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Sciacca ancora invasa dai rifiuti e il centrodestra attacca: “Il tempo del riposo per l’amministrazione Valenti è finito”
In tema di rifiuti l’amministrazione Valenti naviga a vista, anzi, il sindaco e l’assessore Mandracchia non riescono ad incidere sulla problematica. E’ l’affondo portato, questa mattina, dai gruppi del centrodestra mentre la città è ancora invasa dalla spazzatura. “Non si può accettare che la città ancora oggi debba essere mortificata con la presenza di cassonetti stracolmi di indifferenziata – tuonano dal centrodestra -. E’ partito il piano Aro e devono essere accelerate le procedure per implementare la raccolta differenziata. L’emergenza odierna non è legata all’umido o al multimaterialesecco, che vengono raccolti regolarmente, ma solamente alla frazione indifferenziata che deve essere conferita in discarica”. Per l’opposizione di centrodestra “la Regione richiede una accelerazione sul tema della raccolta differenziata e questa situazione odierna deve essere uno stimolo per la lenta amministrazione comunale per affrontare tale importante tematica con l’attenzione giusta. Ci aspettiamo che nel giro di pochi giorni – aggiungono dall’opposizione – venga attuato il corretto porta a porta ed inizino le campagne di sensibilizzazione ai cittadini previste nel piano Aro. Il tempo del riposo per l’amministrazione comunale è finito e la città oggi non vuole più scuse”. I consiglieri comunali del centrodestra ritengono “improcastinabile l’avvio della campagna di sensibilizzazione e la raccolta porta a porta spinta al fine di incrementare la raccolta differenziata in città ed evitare che l’indifferenziata diventi un problema. Occorre altresì avviare controlli sul territorio non solo con la squadra di polizia comunale ma anche con il supporto delle guardie ambientali che durante la scorsa amministrazione sono state fondamentali per incrementare il controllo e la sensibilizzazione dei cittadini con importanti aumenti della differenziata”.
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Mizzica propone la sottoscrizione “Stop al randagismo”, la prima firmataria è la sindaca Valenti
Meteo. Dopo il freddo soffia lo scirocco. Caldo anomalo nel weekend, con punte fino a 25 gradi
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Piscina comunale di Menfi. L’impresa che fece i lavori vince causa col comune iniziata 20 anni fa. Ma nel frattempo il titolare è deceduto
Mentre l’impresa edile di Menfi che si era aggiudicata la costruzione della piscina comunale stava regolarmente operando, il comune decise di sospendere i lavori. A causa di quel provvedimento, considerato illegittimo, l’impresa in questione ritenne di aver subito un danno. E così, il titolare, Giovanni D’Anna, menfitano, decise di fare causa. E dopo 20 anni dal via a quel contenzioso, la Corte di Cassazione gli ha dato ragione. Solo che, nel frattempo, il signor D’Anna è deceduto. Si conclude così, dunque, una vicenda che è piuttosto rivelatrice di come burocrazia e tempi della giustizia in Italia seguano percorsi a dir poco farraginosi e non del tutto civili. Ma riepiloghiamo i fatti. Correva l’anno 1990 quando la ditta Giovanni D’Anna di Menfi si aggiudicò i lavori per la costruzione dell’impianto. Lavori regolarmente iniziati ma poi, come detto, quasi subito sospesi per iniziativa dell’amministrazione comunale. Sospensione tutt’altro che breve, durata la bellezza di due anni, dal 1991 al 1993. Ottenuta l’autorizzazione a riprendere i lavori, l’impresa D’Anna completò la piscina, che oggi viene regolarmente utilizzata, per la cronaca, anche da molti utenti di Sciacca. Ma l’impresa ritenne di essere stata danneggiata per colpa di quella sospensione dei lavori. Iniziò così, nel gennaio 1997 un aspro contenzioso giudiziario. I legali del comune di Menfi spiegarono che l’interruzione di due anni obbediva ad un necessario adeguamento tecnico del progetto, quella che si identifica con la locuzione “perizia di variante”. Non l’hanno pensata così i giudici, sia quelli d’appello, sia quelli della prima sezione civile della Cassazione. La Suprema corte, in particolare, ha scritto la parola fine, evidenziando che l’interruzione dei lavori sarebbe stata giustificabile solo con fatti non prevedibili, e che in tale circostanza l’ente agì con superficialità. Ne è scaturita la condanna definitiva nei confronti del Comune a risarcire la ditta in questione per il danno subito, con un credito tuttora oggetto di calcolo, che potrebbe ammontare ad una cifra che oscilla tra i 200 e i 300 mila euro. Accolta, in tal senso, la tesi difensiva degli Avvocati dell’impresa D’Anna, Ignazio e Vincenzo Cucchiara, del Foro di Sciacca. Il signor Giovanni D’Anna, titolare dell’impresa omonima, ha tenacemente combattuto per tutti questi anni una battaglia giudiziaria col Comune di Menfi per l’affermazione dei suoi diritti. Una sentenza che, però, non ha potuto vedere, visto che è deceduto la scorsa estate, poco prima che la Cassazione accogliesse la sua tesi.