Morti sul lavoro in Sicilia: aumentano le vittime secondo l’Inail

I dati aggiornati dell’Inail confermano un incremento delle morti sul lavoro in Sicilia nei primi dieci mesi del 2025. Le denunce con esito mortale sono salite a 77, contro le 71 registrate nello stesso periodo del 2024. Un aumento che supera l’8% e che pone la regione tra quelle con il trend più preoccupante del Mezzogiorno.

Questo andamento, presentato nel corso di un incontro a Palermo con dirigenti Inail, istituzioni e studenti, riporta al centro della discussione la necessità di rafforzare le politiche di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. La crescita delle morti sul lavoro in Sicilia non riguarda soltanto i settori storicamente più esposti, ma anche ambiti in cui negli ultimi anni si era registrata una relativa stabilità.

L’andamento degli infortuni e delle morti sul lavoro in Sicilia

Nel complesso, le denunce di infortunio in occasione di lavoro aumentano del 2,8%, un dato superiore alla media nazionale, che si ferma allo 0,7%. Le province più colpite restano Catania, Palermo e Messina, che insieme raccolgono la maggior parte delle segnalazioni.

Sul fronte degli infortuni mortali, il trend dell’isola si discosta da quello di alcune regioni italiane che, nello stesso periodo, hanno registrato una leggera flessione. L’aumento delle morti sul lavoro in Sicilia risulta dunque un campanello d’allarme che richiede risposte strutturate.

Le cause principali e i settori più esposti

I comparti con rischio elevato

Edilizia, trasporti, agricoltura e assistenza sociale sono i settori che incidono maggiormente sul totale delle vittime. Non mancano inoltre casi legati agli infortuni in itinere, che continuano a rappresentare una quota significativa delle denunce mortali.

Fattori strutturali

Oltre alle condizioni operative, pesano sull’aumento degli incidenti fattori come carenze organizzative, inosservanza delle normative sulla sicurezza, mancanza di formazione adeguata e nuove fragilità del mercato del lavoro. L’insieme di questi elementi contribuisce a rendere più complesso il quadro regionale.

Le azioni di prevenzione e i fondi per la sicurezza

Durante la presentazione dei dati, l’Inail ha illustrato le misure previste per il 2025-2026: tra queste, finanziamenti specifici alle imprese, campagne di sensibilizzazione rivolte ai lavoratori e attività formative nelle scuole.

Il Bando ISI 2024 prevede oltre 37 milioni di euro destinati a progetti siciliani su innovazione, sicurezza e riduzione dei rischi. Obiettivo: diminuire in modo significativo il numero degli infortuni e prevenire nuove vittime.

Gela, scoperto uno stilo da ceramista di 2500 anni

Un oggetto lungo appena 13 centimetri può racchiudere 2500 anni di storia. È il caso dello straordinario stilo da ceramista ritrovato a Gela durante gli scavi di archeologia preventiva nell’area di Orto Fontanelle, dove sorgerà il nuovo palazzo della cultura. Si tratta di un reperto in osso finemente decorato, perfettamente conservato e definito dagli esperti un vero unicum nel panorama archeologico siciliano.

Un tesoro del V secolo a.C.

Lo stilo, databile al V secolo a.C., presenta decorazioni realizzate con notevole abilità artistica. Nella parte superiore è scolpita una testa maschile che rappresenterebbe un’erma di Dioniso, divinità greca legata al vino, alla fertilità e ai rituali comunitari. Al centro dell’oggetto è invece raffigurato un fallo, simbolo ricorrente nei culti dionisiaci, associato a protezione e abbondanza.

Il valore simbolico dello stilo da ceramista

L’elemento fallico, oggi percepito come insolito, aveva in realtà una precisa funzione religiosa e apotropaica. Questo stilo da ceramista, probabilmente utilizzato come dono votivo, testimonia la complessità sociale, artistica e spirituale dell’antica Gela. La soprintendente di Caltanissetta, Daniela Vullo, ha sottolineato come l’oggetto sia “un unicum nel panorama archeologico del tempo”, meritevole di essere esposto e reso fruibile al pubblico.

Un ritrovamento integro e raro

La perfetta conservazione del reperto accresce il suo valore scientifico. Oggetti di questo tipo, soprattutto in materiali organici come l’osso, difficilmente giungono fino a noi in condizioni simili. Per gli archeologi si tratta di un’occasione preziosa per approfondire tecniche artigianali e pratiche rituali dell’epoca.

Gela, cuore archeologico del Mediterraneo

Il ritrovamento è frutto delle indagini dirette dall’archeologo Gianluca Calà per conto del Comune. Oltre allo stilo da ceramista, gli scavi hanno portato alla luce un’ampia area urbana di epoca ellenistica, probabilmente parte di un quartiere abitativo. Si tratta di una conferma ulteriore dell’importanza di Gela, fondata nel 689 a.C. da coloni rodio-cretesi e considerata una delle più influenti poleis della Sicilia antica.

Archeologia preventiva e nuove scoperte

Le ricerche si inseriscono nell’ambito dei lavori per il nuovo palazzo della cultura, un progetto che mira a valorizzare l’identità storica della città. Questo nuovo ritrovamento dimostra come il sottosuolo gelese continui a restituire testimonianze fondamentali per ricostruire la storia del Mediterraneo.

Rapina da 500 mila euro, due arresti a Catania

Una complessa attività investigativa dei carabinieri del comando provinciale di Catania ha portato all’arresto di Michael Santo Antonio Battaglia, 23 anni, e di Massimiliano Fichera, entrambi accusati di essere gli autori della rapina da mezzo milione di euro compiuta il 13 maggio scorso in un’abitazione della città etnea. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip su richiesta della Procura di Catania, alla luce degli elementi raccolti nel corso delle indagini.

L’irruzione in casa e la rapina

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due uomini avrebbero agito fingendosi addetti alla consegna di cassette di frutta. Una volta ottenuto l’accesso all’abitazione, avrebbero immobilizzato i presenti utilizzando del nastro adesivo per impedir loro di chiedere aiuto.
All’interno della casa, i rapinatori avrebbero aperto e svuotato due casseforti, portando via una refurtiva stimata in circa 500 mila euro, tra oggetti di valore e preziosi.

Intercettazioni e analisi scientifiche

Le indagini, coordinate dalla Procura e portate avanti dai carabinieri, hanno combinato intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche con accurati accertamenti forensi condotti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del comando provinciale.

Un frammento di guanto decisivo

Uno degli elementi più importanti è stato il ritrovamento di un frammento di guanto in lattice: durante la colluttazione, una delle vittime sarebbe riuscita a strapparne un pezzo con un morso. Quel frammento, recuperato e analizzato, ha rivelato impronte papillari utili per risalire all’identità di uno dei presunti autori della rapina da 500mila euro.

L’auto della fuga individuata grazie alle telecamere

Oltre agli elementi biologici e alle intercettazioni, anche i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona hanno avuto un ruolo fondamentale. L’analisi delle immagini ha permesso agli investigatori di identificare l’auto con cui i due rapinatori si sarebbero allontanati dopo il colpo. Il mezzo è stato rintracciato e collegato ai due indagati, rafforzando ulteriormente il quadro probatorio già raccolto.

Indagini chiuse, procedimento in corso

Gli arresti rappresentano un importante risultato per gli investigatori, ma il procedimento penale è ancora in corso e le responsabilità definitive saranno accertate in sede processuale. Nel frattempo, gli elementi raccolti delineano un’indagine accurata e complessa, capace di ricostruire passo dopo passo la dinamica della rapina da 500mila euro che aveva scosso la comunità catanese.

Sciacca, il Samonà apre il Natale con Goya: vernissage e spettacolo il 20 dicembre

Si apre con un doppio appuntamento culturale il “Natale con Goya” al Teatro Popolare Samonà di Sciacca. Sabato 20 dicembre è prevista l’inaugurazione della mostra “Francisco Goya, l’artista della libertà. Tra verità e satira”, nuovo progetto firmato Mediterranea Arte, la realtà che negli ultimi mesi ha rilanciato il Samonà come polo espositivo della Sicilia occidentale.

Il vernissage sarà aperto al pubblico alle 19.30, mentre alle 21 il teatro ospiterà un evento speciale che affiancherà arte e spettacolo: il cabarettista Massimo Spata si esibirà accompagnato dall’intrattenimento musicale de “Le Violiniste Chic”. Il biglietto cumulativo per mostra e spettacolo è fissato a 15 euro (12 euro il ridotto) e può essere acquistato tramite Ticketone.

La mostra dedicata a Goya resterà visitabile per un mese. Esposti 80 fogli incisi in acquaforte e acquatinta dal forte contenuto satirico verso il potere monarchico spagnolo, opere risalenti alla fine del Settecento e presentate per la prima volta in Italia. Accanto alle incisioni, anche quattro dipinti, tra cui l’Apoteosi di Santa Caterina. Curano l’esposizione Mery Scalisi e Alessia Zanella.

Intanto si avvia alla conclusione la mostra “Caravaggio, tra l’oscurità e la luce”, curata da Denis De Paoli con Giulia D’Achille ed Elia Pilati, che chiuderà il 14 dicembre. Numerose le prenotazioni per gli ultimi giorni di apertura.

Santo Triassi di Ribera scelto per la Torcia Milano Cortina 2026

Ribera celebra con entusiasmo una notizia che porta prestigio all’intera comunità: Santo Triassi, riberese doc, è stato selezionato tra i 10.001 tedofori che prenderanno parte al Viaggio della Fiamma Olimpica dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026. La scelta, accolta con grande orgoglio dalla comunità, conferma il valore e l’impegno del suo concittadino, che entrerà a far parte della storia di questo straordinario evento sportivo. La partecipazione alla Torcia Milano Cortina rappresenta per Triassi un riconoscimento di forte valore simbolico e umano.
Il 16 dicembre 2025, Triassi avrà l’onore di portare la sacra Fiamma Olimpica lungo un tratto del percorso di Agrigento, attraversando luoghi iconici della Sicilia, tra cui la suggestiva Valle dei Templi. Un momento che unirà tradizione, cultura e sport, illuminando uno dei siti archeologici più affascinanti del mondo grazie all’energia e alla passione del tedoforo riberese.

Il viaggio epico della Torcia Milano Cortina

Una staffetta di 12.000 km attraverso l’Italia

Il Viaggio della Fiamma Olimpica dei Giochi Invernali 2026 sarà uno dei più intensi e coinvolgenti mai organizzati. La Torcia Milano Cortina percorrerà 12.000 km, toccando ogni regione italiana e trasformandosi in un simbolico abbraccio nazionale. Il percorso includerà tappe speciali come il Natale a Napoli e il Capodanno a Bari, fino a raggiungere il traguardo finale il 26 gennaio 2026 a Cortina d’Ampezzo. Da lì, la Fiamma sarà protagonista della Cerimonia di Apertura in programma il 6 febbraio 2026 allo stadio San Siro di Milano.
Essere selezionati tra i portatori della Torcia significa contribuire a un racconto collettivo che unisce sport, territorio e comunità. Per Triassi, questo ruolo rappresenta una testimonianza di impegno, dedizione e forte senso civico.

L’orgoglio di Ribera per un suo rappresentante

Triassi ambasciatore della comunità riberese

La notizia della selezione di Santo Triassi è stata accolta con grande soddisfazione dalla presidente del Consiglio comunale di RiberaMaria Grazia Angileri. Il suo nome entra così in un percorso di valore nazionale, diventando ambasciatore della comunità riberese in un evento che richiamerà l’attenzione del mondo intero.
La città esprime le più sincere certa che saprà rappresentare Ribera con entusiasmo e responsabilità lungo il cammino della Torcia Milano Cortina.

Mastello per il vetro a Sciacca, Teknoservice: “Novità nella raccolta dei rifiuti” (Video)

La Teknoservice di Torino sbarca in Sicilia e Sciacca è il primo comune dell’isola nel quale gestirà il servizio di raccolta dei rifiuti. Sarà all’opera per un anno dal primo gennaio 2026 e questa mattina il direttore generale, Enrico Iannone, è stato a Sciacca. Tra una settimana firmerà il contratto per il nuovo servizio e già anticipa le principali novità dopo un incontro con il dirigente comunale Venerdando Rapisardi e l’assessore alle Politiche ambientali, Salvino Patti.

“Ci teniamo a partire bene ed a garantire un servizio ottimale – dice Iannone – e ci saranno alcune novità, non subito, ma nei mesi successivi. Mi riferisco in particolare alla raccolta del vetro come monomateriale con un altro mastello. Questo apporterà una novità positiva: un miglioramento della sicurezza. Poi ci sarà una migliore qualità del rifiuto differenziato e quindi un doppio vantaggio”.

La gente auspica anche un contenimento dei costi in bolletta. “Noi gestiamo 300 comuni – dice Iannone – e quando parliamo di riduzione dei costi bisogna essere molto realistici. E’ meglio parlare di contenimento. Bisogna evitare che negli anni ci sia un aumento con un lavoro tra amministrazione, azienda aggiudicataria e cittadini per migliorare sempre più la raccolta differenziata. Il rifiuto indifferenziato ha costi molto alti ed è quello che va a gravare sulla bolletta”.

Iannone parla di una “vera svolta nella nuova fase, speriamo di aggiudicarcela”.

A proposito del servizio altra novità sarà quella di un maggior numero di giorni dedicati alla scerbatura. L’azienda metterà a disposizione del personale nuovi mezzi, alcuni dei quali elettrici.

Per quanto riguarda i lavoratori “garantiremo tutti – dice Iannone – che saranno impiegati presso Teknoservice. In una fase iniziale anche tutte le persone a tempo determinato che sono una decina. Non avrebbero diritto al passaggio, ma noi le assumeremo perchè sono parte integrante del servizio”.

Per individuare una ditta aggiudicataria nei successivi 8 anni, a decorrere dal primo gennaio 2027, previsti dal piano Aro, bisognerà espletare una nuova gara d’appalto.

“Abbiamo sottoscritto anche un contratto – conclude Iannone – per una nuova sede, idonea, che sarà pronta per il primo gennaio 2026, con spogliatoi, docce, rimessaggio delle auto dei lavoratori e possibilità di lasciare i mezzi sia all’interno che all’esterno del piazzale. Anche da questo punto di vista potrebbe esserci un notevole salto di qualità”.

Una comunicazione più accessibile a scuola e in citta’, progetto dell’Arena di Sciacca (Video)

Si è tenuta stamattina, nell’aula magna “Falcone-Borsellino” del plesso Miraglia di Sciacca, la conferenza di presentazione del progetto “AbbracCiAA la Cultura… In pratiCAA”, iniziativa dedicata alla diffusione della comunicazione aumentativa alternativa nelle scuole e nei contesti di vita quotidiana.

Il progetto, promosso dall’Istituto “Don Michele Arena” e finanziato dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, nasce come sviluppo della Summer School “AbbracCiAA la Cultura” svoltasi a Sciacca nel maggio scorso. L’obiettivo è favorire una cultura dell’accessibilità e dell’inclusione, offrendo strumenti e percorsi formativi a docenti, assistenti, caregiver e studenti.

L’iniziativa coinvolge la “Rete di scuole per ComuniCAAre”, che oggi riunisce quaranta istituzioni scolastiche da diverse regioni italiane, oltre a tutte le scuole siciliane interessate. Il programma prevede attività laboratoriali, la produzione di materiali didattici accessibili, una mostra itinerante e la realizzazione del cortometraggio “Chi comuniCAA”, che confluiranno nella manifestazione finale “In pratiCAA”.

Durante l’incontro, alla presenza di dirigenti scolastici, amministratori e rappresentanti regionali, è stato sottolineato il ruolo dei partenariati pubblico-privato previsti dal progetto: una rete che mira a coinvolgere istituzioni, media e associazioni culturali e sociali, per promuovere una comunicazione realmente inclusiva anche nei contesti cittadini, culturali e turistici.

Le studentesse dell’indirizzo SAS dell’IIS “Don Michele Arena” hanno inoltre presentato il percorso creativo “In mostra”, mentre i tavoli di lavoro finali hanno permesso a docenti ed esperti di confrontarsi sulle attività laboratoriali in programma.

Mazara del Vallo, arrestato 47enne per identità falsa in ospedale

L’episodio che ha portato all’arresto del 47enne tunisino ruota attorno all’uso di una identità falsa in ospedale, strategia impiegata per eludere i controlli e ottenere il ricovero presso il presidio sanitario di Mazara del Vallo. L’uomo, già destinatario di un decreto di espulsione e rimpatriato, era rientrato in Italia in maniera irregolare, violando così il divieto imposto dalle autorità.

Con l’aiuto di un connazionale di 35 anni, avrebbe fornito le generalità di quest’ultimo al momento dell’accettazione in ospedale. Una sostituzione di persona compiuta in concorso, finalizzata a evitare che i sanitari o le forze dell’ordine potessero riconoscerlo.

Le anomalie cliniche che hanno fatto scattare i controlli

La ricostruzione dei Carabinieri della Stazione di Mazara del Vallo parte dalla segnalazione dei sanitari, che hanno notato una discordanza fra i dati presenti in precedenti cartelle cliniche intestate al nome fornito e gli accertamenti effettuati sul paziente al momento del ricovero.

L’elemento determinante è stato il gruppo sanguigno: completamente diverso da quello del 35enne la cui identità era stata utilizzata. Un dettaglio che ha immediatamente insospettito il personale medico, inducendolo a informare i Carabinieri.

Da quel momento l’attività investigativa dell’Arma, rapida e mirata, ha permesso di ricostruire la dinamica dell’inganno e accertare che dietro la identità falsa si celava l’uomo già espulso dall’Italia.

Arresto al momento delle dimissioni

I militari hanno atteso il giorno delle dimissioni. All’uscita dall’ospedale, il 47enne è stato arrestato per violazione del divieto di espulsione, mentre il connazionale complice è stato denunciato in stato di libertà per sostituzione di persona

.L’Autorità giudiziaria ha disposto l’immediata liberazione dell’uomo e il nulla osta all’espulsione, in attesa delle decisioni della Prefettura.

Un caso che riaccende l’attenzione sui controlli sanitari

L’episodio dimostra come situazioni di identità falsa possano essere individuate grazie alla scrupolosità del personale sanitario e alla collaborazione con le forze dell’ordine. Un intervento tempestivo che ha consentito di far emergere una condotta illecita e di attivare rapidamente le misure previste dalla legge.

Terme di Sciacca, i comitati di quartiere: “Strategia dello sfinimento, non lasciamole scivolare nel silenzio”

Il complesso termale di Sciacca torna al centro del dibattito pubblico. L’Unione dei Comitati di Quartiere lancia un appello accorato, definendo le Terme “un patrimonio abbandonato” e parlando di “una città ferita”, costretta da troppo tempo ad assistere al deterioramento di uno dei suoi beni storici, culturali ed economici più rilevanti.

Nel comunicato, i comitati attribuiscono la responsabilità di questo lungo immobilismo alla Regione Siciliana, che “per anni non ha avviato nessun piano di tutela e di rilancio”. Oggi, affermano, Sciacca rischierebbe di accettare qualsiasi proposta “pur di vedere riaperti quei cancelli”, una condizione che secondo loro espone la comunità a scelte affrettate e non ponderate.

Il nuovo bando regionale, pubblicato nell’autunno 2025, prevede un investimento complessivo di 50 milioni di euro tramite partenariato pubblico-privato, la concessione, la progettazione, l’esecuzione dei lavori e la gestione del complesso termale, con la possibilità di cumulare risorse Fsc con altri finanziamenti. Tra le novità più significative rispetto al bando del 2024 figurano la durata della concessione fino a 99 anni, l’eliminazione dell’obbligo del 51% di investimento privato, una concessione mineraria regolata separatamente e un canone aggiornato secondo la normativa regionale. Le offerte dovranno essere presentate sulla piattaforma TuttoGare entro le ore 12 del 27 febbraio 2026.

Nonostante questi elementi, i comitati avvertono che “dopo anni di stallo, questo avviso resta solo un’illusione sulla carta”, poiché nessuna delle misure previste garantirebbe che la riapertura possa tradursi in un reale beneficio per la collettività. Sottolineano che le informazioni sul progetto definitivo restano frammentarie, che non è possibile valutare l’impatto economico e occupazionale sulla comunità e che non si comprende ancora la ricaduta sull’imprenditoria locale. Il rischio è che “nella fretta di ottenere risultati, si perda di vista il valore del bene pubblico”.

Uno dei punti più critici riguarda la trasparenza. I comitati denunciano che gli atti del primo e del secondo bando risultano “irreperibili o difficilmente accessibili”, e che i cittadini sono stati informati quasi esclusivamente attraverso le comunicazioni del sindaco durante le sedute del consiglio comunale. Una situazione ritenuta “inaccettabile”, perché i documenti non sarebbero facilmente consultabili sul sito della Regione, non sarebbero integralmente pubblicati, non sarebbero accessibili nemmeno al sindaco e al Comitato Patrimonio Termale e non sarebbero accompagnati da un adeguato percorso di informazione e confronto. Per l’Unione dei Comitati, questa condizione “viola il principio di trasparenza […] ed espone l’intero processo a dubbi, sospetti e possibili contenziosi”.

Il comunicato richiama anche quella che definisce la “strategia dello sfinimento”. Più il tempo passa, più la città perde lucidità e spirito critico, finendo per accettare decisioni “fondamentali e irreversibili” senza un vero dibattito. Comune e consiglio comunale, pur impegnati, vengono descritti come ridotti spesso al ruolo di semplici “comunicatori” delle informazioni regionali. Al contrario, viene riconosciuto il lavoro svolto dal Comitato Civico Patrimonio Termale, che “non ha mai spento i riflettori sulla questione”.

L’Unione dei Comitati rivolge quindi un appello alle istituzioni locali. Chiede al sindaco e al Comitato Patrimonio Termale di “guardare oltre gli annunci”, perché “la riapertura non può essere raccontata per slogan”; di pretendere dalla Regione “tutti gli atti, subito e integralmente”, perché “devono essere accessibili alla città”; di “esigere un tavolo vero, non una comunicazione a senso unico”, affinché Sciacca possa partecipare attivamente alle scelte; di fare della trasparenza “la priorità”; e infine di coinvolgere la cittadinanza, perché “le Terme appartengono alla comunità che deve conoscere e decidere”.

Nella parte conclusiva, i comitati ribadiscono che non basta riaprire le Terme: occorre farlo “nel modo giusto”, evitando procedure poco chiare, concessioni quasi secolari senza dibattito, criteri modificati senza spiegazioni e una gestione non condivisa. Annunciano inoltre che, nei mesi che precedono la scadenza del bando, saranno “protagonisti di campagne informative” per restituire alla comunità il proprio ruolo. E sollecitano ancora una volta la politica a ottenere dalla Regione ciò che, a loro avviso, Sciacca merita: “trasparenza, partecipazione e rispetto”.

L’Unione dei Comitati conclude confermando la volontà di lavorare in modo coordinato con il Comitato Civico Patrimonio Termale “per promuovere e sostenere iniziative necessarie per il benessere e lo sviluppo della città”.

Fratelli d’Italia attacca Termine: “Sciacca ostaggio dell’immobilismo”

Nuova presa di posizione del circolo territoriale di Sciacca di Fratelli d’Italia, che interviene duramente sulla situazione politica comunale e sui continui rinvii nella definizione della giunta.

La nota, firmata dal coordinatore cittadino Ignazio Gallo, arriva all’indomani delle dichiarazioni del sindaco Fabio Termine, secondo cui occorreranno altre due settimane per completare l’esecutivo.

Per il partito si tratta dell’ennesimo rinvio che è il segno di una gestione amministrativa “paragonabile a un condominio minimo di quattro residenti”, con ripercussioni dirette sulla capacità del comune di affrontare questioni considerate prioritarie per la città.

Nella loro analisi, i forzisti richiamano diversi ambiti in cui, a loro dire, la città attende risposte da anni: dalle attività produttive che, dal 2020, chiederebbero certezze sugli strumenti di governo del territorio, fino alla zona industriale di contrada Santa Maria, descritta come “abbandonata da tempo” e senza una programmazione definita.

Un ulteriore capitolo riguarda il Pudm, il piano di utilizzo del demanio marittimo, che secondo il partito sarebbe “nell’oblio”, con il rischio concreto di un’altra stagione estiva priva di regole certe per le spiagge saccensi.

Sotto accusa anche la gestione del servizio idrico, con turnazioni in aumento, perdite di rete e difficoltà per le aziende che operano nella distribuzione privata. Fratelli d’Italia lamenta, inoltre uno scarso contributo dell’amministrazione comunale nel percorso istituzionale legato al rilancio delle Terme di Sciacca.

Nella nota è citato anche il Piano Aro, che secondo gli azzurri non avrebbe trovato una soluzione condivisa a causa di una mancata capacità di mediazione della giunta.

“La responsabilità verso i cittadini – afferma Fratelli d’Italia – impone decisioni puntuali, non più rinviabili. Il progetto politico dell’amministrazione Termine è giunto al capolinea e occorre prenderne atto.”

La posizione del partito conferma un clima politico teso, mentre la città resta in attesa dei nuovi assessori che dovranno completare l’esecutivo guidato da Fabio Termine.