L’emergenza idrica si sta trasformando in una vera e propria crisi agricola. A lanciare l’allarme è l’Associazione Liberi Agricoltori, che ha inviato una lettera al prefetto di Agrigento, al presidente della Regione Siciliana e all’assessore all’Agricoltura.
La situazione, descritta come “drammatica”, è aggravata da un’irrigazione tardiva, da una rete idrica vetusta e da temperature che superano i 35 gradi.
Irrigazione in ritardo e guasti continui alla rete
Secondo l’associazione, il Consorzio di bonifica AG3 avrebbe avviato l’irrigazione solo il 23 giugno, nonostante le richieste avanzate già da maggio. Questo ritardo ha avuto conseguenze devastanti: la rete irrigua, in condizioni critiche, ha ceduto in diversi punti, causando rotture e interruzioni del servizio. Le colture, già provate dalla siccità, stanno subendo danni irreparabili.
L’emergenza idrica non è solo frutto del clima, ma, secondo l’associazione, anche di una gestione giudicata inadeguata.
Una crisi annunciata: l’appello inascoltato di maggio
L’Associazione Liberi Agricoltori aveva già previsto questa situazione, chiedendo l’avvio dell’irrigazione fin dal 15 maggio, quando l’Autorità di Bacino della Regione Siciliana aveva assegnato le quote d’acqua per l’uso irriguo. Se le istituzioni competenti avessero agito tempestivamente, sottolineano gli agricoltori, si sarebbero potute contenere le rotture della rete e i conseguenti disservizi.
La richiesta di una gestione più oculata
Il presidente dell’associazione, Dino Giovanni D’Angelo, evidenzia come un avvio anticipato tra fine maggio e inizio giugno avrebbe rappresentato una scelta più razionale e vantaggiosa per l’intero comparto agricolo. Invece, oggi l’emergenza idrica rischia di diventare una vera e propria catastrofe economica e sociale per le province coinvolte.
Chi paga il prezzo della mala gestione?
“Chi sta pagando il prezzo di tutto ciò sono esclusivamente gli agricoltori,” si legge nella lettera. Perdite importanti nei raccolti.
Conclusione
La richiesta dell’Associazione Liberi Agricoltori è chiara: interventi urgenti, assunzione di responsabilità e un cambio di passo nella pianificazione delle campagne irrigue. L’emergenza idrica Agrigento non può più essere ignorata, perché a rischio non c’è solo il lavoro di migliaia di agricoltori, ma la tenuta economica di interi territori.