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L’Asp di Agrigento apre alla telemedicina odontoiatrica del policlinico universitario di Palermo, grazie a un progetto capitanato dalla saccense Giuseppina Campisi

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Il commissario dell’Asp di Agrigento, Gervasio Venuti, è  impegnato nella reingegnerizzazione dei percorsi assistenziali rivisti nell’ottica dell’utente, del miglior utilizzo delle risorse già esistenti (lean thinking), già applicati al nuovo pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, inaugurato lo scorso 14 novembre. “Gli interventi strutturali e organizzativi mirati – afferma Venuti – possono generare miglioramenti significativi dei livelli di servizio, di sicurezza, di appropriatezza dei servizi assistenziali e di qualità dell’accoglienza, senza significativi incrementi di costi di gestione. E questo modello – assicura – sarà presto applicato ad altri presidi dell’Asp1, compreso il Giovanni Paolo II di Sciacca, non appena saranno disponibili, e speriamo prestissimo, le risorse economiche già richieste all’assessorato regionale alla Salute”. Da qualche giorno, l’Asp1 è anche protagonista e beneficiaria di una innovazione dalle origini saccensi: è attivo al San Giovanni di Dio un servizio digitale per eseguire televisite e teleconsulti odontoiatrici a favore dei pazienti oncologici e fragili. Tutto questo grazie alla convenzione firmata dal commissario dell’Asp con il commissario del policlinico “Giaccone” di Palermo,  Fabrizio De Nicola. Il policlinico sta, infatti, realizzando sul territorio siciliano un progetto, finanziato dall’assessorato regionale alla Salute attraverso il piano sanitario nazionale, dal titolo “Network di medicina orale nel paziente anziano (oncologico e fragile)”, sotto la direzione scientifica di una saccense, Giuseppina Campisi, docente dell’università degli studi di Palermo e responsabile dell’unità di Medicina Orale dell’azienda ospedaliera policlinico “Giaccone”. “La telemedicina – dice il commissario Venuti –  attraverso alcune procedure quali la televisita (in diretta) o il teleconsulto (in differita) facilita i rapporti tra gli specialisti, tra medico e paziente, e tra ospedali e territorio, mediante tecnologie collaudate, affidabili ed economiche. E’ palese come tali politiche portino – quando ben organizzate – al miglioramento dei servizi della medicina ospedaliera e territoriale e alla sostenibilità del servizio sanitario regionale. Importante, quindi, partecipare al progetto, con vantaggi immediati per i pazienti e per le strutture: in questo caso, l’ospedale di Agrigento fruirà, per la tutela della salute orale dei pazienti oncologici e fragili, di competenze specialistiche, non presenti sul territorio dell’Asp1 e provenienti del Policlinico di Palermo. Ma sarà anche un valido progetto pilota da estendere ad altri ambiti assistenziali, con un occhio attento all’analisi organizzativa e di processo, alla sostenibilità economica dei servizi sanitari che dovranno fare fronte nel prossimo futuro all’incremento dell’età media della popolazione e alle correlate patologie croniche, oltre che alle problematiche medico-legali introdotte dalla telemedicina”. “La telemedicina non subentra alla medicina tradizionale – precisa Giuseppina Campisi – la affianca e la completa con nuove modalità di trasmissione e tecnologie all’avanguardia, le stesse che già usiamo per la comunicazione quotidiana nel sociale – si pensi alle videochiamate in Skype, Whatsapp, Telegram – con l’obiettivo di qualificare l’assistenza sanitaria e permettere ai pazienti fragili di fruire di visite e consulti non altrimenti realizzabili senza uno spostamento fisico. Questo si sta realizzando per la prima volta in Italia, proprio in Sicilia, a favore della salute orale del paziente fragile, grazie al modello hub and spoke. Il policlinico universitario rappresenta la fucina ideale per ricerche cliniche e reti sanitarie in via di sviluppo come questa, simbolo di una vera e propria rivoluzione sociale e culturale, che facilita la comunicazione remota tra medici e riduce al paziente e ai suoi familiari disagi, costi e perdita di giornate lavorative determinati dalla distanza fisica dei centri ad alta specializzazione”. Con una piattaforma dedicata e relativa cartella clinica (progettata da Olomedia srl) e una telecamera intra-orale si potranno inviare, da parte delle strutture richiedenti, video e immagini del cavo orale del paziente e ricevere, senza costi per l’Asp, consulti medici (second opinion) elaborati da personale dedicato e competente (Olga Di Fede, Vera Panzarella, Rodolfo Mauceri), in tempo reale o in differita, con il supporto tecnico di un informatico dedicato, Daniele Montemaggiore, e quello statistico, Laura Maniscalco. Quindi, un vero e proprio team affiatato, preparato e integrato tra clinica e digitale. “Pensiamo che per i pazienti con diagnosi di tumore (esempio mammella, polmone, colon, prostata, vescica, mieloma multiplo) – aggiunge Giuseppina Campisi – il controllo odontoiatrico è necessario, non solo per prevenire e curare gengiviti e carie, ma anche prima di iniziare e durante le cure con farmaci a rischio di mucosite o di osteonecrosi delle ossa mascellari. Nel 2014, il Ministero della Salute ha emanato delle raccomandazioni specifiche per la tutela della salute orale nel paziente oncologico adulto, e oggi, grazie a questo progetto, anche le strutture siciliane non dotate di servizi dedicati alla medicina orale potranno contare sulla expertise di secondo livello, oltre che sul costante e reale supporto clinico del reparto di Medicina Orale del policlinico di Palermo”. Ad oggi sono spoke, fruitori della stessa rete di Telemedicina, anche l’Unità di Oncologia della Asp di Trapani e l’unità di Oncologia dell’ospedale VillaSofia-cervello di Palermo, diretta da un altro saccense, il dottore Francesco Verderame. A breve sono previsti altri spoke per il territorio siciliano.

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