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Comune di Sciacca

Tifoserie a confronto su Facebook come le curve di uno stadio tra sostenitori di Bellanca e Monte

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Nei giorni del Carnevale le pagine di Facebook del “popolo di Sciacca” si sono trasformate nelle curve infuocate dello stadio durante una stracittadina. A confrontarsi le “tifoserie” politiche, tese rispettivamente a ricercare puntigliosamente pregi e difetti dell’organizzazione del Carnevale di quest’anno. Convitati (più o meno) di pietra: da un lato Salvatore Monte, colui che di fatto dai primi anni Duemila, con ruoli diversi, ha gestito la manifestazione, dall’altro Filippo Bellanca, l’attuale assessore che doveva dimostrare di potere fare come e meglio del suo predecessore. Perché un po’ così impone il copione del teatrino della politica. Anche se non si può non apprezzare il post di Monte, che ha reso onore ai carristi saccensi, definendo i carri “grandi opere di alta qualità”, plaudendo a costumi definiti “eccezionali” e coreografie “emozionanti”. “Sotto il profilo artistico nulla da eccepire”, ha concluso Monte. Scrivendo “NULLA” in maiuscolo. Come a volerlo gridare. Insomma: anche quando voleva dimostrare di non volere fare polemica l’ha fatta lo stesso. Après moi le déluge! Salvatore Monte ha ostentato distacco e disinteresse. Ma tutti lo abbiamo immaginato con tanto di parrucca barocca in stile Luigi XV a ribadire che è stato un errore rinunciare al doppio weekend, a non organizzare la sfilata della domenica mattina o a rinunciare ai giochi piromusicali, a lui tanto cari. Ma il diluvio, ancorché preannunciato, non c’è stato. Alla fine la festa è andata bene, e perfino lui che i carristi li conosce a fondo ne sarà contento. La pioggia ha provato a rovinare tutto, ma non c’è riuscita. Poi è scontato che ciascuno ami talmente tanto la propria creatura da difenderla a tutti i costi. E i tifosi hanno fatto la loro parte: “Bravo Monte”, da una parte; “Bravo Bellanca”, dall’altra. Ma perché questa città deve scivolare sempre sulle contrapposizioni? Ma si sa: l’errore che i politici commettono, sia quando si trovano in maggioranza, sia (soprattutto) quando stanno all’opposizione, non è quello di pensare che il proprio figlio sia il più bello, ma che quelli degli altri siano brutti.

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