Estate a Santa Margherita, pubblicato il calendario 2025

Il Comune di Santa Margherita di Belìce ha svelato il Calendario delle Manifestazioni Estive 2025, dando ufficialmente il via a una Estate a Santa Margherita che si preannuncia intensa, ricca e variegata. Dal 6 luglio al 28 agosto, la cittadina dell’Agrigentino ospiterà oltre 20 eventi tra musica, teatro, gastronomia, cultura e intrattenimento, tutti a ingresso gratuito.

Una stagione pensata per valorizzare il patrimonio culturale e identitario del territorio, resa possibile grazie al finanziamento completo della Regione Siciliana, senza alcun costo per il Comune, attualmente in dissesto finanziario.

Un’estate gratuita, inclusiva e di qualità

“Abbiamo scelto di investire in cultura, comunità e bellezza”, ha dichiarato l’assessore al Turismo Deborah Ciaccio, sottolineando il valore sociale ed economico della programmazione.

Con un’attenta pianificazione e una visione a lungo termine, l’Estate a Santa Margherita punta a essere non solo occasione di svago, ma anche simbolo di resilienza amministrativa e identità locale.

Eventi da non perdere nell’Estate a Santa Margherita

Teatro, musica e cultura sotto le stelle

Tra i principali appuntamenti in programma:

Festival del Gattopardo (1–3 agosto), con la XX edizione del Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Spettacoli teatrali come La famigghia difittusa, Novecento e A tavola non si invecchia

Format originali come MasterChef Margheritese e Salva la tua lingua locale

Musica per tutti i gusti

La musica avrà un ruolo da protagonista nell’Estate a Santa Margherita, con eventi che spaziano dal jazz al DJ contest, fino al suggestivo appuntamento “Batteristi sotto le stelle” del 7 agosto, con Angelo Spataro dei Tinturia.

Un palcoscenico a cielo aperto

Piazze, cortili e luoghi simbolo della città si trasformeranno in scenari culturali dinamici e partecipativi. Saranno inoltre proposti eventi gastronomici e artistici pensati per attrarre sia residenti che visitatori.

Il calendario completo

Il programma dettagliato dell’Estate a Santa Margherita è consultabile anche sui canali istituzionali del Comune di Santa Margherita di Belìce. Tutti gli eventi sono ad accesso libero, rendendo l’esperienza estiva ancora più inclusiva.

Sciacca, quinto mastello e parcheggio alle terme “accendono” il consiglio comunale

Seduta del consiglio comunale segnata dall’assenza per svariati motivi dei dirigenti che non ha permesso di trattare le proposte di delibera che erano state programmate: Pudms, piano Asi e piano Aro. In compenso, tante fasi di discussioni con le comunicazioni presentate di volta in volta sulle continue emergenze che ormai caratterizzano le sedute. Una procedura quella delle richieste di comunicazione previste dal regolamento del consiglio comunale che andrebbe rivista perché di fatto, diluisce i lavori del consiglio estendendo il dibattito ma restringendo le fasi operative.

Ieri sera, la seduta si è aperta con le comunicazioni del sindaco sulla vertenza Terme durante le quali il primo cittadino ha riferito delle argomentazioni oggetto dell’ultima riunione del tavolo tecnico a Palermo. E’ spuntata fuori la vicenda del parcheggio da destinare a servizio dell’area termale con la partecipazione al tavolo dell’Asp, proprietaria dell’ex ospedale di via Figuli che vorrebbe essere adibito a parco auto.

Qualche consigliere comunale ha fatto notare che nella zona termale vi sono altre aree che potrebbero essere a ciò destinate ( lvedi Calogero Bono e Ignazio Bivona) proponendo un utilizzo diverso per l’ex ospedale, più in ottica di sviluppo e ampliamento dell’offerta turistica.

Spazio successivamente ad altre comunicazioni quelle di Maurizio Blo’ e di Raimondo Brucculeri che hanno chiesto sulla vicenda Aica e situazione idrica.
“Purtroppo – commentano oggi i due – il sindaco Fabio Termine ha deciso di non rispondere. Ha eluso ogni interrogativo, come se i problemi della città non lo riguardassero, passando la parola all’assessore Alessandro Curreri, che – lo diciamo con rispetto ma con onestà – ha tentato goffamente di prendere tempo, senza entrare nel merito delle domande che erano rivolte direttamente al primo cittadino.
Tra le risposte, un imbarazzato elenco di interventi qua e là su alcune vie cittadine e, quasi con stupore, un riferimento alla vasca di accumulo alla Perriera, costata 500.000 euro. Nessun piano, nessuna visione, nessuna risposta concreta”.

Mentre sul piano di alienazioni del piano Asi, si e’ deciso di trattare vista la presenza dell’ingegnere Mirasola, collaboratore dell’ingegnere Gioia, assente ieri invece per motivi personali, il punto sul prezziario dei lotti artigianali. Anche qui diverse le proposte dell’opposizione come quella di Filippo Bellanca di un incentivo della vendita dei lotti “ad un euro” sul modello Sambuca. Mentre Calogero Bono ha suggerito, intanto una modifica di estensione dei lotti e di puntare ad un contratto- programma con le associazioni di categoria per incentivarne l’alienazione.

La seduta si e’ conclusa con un confronto sul piano Aro. In particolare, al centro del dibattito il “quinto mastello” che sarebbe introdotto con il nuovo piano che non convince diverse esponenti di opposizione come Calogero Bono e l’ex assessore Gaetano Cognata che hanno suggerito invece, l’opzione di un ritiro del vetro in discarica con benefit per i cittadini. Ma sul piano Aro c’è ancora tutto da scoprire in aula quando il punto arriverà con proposta di delibera per la sua disamina al consiglio.

Avrebbe sfruttato i dipendenti, ai domiciliari titolare di 11 punti vendita tra le province di Palermo e Trapani

Sono scattati gli arresti domiciliari nei confronti di un noto imprenditore indagato per aver sottoposto i propri dipendenti a condizioni di sfruttamento.

Si tratta del titolare di 11 punti vendita attivi nel commercio di vari prodotti, dal vestiario ad articoli di elettronica, dislocati tra Carini, Partinico, Alcamo e Castellammare del Golfo.

Nei suoi confronti è stato anche disposto il sequestro – in via diretta e/o per equivalente – di circa 100 mila euro pari al profitto del reato.

Le indagini dei finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno portato ad individuare 2 società – oltre a quella da lui formalmente amministrata e a scoprire una rete di abusi a danno dei lavoratoti.

In particolare, l’imprenditore avrebbe corrisposto retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali e comunque
sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, costringendo i lavoratori a espletare attività lavorativa “full time”, sebbene assunti formalmente con contratti “part-time” e retribuiti come tali.

Inoltre, e’ stata accettata la violazione della normativa in materia di ferie e riposi che spesso non sono stati concessi.
Il quadro complessivo così ottenuto è stato poi suffragato da meticolosi accertamenti patrimoniali che hanno certificato lo stato di bisogno di taluni dei dipendenti, costretti ad accettare tali vessazioni perché impossibilitati a fare altrimenti in quanto privi dei mezzi di sostentamento necessari alla sopravvivenza propria e/o del proprio nucleo familiare.
Le Fiamme Gialle avrebbero inoltre accertato il ricorso a metodi di sorveglianza degradanti messi in atto dallo stesso imprenditore ora agli arresti domiciliari.

Controlli fiscali anche sui familiari: la Cassazione amplia i poteri dell’Agenzia delle Entrate

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 13761/2025) chiarisce che l’Agenzia delle Entrate può estendere i controlli fiscali anche ai conti correnti intestati a familiari, conviventi o soggetti strettamente collegati al contribuente. Una decisione che rafforza gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per contrastare l’evasione.

Le basi normative: accertamenti e inversione dell’onere della prova

Secondo l’art. 32 del D.P.R. 600/1973, l’Amministrazione finanziaria ha il diritto di esaminare le movimentazioni bancarie dei contribuenti. In presenza di accrediti o addebiti non giustificati, è il contribuente a dover dimostrare che tali operazioni non costituiscano redditi non dichiarati. La legge stabilisce dunque una presunzione di imponibilità che può essere superata solo attraverso una prova dettagliata e documentata da parte dell’interessato.

A supporto di queste attività di accertamento vi è l’Anagrafe dei rapporti finanziari, una banca dati che raccoglie informazioni su conti correnti, carte prepagate, investimenti e altri strumenti finanziari, permettendo all’Agenzia delle Entrate di incrociare i dati con le dichiarazioni fiscali presentate dai contribuenti.

Quando si possono controllare i conti dei familiari

La Cassazione ha chiarito che i controlli sui conti di congiunti o conviventi non sono automatici, ma possibili solo in presenza di indizi concreti che facciano presumere un’intestazione fittizia. Si tratta, in particolare, di casi in cui si sospetta che il contribuente utilizzi conti di terzi per occultare redditi o eludere il fisco.

Tra gli elementi sintomatici indicati dalla Suprema Corte rientrano:

  • la sproporzione tra redditi dichiarati e capacità economica dei familiari;
  • l’esistenza di un’attività economica che possa generare redditi non compatibili con quanto dichiarato;
  • la stretta relazione familiare o convivenziale tra i soggetti interessati;
  • la presenza di omissioni o irregolarità nella dichiarazione dei redditi del contribuente principale.

Questi indizi, se valutati nel loro complesso, possono giustificare un’estensione dell’accertamento anche ai conti intestati ad altri soggetti legati al contribuente.

L’onere della prova resta al contribuente

In presenza di movimenti sospetti, il contribuente dovrà dimostrare, con documentazione adeguata, che le somme in entrata o in uscita non costituiscono redditi imponibili. L’ordinanza conferma quindi che le verifiche fiscali possono includere anche soggetti terzi, se vi è il sospetto fondato di un collegamento economico reale, anche se non formalmente riconducibile al contribuente principale.

Noduli tiroidei: guida approfondita su cosa sono, diagnosi e quando preoccuparsi davvero

Avete notato un rigonfiamento al collo o vi è stato menzionato un “nodulo tiroideo” e cercate informazioni chiare e strutturate? Se avete già letto introduzioni generali sull’argomento (come l’utile articolo “Hai sentito un rigonfiamento al collo? Potrebbe essere un nodulo tiroideo (e non sempre è grave)”), questo nuovo articolo si propone di approfondire in modo sistematico cosa sono i noduli tiroidei, come vengono diagnosticati e, soprattutto, quali sono i segnali che meritano un’attenzione specialistica.

La scoperta di un nodulo alla tiroide può generare apprensione, ma è fondamentale sapere che la maggior parte di questi è benigna. Questo articolo vi accompagnerà nella comprensione del fenomeno, focalizzandosi sugli aspetti cruciali per la vostra tranquillità e salute.

Cos’è un Nodulo Tiroideo: definizione e caratteristiche essenziali

Come già saprete, la tiroide è una ghiandola endocrina cruciale per il nostro metabolismo. Un nodulo tiroideo è una crescita anomala di tessuto all’interno di questa ghiandola. Questi noduli possono variare notevolmente:

  • Struttura: Possono essere solidi, cistici (contenenti liquido – quasi sempre benigni, come sottolineato anche in altre sedi informative) o misti. I noduli solidi o misti sono benigni nel 90-95% dei casi.
  • Dimensioni: Da pochi millimetri a svariati centimetri.
  • Numero: Singoli o multipli (gozzo multinodulare).
  • Funzionalità: La maggior parte dei noduli non altera la produzione ormonale. Alcuni, tuttavia, possono essere “iperfunzionanti” (causando ipertiroidismo) o, più raramente, associarsi a ipotiroidismo in un contesto di tiroidite.

La loro prevalenza è alta, specialmente nel sesso femminile e con l’aumentare dell’età, e spesso vengono scoperti casualmente.

Cause e fattori di rischio: perché si formano i noduli tiroidei?

Le cause precise non sono sempre univoche, ma diversi fattori possono contribuire alla loro insorgenza, come già accennato in guide introduttive. Tra i più rilevanti, riassumiamo:

  • Carenza di Iodio: Storicamente importante, oggi meno prevalente nei paesi con profilassi iodica.
  • Tiroiditi Autoimmuni: In particolare la Tiroidite di Hashimoto.
  • Predisposizione Genetica/Familiarità: Una storia familiare di noduli o patologie tiroidee.
  • Esposizione a Radiazioni: Soprattutto a livello del collo in giovane età.
  • Età e Sesso: Più frequenti nelle donne e negli anziani.

Uno stile di vita sano e un adeguato apporto di iodio sono utili coadiuvanti per la salute tiroidea.

Sintomi associati ai Noduli Tiroidei: quando riconoscerli

Molti noduli, come spesso ribadito, sono asintomatici. Tuttavia, alcuni segnali possono suggerirne la presenza o la necessità di un controllo:

  • Gonfiore o “bozzo” visibile/palpabile alla base del collo.
  • Senso di costrizione o fastidio alla gola.
  • Difficoltà a deglutire (disfagia) o, più raramente, a respirare (dispnea), specialmente in presenza dinoduli voluminosi.
  • Cambiamenti della voce o raucedine persistente (possibile compressione nervosa).
  • Dolore cervicale, irradiato alla mandibola o all’orecchio (meno comune).
  • Sintomi legati ad alterata funzionalità tiroidea (se il nodulo è iperfunzionante o associato a tiroidite).

Se riscontrate uno o più di questi sintomi, è sempre consigliabile una valutazione medica specialistica.

Diagnosi accurata dei Noduli Tiroidei: gli strumenti a disposizione

Un corretto inquadramento diagnostico è cruciale. Come descritto anche in altre risorse informative, il percorso solitamente include:

  • Anamnesi ed Esame Obiettivo: Il medico raccoglie la storia clinica ed effettua una palpazione del collo.
  • Esami Ematici: Valutazione della funzionalità tiroidea (TSH, FT3, FT4) e, in casi selezionati, della Calcitonina (marker tumorale specifico per il carcinoma midollare della tiroide).
  • Ecografia Tiroidea: È l’esame cardine. Permette di visualizzare numero, dimensioni, e soprattutto le caratteristiche strutturali dei noduli (margini, ecogenicità, presenza di microcalcificazioni, vascolarizzazione). Queste caratteristiche aiutano a stratificare il rischio di malignità del nodulo.
  • Agoaspirato Tiroideo (Fine Needle Aspiration Cytology – FNAC): Come correttamente evidenziato anche nell’articolo “Hai sentito un bozzo…”, l’agoaspirato è una procedura minimamente invasiva (simile a un prelievo) eseguita sotto guida ecografica. Consiste nel prelevare cellule dal nodulo per l’analisi citologica. È l’esame più affidabile per distinguere un nodulo benigno da uno maligno o sospetto.
  • Scintigrafia Tiroidea: Indicata in casi specifici, soprattutto in presenza di TSH soppresso, per valutare la funzionalità del nodulo (“caldo”, “freddo” o “indifferente”). I noduli “caldi” sono raramente maligni.

Noduli Tiroidei: quando preoccuparsi davvero e i segnali d’allarme

Questa è la domanda centrale per molti. Fermo restando che, come ampiamente riportato, la maggioranza (circa il 90-95%) dei noduli è benigna, è fondamentale identificare quei segnali che suggeriscono la necessità di un approfondimento urgente:

  • Crescita rapida: Un nodulo che aumenta visibilmente di dimensioni in poche settimane o mesi.
  • Consistenza dura e aderenza: Un nodulo duro, poco mobile, che sembra “attaccato” ai tessuti circostanti.
  • Linfoadenopatie Laterocervicali Sospette: Linfonodi ingrossati, duri e fissi ai lati del collo.
  • Sintomi da compressione nervosa: Raucedine persistente, paralisi di una corda vocale.
  • Difficoltà significative a deglutire o respirare.
  • Familiarità per Carcinoma Midollare della Tiroide o Sindromi Genetiche Predisponenti (es. MEN2).
  • Storia di esposizione a radiazioni sul collo.
  • Caratteristiche ecografiche altamente sospette: (es. marcata ipoecogenicità, microcalcificazioni, margini irregolari o spiculati, forma “taller-than-wide”, ipervascolarizzazione caotica).

La presenza di uno o più di questi fattori non equivale a una diagnosi di malignità, ma impone un consulto endocrinologico tempestivo ed,  eventualmente l’esecuzione di un agoaspirato.

Differenze cruciali: noduli benigni vs. maligni

La distinzione è l’obiettivo primario della diagnosi:

  • Noduli Benigni:
    • La stragrande maggioranza.
    • Crescita lenta o assente.
    • All’ecografia, spesso presentano caratteristiche rassicuranti (es. noduli puramente cistici, spongiformi, margini regolari).
    • Citologia (FNAC) benigna.
    • Generalmente richiedono solo monitoraggio ecografico periodico.
  • Noduli Maligni (Carcinoma Tiroideo):
    • Minoranza dei casi (5-10%).
    • Possono presentare i segnali d’allarme sopra citati.
    • All’ecografia, possono mostrare caratteristiche sospette.
    • La diagnosi di certezza si basa sulla citologia (FNAC) e sulla successiva istologia post-operatoria.
    • Richiedono un trattamento specifico, più comunemente chirurgico. Fortunatamente, molte forme di cancro alla tiroide, se diagnosticate precocemente, hanno una prognosi eccellente.

Opzioni di trattamento e monitoraggio dei Noduli Tiroidei

Il percorso terapeutico è personalizzato:

  • Noduli benigni asintomatici: Solitamente si procede con l’osservazione attiva tramite ecografie periodiche (la frequenza varia da 6 mesi a 2 anni a seconda del caso).
  • Noduli benigni sintomatici o voluminosi: Se causano disturbi compressivi o estetici, si possono considerare:
    • Termoablazione (Laser, Radiofrequenza): Tecniche mini-invasive per ridurre il volume del nodulo.
    • Chirurgia (Tiroidectomia parziale o totale): In casi selezionati.
  • Noduli sospetti o maligni: Il trattamento principale è la chirurgia (tiroidectomia). A seconda del tipo istologico e dello stadio, possono seguire successivamente:
    • Terapia Radiometabolica con Iodio-131.
    • Terapia Ormonale soppressiva/sostitutiva con Levotiroxina.
  • Noduli Iperfunzionanti (“Tossici”): Trattamento con farmaci tireostatici, terapia radiometabolica, termoablazione laser o chirurgia.

Il dialogo costante con il proprio endocrinologo è fondamentale per definire la strategia migliore e per affrontare i controlli con serenità.

Informazione, consapevolezza e la consulenza specialistica

Affrontare la diagnosi di un nodulo tiroideo richiede informazione corretta e un approccio proattivo. La buona notizia è che nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni benigne, gestibili con monitoraggio e controlli periodici. Riconoscere i segnali da non trascurare, affidarsi a uno specialista in endocrinologia e seguire un piano di monitoraggio personalizzato sono i tre pilastri fondamentali per tutelare la propria salute tiroidea.

🟡 Se sospetti la presenza di un nodulo o hai notato un rigonfiamento al collo, ti consigliamo di leggere anche questo approfondimento:
👉 Hai notato un rigonfiamento al collo? Potrebbe essere un nodulo tiroideo (non sempre è grave)

La diagnosi precoce, come sempre in medicina, è un alleato prezioso.

Questo articolo ha scopo informativo e non sostituisce il parere del medico. Per dubbi o necessità diagnostico-terapeutiche, rivolgetevi sempre al vostro medico curante o a un endocrinologo specializzato.

Per un parere esperto e personalizzato, potete considerare un consulto con il Dott. Marco Graziano, specialista in Endocrinologia, che collabora con Risoluto per offrire contenuti informativi chiari e attendibili.

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Prevenzione, consapevolezza e monitoraggio: queste sono le chiavi per affrontare un nodulo tiroideo con serenità.

Sezione Salute Risoluto – Responsabile Partnership Strategiche Dino Capraro

Droga a Ribera, due assoluzioni e una condanna


Due gambiani assolti e un altro condannato per droga a Ribera che si conferma importante area di spaccio di stupefacenti. Il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca Dario Hamel ha condannato a un anno di reclusione e 3 mila euro di multa Hatab Djammih, di 25 anni, accusato di avere trasportato o comunque illecitamente detenuto a Ribera 91 grammi di hashish da cui sono ricavabili 521 dosi medie singole.

La vicenda che ha portato al processo conclusosi con la condanna dell’imputato è relativa al 29 dicembre 2020.

Per un fatto più recente, del settembre 2023, invece, in un altro processo, due gambiani, Lamin Balajo, di 41 anni, e Musa Samateh, di 31, sono stati assolti. Il primo era difeso dall’avvocato Giovanni Forte e il secondo dall’avvocato Lucio Asaro. Erano accusati di avere trasportato e detenuto a Ribera quasi 10 grammi di cocaina, nascosta sotto il sedile di un’auto.

Il giudice, accogliendo la richiesta avanzata dalle difese, li ha assolti per non aver commesso il fatto.

Sciacca, accusato di atti sessuali con la nipote e condannato a 7 anni

Sette anni di reclusione a un settantenne trapanese che avrebbe mostrato alla nipote di età inferiore a 10 anni un video dal contenuto pornografico, esibito i propri genitali alla piccola e, in precedenza, si sarebbe disteso sopra la minore.

I fatti contestati per i quali è arrivata adesso la condanna da parte dei giudici del Tribunale di Sciacca si riferiscono a un periodo compreso tra il 2020 e il 2021.

Il settantenne è rimasto qualche mese in carcere e successivamente ai domiciliari per complessivi 2 anni. I giudici hanno disposto nei suoi confronti la stessa pena, 7 anni di reclusione, chiesta dal pm, Alberto Gaiatto.

La misura cautelare a carico dell’anziano, difeso dall’avvocato Mauro Tirnetta, è scattata quando i carabinieri hanno raccolto elementi sufficienti a carico dell’indagato, in particolare le dichiarazioni della bimba.

Il nonno, approfittando dell’assenza dei genitori, avrebbe assunto quelle condotte che gli sono state contestate.

Al processo il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per i primi due capi d’imputazione con esclusione del terzo, quello secondo il quale l’uomo si sarebbe posizionato sopra la minore.

La difesa, con l’avvocato Tirnetta, aveva chiesto l’assoluzione per quest’ultimo capo d’imputazione e anche per quello relativo all’accusa di avere mostrato i genitali alla piccola sostenendo che l’anziano si trovava in bagno quando è entrata la piccola.

Per il capo d’imputazione riguardante il video mostrato alla bimba, invece, condotta che l’anziano ha confessato, la difesa aveva chiesto i minimi di pena.

Si è costituita parte civile la famiglia della piccola con gli avvocati Pamela Nastasi e Vincenzo Savalla. Parte civile anche l’associazione Casa di venere con l’avvocato Roberta Anselmi. Per la liquidazione a tutte le parti civili costituite deciderà il giudice civile.

Per l’imputato, dopo l’esecuzione della pena, misura di sicurezza per un anno.

Così ha disposto il collegio giudicante del Tribunale di Sciacca composto dal presidente, Antonio Tricoli, con a latere i giudici Dino Toscano e Dario Hamel.

Entro 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado.

Partite IVA, stretta sui controlli fiscali per chi rifiuta il concordato preventivo: focus anche sui conti correnti

Con la circolare 9/E del 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate definisce il nuovo quadro operativo relativo al concordato preventivo biennale, chiarendo cosa cambia per i titolari di partita IVA che decidono di non aderire. Tra le novità più rilevanti, spicca l’intensificazione dei controlli fiscali, che interesseranno anche conti correnti, investimenti e depositi bancari.

Cos’è il concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo è uno strumento previsto per i contribuenti che esercitano attività d’impresa, arti o professioni e che applicano gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA). Consiste in una sorta di “patto” con il Fisco che consente, per due anni, di determinare le imposte da versare non sulla base dei redditi effettivi, ma su quelli stimati dall’Amministrazione finanziaria.

L’adesione non è automatica: è preclusa a chi presenta debiti tributari pregressi o irregolarità contributive. Il biennio di riferimento è 2025-2026.

Controlli fiscali intensificati per chi resta fuori

Secondo quanto indicato nella circolare, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza potenzieranno le attività di verifica nei confronti di coloro che:

  • non aderiscono al concordato,
  • rifiutano la proposta inviata dall’Amministrazione,
  • decadono dai benefici dopo l’adesione.

I controlli riguarderanno in particolare:

  • interrogazione incrociata delle banche dati pubbliche e fiscali,
  • accesso all’Anagrafe dei conti finanziari,
  • analisi di scostamenti tra dichiarazioni e movimentazioni bancarie.

L’obiettivo è costruire un profilo di rischio sempre più accurato, individuando situazioni sospette o anomalie rilevanti dal punto di vista fiscale.

Meno controlli per chi aderisce, ma non immunità

L’adesione al concordato non esonera completamente dai controlli, ma riduce il rischio di accertamenti basati su presunzioni semplici, offrendo una maggiore stabilità fiscale nel biennio. Tuttavia, eventuali violazioni potranno comunque far decadere i benefici acquisiti, con l’aggiunta di sanzioni accessorie più severe.

Sanzioni più pesanti in caso di irregolarità

Con la Legge 143/2024, sono state dimezzate le soglie oltre le quali scattano le sanzioni accessorie per violazioni in materia di imposte dirette e IVA. Tra le conseguenze possibili:

  • esclusione dagli appalti pubblici,
  • interdizione da cariche societarie,
  • sospensione temporanea dell’attività professionale o imprenditoriale.

La nuova disciplina si inserisce in una più ampia strategia di contrasto all’evasione e di promozione dell’adempimento spontaneo, spingendo i contribuenti a valutare con attenzione i vantaggi (e i rischi) connessi al concordato preventivo.

Mundys cresce in Cile, a Costanera tratta Chacao-Chonchi della Ruta 5

ROMA (ITALPRESS) – Mundys, gruppo leader nel settore delle infrastrutture a livello globale, si è aggiudicato, tramite la società controllata Grupo Costanera (con CPPIB come secondo azionista), la nuova concessione della tratta autostradale Chacao-Chonchi, parte della Ruta 5 in Cile. Grupo Costanera ha presentato l’offerta vincente nella gara indetta dal Ministero delle Opere Pubbliche (MOP). Si tratta della terza gara vinta dal Gruppo Mundys in Cile in meno di un anno, dopo l’aggiudicazione dell’asset Santiago-Los Vilos nell’agosto 2024, tramite ViasChile (Abertis), e la tratta Ruta 5 Temuco-Rio Bueno a marzo 2025, tramite Grupo Costanera. La concessione della nuova tratta è stata assegnata con una vita utile massima di 50 anni. Con questa aggiudicazione, la rete autostradale del Gruppo Mundys in Cile raggiunge quasi i 1.300 km, considerando anche le concessioni attualmente in costruzione, per un ebitda che supererà 1 miliardo di euro.
Il tratto Chacao-Chonchi, lungo 126 km, fa parte della Ruta 5, la spina dorsale del Cile, e si trova nell’isola di Chiloè, nella regione di Los Lagos, passando per le città di Chacao, Castro e Chonchi e unendo l’isola con il resto del continente grazie anche al completamento del collegamento infrastrutturale Chacao, che sarà realizzato da Grupo Costanera entro il 2028. Il progetto sostiene lo sviluppo economico locale (pesca e acquacoltura) e il turismo, che costituiscono i principali motori dell’economia dell’isola. Chiloè è infatti una delle destinazioni turistiche più rinomate del Paese, nota per i suoi paesaggi naturali, le chiese in legno patrimonio UNESCO e la comunità e cultura indigena degli Huilliche.
In linea con l’impegno del Gruppo Mundys per la sostenibilità ambientale, il progetto prevede anche la realizzazione di 7 attraversamenti faunistici per garantire la sicurezza della fauna locale e ridurre la frammentazione degli habitat. Il progetto ha inoltre previsto un processo di consultazione pubblica e coinvolgimento attivo delle comunità indigene presenti sul territorio, culminato nella previsione di iniziative per la valorizzazione del patrimonio locale, tra cui la creazione di punti panoramici e centri di informazione turistica per arricchire l’esperienza dei visitatori e promuovere la cultura locale.
L’infrastruttura migliorerà anche la connettività con le altre regioni di Los Rìos e La Araucania, a sud del Cile, che insieme rappresentano oltre il 10% della popolazione totale del Paese. Questa operazione rappresenta la seconda iniziativa di Grupo Costanera nel sud del Paese dopo il tratto Temuco-Rio Bueno, dove Mundys è già presente da molti anni con la concessione dell’adiacente Ruta 5 Rio Bueno – Puerto Montt.
Grupo Costanera assumerà la gestione dell’infrastruttura nella seconda parte del 2025 e investirà oltre 700 milioni di euro in un periodo stimato di 7 anni per aumentarne la capacità, elevarne gli standard di sicurezza e di viabilità. Questi lavori di miglioramento saranno eseguiti grazie alla lunga e comprovata esperienza di Grupo Costanera nel settore.
Parallelamente, Grupo Costanera ha recentemente completato con successo, attraverso la propria società Costanera Norte, due emissioni obbligazionarie, al 2030 e al 2038, per un totale di circa 420 milioni di euro. La domanda per entrambe le obbligazioni ha superato l’offerta del 1.7x e 2.0x, confermando la solidità finanziaria e l’attrattività del Gruppo Mundys per gli investitori istituzionali.
“Lavoriamo a fianco delle nostre asset company per svilupparne la competitività industriale e la solidità finanziaria, continuando a crescere e investire. Questa nuova aggiudicazione è un’ulteriore dimostrazione della capacità di creare valore da parte del nostro Gruppo. Siamo orgogliosi che anche il Cile, un Paese con un sistema regolatorio solido e trasparente, consideri Mundys un partner credibile e affidabile, capace di farsi carico di progetti infrastrutturali complessi e di lungo termine. Ci impegneremo al massimo, insieme a Grupo Costanera, per gestire e sviluppare, con massima efficienza e attenzione alle istanze delle comunità locali, la nuova infrastruttura affidataci dal Governo cileno”, ha dichiarato Elisabetta De Bernardi, Chief Asset Management Officer di Mundys.
Per l’amministratore delegato di Grupo Costanera, Diego Savino, “questo progetto consolida la strategia di crescita di Grupo Costanera, partecipando a gare che permettano l’espansione della società nelle regioni di Los Rios e Los Lagos, dove già gestiamo due tratte della Ruta 5 e dove il MOP prevede di mettere a gara diversi altri progetti nei prossimi anni. Sappiamo di poter contare sull’esperienza del nostro azionista Mundys e della nostra società di costruzioni Gesvial”.

– News in collaborazione con Mundys –
– Foto ufficio stampa Mundys –

(ITALPRESS).

Meloni “Sicurezza sul lavoro priorità del Governo”

ROMA (ITALPRESS) – “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro è una priorità dell’azione di questo Governo. A testimoniarlo sono i tanti provvedimenti che abbiamo adottato fin dal nostro insediamento e che hanno interessato i diversi ambiti che ruotano attorno a questa materia”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio alla presentazione della Relazione Annuale dell’Inail.

“Abbiamo introdotto la cosiddetta patente a crediti, obbligatoria per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell’ambito dei cantieri edili. Abbiamo disposto l’assunzione di nuovo personale ispettivo per incrementare sensibilmente il numero delle ispezioni e dei controlli e abbiamo stanziato risorse importanti per premiare le imprese che investono in prevenzione – aggiunge Meloni -. Ma siamo intervenuti anche sul piano delle sanzioni, sia amministrative che penali, reintroducendo ad esempio il reato di somministrazione illecita di lavoro, fattispecie che era stata depenalizzata in passato ma che risulta essere la più in crescita nel tempo, spesso dissimulata da contratti di appalto e distacchi fittizi. E stiamo contrastando con forza e determinazione il caporalato, perchè lo sfruttamento del lavoro è un crimine odioso che una Nazione civile e degna di questo nome non potrà mai accettare”.

“Siamo consapevoli, però, che il cammino che abbiamo davanti è un cammino ancora lungo, perchè ogni vita spezzata e ogni infortunio sul posto di lavoro rappresentano una sconfitta per ciascuno di noi. Aveva ragione Papa Francesco quando diceva che “la sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi” – sottolinea il premier -. Ecco perchè il Governo, insieme all’INAIL, ha deciso di fare un passo avanti in questo percorso e ha reperito altri 650 milioni di euro da investire in misure concrete, in particolare sul fronte della diffusione della cultura della prevenzione. Risorse che si aggiungono ai 600 milioni già disponibili per i bandi ISI e che portano la somma complessiva disponibile per il 2025 ad oltre un miliardo e 200 milioni di euro. Il Ministro Calderone sta coordinando il confronto con le parti sociali e sta lavorando, insieme all’INAIL, per definire tecnicamente i provvedimenti e impiegare al meglio le risorse che abbiamo liberato. Alcuni di questi provvedimenti sono già noti, dal potenziamento del sistema del bonus-malus per le aziende virtuose all’estensione della copertura assicurativa nelle scuole, ma il nostro scopo è quello di dare vita – anche grazie al dialogo proficuo con le organizzazioni sindacali e con chi ogni giorno si occupa di questi temi – ad un Piano straordinario di interventi per la salute e la sicurezza sul lavoro, che sia in grado di rafforzare la nostra azione comune e di renderla ancora più incisiva”.

“Possiamo contare, in questo percorso, sul contributo decisivo garantito dall’INAIL, dalle sue professionalità e dalle sue competenze. L’Istituto è uno dei fiori all’occhiello del nostro welfare, e noi siamo convinti che il suo contributo possa essere e sia determinante per diffondere la cultura della prevenzione, innovare l’impianto normativo e renderlo al passo coi cambiamenti del mondo del lavoro, migliorare le prestazioni sociosanitarie e valorizzare la ricerca – conclude Meloni -. La sicurezza sul lavoro non è mai un costo, magari superfluo o che può essere tagliato. E’ un diritto di ogni lavoratore, un valore, un dovere che le Istituzioni devono promuovere giorno dopo giorno. E il Governo farà sempre la propria parte in questa sfida, perchè è su temi e priorità come queste che si misura la civiltà di una Nazione e quanto un popolo ha a cuore il proprio presente e il proprio futuro”.

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