Case popolari di via Fani, Pace: “Strappato l’impegno all’Iacp, ma se non mantenuto, siamo pronti a tornare”
Per il sindaco di Ribera, Carmelo Pace che oggi si è autoconvocato insieme alla sua Giunta, all’Istituto autonomo case popolari di Agrigento, il fatto più importante è aver strappato l’impegno del Commissario dello stesso Istituto a farsi carico immediatamente di tutte le procedure in carico all’ente provinciale per la stipula del contratto che si è aggiudicata l’opera di riqualificazione delle case popolari di via Fani e di largo Martiri a Ribera.
Una vicenda incredibile, quella degli alloggi popolari riberesi, che si trascina da anni nell’iter burocratico per l’appalto delle nuove palazzine dopo lo sgombero dei residenti per gravi problemi di agibilità.
Pace che da anni porta avanti la battaglia del Comune di Ribera per la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia popolare, è pronto a tornare alla carica con gesti eclatanti se non saranno rispettati i tempi.
La stagione balneare ancora lontana, ma viabilità già compromessa a San Marco
Lo scorso anno è franato un muro di contenimento di un terreno privato direttamente sulla via Ulisse, l’unica strada di accesso ad un ampio tratto della spiaggia di San Marco, adesso, si è aggiunta anche l’erosione della strada dall’altro lato vicino al mare, il passaggio stradale si è così notevolmente ristretto.
I residenti della zona lo scorso anno hanno cercato di sollecitare un intervento per rimuovere il muro franato dalla carreggiata. L’azione del Comune non è stata possibile per mancanza di fondi, ma neanche i privati che volevano autotassarsi per eliminare il cemento crollato sono potuti intervenire. Eppure basterebbe una diffida al proprietario del muro di contenimento che è finito sulla strada. Sebbene a gennaio, la stagione balneare sembra ancora lontana, è facile immaginare che la viabilità nella zona non appena arriverà la bella stagione sarà compromessa dalla presenza ingombrante del muro crollato e dall’erosione della strada come oggi ha manifestato un residente della zona.
Il Consiglio dei Ministri trasferisce il Prefetto Diomede dopo l’indagine a suo carico, via da Agrigento
Trasferimento ad altra sede e altro incarico: e’ la decisione assunta oggi dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Miniti in ordine all’indagine che ha coinvolto anche il Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede.
La rimozione del Prefetto agrigentino era nell’aria dopo l’iscrizione nel registro degli indagati del nome eccellente insieme agli altri 72 indagati nell’inchiesta su Girgenti Acque.
Nel particolare, al Prefetto gli inquirenti contesterebbero un episodio del 2015 nel quale Diomede non avrebbe applicato una misura di prevenzione a carico dell’imprenditore Marco Campione sollecitato dalla Questura di Agrigento e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo.
Il Consiglio dei Ministri ha gia’ deliberato la rimozione del Prefetto che era stato nominato nel 2013 su proposta del Ministro Alfano.
L’eleganza e il fascino degli abiti ottocenteschi siciliani, in mostra al museo Scaglione
Mostra domani al Museo Scaglione di abiti d’epoca dell’ottocento siciliano, l’esposizione dal titolo “Eleganza e fascino”, è in allestimento nelle sale del Museo Scaglione, in piazza Don Minzoni. L’iniziativa è dell’assessorato al Turismo e allo Spettacolo del Comune di Sciacca, retto dal vicesindaco Filippo Bellanca, e dell’associazione La danza, presieduta da Biagio Abbruscato e con la direzione artistica di Aurelia Lalicata. L’iniziativa si svolgerà in collaborazione con la cooperativa Agorà.
La mostra sarà inaugurata domani, sabato 20 gennaio 2018, alle ore 17,30.
L’ingresso è gratuito. Sarà poi possibile visitarla nei giorni di apertura del museo Scaglione, fino al prossimo 3 febbraio. Saranno esposti, spiegano gli organizzatori, abiti nobiliari dell’aristocrazia siciliana, dell’800 e dei primi del ‘900.
Domani, nel giorno dell’inaugurazione, gli abiti saranno indossati da ragazze dell’associazione La Danza, aderente ai gruppi storici italiani. In un ambiente museale ricco di arredi e di reperti antichi, vivrà così una pagina della storia siciliana. Nei giorni successivi, gli abiti potranno essere ammirati su dei manichini.
Assunzioni e pacchetti di voti: così Girgenti Acque avrebbe creato la sua rete per gli affari
Ci sarebbe un giro di tangenti alla base dell’indagine che avrebbe fatto scattare l’inchiesta su Girgenti Acque, indagini scattate dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, l’architetto Giuseppe Tuzzolino. Dalle parole di Tuzzolino, il via alle intercettazioni degli inquirenti che avrebbero portato dei risultati positivi, ma non sul fronte della dimostrazione delle finalità mafiose delle varie attività di Marco Campione, il presidente di Girgenti Acque, così l’indagine è stata trasmessa, dal procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido, e dal pm Gery Ferrara, con un troncone di atti al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e ai sostituti Salvatore Vella, Paola Vetro e Alessandra Russo che hanno firmato i provvedimenti che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 72 persone, molti nomi di spicco da autorità istituzionali a politici e professionisti.
Per poter svolgere i propri affari, Girgenti Acque, ma anche società ad essa collegate, come la Hydortecne, coinvolta nell’inchiesta con il suo amministratore Pietro Arnone, finito nella lista degli indagati, avrebbe avuto comunque bisogno di ottenere la necessaria documentazione che ne attestasse la comprovata regolarità delle sua attività, attestazioni che sarebbero state ottenute in cambio di favori vari per chi si attivava a disposizione del fine della società: si andava dalle assunzioni per i familiari, ma anche a pacchetti di voti per i politici e talvolta, denaro.
Non è ancora emerso il ruolo nell’inchiesta di Angelo Alfano, padre dell’ex ministro degli interni, Angelino, uno dei nomi di spicco tra i 72 indagati, nel quale è coinvolto anche il prefetto, Nicola Diomede. Tanti i politici poi nell’inchiesta: dall’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, all’ex presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, da Angelo Capodicasa, anche lui ex presidente della Regione a Riccardo Gallo, Giovanni Panepinto e Vincenzo Fontana. E c’è anche l’ex presidente del Cga, Raffaele De Lipsis, già indagato in un’altra inchiesta della Dda, poi trasmessa per competenza a Trapani, quella sull’armatore Vincenzo Morace e sull’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio.
Processo per abusi sessuali su un minore, il saccense Conticello respinge le accuse
Nel processo che lo vede imputato per abusi sessuali su un minore, Lino Conticello, di 49 anni, di Sciacca, durante l’esame ha respinto ogni accusa. Ha ammesso di avere dato ospitalità, per una notte, al minore, ma respinto l’accusa di abusi sessuali che gli viene contestata. Nel processo è imputato anche un altro saccense, Giuseppe Marciante, di 38 anni, accusato di avere messo in contatto il minore con Conticello. L’esame di Marciante e la requisitoria del pubblico ministero, Carlo Boranga, sono previsti nella prossima udienza, il 31 gennaio. Il minore e la madre si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Maurizio Gaudio, e avanzato una richiesta di risarcimento di 250 mila euro.
Case popolari di via Fani, questa mattina la giunta di Ribera si riunisce presso l’Iacp per chiedere l’inizio dei lavori
Questa mattina la giunta municipale di Ribera si riunirà presso l’Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento. E’ l’iniziativa di protesta annunciata qualche giorno fa dal sindaco, Carmelo Pace, per sollecitare la stipula del contratto tra l’Istituto e la ditta aggiudicataria dei lavori di demolizione e ricostruzione dei 55 alloggi. “I cittadini riberesi sfrattati dalle proprie abitazioni manifestano la loro insofferenza e preoccupazione per l’attuale situazione – dice Pace – e non si escludono forme di protesta eclatanti anche con il coinvolgimento della popolazione”. Pace ha annunciato che chiederà anche al consiglio comunale di indire una seduta ad Agrigento.
Beni per 25 milioni di euro confiscati a un imprenditore di Campobello di Mazara
Beni per oltre 25 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa Antimafia di Trapani all’imprenditore di Campobello di Mazara Andrea Moceri, di 57 anni, ed ai suoi familiari. Il patrimonio, era già stato sequestrato nel novembre del 2015. Nei confronti di Moceri è stata imposta la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni. Il patrimonio comprende 35 unità immobiliari, locali commerciali, appartamenti per civile abitazione, rimesse, 35 appezzamenti di terreno, 5 compendi aziendali, quote di partecipazioni in varie società di capitali, numerosi conti bancari e polizze assicurative.
Michele Catanzaro: “Su Girgenti Acque il Comune di Sciacca non è più solo, altri hanno deciso di condividere la stessa battaglia”
“L’inchiesta dei magistrati di Agrigento su Girgenti Acque, qualunque sarà l’esito finale, contribuirà a fare chiarezza, ed è ciò di cui c’è bisogno”. Lo ha dichiarato l’onorevole Michele Catanzaro, deputato all’Ars del Partito Democratico, in riferimento all’indagine che riguarda il gestore idrico. “Nel frattempo noto con piacere – ha aggiunto Catanzaro – che in merito alla qualità tutt’altro che esaltante del servizio idrico erogato da Girgenti Acque in provincia di Agrigento, il Comune di Sciacca non è più solo, visto che anche altri comuni hanno deciso di condividere la stessa battaglia”. Nei giorni scorsi Catanzaro ha preso parte alla manifestazione di protesta che si è svolta a Raffadali promossa dal locale Comitato cittadino per l’acqua pubblica, sulla scia di un’altra grande mobilitazione, quella organizzata dal Coordinamento delle associazioni per l’acqua pubblica “Titano” di Favara. “Se, dopo undici anni dall’entrata in vigore della nuova gestione, così tanti cittadini protestano, allora vuol dire che non c’è più alcuna alternativa alla necessità di addivenire alla risoluzione del contratto”. Questa l’opinione di Catanzaro, il quale ricorda come, da quando è stata eletta sindaco di Sciacca, Francesca Valenti abbia inciso “un solco senza precedenti nel rapporto con l’ente gestore”.
Prossima edizione del Carnevale dentro il budget dei 300 mila euro, ma per i saccensi la festa è irrinunciabile
Secondo qualcuno si spenderà ancora troppo, tanto per la festa, ma per la prima edizione della festa targata dalla giunta Valenti, specie l’assessore Filippo Bellanca, sta cercando di tirare la cinghia sulla manifestazione contenendola dentro la cifra dei 300 mila euro. Ma chi conosce bene la macchina organizzativa della manifestazione, sa come la kermesse, così come è strutturata, ha le sue notevoli spese.
Intanto, le voci critiche sul Carnevale tra i saccensi sono davvero poche. Per molti, la festa va fatta perché tradizione, perchè comunque rappresenta un motivo di richiamo per i turisti e perché Carnevale è sempre Carnevale.


