“Case a 1 euro” a Sambuca, iniziativa per recupero del patrimonio urbanistico e incentivare il turismo
Il “Borgo più bello d’Italia 2016 lancia l’iniziativa “Case a 1 euro”, ovvero abitazioni in vendita a 1 euro per incentivare il turismo, recuperare il patrimonio urbanistico e architettonico e contrastare lo spopolamento dei centri storici: è l’iniziativa lanciata dall’amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia.
Il progetto, è stato presentato nella sede dell’assessorato regionale al turismo dall’assessore regionale Sandro Pappalardo, dal sindaco di Sambuca Leo Ciaccio e dal vicesindaco e assessore al turismo del comune, Giuseppe Cacioppo.
C’è tempo fino al 2 maggio per partecipare al bando, base d’asta 1 euro, cauzione da 5000 euro a garanzia della ristrutturazione per 17 unità edilizie e impegno a completare i lavori entro tre anni. Gli immobili – ubicati nel centro storico e nel caratteristico quartiere arabo dei sette vicoli – acquisiti al patrimonio comunale, verranno dunque alienati attraverso un’asta pubblica. ”
Soddisfatto il sindaco di Sambuca Leo Ciaccio che ha sottolineato come i centralini del Comune sono stati già intasati di richieste da parte di persone interessate: “All’interno di questo scenario – che negli ultimi cinque anni ha visto già l’acquisto di diverse case del centro storico da parte di cittadini italiani e stranieri, tra cui Francesi, Svizzeri, Lituani, Tedeschi, Inglesi e Ungheresi – la giunta comunale ha deliberato la vendita di 17 unità edilizie al prezzo simbolico di 1 euro, con l’impegno a ristrutturarli entro un periodo massimo di tre anni. Si tratta di immobili – ubicati nel centro storico e nel caratteristico quartiere arabo dei sette vicoli – acquisiti al patrimonio Comunale e che verranno alienati attraverso un’asta pubblica”.
“Ruba un’auto a Sciacca per tornare a casa a Ribera”, denunciato un ventitreenne
Non si ferma all’alt della polizia, lungo la statale 115 di Sciacca, e poi abbandona l’auto e fugge a piedi per le campagne, ma per tornare a casa, a Ribera, ruba una Mercedes e le chiavi vengono rinvenute dagli agenti nella sua abitazione. E’ questa la ricostruzione operata dal commissariato di polizia di Sciacca che riguarda Sandro Andreatto, di 23 anni, di Ribera. Il giovane, la settimana scorsa, era stato arrestato dalla polizia per evasione dai domiciliari. E’ lui che non si sarebbe fermato a un posto di blocco a Sciacca. Adesso gli agenti hanno verificato che per tornare a Ribera, da Sciacca, avrebbe rubato un’auto, una Mercedes. Ed è stato denunciato per furto. Andreatto, che è difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna, si trova sempre agli arresti domiciliari.
Sciacca, città delle Terme. Ovvero, quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini!
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sulle Terme di Sciacca a cura dell’architetto Michele Benfari.
“Il popolo romano sfogava tramite Pasquino, la più famosa statua parlante di Roma, il proprio disappunto denunciando ingiustizie e prepotenze sia della curia romana sia delle famiglie patrizie. Ebbene, fra le diverse «pasquinate» divulgate nel Seicento figurava proprio questa frase satirica, indirizzata a Papa Urbano VIII Barberini e ai membri della sua famiglia per gli scempi edilizi di cui si resero responsabili: questi, in virtù delle cariche e dei poteri ottenuti, fecero danni alla città, maggiori di quelli che avrebbero potuto esser causati da un’invasione barbarica. In uno degli episodi più tristemente famosi, papa Urbano VIII nel 1625 fece asportare e fondere le travature bronzee del pronao del Pantheon, per costruire il baldacchino di San Pietro e i cannoni per Castel Sant’Angelo”.
Ebbene, Sciacca, Thermae Selenuntinae per i greci, Acquae Labodes per i romani e Ash-Shaqqah, termine evocativo di liquide sonorità per gli arabi, da circa due anni, per effetto di una concausa di avvenimenti, molti dei quali riconducibili alla politica regionale nefasta ed insipiente dell’ultimo decennio, sembra galleggiare nel limbo dantesco: luogo dimenticato, come il mondo dell’irrealizzato per sempre, senza gioia e senza pena.
Di queste acque portentose (le salso-solfo-bromojodiche) e delle “stufe miracolose”, ne scrive Diodoro Siculo nel I secolo avanti Cristo, nella sua Storia Universale e, 1600 anni dopo, più puntualmente, il primo geografo-topografo del tempo, Tommaso Fazello (Sciacca, 1498 – Palermo, 1570) nella sua opera De rebus siculis decades duae: una grotta di rara suggestione che fa galoppare la fantasia in una felice sintesi di natura e artificio, tale da giustificare ampiamente la grande fama di cui godettero le terme di Sciacca in epoche lontane, certamente più conosciute in quel tempo che, ahimè, ai nostri giorni.
Ma le cavità carsiche nel dedalo di grotte del monte Kronion, così denominato dai romani perché connesso al culto di Kronos, anche se relegate all’oblio, esalano costantemente vapori e flussi d’aria calda che si disperdono negli innumerevoli meati del massiccio calcareo di monte San Calogero; quest’ultimo, monaco domenicano itinerante proveniente da Costantinopoli, ebbe virtù taumaturgiche e fu grande dispensatore non solo di salute fisica ma anche di morale, qui, come a Termini Imerese e a Lipari.
Insomma, la storia di Sciacca e delle sue terme coincidono. Nel lungo periodo che va dal Medioevo all’ottocento, in cui diventa complessa la ricostruzione del termalismo, un’imponente letteratura di idrologi, geografi, storici e viaggiatori stranieri e italiani, attesta l’interesse e la fama di cui sempre ha goduto Sciacca, intrecciata al fenomeno vaporoso e alle sue acque termali.
Ma il termalismo a Sciacca, malgrado i pregevoli interventi architettonici degli anni cinquanta del secolo scorso, non ha dato la volata al turismo raffinato e colto che, paradossalmente, veniva invece intercettato dai popoli che l’hanno dominata per millenni. La vallata che da Monte San Calogero degrada sino al mare blu del canale di Sicilia, oggi è disseminata da un coacervo di villette unifamiliari senza identità architettonica e il dolce declivio verde rappresentato da Jean Houel nei suoi prestigiosi disegni di viaggio, una volta popolata da semplici case strettamente legate alla dimensione agricola e rurale, è stata violentata dalla mano dell’uomo certamente più criminale di qualunque altra catastrofe. Tutto insieme ammassato impudicamente, in una sorta di appiattimento temporale dove passato e presente finiscono ineluttabilmente col mescolarsi: pietre del Neolitico e anche del III millennio, mischiate a tonnellate di cemento armato, a strade senza uscita, a perenni cantieri mai ultimati. Ora, le acque benefiche e salutari
sono state, dopo anni di corsa folle verso l’edificazione selvaggia, cooptate da migliaia di “pozzi neri” che, con molta probabilità, hanno contaminato le falde superficiali, laddove saraceni e altri popoli incursori non ebbero ragione.
E cosi, malgrado le innumerevoli ricerche speleologiche del Club alpino italiano della seconda metà degli anni cinquanta, dirette in tempi diversi da Giulio Perotti e dall’archeologo Santi Tinè, tese a stabilire la presenza dell’uomo in epoca preistorica e la vita all’interno delle grotte nel periodo neolitico (V-IV millennio a.C.), assistiamo, inermi, all’ultimo capitolo di una disfatta scritta con consapevole determinazione.
La burocrazia regionale, spalleggiata da una politica di bassissimo cabotaggio, sembra non essersi accorta dell’immenso e inquantificabile danno arrecato alla città di Giulietta normanna, dei Perollo e dei Luna, di Guglielmo Peralta sposo di Eleonora d’Aragona, di Tommaso Fazello, del celebre botanico Gerardo Noceto, del mecenate catalano Antonio Pardo, del maiolicaro Nicola Lo Sciuto, del pittore Mariano Rossi, con i suoi mirabolanti affreschi a Villa Borghese…
Sciacca e le sue terme tramontano. Una nuova pagina dovrà essere scritta da nuovi mecenati della bellezza. Questo immenso patrimonio idrotermale e architettonico (che tutto il mondo ci invidia) non può più essere appannaggio di una classe dirigente pavida e ignorante, in uno, di chi l’ha ridotto al punto in cui ci troviamo. E’ una questione che non appartiene più agli Enti pubblici che sin ora l’hanno (mal) gestita. Le Terme ritroveranno la loro ragion d’essere soltanto quando al loro rifiorimento parteciperanno uomini coraggiosi e competenti che sapranno riscoprire l’enorme opportunità che è stata tale per duemila anni e, per questo, non serviranno istruzioni per l’uso; la rinascita ascolterà la voce del cuore, quella che crea tumulto e scariche di adrenalina, quella che guida la mente di chi non si annoia a trovare il significato delle cose e la soluzione giusta anche per le “storie” che sembrano perdute.
Nuova possibile soppressione del Centro Medico Inps, Tribunale dei Diritti del Malato” Ipotesi da scartare”
Il Tribunale dei Diritti del Malato di Sciacca interviene nuovamente sulla possibile ipotesi del rischio soppressione della sede medico legale dell’ I.N.P.S. di Sciacca.
“Abbiamo appresso – scrive il Tdm- che nel nuovo progetto di riorganizzazione dell’Area Medica sarebbe stata ripresa l’ipotesi, che speravamo scongiurata, della soppressione del Centro Medico legale di Sciacca. Ritorniamo a ribadire che tale decisione non tiene conto dei bisogni e delle difficoltà dei cittadini che, in stato di necessità, chiedono quelle prestazioni previste per legge utili a migliorare la loro condizione di salute ed il loro benessere personale.
Il Tdm con una nota nel gennaio del 2017, indirizzata a tutti gli organi istituzionali, aveva già evidenziato la necessità di salvaguardare la sede di Sciacca per i disagi che la soppressione avrebbe inevitabilmente causato all’utenza.
Complesso della Badia Grande verso la chiusura, Bono e Milioti ne temono il degrado
I consiglieri comunali Calogero Bono e Giuseppe Milioti, in una lettera firmata anche da altri cittadini, hanno scritto al sindaco Francesca Valenti in merito alla vicenda che scaturisce dalla decisione dell’Istituto delle Figlie della Misericordia e della Croce di chiudere la scuola dell’infanzia presso il complesso monumentale della Badia Grande non venga chiusa. “È auspicabile – scrive Bono – che le suore continuino il loro egregio lavoro di educazione. Tuttavia – aggiunge – non ci risulta, allo stato attuale, alcuna azione intrapresa da questa amministrazione sull’uso futuro dei locali (che lo ricordiamo sono di proprietà comunale) nel caso in cui, a fine anno scolastico, la decisione dovesse essere messa in pratica”. Bono teme che la possibile chiusura dei locali della Badia Grande possa determinarne il degrado. “Per scongiurare questa evenienza – osserva – crediamo che sarebbe oltremodo opportuno iniziare una interlocuzione non solo con le forze politiche, ma anche con le associazioni culturali presenti in città al fine di individuare quale potrebbe essere l’uso più idoneo”. Diverse le opzioni possibili: dall’istituzione di un asilo comunale a un centro di aggregazione per giovani o, magari, utilizzare gli ampi locali ed adibirli a sale espositive dove allocare una serie di opere che allo stato attuale non sono valorizzate o peggio ancora, pur essendo di proprietà della città di Sciacca, sono disseminate in altre città.
Cantieri di servizio, Francesca Valenti: “Anche Sciacca ha presentato per tempo la manifestazione d’interesse”
“Su cantieri di servizio e cantieri di lavoro abbiamo fatto il nostro dovere”. Lo ha spiegato oggi Francesca Valenti, rispondendo così alla nota di ieri dell’opposizione di centrodestra, che aveva lanciato un allarme in ordine ad una informativa proveniente dall’Assessorato alla Famiglia contenente l’elenco dei comuni siciliani che non avevano avanzato la necessaria manifestazione d’interesse per poter ambire all’ammissione a finanziamento. “Noi abbiamo spedito la documentazione necessaria il 12 marzo, tre giorni prima della scadenza dei termini. Abbiamo già chiesto spiegazioni, dimostrando (ricevute PEC alla mano) la trasparenza del nostro agire, e i funzionari ci hanno già fatto sapere che è tutto risolto”. Oggi a Palermo si è precipitata di persona l’assessore Annalisa Alongi, per verificare il buon esito di questa vicenda. Vicenda su cui il centrodestra ieri sembrava pronto ad attaccare. “Vedo solo accuse e giudizi sommari, secondo me non è così che si fa la contrapposizione politica”, ha detto il sindaco di Sciacca.
Porta a porta, Mandracchia: “Alla Perriera e al Ferraro si partirà il 17, l’amministrazione su questo è inflessibile”
Mentre a nome del Comitato per la trasparenza dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti Stefano Scaduto oggi invita il sindaco Valenti a pretendere dalle ditte Sea- Bono, la bozza della carta dei servizi, prevista dal piano Aro, nell’ottica di rilevare il grado di soddisfazione dell’utenza rispetto alla qualità del piano ARO, oggi l’assessore Paolo Mandracchia ha rinnovato l’appello ai cittadini a una superiore collaborazione nell’interesse del funzionamento del “porta a porta”, giunto appena al suo secondo giorno. “Al momento – ha detto l’assessore – la Polizia Municipale riscontrerà eventuali disfunzioni e le segnalerà ai cittadini. Ma passata la fase iniziale, in presenza di ulteriori comportamenti sbagliati si procederà alle sanzioni”.
Mandracchia ha poi spiegato le ragioni per le quali si è preferito distribuire i mastelli direttamente presso i centri di raccolta (Mattatoio compreso), e non con un servizio a domicilio. “Volevamo essere più spediti, ma è evidente che non ci siamo riusciti, anche perché l’utenza si è concentrata per ritirare i mastelli negli ultimi giorni. In ogni caso – ha concluso – abbiamo già chiesto alla ditta di aumentare i punti di distribuzione, e stiamo aspettando che questo accada”.
Intanto Mandracchia conferma: “Il porta a porta nelle zone tuttora scoperte, dalla Perriera al Ferraro, deve partire necessariamente il 17 aprile. È vero, le ditte ci hanno chiesto di rinviare, ma su questo l’amministrazione è inflessibile”.
Danni maltempo novembre 2016: la Protezione civile dichiara ammissibili le somme richieste dai privati
La dichiarazione dello stato di emergenza culminò con una quantificazione dei danni subiti dal territorio di Sciacca in 30 milioni di euro. Stiamo parlando dell’alluvione del 25 novembre del 2016. Solo oggi il sindaco Francesca Valenti ha reso noto che il Dipartimento regionale della Protezione Civile ha accolto, dichiarandole ammissibili, le istanze di ristoro presentate da oltre un centinaio tra proprietari di edifici privati e attività produttive a suo tempo danneggiate. Richieste, quelle presentate, che superano i 9 milioni di euro. Bisognerà capire se nel via libera al relativo finanziamento non sarà adottata la solita scure dei tagli. Ammonta a poco più di un milione di euro, invece, l’importo delle opere pubbliche presentate all’interno di un listone dall’amministrazione comunale. Si tratta, in particolare, di sistemazioni e pulizia dei torrenti Bagni e Cansalamone, dei ponticelli Raganella-Baiata e e Foce di Mezzo, della strada del pellegrinaggio Sciacca-San Calogero, del ripristino della viabilità a San Giorgio e della messa in sicurezza della via al Lido. Vedremo come andrà a finire. Nel frattempo, però, il sindaco ha appreso che in merito all’altra alluvione, quella del gennaio del 2017, la Regione non ha accordato alcun ristoro. “Chiederemo notizie sia sui tempi riguardanti l’accreditamento delle somme approvate, sia sulle ragioni per le quali i danni causati dal maltempo del 2017 non sono stati riconosciuti”, ha riferito Francesca Valenti.
Tentata rapina ad un bar di Grotte, in manette un uomo di Racalmuto
Erano passate da poco le 19, ieri sera a Grotte, quando un malvivente era entrato in un bar del centro in quel momento affollato di persone.
Incurante della situazione, il soggetto si è avvicinato alla cassiera mostrandole una pistola che teneva nella cinta dei pantaloni, con l’intento di farsi consegnare l’incasso del bar. Ma alcuni avventori si sono accorti di quanto stava accadendo inducendo l’uomo a scappare via.
Immediatamente i Carabinieri della Stazione di Grotte, allertati telefonicamente, sono intervenuti sul posto, riuscendo attraverso le prime descrizioni dei testimoni a delineare un identikit del soggetto. Tra le prime ipotesi al vaglio, vi era anche quella che portava ad un individuo racalmutese, Vincenzo Milioto.
La tempestiva sinergia investigativa tra la Stazione Carabinieri di Grotte e quella di Racalmuto , ha fatto scattare subito le ricerche. E proprio durante un posto di blocco attuato lungo corso Garibaldi di Racalmuto, i Carabinieri della locale Stazione hanno sorpreso il sospettato Vincenzo Milioto, il quale nell’immediatezza ha tentato la fuga, opponendo resistenza, venendo subito bloccato dai militari.
Durante la perquisizione, è stata rinvenuta una pistola, fissata alla cinta dei suoi pantaloni, una Beretta calibro 9, con relative cartucce, risultata avere la matricola abrasa, ancora con il colpo in canna e dunque pronta a sparare. Per Vincenzo Milioto, 38 enne, sono scattate le manette per “Tentata Rapina aggravata”, “Porto e detenzione abusiva di pistola” e “Resistenza a Pubblico Ufficiale”.
L’uomo avrebbe eluso anche l’obbligo di “sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno” nel comune di Racalmuto. Milioto è stato tradotto al carcere di Agrigento.
Festeggiata all’Amato Vetrano la Giornata del Mare e della Cultura Marinara
Si è svolto questa mattina all’Auditorium dell’Istituto Amato Vetrano di Sciacca l’incontro/convegno sulla “Giornata del Mare e della Cultura Marinara” organizzata dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Sciacca.
Alla presenza di istituzioni, personalità, rappresentanze di studenti e docenti e di altre istituzioni scolastiche, hanno partecipato le classi dell’istituto saccense mentre tra i relatori il Comandante guardia Costiera di Sciacca, tenente di vascello, Sebastiano Sgroi, l’avvocato Aldo Rossi, Presidente della Lega Navale di Sciacca e gli esperti Mimmo Macaluso e Salvatore Mugnai, responsabile del WWF – Sicilia.