Approda in Cassazione il processo a Davide Mordino, ex parroco della Basilica di San Calogero, a Sciacca, accusato di atti sessuali con minori

L’ultima parola sulla vicenda giudiziaria di Davide Mordino, di 46 anni, ex parroco della Basilica di San Calogero, a Sciacca, arriverà il 30 novembre prossimo. E’ fissato, in Cassazione, il processo a seguito del ricorso della difesa sulla condanna a 9 anni e 8 mesi di reclusione decisa dal Tribunale di Sciacca e confermata dalla Corte di Appello di Palermo. Mordino, che ha lasciato Sciacca nel 2009, è accusato di avere compiuto atti sessuali con quattro minori all’epoca dei fatti e di avere tentato con altri due. Secondo l’ex sacerdote, che ha sempre respinto le accuse,  c’è stato un complotto ai suoi danni e la difesa, nei due gradi di giudizio, ha portato avanti questa tesi. Adesso si pronuncerà la Cassazione.

In arrivo oltre tre milioni di euro per lo sviluppo rurale del Belice, finanziato il GAL

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ll gruppo di azione locale, o semplicemente GAL, è un gruppo, generalmente una società consortile, composto da soggetti pubblici e privati allo scopo di favorire lo sviluppo locale di un’area rurale.  Il GAL Valle del Belice è stato finanziato oggi con un Decreto del Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Dipartimento Agricoltura. Un finanziamento di quasi 3.141mila euro  che approva il complesso ed approfondito Piano di Azione Locale e consente alla società di gestione di avviarne concretamente l’implementazione. Il finanziamento graverà per il 60% sul fondo FEASR e, per il resto, su risorse nazionali e regionali. Grande soddisfazione è stata subito espressa dai sindaci dei dodici comuni aderenti al partenariato alla notizia della pubblicazione del decreto favorevole. Si tratta dei comuni di Caltabellotta, Contessa Entellina, Gibellina,Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belìce e Santa Ninfa.  GAL è, in sintesi, uno strumento di programmazione che riunisce tutti i potenziali attori dello sviluppo (quali sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni, ecc.) nella definizione di una politica “concertata”. Strategica sarà l’attività del GAL per condurre, attivando sinergie nella governance del territorio, il sistema belicino  lungo direttrici di sviluppo integrate e condivise come la valorizzazione delle produzioni enogastronomiche di eccellenza, la promozione del turismo rurale e culturale, tra utela delle risorse artistiche e paesaggistiche. La piena operatività del GAL, secondo il Presidente del CdA del Gal Valle del Belìce e Sindaco di Menfi, Vincenzo Lotà: “Consente di mettere in pratica misure ed azioni concrete per valorizzare e promuovere la dimensione rurale del nostro sistema territoriale e di avviare, senza ulteriori indugi, un processo di sviluppo locale, pienamente condiviso da stakeholders e comunità, che aderisca al meglio all’identità locale e ne rispetti istanze e vocazioni”.    

Ricerca idrocarburi nel Mediterraneo: il Ministero boccia progetto. Festeggia il Comitato “Stoppa La Piattaforma”

Ieri, il Ministero dell’Ambiente ha bocciato il progetto di prospezione di idrocarburi della Shlumberger, società italiana con sede legale a Parma. L’area di prospezione proposta era a circa 4209 Kmq a Sud della Sicilia e ad Est di Pantelleria, nel bel mezzo del Canale di Sicilia. Gli attivisti del Comitato Stoppa La Piattaforma e Greenpeace si sono immediatamente opposti al progetto della società che prevedeva la ricerca di petrolio mediante gli airgun, ossia delle esplosioni multiple cadenzate a pochi secondi l’una dall’altra, che possono durare settimane o mesi e che hanno un impatto devastante sulla vita delle specie che vivono nel Mediterraneo. L’ingegnere Mario Di Giovanna, fondatore e portavoce del Comitato “Stoppa La Piattaforma”, assieme a numerosi attivisti ed associazioni, costituitosi spontaneamente e che hanno iniziato una battaglia più di sette anni fa contro le trivelle nel Mediterraneo a suon di raccolte firme e sensibilizzazione della cittadinanza, avevano studiato il progetto di Valutazione Ambientale della società rilevando numerosi motivi per cui tale tipo di ricerca fosse incompatibile con la flora e fauna del mare Mediterraneo e pertanto, elaborato delle opposizioni alla Commissione Tecnica VIA del Ministero dell’Ambiente che, adesso, a distanza di più di tre anni, ha dato pienamente ragione alle motivazioni del Comitato  bocciando il progetto. Il Comitato “Stoppa La Piattaforma” è stato anche tra i promotori del referendum abrogativo sulle trivelle che si è svolto nel 2016 che però, non ha raggiunto il quorum nazionale. “La vittoria contro La Schlumberger – afferma oggi Mario Di Giovanna –  è fondamentale per la salvaguardia del mediterraneo. Questa vittoria corona 7 anni di lavoro incessante costellati da numerosissime vittorie, rimangono superstiti una decina di richieste di permesso e coltivazione di idrocarburi contro una trentina di soli 7 anni fa. C’è ancora molto lavoro da fare ma sono fiducioso che riusciremo a respingerle tutte”. (Nella foto, uno dei banchetti allestiti a Sciacca dal Comitato per la sensibilizzazione contro le trivelle)    

Centinaia di migranti in rotta verso la costa agrigentina, intercettati e fermati prima in mare

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Sette persone a bordo, tutti migranti irregolari di origine tunisina, uno dei quali di minore età, sono stati trovati a bordo di una piccola imbarcazione che procedeva verso le coste dell’isola. L’imbarcazione della Guardia di Finanza che ha intercettato il natante, ha trasportato nel porto di Lampedusa i fermati che poi sono stati identificati per le relative operazioni di polizia giudiziaria.
Ma un’altra imbarcazione, era stata intercettata nella notte del 31 ottobre, da una unità navale delle fiamme gialle, la barca era a circa 40 miglia a sud di Pantelleria, e all’alt dei militari non si era fermata. Dopo l’intervento di altri mezzi navali, l’imbarcazione è stata raggiunta ed a bordo sono stati fermati 74 uomini, 8 minori e 2 donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza. Uno scenario simile si è ripetuto poi nella notte del primo novembre, quando è stata segnalata dalle Capitanerie di Porto la presenza, a sud di Pantelleria, di un altro motopeschereccio che trasportava migranti verso l’Italia. Per impedire l’approdo sulle coste agrigentine, un pattugliatore veloce del gruppo aeronavale della Guardia di finanza di Messina, già impegnato nella sorveglianza e controllo del Canale di Sicilia, ha raggiunto il natante con i migranti riuscendo, con manovre appropriate, ad impedirne la fuga e salvaguardando l’incolumità del carico umano di 41 uomini adulti di nazionalità tunisina che venivano trasportati anch’essi a Porto Empedocle e presi in consegna dalla polizia di frontiera
 

Fiumi inquinati dalle acque di vegetazione, la denuncia di Mareamico: “I sindaci si girano dall’altro lato”

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Un video diffuso oggi da Mareamico, l’associazione ambientalista agrigentina documenta lo stato di inquinamento nel fiume Magazzolo a causa delle acque di vegetazione provenienti dalla produzione olearia e riversate illecitamente nel fiume Magazzolo. “Anche quest’anno – dice il responsabile di Mareamico Clausdio Lombardo –  diversi imprenditori incoscienti del settore oliario, che operano nel bacino idrografico del fiume Magazzolo tra Ribera, Cianciana, Caltabellotta, Lucca Sicula e Burgio, invece di trasportare con le autobotti sigillate le acque di vegetazione prodotte dalla molitura delle olive nei depuratori abilitati o spanderli nei propri terreni autorizzati, come prevede la normativa, li disperdono in natura”. L’immissione illegale nei torrenti di quest’acqua oleosa di scarto, che è 100 volte più inquinante delle fogne, provoca la sottrazione dell’ossigeno e causa la morte dei pesci nei fiumi e in mare. Secondo Lombardo anche i sindaci, responsabili della salute pubblica, potrebbero intervenire invece, “si girano dall’altro lato”. La soluzione? Semplice, applicare la legge come si fa in tutte le altri parti del mondo.

De Vincenti alle Terme, Alternativa Popolare attacca: “Indecente passerella PD, superato ogni limite”

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“Abbiamo superato ogni limite alla decenza”. È così che oggi Alternativa Popolare, Progetto Sciacca e Sciacca al Centro definiscono la visita di ieri alle Terme del ministro De Vincenti, definita “ennesima passerella politica, che vede Sciacca come meta preferita del Partito Democratico”. Non poteva passare inosservato, a chi sostiene la candidatura di Giuseppe Marinello all’Assemblea Regionale Siciliana, un appuntamento evidentemente ritenuto nient’altro che propagandistico. Una visita, guarda caso a poche ore dalle elezioni regionali, che viene definita “triste, spiacevole, inconcludente e offensiva per la città”. Città che in questi giorni di campagna elettorale ha assistito a quella che viene considerata “una pantomima del Partito Democratico degna di Halloween, ancora una volta alle spalle dei saccensi e dei lavoratori delle Terme, con un sindaco – si legge nel documento – che malgrado i suoi sbandierati diplomi accademici dimostra di non conoscere la sua tanto decantata pacificazione sociale e politica, prestandosi a giochini di partito di basso profilo”.

C’è poi l’affondo a Michele Catanzaro: “In prima fila, come sempre, il candidato del Pd Saccense, il rampollo, appunto, di casa Pd che dopo anni di silenzio da segretario del Pd locale ha riscoperto il piacere di ammirare la propria città, dopo aver stazionato negli uffici di gabinetto degli assessorati regionali senza portare alcun risultato alla sua città”. Il centrodestra si domanda se tutto questo sia eticamente corretto, come, a due giorni dalle elezioni, si studino tutti i possibili sistemi per cercare di attrarre elettorato.

Alla fine, per Alternativa Popolare, Progetto Sciacca e Sciacca al Centro, quello che poteva essere un momento importante per la città, un momento di coesione che avrebbe visto tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale unite per un unico scopo, alla fine si è trasformato in una passeggiata alle Terme di quattro amici che, provenienti da S. Margherita Belice, Caltabellotta, e altri paesi, hanno visitato le Terme, chiuse, dal Governo Regionale. Il sindaco Valenti è accusata di essersi prestata senza compiere alcuna riflessione di opportunità, con in più quello che viene definito come “uno sgarbo istituzionale non di poco conto”, che si sarebbe rivelato nel corso dell’intervista rilasciata dal Ministro, riferito alla presunta buona scelta compiuta dai saccensi in merito alla elezione di Francesca Valenti. Insomma: per i partiti di centro del Consiglio comunale quella di ieri sarebbe stata una palese passerella elettorale per promuovere l’amministrazione Valenti e il candidato alla presidenza delle Regione Sicilia. “Peccato – dicono quelli di Alternativa Popolare – che De Vincenti non conosca realmente l’andazzo di questa amministrazione”. Giunta accusata di avere raggiunto traguardi grazie a chi governava prima, un’amministrazione confusa che non dedica il giusto tempo alle problematiche locali, dopo avere illuso i cittadini (Ponte sul Cansalamone, rescissione contratto Girgenti Acque, manutenzioni ordinarie in città). “Quando scopriremo che l’operazione TERME è stata solo una accelerazione elettorale – concludono quelli di Alternativa Popolare – chiederemo il conto direttamente al Sig. Sindaco e a tutti coloro che, sorridenti, hanno applaudito alla venuta di Baccei a Sciacca”. Infine, ancora la Valenti nel mirino: “un sindaco dovrebbe vantarsi dei risultati tangibili che porta a casa e non della presunta beneficenza fatta. La beneficenza si fa in silenzio, non la si promuove. Chi vuol fare del bene lo fa in silenzio. Uno scontro in parte interno allo stesso schieramento. De Vincenti è seduto allo stesso tavolo del Consiglio dei ministri insieme ad Angelino Alfano, e Alternativa Popolare e Partito Democratico sostengono insieme la candidatura di Fabrizio Micari. Ma quello che è successo a Sciacca è un’altra cosa. E sarebbe stato strano se i recenti fatti fossero passati inosservati.

“Capitale italiana della cultura 2020”, anche Simonetta Agnello Hornby a sostegno della candidatura di Agrigento

La signora della narrativa italiana, Simonetta Agnello Hornby, si schiera anche lei a sostegno della candidatura di Agrigento a Capitale della Cultura 2020  ed ha inviato al sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, una lettera a sostegno della candidatura. “Credo nello sviluppo socio-culturale della città di Agrigento, città dalle enormi potenzialità, in cui ho vissuto fino all’età di 12 anni e con cui ho mantenuto stretti contatti – scrive l’autrice – . Agrigento  ultimi anni sta risalendo la classifica delle città più vivibili. Credo nel progetto del sindaco Lillo Firetto di candidare Agrigento e il suo territorio a ‘Capitale Italiana della Cultura 2020’ perché la Città dei templi non soltanto ha mantenuto e rispettato sue bellezze storico – artistico – paesaggistico, dall’Unesco considerate ‘Patrimonio dell’umanità’ ma sta  attraversando un momento di rinascita e di grande sviluppo turistico culturale. Agrigento merita di essere capitale italiana della Cultura 2020. E lo merita l’antica Akragas perché nel 2020 questa straordinaria città si appresta a celebrare i 2600 anni dalla sua fondazione. In un periodo storico in cui il mar Mediterraneo e la gente che vive sulle sue coste soffrono come non mai, questa città fondata da  coloni greci, presa dai romani, dai goti, dagli arabi e dai normanni , e poi oggetto di scambio  nei giochi dinastici delle famiglie regnanti europee , e’ rimasta aperta ai visitatori e a chi cerca rifugio. Oggi Agrigento accoglie con calore i rifugiati che solcano il Mare Nostrum; un ulteriore motivo per  esser degna di questo riconoscimento. La scrittrice, è solo l’ultima in ordine temporale ad aver deciso di scendere in campo per sostenere la candidatura, nei giorni scorsi già anche il regista Michele Guardì, Sir Rocco Forte, il cantante Lello Analfino, avevano fatto lo stesso.
 
 

Raffaela Pecoraro, moglie di Gianni Melluso, ottiene la detenzione domiciliare per scontare una pena per sfruttamento della prostituzione

Il Tribunale di Sorveglianza ha concesso la detenzione domiciliare a Raffella Pecoraro, di 52 anni, di  Napoli, moglie di Gianni Melluso, detto il bello, di Sciacca. La donna, che è assistita dall’avvocato Francesco Di Giovanna,  era finita in carcere a novembre dello  scorso anno per scontare 3 anni e 7 giorni reclusione per  favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Potrà scontare ai domiciliari l’ultima parte della pena.  Il Tribunale di Sorveglianza ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Di Giovanna. L’indagine nella quale era rimasta coinvolta Raffaella Pecoraro, assieme al marito e ad altri, è stata denominata  “Portobello”, dal  nome della trasmissione televisiva di Tortora, per fatti del 2012.

Aveva favorito la latitanza del boss Di Gati, favarese rientrato dalla Germania arrestato a Punta Raisi

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Aveva favorito la latitanza di un boss di primo piano, per questo ad attenderlo ha trovato i carabinieri di Agrigento e per il favarese le manette sono scattate in pista all’aeroporto di Palermo. Salvatore Sciortino, 32 enne, dopo l’arresto è stato condotto al carcere Pagliarelli del capoluogo siciliano, i carabinieri lo stavano monitorando da qualche mese e lo hanno catturato assieme ai colleghi della Stazione aeroportuale. Su di lui pendeva un ordine di carcerazione, in quanto deve scontare la pena di un anno ed otto mesi di reclusione, dato il suo coinvolgimento nel favoreggiamento del noto boss della mafia agrigentina Maurizio Di Gati, al quale aveva fornito “ospitalità” in diverse occasioni, durante la sua latitanza, aiutandolo a nascondersi presso le case rurali nella disponibilità della famiglia dello stesso Sciortino.  

Maxi truffa di frutta e verdura: scoperte nove aziende spacciate per bio che usavano pesticidi

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Frutta e verdura venivano spacciate per biologiche e vendute in Italia e all’estero, quando invece, in realtà sarebbero state coltivate con pesticidi tradizionali. Gli imprenditori agricoli indagati avrebbero, inoltre percepito fondi europei per l’agricoltura biologica. Una maxi frode stimata attorno ad un milione di euro che è stata scoperta nel Ragusano e Siracusano.   I finanzieri hanno effettuato perquisizioni e sequestri in nove aziende agricole, spacciate per  “biologiche” che in realtà, coltivavano tradizionalmente utilizzano pesticidi.  I nove titolari sono indagati per i reati di frode in commercio e truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea.