Operazione “Mercato del sesso” a Castelvetrano, i residenti ringraziano le forze dell’ordine

Hanno deciso di ringraziarli con una missiva inviata al sito Castelvetranonews.it i residenti di Via Ferruccio Centonze e via Scinà con la quale hanno rivolto il loro personale  plauso e ringraziamento  alle forze dell’ordine per il lavoro fatto che ha portato all’operazione “Mercato del sesso”. Il blitz ha permesso di sgomberare dalle prostitute gli appartamenti utilizzati da un giro di prostituzione di ragazze sud americane ma anche di transessuali. Da diverso tempo, a causa della presenza delle prostitute, la zona era diventata degradata e invivibile specie nelle ore notturne.

Allerta meteo in provincia di Agrigento con codice arancione

Nuovo allerta meteo per la Sicilia a causa dello spostamento verso sud della perturbazione che sta interessando buona parte della penisola. Nell’avviso del Dipartimento Regionale della Protezione Civile (Centro Funzionale Decentrato Multirischio integrato – Settore Idro) viene segnalato il codice Arancione per il rischio meteo-idrogeologico a causa del maltempo che interesserà tutta la regione a partire dalle prime ore del mattino e per tutta la giornata di domani, venerdì 12 ottobre. Previste infatti condizioni meteo avverse con precipitazioni da sparse a diffuse, con carattere di rovescio o temporale , con possibilità di forti raffiche di vento ed intensa attività elettrica che interesseranno anche la nostra provincia.
Il Gruppo di Protezione Civile del Libero Consorzio di Agrigento, tra i destinatari dell’avviso, ha giù attivato le procedure di intervento nel caso si manifestassero situazioni di criticità, in accordo con gli uffici di Protezione Civile dei singoli Comuni.
A causa dei possibili fenomeni di piena di fiumi e torrenti nonché dei valloni tributari, con rischi di esondazione che potrebbero interessare anche i tracciati di alcune strade della viabilità secondaria, il Libero Consorzio raccomanda, in caso di maltempo, di spostarsi in auto lungo le strade provinciali solo in caso di effettiva necessità, prestando la massima attenzione negli attraversamenti anche in considerazione delle condizioni dei tracciati di buona parte della rete viaria interna e del concreto rischio di riversamenti di fango e detriti sulle sedi stradali. Attenzione in particolare nei pressi di torrenti e valloni, ma anche in alcune aree (es. nella piana di Licata) ove frequenti sono gli allagamenti delle strade.
Tecnici e cantonieri del Settore Infrastrutture Stradali seguono con la massima attenzione l’evoluzione delle condizioni meteo per eventuali interventi finalizzati alla sicurezza degli automobilisti.

Multe per Girgenti Acque, scarico dei reflui non a norma a Ribera e Realmonte

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Piu’ contestazioni per violazioni dello smaltimento dei reflui fognari a carico della Girgenti Acque.  Le violazioni sono state accertate  dal settore Ambiente e Territorio, Infrastrutture stradali e Protezione civile del Libero consorzio comunale,  hanno portato a due diverse multe: una da 6 mila euro e un’altra da 1.500 euro. La piu’ cospicua  per lo scarico di reflui fognari dell’impianto di depurazione del Comune di Realmonte. L’Ufficio del Libero Consorzio ha accertato un’ autorizzazione scaduta. La seconda per il depuratore comunale  della localita’ Torre a Ribera dove invece, e’ stato constatato  l’assenza di misuratori di portata reflui, sia in entrata  che in uscita all’impianto, oltre i relativi autocampionatori. Le contestazioni sono state conpiute nel 2014 e Girgenti Acque ha avanzato le sue giustificazioni che  non sono  state considerate dal settore Ambiente e Territorio del Libero consorzio comunale, ma ritenute  irrilevanti e prive di fondamento giuridico. Girgenti Acque, dovra’ adesso è pagare entro 30 giorni dalla data di notifica dei due provvedimenti.  

Quattro furti in due mesi, i carabinieri denunciano un ragazzino di 14 anni

Si sarebbe reso autore di quattro furti in soli due mesi, ma alla fine è stato individuato dai carabinieri della stazione di Raffadali e denunciato all’Autorità Giudiziaria. È questo il significativo bilancio dell’indagine portata a termine dai militari dell’Arma che ha visto protagonista un 14enne raffadalese, il quale, nelle ultime ore, è stato collocato dai carabinieri presso una Comunità per minori. Il 14 enne, nonostante la sua giovanissima età, era già da qualche tempo sotto osservazione dei carabinieri, i quali, attraverso meticolose indagini e mediante la visione di un ingente quantitativo di filmati di video sorveglianza dell’intero paese, sono riusciti a dimostrare le responsabilità del presunto “baby” ladro seriale, facendo luce su quattro episodi di furto avvenuti nel giro di due mesi: il primo ad inizio agosto, ai danni di un negozio di telefonia di Raffadali, dove sono stati asportati vari telefoni cellulari per un valore di circa 5000 euro. A seguire, un furto in abitazione dove sono stati arraffati denaro contante (circa un centinaio di euro), gioielli (collane e un bracciale in oro) ed un telefono cellulare. Successivamente, un altro furto in abitazione, sempre a Raffadali, in cui sono stati sottratti 7 pregiati cardellini del Venezuela (del valore stimato di circa mille euro) ed infine, un furto ai danni di un bar del centro, in cui sono stati rubati i soldi (circa 50 euro) contenuti nella cassa.

I carabinieri di Raffadali, al termine dell’attività investigativa, nel corso di una perquisizione domiciliare, sono riusciti anche a recuperare gran parte della refurtiva ed a restituirla ai legittimi proprietari. A causa di questa escalation di furti commessi, il Gip del Tribunale per i Minorenni di Palermo ha disposto nei confronti del giovane la misura cautelare del collocamento presso un’apposita comunità.

 

Le demolizione di palazzo Lombardo, a Santa Margherita Belice, con il braccio meccanico da 30 metri

E’ entrato in azione un escavatore  con un braccio meccanico di 30 metri collegato a una pinza demolitrice per abbattere, a Santa Margherita Belice, il palazzo Lombardo, struttura di sette piani che si trova a poca distanza dal palazzo del Gattopardo. I lavori sono entrati nella fase principale e il sindaco, Franco Valenti, assicura che entro Natale saranno completati. L’impresa Vna, di Raffadali, vincitrice della gara fra le 16 partecipanti, continua l’attività.  La parte limitrofa a un fabbricato esistente viene abbattuta con la tecnica della demolizione controllata: ogni singola parte strutturale, pilastri, travi e solai, vengono affettati e discesi a terra attraverso una gru. Su questa parte è stato, infatti, predisposto un ponteggio a protezione dei lavoratori. Sulla parte restante, circa due terzi della struttura, si procede, invece, alla demolizione con l’escavatore munito di pinza demolitrice. Ed è questa seconda fase che è stata avviata. Palazzo Lombardo viene demolito per ragioni di sicurezza pubblica. La struttura, in cemento armato, senza travi trasversali, ma solo longitudinali, di 7 piani, alta circa 30 metri, concepita con le conoscenze risalenti agli anni ’60, è rimasta incompleta a seguito del sisma della notte del gennaio 1968. I lavori di demolizione sono stati finanziati dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile con 422 mila euro “stante l’accertata pericolosità dell’immobile, volta alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità, nonché alla prevenzione dei rischi sul territorio”. Risoluto.it mostra, grazie alla collaborazione di Francesco Graffeo, un breve video della fase di demolizione di questa mattina.

Bonifica dall’amianto, il Comune di Ribera stanzia 10 mila euro

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Il Comune di Ribera ha stanziato 10 mila euro per la rimozione e lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto abbandonati nel territorio comunale. Il servizio Ecologia ha segnalato alla giunta la necessità di provvedere alla raccolta e smaltimento nelle aree comunali, evidenziando che il mancato intervento “può costituire danno grave per la salute pubblica”. La giunta ha deliberato dopo avere ottenuto il parere di regolarità tecnica.   Il Comune di Ribera nelle scorse settimane ha disposto la bonifica di qualche area dai rifiuti che erano stati abbandonati, procedendo in seguito alla collocazione di telecamere di sorveglianza nelle zone interessate.

La Valenti come “Il Blasco”, all’indomani del consiglio di fuoco:”Eh già…ma sono ancora qua”

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La giornata della sindaca Francesca Valenti è iniziata con un commento affidato a Facebook. All’indomani della rovente seduta del consiglio comunale con al centro il dibattito politico dopo l’azzeramento della Giunta, la prima cittadina ha postato una frase citando il testo di una canzone del rocker Vasco Rossi. Si tratta di una vera e propria svolta pop nella comunicazione della professoressa Valenti che in precedenza, si era affidata a citazioni latine per commentare e dire la sua sulla vita politica. Dai giuristi ai grandi filosofi, la Valenti in passato ha sempre preferito le frasi dotte e colte, certo non di immediata comprensione per gli utenti della rete. D’altronde era stata la prima cittadina in diverse interviste , per spiegare le ragioni della “terapia d’urto” da lei voluta e che poi ha portato all’integrale sostituzione della giunta, a fare mea culpa nel difettare in alcuni problemi di comunicazione alla città. Certo però che il passo ora è segnato dalla profondità delle parole di Sant’Agostino, prese in prestito in altri momenti, a quelle più dirette e immediate del Blasco. “Eh già. Sembrava la fine del mondo. Ma sono ancora qua”: ha scritto la Valenti stamattina sul suo profilo social riferendosi chiaramente a quello che era stato preannunciato come uno scontro dai toni molto accesi che poi così si è rivelato nelle dinamiche della discussione tra i componenti del consiglio, ma che oggi la sindaca tende a sminuire con la constatazione che la sua attività amministrativa va comunque avanti. La frase, per certi aspetti beffarda e sardonica, della sindaca su Facebook, non è di certo passata inosservata e sono tanti gli “amici”  che hanno poi a loro volta commentato e detto la loro tra incitazioni a proseguire.  

“Meno metropoli e più paese”, di Michele Benfari

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri un articolo di Michele Benfari.

“Ho fatto tanti mestieri. Quasi tutti mi hanno lasciato dentro una passione. Quella che non vive più nei meati e nei grovigli sanguigni di molti giovani “contemporanei”. Sembriamo davvero destinati, come riporta su La Repubblica Palermo di qualche anno fa Tano Gullo che intervista Manlio Sgalambro, “ad affondare perennemente perché non c’è nessun punto di arrivo, come l’isola di Ferdinandea”? Sembra “Un elemento di destino…”, dice ancora. In effetti Sgalambro con la saggezza e l’acume che lo contraddistinguevano, negava una “patria” ai siciliani. Lui stesso, pur amandola perdutamente, non vi appartiene più. Come non dargli ragione se ogni giorno assistiamo inermi alle incursioni dei nuovi barbari che oltraggiano città, paesi, coste, montagne, dolci panorami. In Sicilia mia il senese Cesare Brandi, facendo il periplo di Levanzo in barca negli anni ‘70, viene avvertito dai pescatori che “tra poco sarà realizzata una strada per recarsi dal piccolo borgo ad una grotta…” Qui bisogna far voti perché questa stupidissima strada non venga mai fatta, scrive Brandi, “dove la via del mare è cosi bella e suadente, dove il sentiero di terra, seppur faticoso, non è poi da fare in cordata”. E’ questa la via da seguire? Niente progresso quindi? Poniamoci una domanda. Ma oggi a cosa somigliano le nostre città? Forse a Pentesilea, la città dal nome di donna che esplode al di là dei confini della propria cinta muraria e, onnivora, onnipervasiva, invade tutto quello che incontra davanti a sé. Nel finale de Le città invisibili, Italo Calvino ne descriveva i sobborghi “sparpagliati, ovunque come un pigmento lattiginoso”, i confini slabbrati: la città è periferia di se stessa, il suo centro è in ogni luogo. Ricorda moltissimo gli incubi di certi filosofi: come la Cosmopoli di Oswald Spengler, “colosso mondiale disgiunto dalle potenze della natura” e isolato dal suolo da una pavimentazione d’asfalto; o l’immenso “paesaggio da cantiere” in cui Ernest Junger riconosceva l’impronta del passaggio dell’Operaio sulla Terra. Ma non si tratta del parto della fantasia visionaria di uno scrittore, né dell’affresco preveggente del più insonne dei critici della modernità. Parliamo invece di un paesaggio fin troppo familiare, quello della metropoli contemporanea, che si presenta nei suoi tratti – tanto più inquietanti, quanto più reali – nella ricognizione disincantata di un uomo di scienza: uno studioso del territorio. E tuttavia la città tardomoderna, cosi come la descrive Alberto Magnaghi nel Il progetto locale, conserva tutte le caratteristiche di quelle profetiche prefigurazioni: la perdita del centro, l’espansione indifferenziata di un’immensa periferia, l’uniformità (spesso coincidente col brutto!), l’astrattezza di un ambiente ormai del tutto sganciato dal paesaggio naturale.

Non più “invisibile”, la Pentesilea di Calvino è l’odierna città diffusa, scoppiata, la ville éclatée di cui è sempre più arduo definire i confini e che si allarga fino ad avvolgere a rete il globo terracqueo. Identica e ubiqua, essa si riproduce a ogni latitudine secondo lo stesso clone. Il prezzo più alto di questa evoluzione è l’inesorabile cancellazione del territorio, sepolto dalle “protesi tecnologiche”, ignorato nelle sue bellezze peculiari, appiattito nella sua profondità spaziale: dalle viscere della terra al cielo. L’effetto più eclatante è il degrado ambientale, che non è solo rottura dell’equilibrio biologico, bensì anche malessere estetico e sociale: il brutto dialoga col bello peggiorando le condizioni di vita dei cittadini che, ob torto collo, sono divenuti abitanti di “non luoghi” (le città di plastica, le città di cemento, le piazze telematiche, i giardini finti…) e ai quali è stata sottratta la terra sotto i piedi. A che pro le denunce, i dibattiti, le tavole rotonde se le risposte coincidono con una sequela innumerevole di azioni correttive quali divieti, vincoli, tasse, oppure impiego di termovalorizzatori, marmitte catalitiche, depuratori, benzine pulite, motori euro 6, che intervengono solo a contenere lo sviluppo che è di per sé la causa del degrado?

Alla luce di queste considerazioni, il senso dell’analisi di Magnaghi non è quello di dipingere scenari catastrofici, né tanto meno di esprimere “un pensiero antiurbano, antimoderno, ruralista”. La sua disamina conduce piuttosto a un’ipotesi costruttiva, propositiva. A un progetto tutto impostato sul concetto di “locale”, oggi vero terreno di scontro e oggetto di attenzione da parte di globalisti, secessionisti, nazionalisti, federalisti. Il “locale”, spiega Magnaghi, non è il piccolo per il gusto del piccolo: è piuttosto quella dimensione, indipendente dalle proporzioni geografiche, in cui torna ad essere valorizzata la qualità peculiare dei luoghi, in cui viene ripristinata la cura di un territorio che presenta caratteristiche, fisionomie e risorse culturali. Appunto, l’attenzione a questa particolarità rappresenta il passaggio fondamentale per instaurare una feconda cultura delle differenze, un “multiverso di stili”, e per dare luogo ad un nuovo radicamento. Ma in primo luogo, occorre formare i soggetti della politica locale: occorre che esistano gli abitanti, attualmente espropriati da ogni decisione sul proprio territorio. L’autoriconoscimento, la capacità di ripensarsi attraverso una riconquistata sapienza ambientale è condizione irrinunciabile di un avveduto autogoverno delle società locali. Tutto ciò si farà solo se avremo il coraggio di riappropriarci della passione per la bellezza e della nostra vita, come di una verità che ha nuova luce”.

Michele Benfari

Enzo Iacono confermato segretario della Funzione pubblica Cgil di Agrigento

Enzo Iacono è stato confermato segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Agrigento. Il rinnovo della fiducia è arrivato al termine del congresso provinciale che è stato celebrato a Casa Sanfilippo, sede del Parco Archeologico Valle dei Templi. La sua relazione ha percorso la proficua attività fini qui svolta dalla struttura a favore dalla categoria. Iacono ha poi tracciato le linee guida del programma per il prossimo quadriennio, offrendo disponibilità e impegno nell’azione sindacale da portare avanti a tutela dei diritti dei lavoratori e a garanzia della qualità dei servizi pubblici erogati alle comunità. Ai lavori, moderati da Alfonso Buscemi, segretario regionale Fp Cgil Sicilia, ha preso parte il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, il quale ha assicurato: “Io sono un lavoratore come voi, al servizio delle Istituzioni dello Stato. Non farò mai mancare sostegno, apporto e partecipazione a beneficio del territorio. Troverete in me sempre grande disponibilità e proficua collaborazione nell’affrontare la quotidianità, ma anche le emergenze sociali”. Per il massimo rappresentante provinciale del governo si è levato un coro di applausi e apprezzamenti. Nel corso della mattinata si sono susseguiti una serie di interventi programmati, come quelli di Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp Cgil Sicilia, e di Massimo Raso, segretario generale della Cgil di Agrigento, ma anche numerosi contributi dalla platea. A chiudere è stata la leader nazionale del comparto, Serena Sorrentino, la cui presenza ha impreziosito e qualificato il profilo del congresso di Agrigento che ha fatto registrare una massiccia partecipazione. Il suo intervento, grazie alla competenza, alla passione e al riconosciuto carisma, è stato particolarmente seguito, gradito e condiviso dai lavoratori e dal gruppo dirigente. La Sorrentino ha parlato di valori, quelli fondamentali, universali “sui quali – ha sottolineato – la Cgil dovrà tornare a puntare: solidarietà, uguaglianza, diritti di cittadinanza e sviluppo. E a seconda di ogni valore – ha puntualizzato – fa una proposta di azione sindacale. Noi della Funzione Pubblica, per il ruolo strategico che esercitiamo all’interno dell’Organizzazione, proponiamo la contrattazione inclusiva”.

Dimissioni? La sindaca Valenti in consiglio comunale:”Non ci penso proprio piuttosto lasciatemi lavorare”

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L’abbecedario del tanto annunciato e tesissimo consiglio comunale di ieri sera puo’ essere racchiuso nelle parole ripetute e abusate  tra i banchi di destra e di sinistra che “il politichese”, unica lingua in uso e concessa nella seduta con il punto all’ordine del giorno del dibattito politico, ha saputo proporre nel giorno della sua osservanza. E ieri sera c’e’ stato tutto quello che ci si aspettava. Da un lato le critiche, le accuse, dall’altro il rimpallo e la difesa. “Teatrino” qualcuno lo ha definito, “gioco delle parti” qualcun altro lo ha frettolosamente etichettato: questo botta e risposta tra minoranza e opposizione senza poi non farsi mancare l’apice della serata con l’intervento di Paolo Mandracchia, ex assessore azzerato e unico sopravissuto di quel gruppo politico a sedere ancora in quell’aula. Mandracchia ha delegittimato la nuova composizione “non eletta dai cittadini”  svuotando il sacco sulla vicenda del cambio totale della Giunta rilanciando la teoria di una “regia” precisa di Nuccio Cusumano e Michele Catanzaro, piu’ qualche consigliere “cecchino”. Mandracchia ha piu’ volte invitato il primo cittadino a chiarire le modalita’ e i termini di questo azzeramento suggerendo poi alla collega Cinzia Deliberto di non fidarsi delle “promesse da marinaio” di chi l’ha riportata in consiglio. Bellanca ieri sera ha tuonato cosi’ come era prevedibile che l’ex amministratore facesse dallo scranno consiliare: “Questo centro sinistra ha fallito ancora una volta. Dietro di me nessun potente barone politico. Sono un uomo libero e tale voglio restare”. Toni accesi anche da Carmela Santangelo che dopo la dichiarazione dell’abbandono della maggioranza, stasera ha fatto il suo passaggio in opposizione. “Cara sindaca – ha ribadito – avevo creduto in un progetto politico che e’ evidente che non esiste piu Un consigliere rappresenta i cittadini e solo a questi deve rispondere”. Poi i passaggi degli esponenti del centrodestra da Giuseppe Milioti che ha individuato i mandanti di un fallimento e di una esperienza amministrativa gia’ conclusa per la litigiosita’ del centro sinistra. “Avete scritto – ha detto Milioti – una delle pagine piu’ tristi della storia politica di questa citta”. Richiesta di trascrizione piu’ accurata, invece nell’intervento di Calogero Bono paventando la possibilita’ di querele per le parole pronunciate dal sindaco. Primo cittadino intervenuto due volte in aula con due diversi interventi: “Auspico che stasera sia l’epilogo di un dibattito che non ha portato a nulla durante il quale l’opposizione ha fatto semplicemente il suo. Questa fase distruttiva deve terminare qui – ha detto la sindaca- facendo poi un elenco delle critiche ricevute. Non mi si possono addossare colpe che non ho e non posso ascoltare critiche su argomenti e temi sui quali credo di aver fatto tutto cio’ che si poteva fare come Terme e Girgenti Acque. La Valenti poi ha toccato le polemiche sulla questione degli amministratori part-time e infine “rasserenato” chi auspica le sue dimissioni: “Dimissioni? Non ho nessuna intenzione di farlo. Sono stata chiamata dai cittadini ad amministrare e quello intendo fare. Quindi, non mi interessano neanche le critiche, i toni accesi e le cosiddette beghe politiche. Lasciatemi lavorare”.