Mattarella ricoverato a Roma per un intervento programmato

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato ricoverato in un ospedale di Roma: secondo quanto si apprende si tratta di un intervento programmato che non desta alcuna preoccupazione, tanto che il il capo dello Stato – fa notare il Quirinale – oggi ha lavorato tutto il giorno ricevendo anche il presidente del Montenegro.

– foto Ipa Agency –
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Dazi, Meloni “Momento difficile, ma faremo del nostro meglio”

ROMA (ITALPRESS) – “Siamo in un momento difficile, vediamo come va nelle prossime ore. Non sento alcuna pressione, come voi potete immaginare, per i miei prossimi due giorni, faremo del nostro meglio come sempre. Sono consapevole di cosa rappresento e di quello che sto difendendo, vediamo come si sviluppa il quadro in cui ci troviamo”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo ai Premi Leonardo 2025.

“Vediamo come si sviluppa il quadro in cui ci troviamo, ma ricordiamoci che noi abbiamo la forza, la capacità, l’intelligenza, la creatività per superare ogni ostacolo. Abbiamo superato ostacoli ben peggiori e ne supereremo anche” altri. “Bisogna solo ricordare che, quando un prodotto italiano viene esportato, la gran parte della ricchezza non la produce in Italia ma dove viene esportato – ha sottolineato Meloni -. Quindi, anche noi con questo lavoro legato all’export produciamo ricchezza anche per altri ed è bene per tutti continuare ad avere a che fare con l’Italia perchè è in grado di produrre benessere, eccellenza e ricchezza”.
“Stiamo cercando di fare del nostro meglio per cercare di rafforzare la competitività del nostro sistema, ma se poi gli imprenditori non ci credessero anche il lavoro che facciamo noi sarebbe inutile – ha proseguito il premier -. Ho fatto del mio meglio in questi due anni e mezzo girando per il mondo, perchè io so che quando apro una porta ho un sistema Italia che è in grado di fare l’altra parte del lavoro”.

– Foto IPA Agency –

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Diabete di Tipo 2, il nuovo volto della cura tra farmaci e accesso equo

ROMA (ITALPRESS) – Il Diabete di Tipo 2 rappresenta una delle principali priorità sanitarie nel nostro Paese, sia per la crescente incidenza che per l’elevato impatto in termini di complicanze e costi assistenziali. Negli ultimi anni, l’arrivo di farmaci innovativi ha modificato profondamente le prospettive di cura, rendendo centrale il tema dell’accesso equo e tempestivo alle terapie. In questo contesto, si inseriscono due ambiti di riforma: la semplificazione burocratica delle procedure prescrittive e la riorganizzazione della distribuzione dei farmaci, che ne ha avvicinato l’erogazione ai cittadini attraverso le farmacie territoriali. Ne parla Raffaella Buzzetti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia. “In Italia – afferma – la frammentazione dell’assistenza nella presa in carico del Diabete di Tipo 2 rimane una criticità che ostacola una gestione realmente integrata e personalizzata. Sebbene disponiamo di evidenze scientifiche e terapie efficaci, esiste ancora un divario tra le conoscenze disponibili e la loro applicazione nella pratica clinica quotidiana, soprattutto nei contesti territoriali. Le evidenze più recenti hanno spostato il focus da un approccio centrato esclusivamente sul controllo glicemico a una visione più ampia, mirata alla prevenzione delle complicanze cardiovascolari e renali. I principali studi hanno dimostrato che un uso tempestivo e appropriato di classi farmacologiche come gli SGLT2-inibitori e gli agonisti del GLP-1 riduce significativamente la mortalità e gli eventi avversi maggiori. Alla luce di questi risultati, è essenziale promuovere una maggiore aderenza alle linee guida nazionali, l’adozione concreta di PDTA aggiornati, il rafforzamento del team multidisciplinare con il medico di medicina generale come nodo attivo e il diabetologo come riferimento clinico, e infine un deciso investimento nella prevenzione primaria, anche nei contesti di maggiore vulnerabilità sociale. In sintesi, il problema non è l’assenza di strumenti, ma la difficoltà nel renderli realmente accessibili in modo uniforme. E’ tempo di superare la “diabetologia a due velocità” e garantire a tutti i pazienti un accesso equo all’innovazione”.
Negli ultimi anni, l’introduzione di farmaci innovativi ha modificato profondamente l’approccio terapeutico. “Continuiamo ad avere un bisogno cruciale: una presa in carico tempestiva, continuativa e realmente personalizzata dei pazienti – evidenzia Buzzetti -. Nonostante l’innovazione farmacologica abbia aperto scenari straordinari, queste opportunità terapeutiche non sono ancora garantite a tutti i pazienti in modo uniforme. E’ necessario assicurare un accesso equo all’innovazione, superando disomogeneità regionali e ostacoli burocratici. A ciò si aggiunge l’urgenza di promuovere una maggiore educazione e consapevolezza, affinchè il paziente sia parte attiva nel proprio percorso di cura e comprenda pienamente il valore dell’aderenza terapeutica e dei controlli periodici. Il diabete di tipo 2, inoltre, richiede una gestione multidimensionale, che consideri non soltanto gli aspetti metabolici, ma anche il carico psicologico, sociale e funzionale della malattia. Serve un’integrazione più solida tra i diversi livelli di cura. Infine, i pazienti chiedono oggi un’assistenza più “vicina” – non solo in senso geografico, ma anche relazionale”.
Negli ultimi mesi si è parlato del passaggio dalla distribuzione ospedaliera alla convenzionata per alcune classi di farmaci, inclusi gli antidiabetici. Quale impatto può avere questa misura sulla qualità di vita dei pazienti? “La distribuzione tramite farmacie territoriali rappresenta una svolta di sistema per la gestione delle cronicità in Italia e, nel caso del Diabete di Tipo 2, può tradursi in un impatto molto positivo sotto diversi profili – replica -. In termini di aderenza terapeutica, significa ridurre barriere logistiche e psicologiche che spesso compromettono la continuità delle cure. Le persone con diabete devono già confrontarsi quotidianamente con monitoraggi, visite e comorbidità: semplificare l’accesso alla terapia è un atto concreto di attenzione verso la loro quotidianità. Sul piano della prossimità, questa misura rafforza il ruolo della rete territoriale, valorizzando le farmacie come presidi di salute pubblica. La farmacia non è soltanto un luogo di dispensazione, ma può diventare uno snodo di orientamento e supporto, soprattutto nei piccoli centri e nelle aree interne. In ottica di equità, questa riforma può contribuire a ridurre le disuguaglianze territoriali, garantendo un accesso più omogeneo all’innovazione terapeutica, indipendentemente dalla Regione o dalla distanza da un centro diabetologico”.
Infine, semplificare le modalità prescrittive e i percorsi di cura: quanto ritiene importante questo intervento? “Garantire un accesso equo e tempestivo alle terapie è una priorità per la salute pubblica – ribatte Buzzetti -. Semplificare le modalità prescrittive, nel Diabete di Tipo 2, significa rimuovere ostacoli che spesso compromettono l’aderenza terapeutica: burocrazia eccessiva, moduli disomogenei, rinnovi frequenti e vincoli prescrittivi non sempre giustificati. L’utilizzo appropriato di farmaci innovativi richiede percorsi più lineari, digitalizzati e uniformi. Rendere il sistema più semplice non vuol dire banalizzare, ma costruire un modello clinicamente solido, centrato sul paziente. Inoltre, la semplificazione può aiutare a superare le disuguaglianze legate al territorio e alla disponibilità di specialisti, garantendo pari opportunità terapeutiche su tutto il territorio nazionale. E’ una misura che incide direttamente sulla qualità dell’assistenza e sull’equità del sistema”, conclude.

– foto Esperia Advocacy –
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Pensione 2025: come ottenerla con il 100% dello stipendio grazie alla previdenza complementare

TFR nei fondi pensione, versamenti aggiuntivi, vantaggi fiscali: tutte le strategie per garantirti un assegno pari (o superiore) al tuo ultimo stipendio.


Perché la pensione pubblica non basta (soprattutto per chi è nel contributivo puro)

Molti lavoratori si chiedono se sarà possibile andare in pensione mantenendo lo stesso tenore di vita. La risposta dipende da diversi fattori, ma uno è certo: il solo assegno pubblico difficilmente garantirà il 100% dell’ultimo stipendio, in particolare per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e rientra nel sistema contributivo puro.

Il ruolo decisivo della previdenza complementare

La previdenza complementare può ridurre (e in certi casi annullare) il gap tra stipendio e pensione. Simulazioni su lavoratori dipendenti con stipendi tra 1.800 e 2.200 euro netti indicano un tasso di sostituzione del 70-72% col solo sistema pubblico. Ma chi investe il proprio TFR in un fondo pensione può salire fino al 77% (a 50 anni) o addirittura superare il 100% (a 30 anni) se sceglie un portafoglio dinamico.


Versamenti aggiuntivi: quanto investire in base all’età

Il TFR da solo non basta. Per raggiungere l’obiettivo del 100%, è necessario aggiungere contributi volontari. Le cifre variano in base all’età:

  • 30 anni (profilo dinamico): da 85 a 148 euro/mese
  • 40 anni (profilo medio): circa 119 euro/mese
  • 50 anni (profilo prudente): tra 843 e 1.422 euro/mese

Tutti questi importi godono della deducibilità fiscale, con un risparmio effettivo che va dal 23% al 43%, a seconda della propria aliquota IRPEF.


TFR: lasciarlo in azienda o investirlo?

La maggior parte dei lavoratori italiani lascia ancora il TFR in azienda o nel Fondo Tesoreria INPS. Ma è una scelta che spesso penalizza:

  • Rendimento TFR in azienda: circa 2,4% annuo
  • Rendimento fondi pensione: fino al 4,7% in media
  • Tassazione TFR in azienda: dal 23% al 43%
  • Tassazione TFR in fondo pensione: tra il 9% e il 15%

Anticipare la pensione grazie ai fondi pensione: si può

Dal 2025 chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 potrà anticipare la pensione fino a 3 anni usando i risparmi della previdenza complementare. Requisiti principali:

  • Pensione maturata pari almeno a 3 volte l’assegno sociale (circa 1.400 euro netti/mese)
  • Almeno 25 anni di contributi versati (che diventeranno 30 dal 2030)
  • Stop al lavoro dopo l’uscita

Per le donne con figli, le soglie di accesso sono più favorevoli.


Il caso dei lavoratori autonomi: sfide e soluzioni

I lavoratori autonomi partono svantaggiati: non hanno TFR e versano meno contributi. Il risultato? Pensioni molto più basse, con tassi di sostituzione tra il 49% e il 64%. Ma con una buona pianificazione, anche loro possono avvicinarsi all’80% dello stipendio.

Esempio:

  • 30enne autonomo (profilo dinamico): 85 €/mese
  • 50enne autonomo (profilo prudente): oltre 1.100 €/mese

Anche qui vale la deducibilità fiscale.


Conclusione: pianificare oggi per non preoccuparsi domani

Raggiungere una pensione pari al 100% dell’ultimo stipendio non è un sogno, ma un traguardo possibile con consapevolezza e azioni concrete:

✅ Investire il TFR in un fondo pensione
✅ Fare versamenti aggiuntivi
✅ Sfruttare i vantaggi fiscali
✅ Adattare la strategia al proprio profilo di rischio

Il tempo è il miglior alleato dei giovani, ma anche chi è vicino alla pensione può fare molto. Il messaggio è chiaro: iniziare oggi è la scelta più saggia.

Sciacca con 1500 abbonati entro maggio, Rizzuto: “Inizio incoraggiante” (Video)

L’obiettivo dei 1500 abbonati entro maggio 2025 per fare in modo che l’Unitas Sciacca possa chiedere il ripescaggio in serie D o allestire una squadra di vertice nel prossimo campionato di Eccellenza, puntando alla promozione, non è impossibile da raggiungere. Il presidente della società, Ignazio Rizzuto, fa sapere, infatti, che l’inizio è stato incoraggiante e che la gente, nei primi giorni di attività, ha iniziato a rispondere.

Lo Sciacca punta a 1500 abbonamenti (100 euro per la gradinata e 150 per la tribuna) entro il 31 maggio prossimo per rafforzare la squadra con qualche elemento in grado di fare compiere il salto di qualità e con la conferma del tecnico, Angelo Galfano.

“Giocatori e allenatore aspettano noi – dice Rizzuto – e se le cose continueranno ad andare bene riusciremo a prenderci belle soddisfazioni”.

La società ha annunciato che se il progetto, invece, non dovesse andare in porto per adesioni non sufficienti chi avrà aderito all’iniziativa sarà rimborsato del denaro che ha versato.

Aumenti stipendio dipendenti pubblici 2025: la proposta ARAN tra disparità e nuovi fondi

Con l’approvazione del Decreto Legge 25/2025, arrivano aumenti di stipendio per molti dipendenti della Pubblica Amministrazione, ma restano esclusi gli Enti Locali, come Comuni, Province e Città Metropolitane. Una differenza che sta creando forti tensioni tra i lavoratori del settore e che l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale) punta a superare con una proposta mirata.


📉 La disparità tra Funzioni Centrali e Locali

Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio esodo di personale dagli enti locali verso altre amministrazioni centrali, attratti da trattamenti economici più vantaggiosi. Le cause principali sono:

  • Divario retributivo storico rispetto ad altri comparti della PA;
  • Carichi di lavoro elevati e mancanza di incentivi nei Comuni;
  • Perdita di efficienza nei servizi locali a causa del turnover continuo.

A peggiorare la situazione, il DL 25/2025 ha previsto risorse aggiuntive per le Amministrazioni Centrali, lasciando però fuori gli enti locali, con una differenza media di 170 euro netti al mese.


🧩 La proposta ARAN per colmare il gap

Per risolvere questa situazione, l’ARAN propone di superare il tetto al trattamento accessorio previsto dal D. Lgs. 75/2017, permettendo così agli enti locali di utilizzare risorse proprie per aumentare la retribuzione dei dipendenti, trattenere il personale qualificato e ridurre il divario con le funzioni centrali.


💶 Gli aumenti per i dipendenti delle Amministrazioni Centrali

L’art. 14 del DL 25/2025 ha introdotto diverse misure di incremento retributivo per i dipendenti dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio:

  • Fondo da 190 milioni di euro annui per la contrattazione integrativa;
  • Incremento di 90.000 euro annui per l’Agenzia Italiana per la Gioventù;
  • Armonizzazione economica per il personale ANSFISA e Ispettorato del Lavoro;
  • 2 milioni di euro annui per adeguare gli stipendi del personale diplomatico;
  • Assicurazione sanitaria integrativa per il personale scolastico (20 mln nel 2025, 50 mln annui dal 2026).

📈 Nuove indennità già in busta paga

A partire da aprile 2025, ai dipendenti pubblici vengono riconosciute:

  • Indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,6% (e 1% da luglio);
  • Anticipo sul rinnovo contrattuale 2022-2024 pari al 3,35%.

Questi importi sono già visibili nella busta paga mensile.


🗂️ La richiesta dei sindacati: “Serve equità retributiva”

I sindacati chiedono ora un piano di equiparazione graduale, in quanto le differenze tra comparti della PA possono superare il 20%. Colmare tale disuguaglianza richiederà risorse, pianificazione e una revisione organica dei trattamenti economici.


📝 Conclusione: un passo verso una PA più giusta

La proposta ARAN e gli emendamenti all’art. 14 del decreto vogliono riequilibrare il trattamento economico tra i dipendenti della Pubblica Amministrazione, sostenendo chi lavora negli enti locali. Il prossimo passo sarà verificare quali misure saranno confermate nella legge di conversione del DL e quali risorse saranno effettivamente stanziate per rendere più equa la retribuzione di tutti i dipendenti pubblici italiani.

La farmacia dell’ospedale di Sciacca: “Garantite tutte le chemioterapie”

Un allagamento determinato dalla rottura di un tubo al piano superiore della farmacia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca ha determinato il rallentamento delle chemioterapie che, però, sono state tutte assicurate durante la giornata di oggi, martedì 15 aprile. E’ quanto si apprende dalla farmacia del Giovanni Paolo II e dall’unità operativa di Oncologia.

Il problema che si è determinato, improvvisamente, con la rottura del tubo nella foresteria del nosocomio saccense è stato fronteggiato dalla farmacia con il trasferimento degli operatori di Sciacca presso la camera bianca dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. “Purtroppo – fanno sapere dalla farmacia – c’è stato un ritardo dovendo lavorare ad Agrigento, ma tutte le terapie sono state assicurate”.

I lavori per riportare alla normalità l’attività della camera bianca della farmacia dell’ospedale di Sciacca andranno avanti per alcuni giorni, ma si sta predisponendo un sistema per ridurre al minimo i tempi di intervento sia pure operando per una fase importante in un’altra città.

Il problema è stato sollevato dall’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars.

Bonus anziani 2025 da 850 euro al mese: a chi spetta, come fare domanda e scadenze

Nel 2025 arriva un importante sostegno economico per gli over 80 in condizioni di non autosufficienza. Si tratta del bonus anziani da 850 euro al mese, una prestazione universale pensata per garantire assistenza a chi ha bisogno di cure domiciliari e un ISEE inferiore a 6.000 euro. Il contributo sarà erogato fino al 31 dicembre 2026.

Vediamo nel dettaglio a chi spetta, come richiederlo e quali sono i requisiti da rispettare per non perdere questa opportunità.


Cos’è il bonus anziani 2025 e quanto vale

Il bonus anziani 2025, ufficialmente denominato Prestazione universale per la non autosufficienza, prevede un contributo mensile di 850 euro, composto da:

  • quota fissa (indennità di accompagnamento);
  • quota integrativa (assegno di assistenza).

L’erogazione parte dal primo giorno del mese in cui si presenta la domanda e ha durata massima di due anni, con scadenza al 31 dicembre 2026.


👴 Requisiti per ottenere il bonus anziani 2025

Per ricevere l’assegno, è necessario soddisfare tutte le seguenti condizioni:

  • Età pari o superiore a 80 anni (anche se si compiono nel mese in cui si fa domanda);
  • Percezione dell’indennità di accompagnamento;
  • ISEE inferiore a 6.000 euro annui;
  • Grave livello di bisogno assistenziale, certificato dall’INPS tramite commissione medica, sulla base di criteri sanitari e sociali predefiniti.

📝 Come fare domanda e fino a quando

La domanda per il bonus anziani si presenta:

  • online, tramite il portale INPS, sezione “Sostegni, sussidi e indennità”;
  • con SPID, CIE o CNS;
  • oppure, rivolgendosi direttamente a un patronato.

La domanda può essere inviata dal primo giorno del mese in cui si compiono 80 anni. Il termine ultimo per farne richiesta è il 31 dicembre 2026.

Dopo la presentazione, verranno verificati i requisiti da parte dell’INPS e, se idonei, si inizierà a percepire l’importo mensile stabilito.


ℹ️ In attesa del decreto attuativo

L’INPS ha già pubblicato una circolare con le prime indicazioni operative. Tuttavia, per l’attivazione definitiva della misura, si attende il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, che chiarirà nel dettaglio le modalità di accesso, verifica e pagamento.


📌 Conclusione

Il bonus anziani 2025 rappresenta una misura cruciale per sostenere gli over 80 non autosufficienti e con basso reddito, offrendo un sussidio mensile fino a 850 euro per favorire l’assistenza domiciliare. Per non perdere il diritto, è importante informarsi tempestivamente e procedere con la domanda tramite INPS o patronato, appena si compiono gli 80 anni.

Non funziona la “camera bianca” del Giovanni Paolo II, disagi per i pazienti oncologici

I pazienti del reparto di oncologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, insieme ai loro familiari, da due giorni, convivono con gravissimi, imperdonabili ritardi legati alla preparazione dei farmaci per le cure a loro riservate. Lo riferisce in una nota il capogruppo della DC all’Ars, Carmelo Pace.

Quelli che Pace definisce “inaccettabili disservizi” sono legati al malfunzionamento della cosiddetta “camera bianca”, gia’ segnalato dal Responsabile dell’Unità operativa e ancora oggi senza alcuna risposta positiva.

Riferisce sempre Pace che da due giorni un’équipe di medici si reca all’ospedale di Agrigento, con tutte le difficoltà del caso aggravate da ritardi inammissibili, per preparare questi farmaci salvavita.

“Nel ringraziare gli operatori sanitari – conclude Pace – dei due presìdi interessati per la professionalità che, ancora una volta, stanno dimostrando nell’affrontare al meglio una situazione di emergenza, chiedo pubblicamente all’Asp di Agrigento e alla Direzione di Sciacca di intervenire immediatamente per tutelare il diritto alla salute dei nostri concittadini”

Pullman a fuoco sulla Menfi-Santa Margherita, illesi gli occupanti

Incendio poco prima delle 14 di oggi nella località Feudotto sulla strada provinciale che collega Menfi a Santa Margherita Belice.

Si è sviluppato sul pullman utilizzato per il trasporto degli studenti pendolari. Tempestivo l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno evitato il propagarsi delle fiamme, ma gli studenti, una ventina, erano già scesi dal pullman.

Era stato l’autista, accortosi del fumo, a fermare il mezzo facendo scendere gli studenti.