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Amministrative 2020 a Ribera, tutto quello che non va nella “Via…chiusis” del giornalista Totò Castelli

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Lettera aperta del giornalista Totò Castelli ai passati e futuri amministratori della “città delle arance” in vista del voto amministrativo del 4 e 5 ottobre 2020. “Ci sono siti che versano in uno stato di pietoso abbandono o di impossibile fruizione perché portati altrove o soppressi, ha commentato Castelli.


Il giornalista Totò Castelli dice la sua in merito a tanti luoghi e siti riberesi che, ad oggi, versano in uno stato di totale abbandono. E lo fa con una lettera aperta ai passati e futuri amministratori di Ribera in vista delle elezioni amministrative. “Si lavori con passione per aprire nuove e vincenti vie di sviluppo per fare diventare un lontano ricordo la triste e dolente “Via …chiusis” riberese – scrive Castelli. Come è stato osservato alcuni mesi fa con la chiusura dopo anni di attività nella “città delle arance” della sede della LILT , che ha trovato una nuova sede messa a disposizione dal sindaco Pino Spinelli nella vicina Calamonaci, purtroppo, siamo stati a inserire un nuovo tassello in quella che da tempo abbiamo definito la “Via…chiusis” riberese, quella sorta di simbolico viaggio attraverso quei siti, pubblici e privati, della città di Ribera di un certo interesse storico-sociale-culturale-ambientale che, rivitalizzati e messi a disposizione della collettività, potrebbero aiutare la città a riprendere un ruolo di primo piano, per anni rivestito in provincia, e da tempo abbondantemente perduto.
Oggi questi siti sono in uno stato di pietoso abbandono o di impossibile fruizione o definitivamente perduti perché portati altrove o soppressi. Sono tanti – continua Castelli nella lettera – i siti inseriti nella nostra “Via…chiusis”, ben 20. Se a questi vanno ad aggiungersi, inoltre, alcuni siti “semi-chiusis”, come il famoso fiammante “anfi(nto)teatro” della villa comunale della Vittoria, utilizzato in rare occasioni, o anche come i servizi igienici sottostanti piazzetta Verdi che vengono aperti con difficoltà solo in occasione di qualche evento sportivo straordinario o lo stesso stadio comunale “Nino Novara” assolutamente ancora inadeguato e che per le condizioni in cui si ritrova è costata alla città la perdita della Serie D, ben si vede come Ribera da città “aperta” si può sempre più considerare tristemente una città “chiusa”. La Casa anziani di contrada Piana Spito;
il Teatro Vella di via Saponeria; la Chiesa San Domenico Savio di Seccagrande; il Castello di Poggiodiana; il Mattatoio comunale di piazza Matteotti sono solo alcuni esempi – evidenzia Castelli – di luoghi che avrebbero bisogno di rinascere a nuova vita.
Luoghi un tempo in gran parte pulsanti di vita, di attività varie, sedi di servizi pubblici, luoghi dispensatori di benefico ossigeno e bellezza ambientale, di attività e oggi tristemente segni tangibili
di una città “perduta”, che segnaliamo ai nostri amministratori presenti e futuri, “sperando che capiscano” e mettano in campo la passione necessaria per aprire nuove e vincenti vie di sviluppo facendo risorgere in tempi veloci la (una volta) gloriosa “città delle arance”.

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