Campobello, sospensione attività e 100 mila euro di sanzioni

La sospensione attività scattata nei confronti di un bar di Campobello di Mazara è uno dei provvedimenti più rilevanti adottati di recente dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani. L’ispezione, svolta con il supporto della Stazione di Campobello di Mazara, era mirata a verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla tutela dei lavoratori.

Lavoratori in nero e irregolari: il quadro emerso

Durante il controllo, i carabinieri hanno riscontrato una situazione occupazionale particolarmente grave. Su dieci lavoratori presenti nel locale, quattro erano completamente in nero e altri quattro risultavano assunti in modo irregolare. Una condizione resa ancor più critica dall’assenza totale delle misure necessarie per garantire la salute e la sicurezza sul posto di lavoro.

Questi elementi hanno portato all’immediato provvedimento di sospensione attività, previsto dalla normativa in presenza di irregolarità così estese.

Videosorveglianza non autorizzata

Nel corso dell’ispezione è stata inoltre individuata la presenza di un sistema di videosorveglianza installato senza le previste autorizzazioni. Una violazione che incide sui diritti dei dipendenti e che aggrava il quadro già pesante delle irregolarità accertate.

Le sanzioni: oltre 100 mila euro

Il complesso delle violazioni – lavoro nero, irregolarità contrattuali, assenza di sicurezza e videosorveglianza illegale – ha comportato l’irrogazione di sanzioni per circa 100 mila euro, oltre alla denuncia del titolare all’autorità giudiziaria.

Perché la sospensione attività è uno strumento di tutela

La sospensione attività non ha solo natura punitiva: serve a tutelare i lavoratori e a ristabilire condizioni minime di sicurezza e legalità. Il caso di Campobello di Mazara conferma l’intensificazione delle verifiche sul territorio, con l’obiettivo di contrastare pratiche che mettono a rischio i dipendenti e alterano la concorrenza tra imprese.

Crisi idrica, avanzano i lavori del collegamento Arancio Garcia

La Sicilia accelera sul fronte delle infrastrutture idriche per mettere in sicurezza il sistema del Trapanese. Il collegamento Arancio Garcia, una delle opere più attese per fronteggiare la crisi, sarà completato in anticipo: entro una decina di giorni il trasferimento d’acqua tra il lago Arancio e la diga Garcia diventerà operativo. È quanto emerso durante la riunione che si è svolta a Palazzo d’Orléans, alla presenza del vice presidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino, del presidente dell’Ati Trapani, Francesco Gruppuso, e del vice presidente, Carlo Ferreri, insieme ai tecnici della Protezione civile regionale.

Avanza il collegamento Arancio Garcia

Il collegamento Arancio Garcia, ritenuto decisivo per gestire i livelli critici della diga Garcia, sta procedendo più rapidamente del previsto. L’opera permetterà di sopperire alla carenza d’acqua e di stabilizzare l’intero sistema idrico provinciale, garantendo un apporto costante e programmato. Le strutture coinvolte sottolineano come molte misure strutturali siano già state completate, contribuendo ad affrontare la fase più acuta dell’emergenza.

Le dichiarazioni di Sammartino sulla crisi idrica

Luca Sammartino ha confermato che l’impegno del governo regionale rimane elevato anche dopo il superamento della fase più critica. Ha ribadito che il collegamento Arancio Garcia rappresenta una parte essenziale della strategia complessiva: «Continua la collaborazione con l’Ati e si procede con nuovi interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico. L’opera tra Garcia e Arancio garantirà maggiore equilibrio e risorse a tutto il territorio».

Potenziamento del dissalatore

Raddoppio della capacità entro giugno

Durante l’incontro la Regione ha comunicato all’Ati Trapani il via libera al raddoppio della capacità del dissalatore, dagli attuali 100 a 200 litri al secondo. La proposta, avanzata dal commissario nazionale per la crisi idrica Nicola Dell’Acqua, è considerata un passaggio chiave per diversificare e rafforzare le fonti di approvvigionamento idrico della provincia. La Regione ha sollecitato il commissario a completare l’operazione entro giugno.

Nuovi incontri e verifiche

Nelle prossime settimane verranno programmati ulteriori incontri per monitorare lo stato di avanzamento degli ultimi interventi necessari. L’obiettivo è garantire una risposta stabile e duratura alla crisi idrica, puntando su infrastrutture moderne, interconnessioni efficienti e un coordinamento costante tra Regione, Ati e Protezione civile.

A Sciacca fuga dalla Dc, dopo Sabella e Venezia lascia anche Catanzaro

Il consigliere comunale Giuseppe Catanzaro ha ufficializzato questa mattina alla presidenza del Consiglio il proprio addio al gruppo consiliare della Nuova Democrazia Cristiana di Sciacca, comunicando contestualmente il passaggio al gruppo misto. Dopo Alberto Sabella e Nino Venezia, un terzo componente del gruppo Dc in consiglio lascia il partito di Toto’ Cuffaro che giusto ieri e’ stato raggiunto dalla misura cautelare dell’arresto a seguito dell’inchiesta giudiziaria sugli appalti in sanita’ che all’inizio di novembre ha scosso il partito siciliano.

Catanzaro motiva la scelta con una “sommatoria di ragioni” di natura sia politica che legata all’attualità giudiziaria. Gli ultimi sviluppi che hanno coinvolto il partito avrebbero dato una spinta decisiva alla decisione, ma il consigliere chiarisce che il malessere politico era maturato già nei mesi scorsi.

Secondo Catanzaro, l’avvicinamento della DC alle posizioni della Lega di Matteo Salvini avrebbe segnato uno spostamento “troppo a destra”, distante dai valori con i quali aveva iniziato la propria esperienza politica. Pur sottolineando che gli accordi siano poi venuti meno a causa delle vicende giudiziarie note, afferma che quel percorso ha generato “insofferenza e spaesamento”, manifestati ai vertici locali del partito.

Prima di formalizzare l’addio, Catanzaro ha rivolto un ringraziamento all’onorevole Carmelo Pace, al segretario Giuseppe Milioti, al capogruppo Filippo Bellanca, agli altri consiglieri e all’intera comunità democristiana che lo aveva accolto all’ingresso in politica.

Il consigliere annuncia che proseguirà il mandato nel gruppo misto, da indipendente, mantenendo una ferma posizione di opposizione rispetto al progetto politico del sindaco Fabio Termine. Catanzaro critica il percorso amministrativo intrapreso dalla maggioranza, definendolo ormai distante dall’idea di buona amministrazione che aveva sorretto la nascita del movimento civico di cui faceva parte. Secondo il consigliere, il patto organico con il Partito Democratico avrebbe provocato “il collasso dell’iniziativa politica” originaria.

Catanzaro esclude in maniera netta la possibilità di fornire sostegno, diretto o indiretto, all’attuale amministrazione: “Nessun appoggio al sindaco Termine, nessuna alleanza, nessuna stampella”, afferma il consigliere, che chiarisce di non essere coinvolto in eventuali interlocuzioni politiche circolate nelle ultime ore.

La sua attività politica proseguirà fino al termine del mandato, “da indipendente ed autonomo nelle scelte”.

Sabella e Venezia si smarcano dalla Dc: “Torniamo civici”

I consiglieri comunali Alberto Sabella e Antonino Venezia annunciano l’addio al gruppo della Democrazia Cristiana all’Ars, motivando la scelta con “evidenti contrasti con la segreteria cittadina”. A determinare la rottura sarebbe stata, in particolare, la recente diffusione di un comunicato stampa del segretario cittadino, predisposto e divulgato – lamentano – senza alcun confronto preventivo con i due consiglieri.

Sabella e Venezia dichiarano così conclusa la loro esperienza nel gruppo e comunicano il ritorno al progetto civico “Insieme per Sciacca”, la lista con la quale erano stati candidati ed eletti alle ultime amministrative. Un percorso, sottolineano, nato insieme all’onorevole Carmelo Pace, all’onorevole Salvatore Cascio e all’intero gruppo di candidati, un dialogo politico che intendono “proseguire con coerenza e senso di responsabilità”.

I consiglieri ribadiscono inoltre che la lista civica fa parte della coalizione di centrodestra e che lì porteranno avanti il proprio mandato “nel pieno rispetto delle idee”.

In chiusura, precisano di non aver mai delegato nessuno a trattare o parlare a loro nome in vista di eventuali accordi futuri. “Qualsiasi iniziativa in tal senso – affermano – è avvenuta a nostra totale insaputa.”

Incidente tra scooter e auto in via Ovidio a Sciacca, ferita una giovane

Una giovane è rimasta ferita questa mattina a Sciacca in un incidente stradale nella via Ovidio. Era in sella a uno scooter. L’incidente ha coinvolto il mezzo guidato dalla giovane e una Nissan qashqai.

La ragazza era cosciente in arrivo dell’ambulanza per il trasferimento in ospedale.

L’asfalto reso viscido dalla pioggia potrebbe avere influito nell’incidente anche se saranno gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine a stabilire la causa.

Traffico rallentato nella zona durante il trasferimento di molti studenti verso gli istituti scolastici della Perriera.

Menfi, ladro condannato e irreperibile da anni rintracciato mentre passeggia in centro

Era stato dichiarato irreperibile dal febbraio 2023, dopo essere stato ritenuto parte di una banda di ladri. Di lui, per oltre due anni, non si erano avute più tracce.

Il trentunenne Eugen Amanuel Birsan, cittadino polacco residente a Menfi, è stato invece individuato dai carabinieri mentre camminava tranquillamente in via Matteotti, nel pieno centro della città.

I militari lo hanno fermato e arrestato, dando finalmente esecuzione all’ordinanza di carcerazione emessa dalla Procura della Repubblica di Sciacca. L’uomo deve scontare un anno di reclusione.

Dopo il controllo e la formalizzazione dell’arresto, Birsan è stato trasferito alla casa circondariale di Sciacca, dove sconterà la pena.

Cedimento fognario in via Incisa a Sciacca, lavori per tutta la settimana

Una ditta è al lavoro per conto di Aica nella via Incisa, a Sciacca, per un cedimento fognario. E’ stato necessario effettuare uno scavo e l’intervento andrà avanti per tutta la settimana secondo quanto si apprende dai tecnici.

Questi lavori hanno determinato il rinvio alla prossima settimana dell’intervento in via Giuseppe Licata dove le transenne sono collocate, già da tempo, ai due lati della strada.

Per uno dei due cedimenti in via Licata occorrerà intervenire soltanto con la sistemazione del manto stradale e non scendendo fino ai sottoservizi.

Per l’alto, invece, bisognerà scavare e stabilire se si tratta di un guasto alla rete idrica o a quella fognaria. E’ quanto emerso da un sopralluogo Aica.

Una rapida soluzione del problema in via Licata è stata sollecitata, in una lettera al sindaco, Fabio Termine, dal capogruppo Dc al consiglio comunale, Filippo Bellanca.

“È poco edificante, per cittadini e turisti, constatare che queste transenne – scrive Bellanca – rimangano lì da mesi senza che si registri alcun tipo di intervento o comunicazione ufficiale. Un luogo così centrale e simbolico della città non può essere lasciato in uno stato di abbandono sia visivo sia amministrativo”.

Matrimonio gay, gli Stati devono riconoscere le nozze celebrate all’estero: la nuova sentenza della Corte di Giustizia UE

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito un principio destinato a segnare una svolta: tutti gli Stati membri sono obbligati a riconoscere i matrimoni gay legalmente celebrati in un altro Paese dell’Unione, anche se nel proprio ordinamento il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è previsto.

La pronuncia, arrivata nell’ambito di un caso polacco, rafforza i diritti delle famiglie arcobaleno e garantisce la continuità giuridica della condizione familiare dei cittadini europei che esercitano la libertà di circolazione.

Ecco cosa cambia e quali effetti avrà in Europa.


Il caso polacco diventa un precedente per tutta l’UE

La vicenda alla base della sentenza riguarda una coppia di cittadini polacchi, sposati in Germania.
Una volta rientrata in Polonia, la coppia ha chiesto la trascrizione del matrimonio nei registri civili, richiesta che però è stata respinta con la motivazione che il diritto nazionale non riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso.

Il tribunale polacco ha quindi chiesto un chiarimento alla Corte di Giustizia UE. La risposta è stata netta:

❗ Rifiutare la trascrizione viola il diritto europeo, in particolare:

  • la libertà di circolazione dei cittadini UE
  • il diritto alla vita privata e familiare
  • il divieto di discriminazione basata sull’orientamento sessuale

Secondo i giudici di Lussemburgo, se la trascrizione è l’unico modo per riconoscere i matrimoni esteri, lo Stato deve garantire la procedura alle coppie omosessuali alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali.

Importante precisazione della Corte: questo obbligo non impone allo Stato di introdurre il matrimonio gay nel proprio ordinamento, ma solo di riconoscere quello celebrato in un altro Paese UE ai fini dei diritti collegati alla cittadinanza europea.


Cosa cambia in Europa: il principio “se sei sposato in UE, lo sei ovunque”

Il matrimonio resta una competenza dei singoli Stati.
Tuttavia, quando le coppie si spostano all’interno dell’Unione, il diritto europeo prevale per garantire uniformità e tutela dei diritti fondamentali.

La Corte ha chiarito che un Paese non può:

  • trattare una coppia sposata all’estero come “non sposata”
  • negare diritti legati alla vita familiare
  • creare ostacoli alla residenza, al ricongiungimento o alla protezione patrimoniale

Questo vale per qualsiasi ambito collegato alla cittadinanza UE, come assistenza sanitaria, diritti successori, permessi di soggiorno del partner o benefici sociali.


Gli effetti concreti della sentenza per le famiglie arcobaleno

Il precedente della Corte di Giustizia avrà un impatto diretto in diversi Paesi che ancora non riconoscono il matrimonio gay, come:

  • Polonia
  • Romania
  • Bulgaria
  • Lettonia
  • Slovacchia

La decisione garantisce:

  • unità familiare durante gli spostamenti in Europa
  • riconoscimento giuridico stabile, anche nei Paesi non egualitari
  • eliminazione di ostacoli burocratici
  • maggior tutela per figli e patrimoni familiari

Inoltre, la sentenza riduce il fenomeno del cosiddetto “turismo dei diritti”, ossia la necessità di spostarsi all’estero per ottenere riconoscimenti negati in patria.


Un passo avanti per l’Europa dei diritti

Questa pronuncia rafforza il ruolo della Corte di Giustizia UE come garante dei diritti fondamentali quando la politica nazionale procede più lentamente.

Sottolinea inoltre un principio destinato a fare scuola:

👉 Chi contrae un matrimonio gay in uno Stato UE deve essere riconosciuto come sposato in tutta l’Unione per gli effetti legati alla cittadinanza europea.

Un messaggio forte per migliaia di famiglie arcobaleno che vivono, studiano e lavorano in Europa e che da oggi potranno contare su un livello di tutela più omogeneo e coerente con i valori fondativi dell’Unione.

Termine pensa ad Elia Maggio per la nuova giunta di Sciacca

I profili dei papabili nuovi assessori di Sciacca sono ancora al vaglio del sindaco che nelle ultime ore avrebbe individuato delle figure, ma continuerebbe a faticare per chiudere il cerchio. Pochissime sono le certezze del primo cittadino: uno e’ il fattore tempo e l’altro è l’individuazione di 2 donne tra i 4 nuovi componenti di giunta.

Ad aiutare Fabio Termine nella fase delle trattative si sarebbe unito chi ha gia’ esplicitamente affermato in consiglio comunale che un eventuale “governo di salute pubblica”, se così lo possiamo definire, potrebbe interessargli. Il riferimento e’ al gruppo “Insieme per Sciacca” composto dai consiglieri Alberto Sabella e Nino Venezia e il tanto citato “Patto del Castellucci” che avrebbe portato ad una sorta di appoggio esterno. Da questo gruppo la designazione di un assessore si sarebbe indirizzata su un funzionario di alto profilo tecnico, prossimo alla pensione, che i beninformati individuerebbero in Elia Maggio, attuale segretario generale dei Comuni di Montevago e Campobello di Mazara. Il suo curriculum di spessore, con una lunga esperienza come segretario generale in diversi comuni siciliani e le sue specializzazioni in anticorruzione, trasparenza, project financing e riorganizzazione amministrativa, ne farebbero l’uomo giusto dal quale ripartire per il completamento della giunta. Il diretto interessato da noi contattato al momento non confermerebbe il suo coinvolgimento a Sciacca anche se non ha nascosto che la proposta in termini di boutade sarebbe arrivata.
Sebbene Termine potrebbe dunque contare sulla figura di un funzionario preparato come Maggio, i problemi per lui non sarebbero per nulla risolti. Negli ultimi giorni avrebbe ricevuto un due di picche da almeno altre due persone, un uomo e una donna, professionisti ed espressione di quella “società civile” alla quale avrebbe aperto il suo progetto almeno nelle intenzioni del suo ultimo intervento in consiglio comunale.

Ma Sabella e Venezia non sarebbero i soli due consiglieri comunali pronti ad aprire credito agli ultimi 18 mesi di Termine. Ci sarebbero altri esponenti di opposizione che gia’ in consiglio comunale hanno dichiarato esplicitamente di essere contrari all’ipotesi sfiducia e che potrebbero fare parte di quei “consiglieri che vogliono essere protagonisti”, oggetto dell’invocazione del sindaco sempre nel suo ultimo discorso in aula.

Poi c’è chi ancora non si è espresso chiaramente come i tre consiglieri di Forza Italia, ma che pare siano pronti ad appoggiare questo possibile “campo largo” che porterebbe inevitabilmente Termine sempre più lontano dal Pd, dalla sua collocazione a sinistra e perfino in qualche maniera a rinunciare a quella scalata tra i “dem” che aveva iniziato a Capodanno. Tutte queste nuove dinamiche non sarebbero però senza alcuna conseguenza e un anticipo di nuovi scenari di squilibrio tra gruppi prima compatti, si è avuto oggi con le dichiarazioni del segretario della Dc, Giuseppe Milioti. “In merito alle notizie trapelate su eventuali accordi di consiglieri della Dc – ha scritto in una nota Milioti- mi preme sottolineare che nessuna riunione di partito è stata fatta, dove nel merito si è deciso di dare appoggio a questa amministrazione, quindi, qualsiasi azione, qualora verrà posta in essere sarà di carattere del tutto personale”. Venti di nuove rotture e fratture si materializzano in aula Falcone- Borsellino mentre c’è chi sarebbe pronto invece a voler montare l’ipotesi mozione di sfiducia magari facendola partire da chi ha dato il via alla crisi dell’amministrazione: ovvero quei 5 consiglieri comunali che hanno apposto le loro firme su quel documento politico che ha provocato la reazione di Termine e che, magari, potrebbero rimetterle anche nella sottoscrizione di una mozione che in ogni caso ha bisogno di numeri consistenti.

Dicevamo che Termine ha poche certezze e al momento restano sempre quelle della sua mezza giunta che perderebbe Agnese Sinagra, come abbiamo già preannunciato ieri e che, invece, non rinuncerebbe a Salvino Patti che rimarrebbe fermo nel suo ruolo nonostante l’inizio del suo nuovo lavoro come funzionario di ufficio tecnico in un comune vicino.

Nuova sanatoria fiscale 2026: come regolarizzare multe, bollo auto, IMU e TARI grazie alla Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2026 introduce una novità molto attesa da milioni di contribuenti: Comuni e Regioni potranno approvare in autonomia nuove sanatorie fiscali locali, permettendo ai cittadini di regolarizzare tributi e sanzioni non pagate con condizioni più vantaggiose.

Si tratta di un cambiamento storico, perché — fino ad oggi — gli enti locali potevano attivare rottamazioni solo se previste dallo Stato. Dal 2026, invece, potranno deliberare direttamente forme di definizione agevolata su diversi tipi di tributo.

Vediamo nel dettaglio cosa cambia, quali debiti saranno sanabili e come funzioneranno le nuove misure.


Cosa prevede la nuova sanatoria fiscale 2026

La manovra conferisce a Comuni e Regioni il potere di introdurre “mini condoni” locali per agevolare la riscossione dei propri tributi, in coerenza con l’autonomia finanziaria prevista dalla legge.

Gli enti potranno quindi approvare:

  • sconti su sanzioni e interessi
  • rateizzazioni agevolate
  • rinuncia agli oneri di riscossione
  • definizioni agevolate parziali o totali sui tributi non pagati

Questa possibilità anticipa alcune misure della delega fiscale, rendendo però attiva la riforma già dal 2026.


Quali debiti potranno essere sanati

La sanatoria potrà riguardare tutti i tributi locali, tra cui:

  • IMU
  • TARI
  • ICP (Imposta comunale sulla pubblicità)
  • Canone unico patrimoniale
  • Multe e sanzioni del Codice della Strada (violazioni amministrative)
  • Tributi regionali speciali come:
    • bollo auto
    • canoni idrici
    • addizionali regionali IRPEF non versate

❌ Tributi esclusi

Non rientrerà nella sanatoria l’IRAP, che rimane fuori dal perimetro delle definizioni agevolate locali.


Come funzionerà la nuova sanatoria fiscale

La definizione agevolata potrà includere diverse forme di vantaggio per il contribuente:

✔️ Cancellazione totale o parziale di interessi e sanzioni

Sarà possibile pagare solo l’imposta dovuta, senza mora o maggiorazioni.

✔️ Rateizzazione del debito residuo

Il contribuente potrà saldare l’importo in più rate, secondo quanto previsto dall’ente.

✔️ Cancellazione degli oneri accessori

Gli enti potranno rinunciare anche all’aggio di riscossione o alle spese aggiuntive.


La sanatoria non sarà automatica: serve una delibera del Comune o della Regione

La rottamazione scatterà solo se l’ente locale approverà una specifica delibera consiliare.
Senza questo atto formale, nessuna sanatoria sarà attiva.

Ogni Comune e Regione potrà definire:

  • tributi inclusi
  • periodo oggetto di sanatoria
  • importi da pagare
  • modalità di accesso
  • scadenze minime (non inferiori a 60 giorni)

Possibile sconto fino al 5% per chi paga IMU e TARI con addebito automatico

Tra le ipotesi allo studio c’è una premialità per i contribuenti virtuosi:
chi attiverà il pagamento automatico su conto corrente per IMU e TARI potrà ottenere uno sconto fino al 5%.

Un incentivo che mira a ridurre l’evasione e a garantire incassi più rapidi per gli enti.


Chi potrà beneficiare della sanatoria

Potranno accedere tutti i contribuenti che:

  • hanno tributi locali non pagati in tutto o in parte
  • effettuano il pagamento nei tempi fissati dall’ente (minimo 60 giorni)
  • rispettano le condizioni previste dalla delibera locale

Cosa cambia realmente per i cittadini

La nuova sanatoria 2026 rappresenta un’opportunità importante:

  • per i cittadini, che potranno regolarizzare debiti locali risparmiando su sanzioni e interessi;
  • per i Comuni, che potranno recuperare entrate non riscosse;
  • per lo Stato, che favorirà un rapporto più collaborativo tra fisco e contribuenti.

La misura avvicina l’Italia ai modelli fiscali europei che prevedono più autonomia locale e strumenti di conciliazione tra cittadini ed enti pubblici.