“Voglio una mascherina 1522”: questa la frase in codice per denunciare ai farmacisti una violenza domestica

Con questa frase in codice le donne vittime di violenza domestica, in aumento specie dopo questo periodo vissuto in quarantena a causa del Covid-19, potranno denunciare gli abusi subiti in casa anche presso una farmacia.

Il lockdown imposto dal governo nazionale e il conseguente periodo di segregazione tra le mura domestiche, hanno fatto registrare un aumento considerevole di episodi di violenza perpetrati nei confronti delle donne. Per questo l’iniziativa della mascherina “1522”, chiamata in Spagna, dove è nata l’iniziativa, campagna “Mascarilla – 19”, frutto di un sodalizio tra i centri antiviolenza e la Federazione farmacisti, è nata per consentire alle donne, vittime di violenza, di denunciare i propri partner prima che questi possano arrivare a compiere dei veri e propri omicidi. Quando una cliente, infatti, chiederà, o recandosi direttamente in farmacia o telefonando, una mascherina “1522” il farmacista cercherà, immediatamente, di fornirle tutto l’aiuto di cui ha bisogno avviando, nel più breve tempo possibile, il protocollo d’emergenza e cioè chiamare il 112 perché intervenga la polizia e le strutture pubbliche di assistenza contro la violenza machista. Pertanto, “Amnesty International Italia” invita le donne che subiscono violenza domestica, a contattare il numero gratuito “1522”, attivo 24 ore su 24, servizio pubblico promosso dalla Presidenza del consiglio-Dipartimento per le pari opportunità che offre anche la possibilità di chat per chi non potesse parlare.

Neo papa’ racconta la nascita del figlio al tempo dell’emergenza:”Nessuna paura”

Si chiama Salvatore ed è venuto alla luce la sera del primo maggio. Il padre, Ignazio Rizzuto, ha voluto raccontare questa esperienza vissuta ai tempi dell’emergenza tra accorgimenti e misure precauzionali all’ospedale di Sciacca dove la moglie Irene ha partorito il piccolo.

“Mia moglie si è recata in ospedale per partorire e tutto e’ andato bene – ha raccontato il neo papà – L’impressione e’ stata subito di un reparto organizzato e con tutti gli accorgimenti per il momento che stiamo vivendo. Volevo ringraziare chi ci lavora per la professionalità mostrata e perché sono riusciti a farci stare sereni. Ho visto mio figlio pochissimo ma sono le regole e recupereremo a casa . Nessuna paura”.

La sindaca di Favara arrabbiata con i ragazzi assembrati, dietrofront chiusura parchi e giardini

Un video social per esprimere tutto il suo rammarico. La sindaca di Favara, Anna Alba torna indietro dicendosi pronta a tornare indietro dopo il pomeriggio di oggi quando numerosissimi ragazzi erano assembrati nel villetta della Pece.

”Predisporro’ – ha detto – una ordinanza che firmerò domani mattina prestissimo. La nuova ordinanza prevederà la chiusura di tutti gli spazi pubblici, piazze, ville e giardini. Non accada più quello che è successo oggi pomeriggio”.

” Il DPCM prevede inoltre- conclude il Sindaco- che i ragazzi minorenni siano accompagnati da un genitori. Non è un liberi tutti, i ragazzi in giro da soli espongono a reati contestabili ai genitori che li lasciano uscire da casa”.

La Lega Navale pronta a realizzare una scuola di vela grazie alla nuova banchina che sarà costruita a Sciacca (Intervista)

La Lega Navale di Sciacca è pronta ad occuparsi della nuova area che si renderà disponibile grazie ai lavori per la realizzazione della banchina di riva nord nell’area portuale.

“Tutta l’area era già stata assegnata alla Lega Navale – dice il presidente, Aldo Rossi, in un’intervista a Risoluto.it – e il Demanio è intervenuto con una sospensione per questi lavori. Nel momento in cui verrà riqualificata noi vogliano tornare ad occuparcene e questo non sottrarrebbe nulla alla collettività visto che in questa zona, che è portuale, viene mantenuto il divieto di balneazione”. La Lega Navale punta alla scuola di vela, ma anche ad altre iniziative destinate soprattutto ai più giovani.

Coronavirus, Musumeci chiede a Roma aumento voli e traghetti per la Sicilia

Il raddoppio delle corse aeree da e per la Sicilia e l’aumento di quelle navali sullo Stretto di Messina. Li ha chiesti il presidente della Regione Nello Musumeci – con una nota inviata stamane ai ministri dei Trasporti e della Salute – per far fronte al considerevole aumento di traffico a seguito dell’avvio della “Fase 2”.
Nella missiva, il governatore ha manifestato la disponibilità a una integrazione del precedente decreto interministeriale sulla mobilità. In particolare, si dovrebbe passare da due a quattro voli al giorno da Roma per Palermo e per Catania (e viceversa), mentre i collegamenti navali tra Sicilia e Calabria da cinque diventerebbero otto, in ogni direzione.Musumeci ha chiesto anche che lo stato di necessità ricomprenda anche coloro che si ricongiungano alla famiglia o debbano rientrare alla propria residenza o domicilio.
Restano immutate le prescrizioni, già adottate dalla Regione, alle quali si devono attenere coloro che ritornano nell’Isola: registrazione sul portale web dedicato dell’assessorato della Salute (siciliacoronavirus.it), obbligo di isolamento in quarantena e sottopposizione, al termine del periodo, al tampone rino-faringeo. Per quanto riguarda i passeggeri agli approdi a Messina, i controlli sanitari continueranno a essere assicurati dalla Regione, mentre per gli aeroporti di Palermo e Catania, la cui competenza è in capo all’Usmaf, Musumeci ne ha chiesto il rafforzamento.
“Siamo arrivati alla Fase 2 – sottolinea il governatore – quindi bisogna allargare un po’ la maglia, ne siamo tutti consapevoli. Naturalmente, man mano che il tempo scorre, verificheremo il dato epidemiologico e quindi valuteremo se chiedere di aumentare, di volta in volta, il numero dei voli, delle corse del treno e dei traghetti sullo Stretto. Voglio chiarire – aggiunge Musumeci – che un blocco per i casi di necessità non c’è mai stato. Neanche nei momenti più critici dell’epidemia, sia gli ordinamenti nazionali che quelli regionali hanno sempre consentito l’ingresso alle Forze dell’ordine, alle Forze armate, al personale sanitario, e per gravi motivi personali, sanitari o di famiglia”. 

“Nessuno deve pensare, però – conclude il presidente – che la “Fase 2″ sia un ‘tutti liberi’, stiamo attenti. Il dato di tre regioni deve farci riflettere: in questo momento, Veneto, Lombardia e Piemonte assieme hanno 60 mila positivi, la Sicilia 2.200. Ho ricevuto centinaia di richieste da parte di ragazzi soprattutto che mi chiedevano ‘ci faccia a rientrare, ci faccia rientrare’. Sono padre e nonno e comprendo benissimo l’emozione, l’affetto e le necessità che si pongono in una famiglia. Ma credetemi è difficile trovare il punto di equilibrio per coniugare, da una parte, le esigenze affettive e, dall’altra, le esigenze della prudenza e della cautela, per evitare che si possa entrare in Sicilia senza sapere di essere portatori del virus. Come succede anche agli asintomatici. Quando c’è stato il famoso esodo di inizio marzo, su decine di migliaia di persone abbiamo trovato centinaia di positivi che non mostravano assolutamente alcun sintomo. Quindi bisogna stare prudenti per evitare di ricominciare da capo e la ricaduta sarebbe più complicata della prima fase. Quindi buon rientro a chi ha più di un motivo per rientrare nella nostra Isola, per tutto il resto guardiamo avanti”.– 

Un contagiato in piu’ in provincia, report molto dettagliato dell’Asp

E’ stato diffuso questa sera un report con molti piu’ dettagli da parte dell’Asp di Agrigento sulla diffusione del virus in provincia.

Per la prima volta si puo’ conoscere il numero dei tamponi effettuati dall’inizio dell’emergenza e quelli effettuati nelle ultime 24 ore.

Per la prima volta inoltre, la distribuzione territoriale comune per comune del virus riporta anche i guariti, i deceduti e il numero degli attuali positivi.

Le persone ricoverate restano otto nelle strutture ospedaliere fuori della provincia.

Registrato un caso positivo in piu’ rispetto a ieri.

Nuovo direttore dei lavori e 50 operai nel cantiere per il completamento delle case popolari di Largo Martiri di via Fani a Ribera

0

Questa mattina è arrivato anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, nel cantiere per la realizzazione dei 60 alloggi popolari in Largo Martiri di via Fani, a Ribera. Si sono apprese importanti novità ed è stato il commissario dell’Iacp di Agrigento, Gioacchino Pontillo, a comunicarle.

La prima è che il cantiere da oggi è tornato operativo a seguito della sanificazione disposta dal nuovo direttore dei lavori, l’architetto Alfonso Cimino, che sostituisce il predecessore, andato in pensione. Nei prossimi giorni, secondo quanto comunicato da Pontillo, arriveranno 50 operai nel cantiere. Rispetto al completamento delle opere previsto a settembre 2020 l’obiettivo è di definire il tutto entro la fine dell’anno con un ritardo di qualche mese. Il cantiere, però, prima dell’emergenza Coronavirus, aveva subito un altro stop nell’ultima parte del 2018 e poi il Genio Civile di Agrigento ha rimosso la prescrizione che aveva dato a proposito dei terreni di fondazione. Dopo 8 anni da quando hanno dovuto lasciare quelle case, realizzate negli anni Settanta con cemento depotenziato, le famiglie riberesi potranno tornare in Largo Martiri di via Fani.

Apparecchiature e dispositivi di protezione all’ospedale di Ribera

Il Rotary ancora protagonista a Ribera nell’attuale fase di emergenza Coronavirus. Questa mattina il club, guidato dal presidente, Nino Schillaci, ha consegnato all’ospedale Fratelli Parlapiano due monitor multiparametrici, 40 visiere paraspruzzi e 100 mascherine chirurgiche. A ricevere apparecchiature e dispositivi il direttore sanitario del Fratelli Parlapiano, Salvatore Cascio, e il primario di Rianimazione del Giovanni Paolo II di Sciacca, Franco Petrusa.

In favore del presidio ospedaliero di Ribera è intervenuto anche il Circolo “Buoni Amici” di Ribera che ha donato un monitor multiparametrico. Sono intervenuti alla consegna il presidente, Ignazio Mascarella e il socio Serafino Mazzotta.

Coronavirus, restano 69 i contagiati in provincia di Agrigento

Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 16 di oggi (lunedì 4 maggio), così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 127 (16, 24, 11); Catania, 683 (84, 238, 88); Enna, 296 (119, 93, 29); Messina, 375 (76, 124, 51); Palermo, 393 (61, 95, 28); Ragusa, 54 (5, 32, 6); Siracusa, 113 (39, 96, 25); Trapani, 92 (4, 42, 5). Il prossimo aggiornamento avverrà domani.
Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.

Coronavirus, in Sicilia situazione stabile con meno ricoveri e 2.202 positivi

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 16 di oggi (lunedì 4 maggio), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 87.166 (+1.211 rispetto a ieri), su 79.336 persone: di queste sono risultate positive 3.255 (+15), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.202 (-1), 809 sono guarite (+14) e 244 decedute (+2).
Degli attuali 2.202 positivi, 403 pazienti (-9) sono ricoverati – di cui 27 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.799 (+8) sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.