Stalking a Caltanissetta, arrestato diciassettenne per minacce alla ex

Un diciassettenne di Caltanissetta è stato arrestato per stalking e minacce aggravate nei confronti della sua ex fidanzata, anche lei minorenne e residente a San Cataldo. L’ordinanza cautelare, eseguita dai carabinieri, è stata emessa dalla Procura minorile a seguito della denuncia della vittima.

Telefonate ossessive e inseguimenti

Dopo la fine della relazione, il giovane avrebbe iniziato a perseguitare la ragazza con continue chiamate, anche da numeri anonimi, e messaggi inviati a ogni ora del giorno e della notte. Non solo: avrebbe tempestato di domande i compagni di classe della giovane per sapere dove si trovasse, arrivando persino a recapitarle un mazzo di fiori a scuola, un gesto apparentemente romantico ma dal forte carattere ossessivo.

Minacce psicologiche e atti intimidatori

Mentre cercava di riconquistarla con attenzioni indesiderate, il ragazzo non avrebbe risparmiato insulti e minacce. In più occasioni, le avrebbe inviato messaggi in cui insinuava che, se avesse deciso di togliersi la vita, sarebbe stata solo colpa della ex. Questo comportamento, sempre più invasivo, ha generato nella giovane un profondo stato di ansia e paura.

Aggressione e vandalismo

L’episodio più grave si è verificato quando il ragazzo avrebbe seguito la vittima dopo l’uscita da scuola, strappandole il cellulare e costringerla a seguirlo alla villa comunale. Inoltre, avrebbe imbrattato un muro cittadino con scritte intimidatorie rivolte alla ragazza, segnale evidente della sua pericolosa ossessione.

La denuncia e l’arresto

La giovane, stremata e impaurita, ha deciso di denunciare i fatti alle autorità. Grazie alla sua testimonianza e a quelle raccolte da amici e conoscenti, i carabinieri hanno potuto ricostruire il quadro di presunta persecuzione e ottenere l’ordinanza cautelare. Il diciassettenne è stato posto agli arresti domiciliari.

Transenna in via delle Felci, abitazioni senza acqua e raggiungibili solo a piedi

La Polizia municipale di Sciacca e’ intervenuta oggi in via delle Felci nella contrada Isabella a causa dell’ennesimo smottamento della strada gia’ in stato di dissesto e dove un ulteriore squarcio del manto stradale, ha reso necessaria la collocazione di una transenna che di fatto, porta alla chiusura della strada alla viabilità.

Sono quaranta le famiglie che abitano nella via del quartiere e d’ora in avanti potranno raggiungere solo a piedi le loro abitazioni poste lungo il tratto in salita.

La strada non è provvista di rete idrica, i residenti vengono riforniti con le autobotti e con ogni probabilità, e’ stato proprio il transito dei grossi mezzi per il rifornimento idrico a determinare l’ultimo grave cedimento del manto stradale che rende pericolosa per la pubblica incolumità il transito.

I residenti chiedono adesso, un intervento urgente ed immediato per evitare l’isolamento della zona in questione.

“Accoltella un connazionale e fugge”, 54enne fermato a Sciacca

Avrebbe accoltellato un connazionale al culmine di una lite ad Agrigento. Dopo giorni di ricerche, un uomo di 54 anni, di origini rumene, domiciliato ad Agrigento, è stato fermato dai carabinieri a Sciacca. L’uomo è accusato di tentato omicidio.

L’aggressione è avvenuta il 25 marzo scorso ad Agrigento. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe colpito più volte al torace un connazionale di 34 anni, lasciandolo gravemente ferito in strada prima di fuggire. La vittima è riuscita a chiedere aiuto ed è stata soccorsa dal personale sanitario che l’ha trasportata in ospedale.

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile delle compagnie di Sciacca e Agrigento, insieme al personale del Commissariato di polizia, hanno permesso di raccogliere indizi a carico del sospettato. Gli investigatori avrebbero individuato l’arma utilizzata e acquisito testimonianze chiave per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica di Agrigento ha disposto il fermo dell’uomo, ritenendo concreto il pericolo di fuga. Dopo essersi reso irreperibile, il 54enne è stato rintracciato a Sciacca e portato nel carcere della città. Ora il giudice per le indagini preliminari del tribunale  saccense dovrà decidere sulla convalida del provvedimento. L’indagato deve rispondere di tentato omicidio aggravato dai futili motivi.

Da Bivona a Ribera, 20 milioni di euro per rendere la strada più sicura (Video)

La spesa necessaria per la “Mare – Monti”, un nuovo tratto stradale in grado di collegare l’area interna dell’Agrigentino, a partire da Bivona, fino alla statale 115, ha una spesa complessiva di circa 140 milioni di euro. Intanto, nei prossimi due anni, si procederà con lavori di ammodernamento del tratto esistente che sarà reso più sicuro. E’ un progetto da 20 milioni di euro per il quale si attende adesso la fase dell’appalto. E’ stato presentato questa mattina, a Borgo Bonsignore, dai sindaci delle aree interessate, un territorio che abbraccia 13 Comuni, e dai tecnici del Libero Consorzio di Agrigento. La gara d’appalto sarà effettuata su quattro lotti e l’inizio dei lavori è previsto nel prossimo mese di luglio.

“Rispetto agli attuali 45 minuti per percorrere questo di strada si riuscirà certamente a velocizzare – dice il sindaco di Bivona, Milko Cina – grazie a questo finanziamento, reso possibile dall’azione dei sindaci dell’area interna che lo hanno messo in sicurezza evitando che i fondi andassero perduti”.

“Finalmente, grazie a questi lavori – dice il sindaco di Lucca Sicula, Salvatore Dazzo – i comuni usciranno da un’area di marginalità. Una migliore viabilità è utile anche per i nostri agricoltori”.

“I cittadini di una vasta area – dice il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo – potranno raggiungere più facilmente anche l’ospedale di riferimento che è il Fratelli Parlapiano”.

“Le aree interne Sicane – dice il sindaco di Montallegro, Giovanni Cirillo – collegate dalla montagna al mare non soltanto riducendo i tempi, ma anche in sicurezza”.

Dopo il Verdura motopompe anche sul Belice per l’irrigazione con un milione di euro

Continua l’intervento da parte della Regione per l’acquisto di motopompe in grado di captare acqua lungo i fiumi e favorirne l’invasamento in laghetti collinari dal fiume Verdura e nelle vasche del Consorzio di bonifica per il Belice. E’ in corso, infatti, il trasferimento di acqua dal Belice alle vasche del consorzio in un’area nei territori di Castelvetrano e Menfi. In quest’area si procede anche alla distribuzione immediata per l’irrigazione delle ortive che vengono impiantate proprio in questi giorni. In pratica, l’acqua si recupera subito in un periodo in cui le piogge hanno ingrossato il fiume.

La Regione, attraverso l’assessorato regionale Agricoltura, per l’acquisto delle motopompe ha speso, complessivamente, circa un milione di euro comprese le altre due del Verdura. Si attende un ulteriore decreto per l’acquisto di altre motopompe che verranno piazzate nella zona di Cammarata.

Ogni motopompa preleva circa 70 litri al secondo “e questo ci consente – dice Baldo Giarraputo, commissario del consorzio – di non utilizzare risorsa idrica dal lago Arancio – ma di prelevarla dal ruscellamento del fiume e distribuirla agli agricoltori”.

Nel lago Arancio sono invasati attualmente circa 8 milioni e mezzo di metri cubi di acqua. Lo scorso anno per le irrigazioni con prelievo da quest’invaso sono stati impiegati circa 13 milioni di metri cubi d’acqua.

La zona occidentale della Sicilia è penalizzata attualmente anche dalla condizione degli invasi che non sono pieni come quelli del versante orientale. Nella diga Castello ci sono circa 10 milioni di metri cubi di acqua. Sarà l’Autorità di bacino a decidere il quantitativo di acqua da poter prelevare dagli invasi per usi irrigui. Dieci milioni di metri cubi sarebbero necessari soltanto per le irrigazioni, ma dal Castello si preleva anche acqua per usi civili e questo descrive un quadro certo non incoraggiante della condizione attuale.

Carabinieri e farmacie uniti contro le truffe agli anziani nell’Agrigentino

Un’importante sinergia tra il comando provinciale dei carabinieri di Agrigento, Atifar-Federfarma e l’Ordine dei farmacisti della provincia prende forma per contrastare le truffe ai danni degli anziani. L’iniziativa mira a sfruttare la capillare rete delle 149 farmacie del territorio come canale informativo per sensibilizzare sui fenomeni criminali che colpiscono in particolare le fasce più vulnerabili.

A partire dai prossimi giorni, i cittadini troveranno esposte nelle farmacie locandine con informazioni utili su come riconoscere e prevenire le truffe. Inoltre, le stesse farmacie diffonderanno un video realizzato dall’Arma dei carabinieri attraverso gli schermi presenti nei locali e condivideranno i messaggi di prevenzione anche sui propri canali social. Ai clienti saranno distribuiti volantini con consigli pratici su come evitare di cadere nei raggiri dei malintenzionati.

L’iniziativa si affianca all’azione repressiva delle forze dell’Ordine che di recente ha portato all’arresto di presunti truffatori operanti nella zona. Oltre alla lotta diretta contro i reati, la prevenzione gioca un ruolo chiave nella protezione dei cittadini, soprattutto degli anziani, spesso presi di mira con raggiri sempre più sofisticati.

Uno dei consigli più importanti è quello di non fidarsi di sconosciuti che si presentano come falsi funzionari o parenti in difficoltà e, in caso di dubbi, contattare immediatamente il numero unico di emergenza 112.

Il Tribunale di Sciacca accoglie gli studenti del liceo Fazello

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Il Tribunale di Sciacca ha rinnovato anche quest’anno la collaborazione con il liceo Classico Fazello, ospitando gli studenti della classe V D nell’ambito del Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Questa iniziativa, ex Alternanza Scuola-Lavoro, è obbligatoria per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e mira a fornire un’esperienza concreta nel mondo del lavoro.

Un’esperienza immersiva nel mondo della giustizia

Dal 24 al 28 marzo, gli studenti, accompagnati dalla professoressa Giuseppina Di Giovanna, hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto diretto con le attività giuridiche e amministrative del Tribunale di Sciacca. Durante il percorso formativo, hanno incontrato:

  • Rosanna Grisafi, Dirigente del Tribunale di Sciacca;
  • Il Antonio Tricoli, Presidente del Tribunale di Sciacca;
  • L’Ordine degli Avvocati di Sciacca, rappresentato dall’avvocato Paola Turturici;
  • L’Organismo di Mediazione, con l’avvocato Barbara Barone;
  • Magistrati, avvocati e dipendenti del tribunale;
  • I Tutor tutor aziendali, i cancellieri Valeria Mazzotta e Carmelo Brunetto.

Dalle cancellerie alle udienze: il valore del Pcto


Gli studenti hanno potuto accedere alle varie cancellerie, osservando da vicino il lavoro dei dipendenti amministrativi e approfondendo le dinamiche burocratiche del sistema giudiziario. Inoltre, hanno assistito alle udienze, vivendo in prima persona il lavoro dei magistrati e degli avvocati.

Questo percorso non solo ha permesso agli studenti di comprendere il funzionamento della macchina della giustizia, ma ha anche offerto loro strumenti preziosi per orientarsi meglio nelle scelte universitarie e professionali.

Un’opportunità di crescita reciproca

Il Tribunale di Sciacca non è solo un luogo di applicazione delle leggi, ma anche un centro di formazione e crescita per le nuove generazioni. L’incontro con i giovani studenti rappresenta un’occasione di confronto costruttivo, capace di arricchire sia gli studenti che gli operatori del diritto.

Grazie a queste esperienze, i ragazzi possono sviluppare una maggiore consapevolezza delle responsabilità e delle competenze richieste nel settore giuridico, gettando le basi per il loro futuro accademico e lavorativo.
La collaborazione tra il Tribunale di Sciacca e il Liceo Fazello dimostra ancora una volta l’importanza del Pcto nel fornire agli studenti un’esperienza formativa concreta e utile per il loro futuro professionale.

Galleria Belvedere a Sciacca, lavori in corso e chiusura alle auto dopo l’estate

Sono già iniziati una serie di lavori che rientrano nella prima fase dell’intervento che prevede la demolizione e ricostruzione della galleria Belvedere, sulla statale 115, nel tratto che attraversa Sciacca. Lo stop alle auto per consentire due anni e mezzo di lavori in quella zona è sempre più probabile che slitti a dopo l‘estate. Lo riferisce anche il vicesindaco, Valeria Gulotta, che da tempo tiene i contatti con Anas, confermando che si procede anche verso quella viabilità alternativa finalizzata a ridurre i disagi per i saccensi e per chi si reca in questa zona.

Il 20 dicembre 2024 è stata formalmente effettuata la consegna dei lavori all’impresa incaricata, il 24 febbraio 2025 Anas ha preso possesso delle aree interessate per l’occupazione temporanea necessaria all’esecuzione dei lavori e il 17 marzo 2025 l’impresa si è insediata in cantiere e ha avviato le operazioni previste.

Contemporaneamente, si sta concludendo la fase di definizione della risoluzione delle interferenze con i vari enti coinvolti. Riguardano luce, gas, rete idrica. Questo è un passaggio cruciale per garantire la fluidità delle operazioni.

Si sta ponendo particolare attenzione alla gestione della viabilità alternativa di cantiere. L’obiettivo primario è di incidere il meno possibile sull’attuale viabilità del Comune di Sciacca, minimizzando i disagi per i cittadini e per il traffico locale durante l’intero periodo dei lavori.

Parolacce e insulti: quando puoi senza rischiare una denuncia

Scopri cosa dice la legge su ingiurie e diffamazione, quali offese sono tollerate e quali ti mettono nei guai

Chi non si è mai lasciato sfuggire una parolaccia durante un momento di rabbia o stress? Spesso si tratta di uno sfogo istintivo, ma non sempre le parole lanciate in aria restano senza conseguenze. In alcuni casi, un insulto può sfociare in una denuncia per diffamazione o ingiuria. In altri, invece, la legge riconosce la libertà di espressione e ne limita le sanzioni. Vediamo quindi cosa si può dire senza incorrere in sanzioni e quando, invece, è meglio trattenersi.


Ingiuria e diffamazione: cosa cambia e cosa dice la legge

Non tutte le offese verbali hanno lo stesso peso giuridico. È importante distinguere tra:

  • Diffamazione: offesa rivolta a qualcuno in sua assenza, ma davanti ad almeno due persone (art. 595 c.p.). È un reato penale.
  • Ingiuria: insulto diretto alla persona offesa, anche alla presenza di testimoni. Dal 2016 è illecito civile, non più penale.

In caso di diffamazione, si può sporgere querela. Se il giudice accerta la responsabilità, l’autore può essere condannato al risarcimento del danno.
Per l’ingiuria, invece, si procede in sede civile, ma servono prove (testimonianze, registrazioni, messaggi). In caso di condanna, il giudice può disporre il risarcimento e sanzioni tra 200 e 12.000 euro.

Esempio: insultare il capo in una mail privata è ingiuria; se la mail è inviata con altri in copia, è diffamazione.


Le parolacce “permesse” secondo la Cassazione

Negli anni, diverse sentenze hanno escluso la punibilità di alcune espressioni, in quanto considerate parte del linguaggio comune. Tra queste:

  • “Coglione”: non è reato se usato come sinonimo di ingenuo o sciocco (Cass. 34442/2017)
  • “Mi hai rotto i coglioni”: non è offensivo se detto per chiedere di smettere di infastidire (Cass. 19223/2013)
  • “Vaffanculo”: considerata espressione comune di disappunto (Cass. 2007)
  • “Rompipalle”: tollerato se riferito a chi disturba (Cass. 22887/2013)
  • “Cazzate”: accettabile se riferito a discorsi considerati privi di fondamento (Cass. 49423/2009)

Criticare il datore di lavoro: cosa è lecito e cosa no

Il diritto di critica è garantito anche nei rapporti di lavoro, ma deve rispettare tre criteri fondamentali:

  1. Veridicità dei fatti
  2. Continenza formale (uso di linguaggio corretto e rispettoso)
  3. Pertinenza (riferimento a fatti connessi all’attività lavorativa)

📌 Cass. n. 17784/2022: la critica al datore è legittima se espressa con toni misurati e basata su fatti reali
📌 Cass. n. 35922/2023: è legittimo il licenziamento per insulti gravi e generici sui social contro l’azienda
📌 Cass. n. 33074/2024: non è giusta causa di licenziamento una critica espressa in un contesto chiuso e circoscritto

In sostanza, è ammessa una critica ragionata e rispettosa, ma non è consentito danneggiare l’immagine dell’azienda con affermazioni false o gratuite.


Conclusioni: cosa puoi dire senza rischi

  • Sì alle espressioni comuni, se usate con misura e senza offendere direttamente
  • Sì alla critica costruttiva, purché fondata e rispettosa
  • No agli insulti gravi, diffusi pubblicamente o senza prove
  • No a offese sui social rivolte al datore o ai colleghi

Falsi “bonus edilizi” a Palermo, sequestrati 19 milioni di euro e 90 indagati


Investivano in oro e criptovalute quanto ricavavano dalle frodi in materia di bonus edilizi. Sono stati i
finanzieri del Comando Provinciale Palermo, a scoprire il sodalizio, composto da imprenditori e professionisti, a cui è stata ricondotta la gestione di 19 imprese edili, tutte con sede a Palermo,
esecutrici di lavori di ristrutturazione fittizi, per oltre 26 milioni di euro.

Le fiamme gialle anno dato esecuzione a una misura cautelare reale, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica, con cui è stato disposto il
sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 19 milioni di euro nei confronti di 107 soggetti, tra imprese e persone fisiche.
In particolare, lo sviluppo delle indagini ha consentito di delineare compiutamente l’operatività
dell’associazione per delinquere secondo un meccanismo illecito consolidato, ovvero le società coinvolte nella frode, applicando lo sconto in fattura, emettevano fatture per operazioni inesistenti verso clienti privati per lavori in realtà mai eseguiti, generando credito d’imposta fittizio, utilizzabile in detrazione o cedibile a terzi. Poi lo stesso, veniva ceduto a intermediari finanziari, consentendone un’immediata e consistente monetizzazione mentre i titolari d’impresa distraevano parte delle somme mediante bonifici su conti correnti personali, prelevamenti di
contanti, sottoscrizione di buoni fruttiferi postali, acquisto di oro, criptovalute, beni mobili e immobili.
Oltre ai 7 membri dell’associazione risultano indagati altri 83 soggetti, tra amministratori di diritto delle imprese inserite nel circuito illecito e committenti compiacenti, concorrenti nei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata.
Alcuni tra i titolari delle imprese, inoltre, sono stati segnalati, a vario titolo, per le fattispecie di dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

Queste ultime due fattispecie, si riferiscono, nello specifico, alla compravendita di 16 immobili fittiziamente intestati a terzi e in parte acquistati con i proventi della frode.
Le condotte di autoriciclaggio, analogamente, afferiscono all’impiego del profitto illecito in attività finanziarie e speculative, quali la compravendita di immobili e l’investimento in buoni fruttiferi postali/criptovalute.
Infine, nell’ambito dell’inchiesta, risultano indagate 10 società di capitali per gli illeciti in materia di
responsabilità amministrativa dell’Ente.
L’operazione di stamane è volta a sottoporre a vincolo cautelare ingenti crediti d’imposta ancora
detenuti nei cassetti fiscali, in modo da interromperne la circolazione e impedire la commissione di ulteriori reati a danno dell’Erario e nonché decine di rapporti finanziari, oltre 50 immobili, autoveicoli, imbarcazioni e numerose quote societarie.
L’intervento si aggiunge a un sequestro di 8 milioni di euro già eseguito nel corso delle indagini.