ciclo. Dopo il trasferimento di Salvatore Lucio Ficarra dalle contrade agrigentine a quelle ragusane, anche il suo maggiore sponsor politico, Michele Cimino, ha dovuto prendere atto di un risultato elettorale che lo ha visto sconfitto. Sconfitti con lui anche Salvatore Cascio e Vincenzo Fontana, conoscitori (e non solo in quanto medici) degli equilibri tra il ruolo della sanità pubblica e la politica. A livello regionale è stato mandato a casa anche Pippo Digiacomo, presidente della Commissione Sanità. L’unico che ce l’ha fatta a rientrare a Sala d’Ercole è stato Baldo Gucciardi, ultimo assessore del governo Crocetta, che, non si può negare, con le ultime scelte strategiche contenute nella nuova rete ospedaliera ha sicuramente dato dei segnali concreti alla sanità della “sua” provincia di Trapani. Da queste parti agli atti formali non sono ancora seguiti quelli sostanziali. C’è un nuovo commissario straordinario, Gervasio Venuti, che non si sa “che fine” potrà fare. Per dire come la politica, in proiezione spoyl system, continui a mettere in soggezione un intero apparato, quello che sovrintende al funzionamento dell’organizzazione degli ospedali. Fanno discutere, negli ultimi giorni, alcune decisioni riguardanti le nomine di primari facenti funzione. Due quelli che da Licata sono stati destinati a Sciacca: in ortopedia (il dottor Tulumello) e in cardiologia (il dottor Ciotta). Un tema oggetto di polemiche e di ricorsi annunciati, creando forti tensioni all’interno dei reparti interessati. Sul tema abbiamo chiesto un commento a Franco Giordano, medico in pensione, già sindacalista Anaao e componente del Comitato civico per la Sanità: “Il contratto – spiega Giordano – prevede che in caso di assenza del primario lo sostituisca il medico dotato dei maggiori titoli in base ad una graduatoria stilata annualmente. Questa sostituzione – ragiona il medico – per i primi sessanta giorni non da’ luogo a nessuna indennità accessoria. Superati i sessanta giorni scatta un’indennità mensile”. Ne consegue, stando a questo ragionamento, che l’incarico di facente funzioni dovrebbe essere conferito per un massimo di 6 mesi, rinnovabili per un altro semestre in attesa dello svolgimento del concorso per la selezione del nuovo primario. “Per esibire momentanee economie di spesa, da far valere come indicatore di performance nella valutazione periodica dei direttori delle ASP – riflette il dottore Giordano – è diventata consuetudine fare ruotare i facente funzioni prima che scadano i 60 giorni di incarico, per evitare che scatti l’obbligo di corrispondere l’indennità prevista dal contratto. Ma, anche, per evitare tensioni nei reparti dovute al fatto che, essendo finora bloccati i concorsi, si creerebbero condizioni di momentaneo privilegio per chi, svolgendo funzioni superiori, si ritroverebbe con un maggiore vantaggio curriculare rispetto a chi, magari, non aveva gli appoggi per farsi conferire l’incarico secondo norma”. E così, il tacito accordo nella stragrande maggioranza dei reparti e’ avvenuto, a giudizio di Giordano, procedendo a bugiarde rotazioni di 60 giorni all’interno dei reparti, ben sapendo che se uno stesso medico ruota per due turni di 60 giorni è ovvio che avrebbe diritto all’indennità prevista, ma la cosa viene momentaneamente congelata ed eventualmente risolta a posteriori con un ricorso al Giudice del lavoro. Nel frattempo chi ha svolto le mansioni può fregiarsi del titolo di ff ed eventualmente utilizzare, giustamente, l’anzianita’ maturata per aggiornare il proprio curriculum. “Questa procedura molto bizantina – conclude Giordano – può rappresentare un’autentica trappola ad orologeria per i medici che la subiscono. Non e’ un mistero che molti di loro accettino questa posizione anomala, sobbarcandosi pesanti responsabilità, senza nessuna contropartita economica, nell’illusione di potere  guadagnare titoli al momento dello svolgimento delle procedure per la selezione della figura primariale. I sindacati da tempo sembrano essersi stancati di denunziare questo malcostume, che presenta molti profili di mala gestione della cosa pubblica. Accade cosi’ che le loro funzioni in questi anni siano state vicariate dagli onorevoli, o dai loro uomini di fiducia,che si prodigano per sollecitare questa o l’altra delibera, evitando di affrontare il problema vero: lo sblocco dei concorsi e la trasparenza oltre che la riqualificazione dei criteri di nomina dei direttori di struttura”.

Il crollo del ponte Verdura, la storia del processo fino all’assoluzione di questa sera

Accogliendo i motivi di appello proposti dei difensori avvocati Giovanni Vaccaro, Celestino Cardinale e Mimmo Galatà, il capo cantoniere e sorvegliante Antonio Tumminello ed il capo nucleo Ignazio Calvaruso, dell’Anas, questa sera sono stati assolti per non aver commesso il fatto dal reato di disastro colposo relativo al crollo del ponte Verdura, avvenuto il 2 febbraio del 2013. Poco prima del crollo Tumminello, accortosi del pericolo, aveva impedito il transito sul ponte, evitando danni a persone. Successivamente il ponte è stato ricostruito. La Procura di Sciacca, dopo delicate indagini contro tanti soggetti, con l’ausilio del consulente professore Mancuso, aveva chiesto il rinvio a giudizio dei soli Tumminello e Calvaruso. In sede di udienza preliminare, gli imputati avevano chiesto ed ottenuto di essere ammessi al rito abbreviato, previa produzione di documenti, della corposa consulenza tecnica dell’ingegnere Accursio Pippo Oliveri e di memorie difensive. Il Gup del Tribunale di Sciacca aveva condannato entrambi gli imputati per disastro colposo, alla pena di tre mesi e sedici giorni  di reclusione, nonché al risarcimento dei danni e delle spese in favore del Codacons, costituitosi parte civile. Nello stesso tempo, con la sentenza, il Gup aveva trasmesso gli atti in Procura, per eventualmente procedere contro altri indagati. I difensori degli imputati, Vaccaro, Galatà e Cardinale, avevano impugnato la sentenza con articolati motivi, allegando le pagine più significative del procedimento. Nell’udienza di oggi, davanti alla quarta sezione della Corte d’Appello, presidente Fontana, a latere Enzo Agate, l’avvocato Vaccaro ha prodotto altri documenti, tra i quali i riconoscimenti ottenuti nelle more dal capo cantoniere. Il Procuratore Generale Barbiera ha chiesto la conferma della condanna, così come il difensore di parte civile, avvocato Patti. I difensori, avvocati Vaccaro per Tumminello e Catanzaro per Calvaruso, hanno invece discusso il processo, aggiungendo altre argomentazioni avverso la sentenza, in fatto e in diritto. Al termine della lunga camera di consiglio, il Collegio ha assolto entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto, fissando il termine di novanta giorni per il deposito della motivazione. La vicenda ebbe anche una rilevanza nazionale perchè gravissimi furono i disagi alla circolazione stradale e al Verdura è arrivata anche Stefania Petix di Striscia la Notizia con il suo bassotto.

Nessuna responsabilità dei tecnici Anas nel crollo del ponte Verdura, assoluzioni in appello

Nel processo d’appello scaturito dal crollo del ponte Verdura, sulla Sciacca-Ribera, il 2 febbraio del 2013, sono stai assolti, questa sera, i due tecnici Anas che erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Sciacca a 3 mesi e 16 giorni di reclusione. Cancellata la condanna per Antonino Tumminello, capo cantoniere addetto alla sorveglianza del tratto di strada della statale 115 in cui è situato il ponte, e  Ignazio Calvaruso, capo del nucleo di manutenzione  dell’Anas. Secondo l’accusa avrebbero dovuto effettuare dei controlli riguardanti il ponte il cui deterioramento avrebbe avuto una evoluzione graduale. Le difese, con gli avvocati Giovanni Vaccaro, Domenico Galatà e Celestino Cardinale, hanno sostenuto che la loro competenza riguardava soltanto la strada e non le condizioni del ponte.

Piantagione di canapa indiana sequestrata a Campobello di Mazara. Arrestato LSU del Comune

Giovanni Buscemi, 45 anni, LSU del Comune di Campobello di Mazara, è stato arrestato ieri nell’ambito di un controllo antidroga. Durante una perquisizione domiciliare presso un immobile di Campobello nella sua disponibilità, i militari hanno rinvenuto, all’interno di una stanza dell’abitazione, una serra dedicata alla coltivazione di canapa indiana su una superficie di circa 40 mq. 5 le piante sequestrate, di altezza variabile, fino a 1,75 mt., e in piena fioritura. I successivi approfondimenti, nelle pertinenze dell’immobile, hanno permesso di appurare l’esistenza di impianto di riscaldamento ad alto voltaggio, diverse lampade di potenza pari a 600 W cadauna con relativo trasformatore di potenza, e regolarmente funzionanti al momento del controllo. Grazie agli accertamenti esperiti con i verificatori dell’ Enel si è potuto costatare come il Buscemi avesse anche creato un allaccio diretto e abusivo alla rete di distribuzione elettrica per alimentare l’impianto devoluto alla coltivazione della canapa. Sequestrati anche un bilancino di precisione, ottanta grammi di marijuana circa, 35 steli di canapa essiccati.

Carnevale di Sciacca 2018, il ritorno di Pippo Graffeo: “Non devono mai mancare sorriso e poesia”

0
Dopo sei anni tornerà a partecipare al Carnevale di Sciacca uno dei copionisti storici del Carnevale di Sciacca. Si tratta dell’attore saccense, Pippo Graffeo. L’ultimo carro con il quale aveva partecipato alla manifestazione è stato “Sicilia,isula d’amuri”, l’ultima opera in cartapesta realizzata dall’associazione “Smaniosa” di Giuseppe Ingenito, costruttore tra i più premiati della festa saccense. In concomitanza, torneranno al Carnevale di Sciacca sia Pippo Graffeo che con l’associazione “E ora li femmi tu” è tra le associazioni selezionate per la costruzione dei carri di categoria A che Giuseppe Ingenito che sarà impegnato nella fase organizzativa della manifestazione anche se ancora non si conosce esattamente con quale ruolo. Intanto, il maestro Graffeo che dice di non aver mai “appeso il copione al chiodo”, è già pronto per la composizione dell’allegoria e il copione del carro: “Importante che la nostra festa non perda le sue tradizioni. Sorriso e poesia non possono e non devono mai mancare a Carnevale”.

Occupano abusivamente un alloggio a Ribera, ma adesso non potranno più avvicinarsi al perimetro delle case popolari

La Procura della Repubblica di Sciacca ha dovuto attendere il pronunciamento della Corte di Cassazione, ma adesso è riuscita ad applicare a due riberesi, Eder Marciani e Alice Giaretti, marito e moglie, il divieto di dimora in via Imbornone e nel perimetro territoriale dove insistono alloggi popolari. Si tratta di un provvedimento assolutamente innovativo che era stato chiesto dalla Procura al Gip del Tribunale di Sciacca quando i due hanno occupato abusivamente un alloggi per il quale c’era un assegnatario. Il Gip, però, aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura ed è stato il Tribunale del Riesame ad annullare quel provvedimento del giudice e ad accogliere dunque la richiesta della Procura. Adesso che la Cassazione ha confermato, il provvedimento è stato eseguito e la legittima assegnataria della casa ha potuto fare rientro nell’appartamento Iacp. I due, invece, non potranno avvicinarsi agli alloggi popolari di Ribera. Un provvedimento innovativo da parte della Procura che ha operato con il sostituito procuratore Michele Marrone. Marciani e Giaretti sono difesi dagli avvocati Giovanni Forte e Giuseppe Tramuta. L’assegnataria dell’alloggio popolare, invece, dall’avvocato Enrico Di Benedetto.

Cinque funzionari dell’Ufficio Tecnico verso la pensione: il Comune rischia il collasso

Sarebbero almeno cinque i funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sciacca pronti ad andare in pensione. Una situazione preoccupante, perché rischia, di fatto, di fermare in maniera irrimediabile l’attività di progettazione e di esitazione delle pratiche urbanistiche. Questione che ha già registrato un grido d’allarme da parte di uno dei dirigenti responsabili Giovanni Bono, che ha scritto all’amministrazione evidenziando che la situazione è al collasso. Situazione che viene fuori nelle stesse ore in cui l’ordine degli architetti della provincia di Agrigento ha lamentato lentezze nelle procedure del nuovo Prg di Sciacca ma anche il sostanziale mancato funzionamento dello Sportello unico delle attività produttive (Suap) e dello Sportello unico per l’edilizia (Sue). “Il Prg – dice il presidente dell’ordine Alfonso Cimino – non è l’unico malessere di cui soffre l’amministrazione comunale saccense, che registra una forte carenza anche per il Piano spiagge, mentre sulla vicenda del Piano paesaggistico non si ha alcun riscontro sull’iter del ricorso presentato al Tar di Palermo dall’amministrazione comunale”. L’Ordine degli Architetti fa sapere che in questi mesi ha cercato un confronto con l’amministrazione comunale sia per offrire un supporto istituzionalmente valido alle risoluzioni delle problematiche sia per il rilancio delle professioni tecniche, strettamente connesso al rilancio del tessuto socio economico della città. “Sciacca – afferma ancora Cimino – ha grandi potenzialità turistiche ma non si conoscono le strategie sul rilancio urbanistico del centro storico”.

Omicidio Miceli, richiesta di scarcerazione per Sciortino: “Luogo del delitto contaminato con tracce organiche”

0
Sono stati i legali di Gaetano Sciortino, l’operaio arrestato per l’omicidio del marmista di Cattolica Eraclea a richiedere nell’udienza di ieri al tribunale della libertà di Palermo la scarcerazione del proprio assistito.  Gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello hanno chiesto la scarcerazione dell’indagato. “Il luogo del delitto – questa la motivazione dei legali con la quale hanno chiesto ai giudici di annullare il provvedimento restrittivo – è stato contaminato con delle tracce organiche che non appartengono all’indagato, ma addirittura a un familiare della vittima, perché non indagare su questa versione alternativa? Il quadro indiziario, per questo e per altri motivi, appare molto precario”. I giudici si esprimeranno entro lunedì se confermare l’ordinanza cautelare o rigettarla.