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Comune di Sciacca

Carnevale e polemiche. Dopo il responso della giuria gazzarra al Campidoglio. Gravi accuse a giurati e amministratori. Ma è così che si cresce?

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Si è trasformata in gazzarra la cerimonia di proclamazione dei vincitori del Carnevale di Sciacca. La classifica finale, infatti, è stata apertamente contestata da chi, evidentemente, aveva confidato in un risultato migliore. Sono state durissime le accuse ai giurati. Uno dei due di loro che erano presenti, Davide Catagnano (Giuseppe Barsalona l’altro), è stato anche destinatario di vergognose accuse omofobe da parte di un gruppo di persone, che ha inveito pesanti ingiurie contro di lui all’uscita del Campidoglio. Sotto tiro delle polemiche anche gli amministratori comunali e gli altri organizzatori.

Non è la prima volta che tutto questo accade. Ed è, probabilmente, proprio questo uno dei limiti che, non a caso, impedisce alla festa saccense di compiere quel salto di qualità da sempre invocato. Perché quella che è venuta fuori, ancora una volta, è stata la sostanziale mancanza di riconoscimento e di condivisione delle regole. Sì, perché il Carnevale è (anche) un concorso, e partecipando al bando pubblicato dal Comune si accetta (anche se preventivamente) il giudizio che sarà espresso dalla commissione.

Attenzione: nessuno chiede uno stile talmente british da pretendere dagli sconfitti buon viso a cattivo gioco, soprattutto se questi ritengono di avere subito un torto. Ma il responso va accettato, sull’onda della condivisione di un progetto, anche ritenendo (in maniera legittima, s’intende) che il lavoro svolto avrebbe meritato un risultato diverso. E invece così non è. Il deluso se ne va a testa bassa, non inveisce, e non accusa nessuno per avere avuto un giudizio che non gli è piaciuto.

E ancora una volta (come lo scorso anno, e come quello precedente, e così via, nella notte dei tempi della contestazione alla sciacchitana) la delusione si è trasformata immancabilmente in comportamento reazionario. Con, naturalmente, sullo sfondo, l’immancabile richiamo ad una indimostrabile malafede. No, non è così che si cresce. E i componenti della giuria, che accettano per senso del dovere, visto che non ricevono alcun compenso, vengono additati con offese e ingiurie inaccettabili.

L’attacco omofobo a Davide Catagnano è un episodio di una gravità sconcertante, da cui si spera che tutte le associazioni culturali, nessuna esclusa, prendano le distanze. È il paradigma di una deriva sbagliata che sul piano culturale si rischia di prendere. Il giudizio della giuria è criticabile, naturalmente. Non è accettabile, tuttavia, trasformare la delusione in una indecorosa gazzarra. Perché no, non è vero che siamo tutti commissari tecnici della Nazionale, tutti sindaci, tutti carristi e tutti coreografi. A ciascuno il suo mestiere.

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