Droga. Spaccio di cocaina, castelvetranese arrestato a Mazara del Vallo

Christian Gioia, 38 anni, di Castelvetrano, è stato arrestato dalla Polizia di Mazara del Vallo nell’ambito di un’operazione di controllo che lo hanno fatto finire nel mirino, in particolare, nela periferia della città mazarese, a Cartuboleo, sulla strada statale 115. Gli agenti da alcuni giorni avevano notato numerosi movimenti sospetti di soggetti, specie nelle ore serali e notturne, tali da indurre a ritenere che ivi potesse svolgersi una massiccia attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Gioia è stato sottoposto a perquisizione, anche all’interno della sua vettura e della sua abitazione di Castelvetrano. Tale attività di polizia giudiziaria ha dato esito positivo in quanto ha permesso di rinvenire circa 12 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, confezionata in quattro involucri collocati all’interno di un calzino ben occultato nelle parti intime del corpo, nonché una  somma di denaro in banconote di piccolo taglio pari a 265,00 euro, ritenuta provento dell’illecita attività di spaccio. È dunque scattato l’arresto in flagranza per detenzione a fini di spaccio di cocaina. Adesso si trova agli arresti domiciliari.

Mario Lazzano: “Finalmente un uomo di destra presidente dei siciliani e adesso a Sciacca in tanti vorranno cambiare casacca”

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Da anni è fuori dal palazzo, dopo le esperienze al consiglio comunale di Sciacca e al consiglio provinciale di Agrigento, ma è sempre rimasto legato alla destra e adesso Mario Lazzano, con l’elezione di Nello Musumeci, guarda con fiducia al futuro della sua componente politica e si spinge oltre, facendo una previsione: “Adesso a Sciacca e nel’Agrigentino in tanti vorranno cambiare casacca”.

Regionali il giorno dopo. Sciacca torna ad avere due deputati all’ARS. Le loro prime emergenze: Terme e Ospedale

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Vent’anni dopo Pasquale Mannino e Siso Montalbano, due saccensi tornano a mettere piede all’ARS nella stessa legislatura. Un collegio, quello agrigentino, che finalmente torna a spostarsi un po’ dalle parti di ponente. E se Michele Catanzaro (Pd) è riuscito a “rottamare” Giovanni Panepinto, per Matteo Mangiacavallo (M5S) il ritorno a Sala d’Ercole avviene sull’onda di un consenso personale straordinario. Quindicimila agrigentini che hanno scritto sulla scheda il suo nome sono il simbolo di una profonda stima personale, che gli dà ragione anche delle stesse polemiche interne. Questo risultato (5800 preferenze solo a Sciacca) induce nuovamente a riflettere su ciò che sono state le ultime elezioni amministrative di Sciacca, su ciò che poteva essere e non è stato. Si sa, sono elezioni diverse, ma è evidente che se il rigido protocollo grillino glielo avesse permesso, Mangiacavallo si sarebbe potuto candidare a sindaco. E vincere. Ma i paletti del Movimento 5 Stelle sono tali e tanti che il povero Giancarlo Cancelleri è costretto anche stavolta a leccarsi le ferite, e a non potere andare a governare, quando sarebbe stato sufficiente un accordo con Fava (per dire) per raccontare un’altra storia. Ma torniamo ai candidati di Sciacca. Il senatore Giuseppe Marinello già ieri sera è volato a Roma. All’ordine del giorno dei lavori parlamentari c’è già la legge di bilancio. Angelino Alfano lo ha “costretto” a candidarsi alle Regionali. Il suo, però, non è stato un grosso apporto. A Sciacca si è fermato infatti a 1250 voti, nella graduatoria finale è arrivato terzo dietro Fontana e Granata. Un risultato deludente, e il diretto interessato non lo ha nascosto. La versione di Giuseppe Milioti è piuttosto significativa: “Ci sentiamo sballottati da destra a sinistra, è per questo che perdiamo”. Una dichiarazione simbolica di una stanchezza diffusa da parte dell’opinione pubblica. Che punisce i partiti tradizionali. E così Vincenzo Fontana non viene rieletto. Ma è, quella venuta fuori ieri, la solita Sicilia dalle due facce: da una parte quelli che non vanno a votare o che votano per i grillini, dall’altra (tipo a Messina) quelli che tributano una messe di voti per il figlio del pregiudicato Francantonio Genovese, passato dal Pd a Forza Italia, uno dei (tanti) “impresentabili” contestati a Nello Musumeci. Il quale vince le elezioni grazie anche ai voti di chi ufficialmente avrebbe dovuto sostenere Fabrizio Micari, ma che dopo aver subodorato la tendenza ha deciso di dirottare sull’ex presidente della provincia di Catania i propri voti, al fine di scongiurare un’affermazione grillina. Ma è la politica, bellezza. Cancelleri non ha nulla da rimproverarsi. Ufficialmente è uno sconfitto, anche se è un messaggio che la base pentastellata fatica ad accettare. Così come sonoramente sconfitto è il Partito Democratico. Così come sconfitto è Rosario Crocetta. Ma che c’entra? Mica era candidato. No, non lo era. Ma forse solo ora l’ex presidente ha capito cosa pensassero i siciliani del suo governo e del suo modo di gestire le emergenze. Il risultato assolutamente deludente della sua vice Mariella Lo Bello nella lista del PD (1715 preferenze) è il simbolo di questo malcontento. Al professor Micari va reso l’onore delle armi. Ha pagato un prezzo che non gli competeva. Insomma: la Sinistra siciliana esce a pezzi da queste elezioni. Occorre una revisione delle strategie. L’autosufficienza renziana è oggettivamente un limite. Anche se, va detto, il risultato di Fava è andato al di sotto delle aspettative. Dopo ventun anni dalla prima elezione, Michele Cimino resta a casa. Così come resta a casa anche Salvatore Cascio. Lo scontro interno tra i due non è servito a mandare a Palazzo dei Normanni nessuno dei due. Margherita La Rocca Ruvolo ha avuto una intuizione positiva nel rimanere nell’Udc. A cui la “cura Ruvolo” (il senatore riberese) ha dato i suoi frutti. Adesso per Sciacca i primi banchi di prova sono l’ospedale e le Terme. Il Giovanni Paolo II versa in uno stato comatoso. Il portavoce del Comitato civico per la Sanità Ignazio Cucchiara ha detto che il commissario Venuti è un funzionario che ha fatto degli annunci importanti per migliorare la situazione. Ma se il nuovo governo lo destituisce per metterci un manager “amico” siamo punto e daccapo. E sulle Terme la fretta nella consegna di un pezzo di patrimonio da parte del precedente governo adesso può anche preoccupare. Anche se Musumeci è una persona seria. Ma c’è tanto, tanto da lavorare.

Chiuso fino al 10 dicembre l’aeroporto di Trapani

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Da ieri e fino al  fino al 10 dicembre è chiuso l’aeroporto civile «Vincenzo Florio» di Trapani per lavori straordinari sulla pista. Dal primo novembre, con l’entrata in vigore del programma invernale, Ryanair ha praticato tagli del 60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ancora maltempo e freddo anche in Sicilia

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La Sicilia non viene risparmiata in queste ore dal maltempo con venti forti e burrasca.  sulla Calabria, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Nelle giornata di oggi i  fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità. Oggi allerta gialla  sulla Sicilia centro-occidentale.

Margherita La Rocca Ruvolo: “Nello Musumeci sara’ un ottimo interlocutore per le Terme di Sciacca”

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E’ stata eletta nella lista dell’Udc superando Salvatore Iacolino e Gaetani Cani. In una elezione regionale difficile che ha visto non riconfermare gli uscenti, Margherita La Rocca Ruvolo e’ pronta a tornare al lavoro.

Regionali. Tutte le preferenze in provincia di Agrigento

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Movimento 5 Stelle                                  

Salvatore Cinà 2593 Matteo Mangiacavallo 14973 Giovanni Di Caro 5987 Rosalba Cimino  3288 Fabrizio La Gaipa 4357 Maria Bellavia 1927 ________________________________________________________________________

Cento Passi per la Sicilia                        

Pietro Aquilino 428 Rosario Giorgio Gallo 2094 Angela Maria Serena Galvano 1698 Maria Teresa Monteleone 480 Fabio Calogero Patti 1176 Maria Tiziana Russo 1305 ________________________________________________________________________

Arcipelago Sicilia                                            

Salvatore Bonvissuto 8 Maria Giuseppa Bruno 6 Giuseppe Cacciatore 5

Partito Democratico                                16302

Diego Aprile 465 Michele Catanzaro 6409 Maria Lo Bello 1715 Giovanni Panepinto 6171 Domenico Russello 552 Concetta Violante 990

Sicilia Futura                                             

Patrizia Bennici 348 Salvatore Cascio 5056 Michele Cimino 4619 Giuseppina Limblici 15 Gioacchino Nicastro 2969  Sabrina Turano 237

Alternativa Popolare                           

Francesca Centineo 593 Maria Rosaria Coletti 38 Vincenzo Antonio Fontana 5296 Giancarlo Granata 3959 Katia Giovanna Maniscalco 127 Giuseppe Marinello 3528 ________________________________________________________________________

#DiventeràBellissima                               

Giuseppa Savarino (detta Giusy o Giusi) 3438 Giuseppe Briguglio 358 Giuseppe Casà 3 Antonella Fucà 36 Salvatore Mossuto 63 Michele Tropia 267

Fratelli d’Italia – Noi con Salvini             

Angela Maraventano 379 Carmela Guagliano 249 Salvatore Liotta 412 Leo Pellegrino 144 Calogero Prato 216 Calogero Pisano 1114

Forza Italia                                            

Riccardo Antonio Gallo Afflitto (detto Gallo) 7337  Vincenzo Giambrone 3494 Vittorio Di Natale 1241 Giuseppe Federico 1153 Patrizia Marino 830 Antonella Vinciguerra 436

Unione di Centro                                       

Gaetano Cani 4220 Margherita Rita La Rocca Ruvolo 5129 Salvatore Iacolino 4676 Francesco Maria Coppa 3140 Giancarlo Calogero Scarnà 1920 Sonia Vetro 591

Popolari e Autonomisti                           

Giovanni Roberto Di Mauro 7982 Roberto Lagalla 1804 Maria Filì Chiapparo 765 Vincenzo Corbo 1271 Domenica Mirella Iacono Manno 261 Carmelo Pullara 9871 ________________________________________________________________________

Siciliani Liberi 

Roberto La Rosa 103 Maria Giuseppina Castrogiovanni 27 Antonio Marco Damaso 40 Maria Gangarossa 5 Pasquale Sciangula 103 Antonio Turco 183

Ecco i 6 deputati eletti in provincia di Agrigento: Mangiacavallo sfiora le 15.000 preferenze

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Ecco i 6 deputati regionali della Provincia di Agrigento eletti all’ARS.
  1. Matteo Mangiacavallo (Movimento 5 Stelle)                 Voti: 14.973
  2. Carmelo Pullara (Popolari e Autonomisti)                              9.781
  3. Riccardo Gallo (Forza Italia)                                                7.337
  4. Michele Catanzaro (Partito Democratico)                              6.409
  5. Giovanni Di Caro (Movimento 5 Stelle)                                 5.987
  6. Margherita La Rocca Ruvolo (Udc)                                        5.129

Regionali. Milioti dopo il flop di AP: “Noi sballottati da destra a sinistra, urge un chiarimento”

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“Occorre un chiarimento. Fosse per me tornerei nel centrodestra”. Lo ha detto questa sera, durante lo Speciale Elezioni andato in onda su Tele Monte Kronio, Giuseppe Milioti, consigliere comunale di Alternativa Popolare. Il partito di Angelino Alfano non è riuscito a superare la soglia del 5% e, dunque, rimarrà fuori da Palazzo dei Normanni. Solo terzo il candidato saccense, il senatore Giuseppe Marinello, che a Sciacca si è fermato a 1.251 voti di preferenza. “Ci vediamo sballottati da destra a sinistra, la gente a cui chiediamo il voto è la stessa a cui alle comunali diciamo che facciamo parte di un progetto moderato, mentre alle regionali diciamo che siamo insieme col Pd: così gli elettori si disorientano, e hanno ragione”. Parole, quelle di Milioti, che preludono all’esigenza di un chiarimento politico: “Non mi nascondo dietro alle scuse, voglio chiarezza”.

Regionali, Alfano: “Risultato negativo, ma non abbiamo rimpianti”

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“Il risultato siciliano è negativo”. Lo ha ammesso poco fa Angelino Alfano, leader di Alternativa Popolare, per il quale la candidatura a presidente di Micari, definita dal ministro degli Esteri persona degna e rispettabilissima, ha risentito della previsione di sconfitta che ha generato una sorta di ballottaggio in una gara che, pure, è a turno unico. Per Alfano si è prodotto una sorta di “voto utile” a favore dei candidati considerati in testa. La coalizione di liste a sostegno di Fabrizio Micari ha avuto, per Alfano, un risultato dignitoso. “Dentro questa coalizione – ha aggiunto il ministro – noi abbiamo fatto la nostra parte e, nonostante ci dispiacerebbe non entrare all’Ars, rileviamo che la percentuale siciliana è superiore alla soglia di sbarramento nazionale che è del 3 per cento, a differenza di quella regionale che è del 5%”. Alfano aggiunge che non ha portato frutti elettorali il fatto di aver presentato liste pulitissime ed essere rimasti estranei alla polemica sugli “impresentabili”. “Ma – aggiunge Alfano – anche se non abbiamo ottenuto i risultati sperati, non abbiamo rimpianti perché abbiamo fatto la scelta giusta. Da oggi – conclude Alfano – avremo modo di consolidarci laddove abbiamo dimostrato di avere consenso e di organizzarci per colmare i vuoti che queste elezioni hanno evidenziato.