Pace ricompatta i suoi, ma non basta: niente numero legale, i lavori consiliari slittano a domani
Dopo l’ammissione dell’esistenza di un problema, Carmelo Pace è riuscito a ricompattare la sua maggioranza ballerina. Lo dimostra la presenza in blocco dei suoi dieci consiglieri stasera in aula per la seduta consiliare che avrebbe dovuto approvare la ricognizione delle società partecipate del Comune, a partire da quella “Ribera Ambiente” che dovrà occuparsi della gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti contemplato nell’ormai celebre “Piano Aro”. Il punto è che malgrado la presenza dei dieci di maggioranza la seduta consiliare non si è potuta svolgere. L’opposizione, infatti, aveva deciso che avrebbe disertato i lavori, proprio per mettere in evidenza i problemi di tenuta di Pace e del suo schieramento. Se questo era l’obiettivo la minoranza lo ha centrato. Probabilmente da Pace pretendono dichiarazioni che vadano oltre l’ammissione di un problema e l’apertura di una fase nuova che passi, naturalmente, dall’azzeramento dell’attuale esperienza amministrativa.
I trombati delle ultime Regionali fanno ricorso per tentare di rientrare all’ARS
Dicono che si siano riuniti in un Gruppo Whatsapp, al fine di scambiarsi informazioni, per condividere tutti i cavilli legali che possano prima o poi tornare utili. Chissà, magari quel gruppo lo hanno elegantemente denominato “Gli irriducibili”. Difficile immaginare che possano essersi battezzati “I trombati”. Fatto sta che dopo l’alcamese Giacomo Scala e il siracusano Vincenzo Vinciullo, altri candidati all’ARS che non ce l’hanno fatta sono pronti a sottoscrivere tutti lo stesso ricorso. Contestano la mancata osservanza, da parte di chi è stato eletto (al loro posto, ovviamente) della legge Severino, nella parte in cui la Regione avrebbe fatto firmare dei moduli in cui si chiedeva, in tema di autocertificazione, di rispettare una legge del 1990 che, però, non esiste più, e che è stata superata proprio dalla cosiddetta ”Severino”. Oggi “Il Fatto Quotidiano” ha rivelato che tra chi è pronto a firmare questo ricorso ci sarebbero anche Giovanni Panepinto (che, evidentemente, vuol tornare all’ARS al posto di Michele Catanzaro, che però si è piazzato davanti a lui alle ultime elezioni) e l’ex europaramentare (ex Forza Italia, oggi UDC) Salvatore Iacolino, che vorrebbe entrare a Sala d’Ercole al posto di Margherita La Rocca Ruvolo. Gente che ha avuto un bel po’ di voti, ancorché meno di chi li ha preceduti nelle rispettive liste. Sono numerosi i deputati di lungo corso che non riescono ad accettare di dover restare a casa. Naturalmente spiegano che la norma va rispettata. C’è chi lo ha fatto e chi no. Basterà questo per cambiare l’esito elettorale dello scorso 5 novembre?
Falso e truffa: a giudizio l’ex direttore dell’ufficio postale di San Michele
Si avvia alle battute finali il processo nei confronti dell’ex direttore dell’ufficio postale di San Michele di Sciacca Michele Bobbio, imputato di falso in scritture private e truffa in danno di due anziani clienti. I suoi due coimputati nel procedimento, Maurizio Antonio Soldano e Lacramioara Olarasu erano già stati giudicati: il primo ha patteggiato 2 anni e 8 mesi di reclusione (oltre al risarcimento dei danni ed alle spese legali delle parti civili costituite e rappresentate dall’avvocato Serafino Mazzotta), mentre la Olarasu è stata condannata, con il rito abbreviato, a 2 di reclusione ed al risarcimento ed alle spese in favore delle parti civili. Questi ultimi due soggetti sono stati condannati anche per il reato di circonvenzione di incapace. Secondo l’accusa, “i tre imputati, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con artifizi e raggiri consistiti nel falsificare o far falsificare numerose firme di due anziani fratelli, apposte su moduli di prelevamento da conto corrente postale, su deleghe alla riscossione di pensione, su atti di gestione del patrimonio dei due anziani detenuto presso l’ufficio postale”. Per l’accusa l’allora direttore dell’ufficio postale Bobbio avrebbe abusato della sua funzione permettendo prelievi e incassi del tutto irregolari sulla base di moduli firmati in bianco, di scritture false senza identificare chi materialmente effettuava l’operazione e senza far apporre le firme necessarie in sue presenza e senza seguire le normali procedure. Alla prossima udienza, fissata per il 6 marzo, si esaurirà la fase dell’istruzione dibattimentale con l’esame degli ultimi due testi della difesa e successivamente il giudice monocratico, il dottor Cucinella emetterà la sentenza.
Retinopatia diabetica, l’importanza di una diagnosi tempestiva
È una grave complicanza del diabete: colpisce la retina e, in età lavorativa, è la prima causa d’ipovisione e di cecità nei Paesi sviluppati. Si calcola che sia stata diagnosticata una retinopatia a circa un terzo dei diabetici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ stima che i diabetici nel mondo siano 422 milioni. Secondo l’Istat, in Italia la prevalenza del diabete è stimata intorno al 5,5% della popolazione (oltre tre milioni di persone); colpisce soprattutto gli anziani e, in particolare, circa 20 persone su cento con più di 75 anni.
Per la diagnosi della retinopatia diabetica l’osservazione del fondo oculare (oftalmoscopia diretta e indiretta) è un momento essenziale nella visita della persona con diabete mellito.
Altre metodiche che permettono di studiare il microcircolo e scoprire le alterazioni dei vasi retinici sono:la retinografia (utile quando si debbano effettuare confronti nel tempo delle condizioni del fondo oculare) e la fluorangiografia (la digitalizzazione di tale metodica permette di elaborare le immagini in modo da evidenziare con grande nitidezza le più piccole alterazioni della rete capillare e fornisce informazioni utili per un eventuale trattamento laser).
Invece, l’Oct è un esame diagnostico retinico non invasivo che consente di valutare l’eventuale presenza di liquido nei tessuti della retina (edema maculare diabetico) e la sua evoluzione nel tempo.
Interrogati stasera in carcere i tre romeni arrestati a Ribera per ricettazione
Il sostituto procuratore Michele Marrone ha chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere per i tre romeni accusati di ricettazione dopo che i carabinieri hanno rinvenuto, a Ribera, refurtiva per circa 50 mila euro. Per il magistrato sussistono le esigenze cautelari: pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. Costalau Gheorghe di 24 anni, Ciobanu Mihaita Vladt di 22 anni e Costalau Neculaie Alexandru di 23 anni, questa sera sono stati interrogati nel carcere di Sciacca dal giudice Rosario Di Gioia e hanno risposto alle domande, difesi dagli avvocati Giovanni Forte e Luigi Pipitone. Gli inquirenti ritengono che possano esserci altri “magazzini”, a Ribera, all’interno dei quali ci sarebbe refurtiva oltre a quello scoperto in centro. Oltre agli attrezzi da lavoro ed apparecchiature di vario genere tra le quali tre costose selle da cavallo, casse musicali, canne da pesca, apparecchiature elettroniche varie, computers, taniche di olio e di gasolio, un fucile ad aria compressa, svariati trapani ed utensili da lavoro che sono già stati rinvenuti, mancherebbero ettolitri di olio, carburante agricolo e altro ancora, rubato nell’Agrigentino e nel Trapanese. Intanto, il giudice Rosario Di Gioia domani si pronuncerà sulla richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura a carico dei tre romeni.
Blitz dei Ros a Palermo, in manette “uomini d’onore” della famiglia di Santa Maria di Gesu’
Ventisette gli arresti effettuati agli affiliati della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesu’ a Palermo. Il Blitz antimafia è stato eseguito dai carabinieri del Ros e da quelli del Comando provinciale di Palermo.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine dei carabinieri del Ros nei confronti dell’organizzazione mafiosa di Santa Maria di Gesù, che ha consentito di accertare il processo di riorganizzazione interna della ‘famiglia’ e la sua “pervasiva capacità di infiltrazione del tessuto economico locale”, ricostruendo l’organigramma degli associati e individuando i capi attuali.
I reati ipotizzati sono quelli di associazione mafiosa, estorsione, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori.
Chiesti quasi 20 anni di carcere per la strage delle Maccalube, “responsabilità solare” per la morte dei fratellini Mulone
Per Carlo Cinque, pubblico ministero nel processo per la strage delle Maccalube di Aragona dove trovarono la morte i fratellini Carmelo e Laura Mulone di 9 e 7 anni, la tragedia poteva essere evitata ed è stata il frutto della negligenza umana e la responsabilità dei tre imputati e’ “solare” e per questo ha chiesto la pena a 8 anni di reclusione per il direttore della riserva Domenico Fontana, 5 anni per l’operatore del sito Daniele Gucciardo e 6 anni e 8 mesi per il funzionario della Regione Francesco Gendusa.
I tre rispondono per l’accusa di omicidio colposo plurimo. I due fratellini si erano recati alle Maccalube di Aragona il 27 settembre del 2014 accompagnati dal papà quando furono travolti da una colata di fango. Il genitore rimase ferito mentre i due piccoli furono inghiottiti dal fango.
Mizzica sfida l’Amministrazione: “Nessuno resti indietro, le politiche sociali come scelta politica”
C’erano anche i genitori dei bimbi disabili, stamattina, alla conferenza stampa di Mizzica. Per ascoltare quella che il movimento politico ha definito una “sfida propositiva” all’Amministrazione di Sciacca nel campo delle politiche sociali.
Da due anni, queste famiglie non percepiscono il rimborso carburante. Somme per permettere il trasporto nei centri di riabilitazione più vicini del territorio, impantanate nel bilancio comunale.
“Nessuno pensi che l’assessorato alle politiche sociali – ha detto Giuseppe Catanzaro – sia un assessorato di poco conto giusto per mantenere certi equilibri politici. Ci aspettiamo che quest’amministrazione non solo ascolti la nostra proposta, ma si metta in moto per non lasciare nessuno indietro”.
“Il silenzio assordante – ha detto Daniela Campione, l’ex assessore oggi componente del gruppo – di questa amministrazione sulle politiche sociali è imbarazzante. Da genitore e da cittadino non posso tacere di fronte ad uno scollamento tra la politica, la burocrazia dei dirigenti e chi oggi rappresenta le fasce più deboli. Ora disabili, ora poveri”.
Lillo Firetto diffida Sky, il serial “Power” lesivo dell’immagine della Citta’ dei Templi
Il primo cittadino di Agrigento, Lillo Firetto ha impugnato carta e penna e scritto una diffida ai vertici di Sky Italia a non trasmettere più la serie Tv “Power” perché lesiva dell’immagine della città.
“Power”, il serial Tv americano, prodotto e interpretato dal rapper newyorchese Jackson Curtis, in arte “50 cent”, cita il nome della città chiamando nella finzione televisiva, il locale di proprietà del protagonista, “James St. Patrick”, boss dedito ai traffici di droga, un locale dove si incontrano i malavitosi per il controllo del traffico della droga.
Inoltre, anche il simbolo della città viene ripreso come logo dello stesso locale, ossia tre giganti che sorreggono le torri merlate.
La fiction già in programmazione negli Stati Uniti, adesso è stata inserita nella programmazione italiana del canale.
“Si tratta di uno svarione incomprensibile – ha dichiarato il sindaco di Agrigento Firetto – Si utilizza il nome della città ed il logo del nostro Comune facendone un uso deteriore con grave nocumento all’immagine della città”
Stasera consiglio comunale a Ribera e Pace recupera la maggioranza
“Noi stasera andremo in consiglio, è stata avviata la verifica e saremo al nostro posto”. Lo dice, questa mattina, Davide Caico, uno dei consiglieri comunali di Ribera che ha determinato, con l’assenza in aula alla scorsa seduta, il forte scricchiolio della maggioranza Pace e indotto il sindaco a non escludere anche un azzeramento della giunta. Stasera il consiglio comunale di Ribera sarà chiamato a trattare un solo punto all’ordine del giorno, riguardante le società partecipate, ma Pace tornerà ad avere i numeri in aula, almeno secondo quanto dichiara Caico. Nei giorni scorsi l’opposizione ha pesantemente attaccato il sindaco di Ribera e Nenè Mangiacavallo, che ha perso con Pace nella corsa alla sindacatura, chiesto le dimissioni del capo dell’amministrazione comunale.