Lo sbarco di migranti a Seccagrande e il collegamento con Sciacca

C’è un collegamento tra lo sbarco di ieri mattina di una sessantina di migranti sulla spiaggia di Seccagrande, a Ribera, e due tunisini che vivono a Sciacca, marito e moglie, finiti ai domiciliari per tentato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La vicenda è ancora da chiarire in alcuni aspetti, ma un punto fermo c’è ed è quello che alcuni tra i migranti si sarebbero dovuti dirigere su una piazzola di sosta, sulla statale 115, per incontrarsi con qualcuno che arrivava a bordo di una Ford nera. A quell’appuntamento sono andati i carabinieri e la Ford nera c’era, con a bordo le due persone poi arrestate. Uno dei tunisini, a quanto pare, sarebbe loro parente e questo potrebbe limitare il contatto dei due a un solo migrante. Tutti aspetti che, comunque, andranno chiariti nelle prossime ore e che, certamente, saranno argomento dell’udienza di convalida dell’arresto. Tra i 14 migranti fermati dopo lo sbarco anche una donna, bionda, la cui presenza era stata subito segnalata dai bagnanti. Nella foto, la barca sulla quale si trovavano i tunisini sbarcati a Seccagrande

Costituzione del fondo di rotazione: si accende la macchina del lavoro

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Buone notizie per le pubbliche amministrazioni e per gli Ordini professionali: l’assessore regionale alle Infrastrutture ha definito il decreto, che adesso dovrà essere sottoposto al vaglio della Giunta regionale – dove, si auspica venga approvato –  che mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni, distribuite sul territorio regionale, 10 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione Fondi (FAS 2014-2020), da  destinare agli enti locali per la costituzione del fondo di rotazione per la progettazione di interventi ammissibili a finanziamento. In tal modo, le pubbliche amministrazioni potranno, finalmente, realizzare gli studi di fattibilità e le progettazioni preliminari di opere pubbliche, poiché, con la costituzione del fondo di rotazione, i progetti potranno essere supportati da quei meccanismi tecnico – amministrativi che per troppo tempo hanno impedito agli stessi enti pubblici di dotarsi dei progetti indispensabili per l’acquisizione delle risorse finanziarie e, nel contempo, hanno mortificato l’esercizio delle professioni. Con la costituzione del fondo di rotazione, si assicurano alle province siciliane alcuni strumenti di sviluppo dei quali la nostra regione è stata fortemente deficitaria in questi anni, strumenti capaci di contribuire a recuperare i ritardi registrati e a utilizzare le risorse disponibili. “L’istituzione di fondo di rotazione per l’affidamento degli incarichi ai liberi professionisti per la redazione di progetti per le pubbliche amministrazioni -commenta Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento –  costituisce un notevole aiuto a quelle stesse amministrazioni, prive di risorse economiche, consentendone l’accesso ai finanziamenti europei su progetti cantierabili. Costituisce, anche, un momento di forte impulso economico e sociale per le libere professioni che, ad oggi, vivono un grande momento di crisi sia nel settore privato che pubblico. Ci rendiamo conto che, anche con questo provvedimento, si iniziano ad intravedere occasioni di rilancio occupazionale. Siamo certi che i nostri amministratori avranno le capacità per dimostrare il loro valore utilizzando al meglio queste risorse e queste opportunità”. Nella foto, il presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento, Alfonso Cimino  

“Non barasti né bluffasti mai: ciao Maestro”. Il ricordo di Cosimo Barna da parte del suo amico Paolo Ferrara

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Il nostro collaboratore e opinionista Paolo Ferrara ricorda, con un suo omaggio, l’amico artista Cosimo Barna, morto la scorsa notte. Riceviamo e pubblichiamo. Della grandezza artistica di Cosimo Barna non c’è alcun bisogno di spendersi a parlare: è nota a chiunque conosce l’arte contemporanea internazionale, e lo è a tal punto da essere stata più volte oggetto di Tesi di laurea. Inutile, dunque, elencarne le mostre, le installazioni, le collettive. Basta dire “Cosimo Barna”, qui a Milano soprattutto. Cosimo lo conoscevo da sempre, ma gli undici anni di differenza tra noi ci ponevano in giri di amicizie diverse. Questa distanza si è compressa solo quando, dieci anni dopo di lui, arrivai anch’io a Milano. Se si ha dentro di sé la convinzione che non si debba mai scendere a compromessi a discapito delle proprie idee di libertà, per me, che arrivando nel 1982 in una città come Milano avevo appena diciannove anni (età, diciamolo, in cui si è ancora ragazzini), la più grande fortuna è stata potere essere al fianco di un uomo come Cosimo. Arrivavo da Sciacca, da un mondo comunque edulcorato. Milano è, però, tutt’altra cosa; ma è qui che devo mettere a frutto gli insegnamenti morali della mia famiglia. Fu così che quelle idee, già in nuce, trovarono chi le innaffiava con i giusti consigli, datimi affinché esse non si andassero a frantumare contro le insidie di una città quale Milano era in quegli anni, quelli della “Milano da bere”, piena di lustrini e di falsi e pericolosi specchietti per le allodole. Frequentandolo, man mano capisco che Cosimo è persona certa delle proprie passioni; un sentimento interiore che, spesso, è superficialmente ridotto a essere considerato “carattere spigoloso e presuntuoso”. Il suo studio di Via Grossich è a due passi dalla Facoltà di architettura. Inizio a frequentarlo. Mentre dipinge, Cosimo parla, ma non è un “parlare” autocelebrativo tendente a esaltare le sue opere. Piuttosto, tocca temi inerenti le istanze sociali, soffermandosi sul rapporto che l’arte impone all’artista di intessere con esse. Parla di ciò che il cosiddetto “impegno civile” debba realmente essere, di come metterlo in pratica. “Impegno civile” è espressione che ritroverò poi in Bruno Zevi, maestro di architettura. Cosimo parlava, io mi guardavo intorno.  Quando si frequenta un artista si deve entrare in empatia anche con il suo “luogo”, quello in cui crea, e con gli oggetti che rendono “contesto” quel “luogo”. Ci si deve guardare attorno, afferrare nelle opere già finite quella passione che in esse è stata trasfusa; infine, introiettarla in se stessi. Non c’era mia domanda sul significato delle sue opere che non avesse risposta esauriente. E sia chiaro: intendo per “esauriente” quel qualcosa che ci fa “sentire” di avere accresciuto la nostra personale cultura, consci che chi ci sta parlando ne ha molta più di noi. Il sottofondo della radio e delle audio-cassette era fondamentale perché durante le pause riflessive – quando entrambi stavamo in silenzio, lui a dipingere, io a osservare- era il continuum del discorso intessuto. Ascoltandolo, e dibattendo con lui, ho capito che nulla avrebbe dovuto mai impedirmi di esprimere le mie opinioni. Tanto ciò è vero che proprio con lui, negli anni, ho avuto spesso duri confronti, ma che si sono sempre rivelati proficui. Mi ha insegnato a sapere distinguere, del mondo artistico/culturale, cosa e chi evitare, cosa e chi coltivare: evitare i presuntuosi e la presunzione; coltivare, oltre la personale preparazione, i rapporti con chi ha passione per ciò che fa. Personalmente, penso che la capacità assoluta di Cosimo sia stata il sapere trarre l’anima ai colori. L’anima, non la cromaticità: perché non è per nulla facile riuscire a imprimere tridimensionalità e quadridimensionalità dipingendo sempre in bidimensione. E ciò è maestria solo di chi lo si fa solo ed esclusivamente se si riesce a trarre l’anima al colore. Ecco: Cosimo sapeva “trarre l’anima”, non solo all’arte ma anche alle persone. La sua canzone preferita era “Uno su mille”, di Morandi. L’ascoltavamo spesso, fosse nel suo studio o fosse durante le interminabili “passeggiate” con la sua mitica Renault 4 rossa e, dopo, con l’Opel bianca. “Passeggiate” sempre fatte in luoghi pregni di cultura quali, per esempio, in Sicilia quelli del terremoto del Belìce. Ci siamo stati più volte, e tra i ruderi di Poggioreale, il Cretto di Burri e Gibellina Nuova (ove è installata una delle sue più belle opere) si rifletteva insieme su quanto la Sicilia fosse terra in grado di dare stupendi frutti di ogni genere, ma che i siciliani non sapevano -e, soprattutto alcuni (leggasi: certi politici e i mafiosi), non volevano- coltivare. Lui ha colto il mare quale uno dei frutti splendidi della nostra terra. Di esso ha fatto una narrazione assolutamente inedita, piena di significati che hanno il preciso obiettivo di farci riflettere sul valore che ha il sapere dare la giusta valenza alle risorse che la natura ci ha donato. L’arte è immortale allorquando il messaggio di cui è portatrice rappresenta le istanze del momento in cui l’opera è creata. Se queste istanze sono ciò che realmente l’artista “sente”, ecco che la sua opera diventa “arte”. Cosimo “sentiva” le istanze dei tempi, sempre, da quelle degli anni ’70 e sino a oggi, passando dal fondamentale crocevia della Brown Boveri, anno 1984, che lo fece conoscere tra i maggiori artisti dell’arte contemporanea. Ho capito man mano, sentendoglielo più volte ripetere, che “uno su mille ce la fa” non significa farcela nel “successo” e nel conto in banca: significa lottare per le proprie idee potendo dire, alla fine, come dice la canzone: “non ho barato né bluffato mai”. Tu non lo hai mai fatto. Grazie, “Maestro”.

Paolo Ferrara

TDM denuncia criticita’ al reparto di radiologia del “Giovanni Paolo II” di Sciacca

Con una lettere indirizzata alla Direzione Generale, al responsabile dell’ufficio tecnico e al direttore di presidio dell’Asp/Ag2, il Tribunale per i Diritti del Malato denuncia gravi criticità esistenti nel reparto di radiologia dell’ospedale di Sciacca. Da un’indagine effettuata dallo stesso Tdm, si è verificato che nella sala 1 dell’unità operativa vi è un apparecchio gilardone acquistato da anni e non ancora montato, mentre nella sala 3, si è in attesa da tempo del collaudo del telecomando video fluoro, mentre nella sala 4, vi è un solo apparecchio attivo. “Inoltre – aggiunge nella nota la responsabile – persistono alcuni criticità strutturali come pavimenti sconnessi e sedie rotte e molto grave è la presenza di personale sanitario e parasanitario fortemente al di sotto della media regionale. Il persistere di tale situazione comporta grave disagio alla numerosa utenza del territorio e allo stesso nosocomio che troppo spesso non riesce a fronteggiare le richieste che vengono dalla medicina d’urgenza, ma anche dai reparti, dove spesso pazienti rimangono troppo tempo ricoverati in attesa di esami diagnostici strumentali, il che sicuramente aggrava i costi del ricovero per le casse dell’azienda, senza tenere conto della sofferenza dei pazienti costretti a restare ricoverati per lungo tempo”. Il Tdm si augura che finalmente queste criticità possano essere superate e che in un reparto come quella della radiologia, che è sempre stato considerato “un fiore all’occhiello” del nosocomio saccense, siano assicurati gli strumenti indispensabili a svolgere il compito d’istituto e che allo stesso tempo siano rispettati i canoni di qualità degli ambienti. Intanto, da poche settimane, all’Azienda sanitaria di Agrigento è al lavoro il nuovo manager Gerry Venuti che ancora, non ha ancora fatto visita ufficialmente all’ospedale di Sciacca per rendersi conto personalmente della situazione della struttura ospedaliera.

Giornata di educazione ambientale in spiaggia, Marevivo sensibilizza i piccini

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Si svolgerà domani mattina alle 10,  sulla spiaggia di Capo San Marco, nel tratto di spiaggia che precede lo stabilimento balneare “Cocoloco”, il “Blue Day”, l’evento promosso dall’Associazione Marevivo Sicilia che prevede una mattinata all’insegna dell’educazione ambientale. Per l’occasione sarà allestita una grande postazione gonfiabile in cui verranno svolti laboratori di biologia marina, laboratori creativi e diverse attività ludiche sul tema dell’ambiente marino e sul suo rispetto. Lo scopo degli educatori ambientali di Marevivo Sicilia, è quello di “far imparare un po’ di più sul nostro mare giocando”: obiettivo che porteranno attraverso diversi progetti di educazione ambientale anche nelle scuole.

Domani Renzi a Sciacca, Michele Catanzaro: “E’ comunque un evento culturale”

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Per il segretario del Pd di Sciacca, Michele Catanzaro, l’arrivo domani di Matteo Renzi a Sciacca è soprattutto un evento culturale che “onora il territorio di Sciacca”. Ma la presentazione del libro del segretario nazionale, domani pomeriggio, che si terrà all’Hotel Lipari di Sciaccamare, in realtà, ha tutto il sapore di un tour da pura campagna elettorale scoccata non appena per intercessione dello stesso Renzi, il presidente uscente Rosario Crocetta si è tirato indietro dai giochi. Imminenti le elezioni regionali per pensare semplicemente che l’ex premier venga, guarda caso proprio adesso, in questa zona della Sicilia di frontiera, a raccontare soltanto la trama della sua ultima fatica letteraria. Invece, domani il passaggio di Renzi che da Catania si sposterà nell’agrigentino per poi toccare Marsala, sarà il vero primo avvio di questa campagna per le regionali di novembre. Intanto, il segretario Catanzaro che, con ogni probabilità sarà anche il candidato del territorio nella lista dei democratici, spiega di non provare alcun imbarazzo a condividere l’appoggio con gli alfaniani al candidato alla presidenza Micari: “Altra cosa – ribadisce come già fatto in passato – gli assetti e la gestione politica comunale”.

La nuova compagnia “Scialò” in scena con “Silenzio parla u mutu”

Stasera la prima di “Silenzio parla u mutu”, commedia brillante in due atti scritta e diretta da Tonino Genuardi con il nuovo sodalizio culturale “Scialò”, compagnia teatrale amatoriale nata soltanto un mese fa e costituitasi dopo il lavoro insieme dello scorso anno “La bugia dello zio Nicola” di Porta Vagnu. La nuova opera, la seconda scritta da Genuardi,andrà in scena stasera, domani sabato 9 e domenica 10 settembre all’arena giardino Amato Vetrano del complesso della Badia Grande, alle ore 21. La storia di “Silenzio parla u mutu”, è ambientata all’esterno di un baglio dove abitano Bastiano, un pastore, e la sua famiglia.Bastiano ama vivere in modo semplice, lontano dalle comodità dei tempi moderni, e dedica, da buon pastore, tutto il suo tempo alle pecore e alla produzione della ricotta. Attorno a questo baglio, dove si affaccia un’antica chiesetta abbandonata della contrada, si intrecciano le storie di diversi, curiosi e singolari personaggi. Sono dodici i componenti del cast , oltre allo stesso regista Tonino Genuardi,il cast comprende: Maria Luisa Santangelo, Vissia Di Leo, Fabio Venezia, Accursio Sclafani, Daniela Venezia, Enrico Sclafani, Donatella Cucchiara, Francesca Cirafisi, Salvatore Cannella, Giuseppe Chiarello  le musiche originali sono di Accursio Sclafani, la scenografia di Ferdinando di Matteo.  

Cerimonia di passaggio al Circomare di Sciacca: il saluto di Calandrino e l’arrivo del tenente Sgroi

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Si è svolta questa mattina la cerimonia di passaggio di consegne tra il capitano di corvetta Salvatore Calandrino che ha guidato il Circomare saccense negli ultimi tre anni e il tenente di vascello Sebastiano Sgroi, nominato nuovo comandante. Lo scambio tra i due ufficiali è avvenuto durante la cerimonia solenne che si è svolta nella stessa sede della Capitaneria di Porto a Gaie di Garaffe alla presenza dei rappresentanti delle autorità civili e militari.

Ruba in ospedale: arrestato trentanovenne saccense

Dovrà rispondere di furto aggravato il trentanovenne saccense Antonio Motisi, arrestato la scorsa notte dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sciacca. L’uomo avrebbe agito tra le corsie dell’ospedale Giovanni Paolo II. I militari sono intervenuti a seguito di una richiesta di pronto intervento presso il reparto di cardiologia, individuando e bloccando il trentanovenne mentre stava già tentando di dileguarsi. Motisi era in possesso di di una bomboletta spray di profumo appena asportata dalla camera di una degente. L’uomo è accusato anche di avere scassinato ben 17 armadietti, di quelli utilizzati dal personale di servizio dell’ospedale, impossessandosi del portafoglio di una degente. I militari inoltre hanno rinvenuto un monitor speciale per apparati operatori, già nascosto all’interno di una scatola vicino al centralino, pronto per essere portato via da Motisi. Il monitor in questione, dopo il previsto riconoscimento da parte del personale addetto, è stato riconsegnato al reparto di chirurgia generale. Nelle ultime settimane presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, erano già stati perpetrati diversi furti tra cui quello di una costosa telecamera utilizzata per la laparoscopia del valore di circa 20.000 euro. Al fine di evitare e prevenire ulteriori episodi delittuosi, già da qualche giorno, la compagnia carabinieri di Sciacca, aveva intensificato i controlli del territorio, anche mediante l’utilizzo di auto “civetta” nei pressi dell’ospedale. L’arrestato è stato tradotto, su disposizione delle locale Procura della Repubblica, presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

Scontro tra vetture sulla 115, in zona Macauda: sei feriti. Traffico paralizzato

È stato quasi certamente causato dalla pioggia caduta nelle ultime ore, che ha reso viscido il manto stradale, lo scontro tra due autovetture, una Peugeot 307 e una Panda, avvenuto poco fa sulla statale 115, all’altezza dello svincolo di Torre Macauda, da sempre zona particolarmente rischiosa. Soccorsi tuttora in corso. Sono sei le persone ferite che sono arrivate in codice giallo all’ospedale di Sciacca che sono state soccorse dalle ambulanze del 118 e che si trovano ancora ricoverate al Giovanni Paolo II per gli accertamenti necessari. Il traffico da e per Agrigento ha subito fortissimi rallentamenti, con incolonnamenti già di almeno tre chilometri.