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Almasri, Schlein a Nordio “Chi ha deciso? Paese deve sapere verità”

ROMA (ITALPRESS) – “La difesa d’ufficio di un torturatore libico rappresenta una delle pagine più vergognose a cui questo parlamento è stato sottoposto: i fatti sono incontrovertibili e nonostante le omissioni, le falsità e i tentativi di sviare messi in campo dal governo in questi mesi è molto chiaro quello che è avvenuto”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein alla Camera, in dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio.

“Contravvenendo a un’esplicita richiesta di arresto della Corte penale internazionale e non rispondendo alle sollecitazioni del procuratore generale l’arresto non è stato convalidato e Almasri non solo è stato scarcerato, ma anche riportato a Tripoli con tutti gli onori e con la possibilità di continuare a uccidere, torturare e stuprare, cose di cui è accusato – continua Schlein, -. A causa delle vostre omissioni la Procura presso la Corte penale internazionale ha chiesto di deferire l’Italia all’Assemblea degli Stati e al Consiglio di sicurezza dell’Onu per non aver rispettato l’obbligo di collaborare: lei oggi incolpa la Corte d’Appello, ma aveva l’obbligo di intervenire e si è sottratto. Poteva far rimanere in carcere un torturatore libico, ma non ha voluto: è stata una scelta politica e ne prendiamo atto. Se il problema fosse stato davvero un cavillo procedurale avrebbe dovuto far riarrestare Almasri un minuto dopo: in quei giorni non ha mai interpellato la Corte d’Appello per fugare i suoi dubbi e nel giorno della scarcerazione ha mentito al paese”.

“Abbiamo diritto di sapere se è stata Meloni a dirvi di riportare Almasri in Libia con un volo di Stato: le responsabilità di Nordio sono gravi e oggettive, perchè non ha fatto nulla pur avendo modo e tempo e ha mentito, vi siete limitati ad attaccare la magistratura e la Corte penale internazionale – ha detto ancora la leader del Pd -. Il Paese ha diritto di sapere la verità. Sono costretta a chiedere per l’ennesima volta perchè la presidente del Consiglio non è qui e fugge mentre i suoi ministri sono chiamati ad assumersi la responsabilità delle scelte che lei ha imposto o avallato nell’ombra: noi questa mozione di sfiducia la dovevamo, perchè la verità da voi taciuta verrà a galla e sarà importante con questo voto mettere agli atti cosa avete difeso. Lo dovevamo alle vittime di Almasri, perchè vogliamo essere un paese che sta dalla parte dei torturati e non dei torturatori: lo dovevamo agli italiani indignati per la qualità di quello che avete fatto, l’Italia merita un governo che non abbia un ministro della Giustizia che libera i torturatori mentre mette in carcere i minori, attacca i giudici e non ottempera agli obblighi di legge; Nordio non può continuare a ricoprire questo ruolo, con convinzione voteremo la sfiducia”.

-foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

Bus turistico precipita nel Po a Torino, feriti anche cittadini di Lucca Sicula

Drammatico incidente questa mattina nel centro di Torino, dove un bus turistico è precipitato nel fiume Po dopo aver sfondato il muretto di cinta di piazza Vittorio Veneto. A bordo del mezzo si trovava solo l’autista che è stato trasportato in ospedale ma è deceduto poco dopo.

Tra le persone coinvolte ci sono anche cittadini di Lucca Sicula. Il sindaco, Salvatore Dazzo, ha espresso la propria vicinanza ai concittadini feriti: “Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto ai miei compaesani e spero di poterli riabbracciare presto a Lucca”.

Fabrizio Pagano, insegnante originario di Lucca Sicula e residente a Torino, ha raccontato in un’intervista a RaiNews.it: “L’autobus ha preso mia zia e mio cugino (anche loro di Lucca Sicula, ndr). Mia zia è in ospedale con delle contusioni, noi fortunatamente siamo salvi. Pensiamo sia stato un malore, ha buttato giù un muretto, ci è passato in mezzo”.

Ora sulla vicenda sarà aperta un’inchiesta, al momento gli accertamenti sono affidati alla Polizia locale di Torino e non appena il mezzo sarà recuperato dai vigili del fuoco verrà posto sotto sequestro dopo di che saranno avviati gli accertamenti tecnici a cominciare da quelli che riguardano l’impianto frenante. Successivamente le indagini dovranno stabilire le cause della morte del conducente e dove esattamente si trovava al momento dell’impatto.

Di Fede Santangelo e Calandra festeggiano il 25° di sacerdozio

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Martedì 25 marzo 2025 la Cattedrale di Agrigento è stata il cuore di una celebrazione giubilare speciale: il 25° anniversario di sacerdozio di quattro presbiteri che hanno dedicato la loro vita alla Chiesa.

L’Arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ha presieduto la solenne concelebrazione per don Giuseppe Morreale, Giuseppe Calandra, Alessandro Di Fede Santangelo e Gerlando Montana, ordinati il 25 marzo del 2000 per imposizione delle mani di monsignor Carmelo Ferraro.

Don Alessandro Di Fede Santangelo: un “Eccomi” rinnovato

Parroco della chiesa Madre di Menfi e vicario foraneo di Sciacca, don Alessandro Di Fede Santangelo, saccense, ricorda con emozione il giorno della sua ordinazione, nel grande Giubileo del 2000:

«Ho pronunciato per sempre il mio “Eccomi” e ho affidato il mio sacerdozio alla Vergine Maria in quel 25 marzo del 2000. Celebrare 25 anni di ordinazione presbiterale mi ricorda che il tempo passato è stato solo dono e grazia».

Nonostante le sfide e le fragilità umane, il sacerdote riconosce il mistero della chiamata divina:

«Nostro Signore ha voluto rendersi presente nella mia persona e nei miei gesti sacerdotali. A Lui chiedo oggi di servirsi ancora di me per il tempo che vorrà e nei luoghi in cui vorrà condurre i miei passi. Pronuncio ancora una volta il mio “Eccomi”, con la consapevolezza di chi sa che affidarsi al Signore è stata la scelta più bella della mia vita».

Don Giuseppe Calandra: gratitudine e stupore

Parroco dell’Unità pastorale San Michele e Santa Caterina di Sciacca, don Giuseppe Calandra esprime un sentimento profondo di gratitudine:

«Penso che il sentimento più grande che accomuna me e i miei compagni di ordinazione, soprattutto in questo momento della nostra vita, è prima di tutto la gratitudine. Al Signore, per questi 25 anni di consacrazione sacerdotale, e a tutte quelle persone che abbiamo incontrato e che hanno segnato in modo diverso il nostro cammino, aggiungendo ciascuno un tassello al grande mosaico della vita».

Don Giuseppe sottolinea anche lo stupore per la benevolenza di Dio, che si manifesta nelle esperienze quotidiane:

«Accanto alla gratitudine c’è lo stupore per tutta la benevolenza che in questi anni ho avuto modo di sperimentare attraverso quelle vie ordinarie e quotidiane che mi hanno fatto toccare con mano la presenza provvidente di Dio nel volto della gente e nelle diverse situazioni vissute».

Un anniversario di fede e servizio

Il 25° Anniversario di sacerdozio è un’occasione per celebrare il dono della vocazione e per rinnovare l’impegno al servizio della comunità.

Maria Falcone: “Ora i politici cercano la mafia”

Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni e presidente della Fondazione Falcone, lancia un duro monito: oggi non è più la mafia a cercare i politici, ma sono i politici a rivolgersi alla mafia per ottenere voti. Un’inversione di tendenza allarmante, che dimostra come il fenomeno mafioso sia ancora profondamente radicato nelle istituzioni italiane.

Parlando a margine del congresso regionale della Filca Cisl, a Palermo, Falcone ha sottolineato come politici e mafia continuino ad avere legami pericolosi, nonostante i progressi ottenuti grazie alla legislazione antimafia.

La mafia si insinua nella società e nella politica

La mafia non è una criminalità comune, ma un fenomeno capace di infiltrarsi nel tessuto istituzionale ed economico del Paese. Come spiegava Tommaso Buscetta, la mafia non si limita a commettere reati, ma si insinua nelle istituzioni per fare affari. Oggi, il problema non è solo la criminalità organizzata in sé, ma il fatto che i rappresentanti politici le si rivolgano per ottenere consenso elettorale.

Nonostante gli arresti di latitanti e boss mafiosi, Maria Falcone evidenzia come la battaglia non sia ancora vinta: la mafia ha cambiato strategia, non uccide più come negli anni ‘80 e ‘90, ma continua a operare nell’ombra, esercitando un potere silenzioso e pervasivo.

Il “Museo del presente”: un progetto per la memoria

Per combattere l’indifferenza e sensibilizzare i giovani, la Fondazione Falcone sta lavorando a un nuovo progetto: il “Museo del presente”, che sarà inaugurato entro il 23 maggio.

“Qui i giovani potranno studiare, documentarsi e comprendere la storia siciliana, ma anche riflettere sul significato della legalità”, spiega Maria Falcone. Il museo sorgerà vicino alla casa natale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, permettendo ai visitatori di conoscere non solo la loro carriera, ma anche la loro vita prima di diventare magistrati.

Politici e mafia: una battaglia ancora aperta

L’appello di Maria Falcone è chiaro: la lotta alla mafia non può limitarsi all’azione delle forze dell’ordine, ma deve coinvolgere la società. Politici e mafia non devono più avere alcun punto di contatto. Solo attraverso la consapevolezza e l’impegno civico sarà possibile spezzare questo legame e costruire un futuro libero dalle infiltrazioni mafiose.

La Fondazione Falcone continua il suo impegno per la memoria e la legalità, con la speranza che le nuove generazioni possano finalmente vivere in un Paese libero da questo male storico.

Prossimo anno scolastico in Sicilia, lezioni al via il 15 settembre

La campanella in Sicilia per l’anno scolastico 2025/2026 suonera’ lunedì 15 settembre 2025 e finirà di farlo martedì 9 giugno 2026. Lo ha stabilito un decreto firmato dall’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano. Il provvedimento regionale riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado operanti nell’Isola e regolamenta le attività didattiche per l’intero anno scolastico.

In tutto, ci saranno 206 i giorni di lezione o 205 nel caso in cui la festa del Patrono locale dovesse ricadere nel periodo scolastico.

Fa eccezione la scuola dell’infanzia, per la quale il termine delle attività educative è fissato al 30 giugno 2026, ma nel periodo compreso tra il 10 e il 30 giugno gli istituti potranno lasciare in funzione le sole sezioni necessarie a garantire il servizio.

Le vacanze saranno in occasione delle festività nazionali, ovvero le vacanze di Natale dal 23 dicembre 2025 al 7 gennaio 2026, quelle di Pasqua dal 2 al 7 aprile 2026. Mentre la ricorrenza del 15 maggio, festa dell’Autonomia Siciliana, non prevede l’interruzione delle lezioni, ma è previsto che sia dedicata a specifici momenti di aggregazione scolastica per lo studio dello Statuto della Regione Siciliana e per l’approfondimento di problematiche connesse all’autonomia, alla storia e all’identità regionale.

I singoli Consigli di circolo o d’istituto possono modificare, con criteri di flessibilità, la data d’inizio e la sospensione delle attività educative, prevedendo il recupero delle lezioni in altri periodi dell’anno in base alle esigenze del Piano dell’offerta formativa.

Con il monopattino senza casco e con la droga, denunciato a Sciacca

Gli agenti del Commissariato di polizia di Sciacca hanno denunciato un trentaquattrenne, di nazionalità tunisina, trovato in possesso di quattro dosi di hashish.

Il giovane, di nazionalità tunisina, era alla guida di un monopattino e non indossava il casco. La polizia lo ha denunciato alla Procura della Repubblica di Sciacca per la detenzione della droga ed elevato la contravvenzione di 50 euro per guida senza casco.

I servizi di controllo del territorio sono stati potenziati dalla polizia su disposizione del dirigente del commissariato, il vice questore Cesare Castelli.

Finestra sul mondo del lavoro con gli Istituti Tecnologici Superiori per gli studenti dell’Arena di Sciacca (Video)

Orientamento post diploma con i referenti delle
Fondazioni ITS siciliani oggi per gli studenti del “Don Michele Arena” di Sciacca, un incontro che si e’ svolto nell’aula magna del plesso Miraglia.

Gli Istituti Tecnologici Superiori, sui quali il governo sta fortemente puntando, sono parte del sistema terziario di istruzione tecnologica superiore e sono accademie tecnologicamente qualificate e avanzate.

Il loro scopo e’ la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, e al rafforzamento delle condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza, in grado di rispondere alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche da parte delle imprese del territorio e del mercato.

Una vera finestra direttamente sul mondo del lavoro per gli studenti dell’Istituto saccense che hanno così avuto modo, in questa speciale vetrina, di orientarsi in nuove opportunità dirette di sbocchi lavorativi.

La procuratrice Maligno: “Tra miei obiettivi la tutela dei più deboli” (Video)

Ci sono stati passaggi sulla presenza, molto radicata, del fenomeno mafioso a Sciacca e nel territorio, capace di infiltrarsi nella politica e nell’economia, come dimostrato anche dalle più recenti indagini della Dda, ma altri nell’intervento della nuova procuratrice della Repubblica di Sciacca, Maria Teresa Maligno, hanno riguardato la tutela dei più deboli, la lotta all’abusivismo e la la salvaguardia del territorio, l’attenzione verso il corretto impiego delle risorse pubbliche.

Maria Teresa Maligno da oggi guida la Procura della Repubblica di Sciacca e per l’immissione in possesso sono arrivate numerose autorità. Da Palermo il Presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca, il Procuratore Generale, Lia Sava, e numerosi magistrati. Erano presenti anche il Prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, ed i vertici provinciali di carabinieri, polizia e guardia di finanza.

Il Presidente del Tribunale, Antonio Tricoli, ha descritto la sede giudiziaria saccense ed il lavoro che viene svolto spesso con carenze di organico che però non rallentano l’azione degli uffici.

Il Procuratore Generale, Lia Sava, ha parlato di Sciacca “procura più piccola del distretto, ma una procura di assoluta eccellenza”.

“E’ questo un territorio in cui esistono sacche di cittadini che operano nel rispetto delle legalità – ha detto la procuratrice Maligno – ma dove è ancora fortemente radicata la presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso che alimenta una cultura orientata al clientelismo”.

Un passaggio dell’intervento della procuratrice è stato dedicato ai “reati rientranti nel catalogo del cosiddetto codice rosso che ha indotto il legislatore a introdurre criteri di priorità delle indagini e dell’azione del pm che in questa materia deve essere improntata alla massima celerità”. La procuratrice ha annunciato che non si sottrarrà a parlare ai giovani nelle scuole.

La tutela dell’ambiente e la lotta all’abusivismo edilizio: “La tutela dell’ambiente e la lotta all’abusivismo edilizio sono strumenti strategici per l’espansione del turismo che è una delle più importanti risorse sulle quali può contare la nostra meravigliosa isola”.

“Quanto alle misure restrittive della libertà personale – ha detto la procuratrice – sono fermamente convinta che il carcere deve essere l’estrema ratio non solo nella fase cautelare, ma anche dopo la sentenza irrevocabile di condanna in presenza dei presupposti per accedere alle pene sostitutive”.

La conclusione dell’intervento l’ha dedicata al giudice e beato Rosario Livatino: “Sono fermamente convinta dell’importanza della memoria anche come stimolo e aiuto a realizzare i nostri ideali”.

Pensioni 2025: Assegni Più Alti Grazie alla Rivalutazione del Montante Contributivo – Ecco di Quanto Aumentano

Chi andrà in pensione nel 2025 potrà contare su un assegno pensionistico più alto, grazie alla rivalutazione del montante contributivo del 3,66%, come comunicato dall’INPS con il messaggio n. 914/2025.

Cosa Prevede l’Aggiornamento INPS 2025

L’INPS ha aggiornato i coefficienti di rivalutazione applicabili ai trattamenti pensionistici, in linea con quanto previsto dalla legge 335/1995 (riforma Dini).

Il tasso di rivalutazione per il montante contributivo accumulato fino al 31 dicembre 2023 è pari a 1,036622, corrispondente a un incremento del 3,66%. Nel 2024, il valore era 1,023082 (+2,3%).

Esempio pratico

Chi ha accumulato un montante di 200.000 euro vedrà rivalutato il proprio importo a 207.320 euro. A questa somma si aggiungeranno poi i contributi maturati nel 2024 e nel 2025.

Chi Ne Beneficia

La rivalutazione riguarda soprattutto i lavoratori che andranno in pensione nel 2025 con il sistema contributivo. Il ricalcolo migliorerà l’importo della pensione, consentendo una migliore tutela del potere d’acquisto.

Nuovi Coefficienti di Rivalutazione INPS

Il messaggio INPS n. 914 include anche gli allegati con i nuovi coefficienti per:

  • Contributi versati fino al 31 dicembre 1992 (allegato 1);
  • Contributi dal 1° gennaio 1993 in poi (allegato 2);
  • Gestione spettacolo e sport per anzianità contributive fino al 31 dicembre 1992 (allegato 3).

Le procedure di liquidazione pensionistica sono già state aggiornate per tutte le gestioni coinvolte, inclusi:

  • Lavoratori dipendenti;
  • Autonomi;
  • Dipendenti pubblici;
  • Settori spettacolo e sport.

Conclusione

L’aggiornamento dei coefficienti INPS per il 2025 rappresenta una buona notizia per i futuri pensionati, che potranno beneficiare di assegni mensili più consistenti. Il calcolo più favorevole riflette l’andamento economico positivo e garantisce una maggiore equità nel trattamento previdenziale.

Per approfondire e visualizzare i coefficienti ufficiali, è possibile consultare il messaggio completo sul sito dell’INPS non appena pubblicato nella sezione “Comunicati e messaggi”.

Stupro di gruppo a Palermo, condanne definitive per cinque imputati

Soltanto uno dei sei giovani imputati e condannati in primo grado per lo stupro di gruppo avvenuto nel luglio 2023 in un cantiere abbandonato del Foro Italico, a Palermo, ai danni di una ragazza allora diciannovenne ha scelto di ricorrere in appello. La Procura non ha impugnato la sentenza e, con la scadenza dei termini, per gli altri cinque imputati il verdetto pronunciato l’8 novembre scorso dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo, presieduta dal giudice Roberto Murgia, diventa definitivo.

A presentare ricorso è stato Samuele La Grassa, condannato a quattro anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche. La sua posizione è stata ritenuta parzialmente diversa rispetto a quella degli altri imputati in quanto, secondo quanto accertato in sede processuale, era presente nel cantiere ma non avrebbe partecipato direttamente all’abuso né avrebbe toccato la vittima. È stato comunque condannato per concorso morale nello stupro, un aspetto che la sua difesa, rappresentata dagli avvocati Claudio Congedo e Simona Ciancitta, contesta nel ricorso. Attualmente si trova agli arresti domiciliari.

Per gli altri cinque imputati, Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Elio Arnao e Cristian Barone, la sentenza di primo grado è ormai definitiva. Flores, che si era limitato a filmare lo stupro con il cellulare, è imputato in un altro processo per revenge porn, poiché avrebbe diffuso i video della violenza. Di Trapani, Maronia e Arnao sono stati condannati a sette anni di carcere, mentre Barone ha ricevuto una pena di sei anni e quattro mesi, con il riconoscimento del solo concorso morale. Tuttavia, in virtù della Riforma Cartabia, che prevede una riduzione della pena di un sesto per chi rinuncia all’appello, tutti beneficeranno di uno sconto sulla condanna inflitta.

Resta pendente in Cassazione il processo a carico di un settimo imputato, R. P., che al momento dell’aggressione era minorenne. Anche per lui il giudizio si è svolto con rito abbreviato, ma nonostante le attenuanti previste dalla legge per i minori, è stato condannato alla pena più alta, otto anni e otto mesi di reclusione.

Maligno da oggi guida la procura di Sciacca: “Mafia molto radicata nella zona” (Video)

Oggi, mercoledì 26 marzo, è il giorno dell’insediamento per il nuovo Procuratore della Repubblica di Sciacca, Maria Teresa Maligno. Da alcuni mesi, dopo che Roberta Buzzolani ha completato gli otto anni alla guida dell’ufficio, è Michele Marrone il procuratore facente funzioni. Nella sua prima intervista a Sciacca il procuratore Maligno descrive le prime impressioni riguardanti l’ufficio e la sede giudiziaria, parla della presenza mafiosa nel territorio e dell’importanza del presidio saccense.

“Quella di Sciacca è un procura ben organizzata – dice Maria Teresa Maligno – dove ho trovato personale amministrativo e colleghi disponibili al confronto e al dialogo. Con il dottore Marrone, che è stato vicario, abbiamo già parlato delle questioni che dovranno essere subito affrontate”.

Di “forte presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio” parla il nuovo procuratore aggiungendo che questo è dimostrato “da indagini e processi con alcune sentenze già passate in giudicato, ma anche dalle più recenti indagini della Dda di Palermo sulla famiglia mafiosa di Sciacca. Indagini che dimostrano anche la capacità dell’organizzazione mafiosa locale non soltanto di riorganizzarsi sul territorio, ma di infiltrarsi nel tessuto politico ed economico della società civile”.

Nell’intervista il nuovo procuratore sottolinea anche il collegamento, pure questo emerso da recenti indagini, tra mafia ed imprenditoria.

Sulla vicenda riguardante le sedi giudiziarie minori, spesso a rischio soppressione, Maria Teresa Maligno parla di una proposta in tal senso al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati “per l’inefficienza che alcuni piccoli tribunali hanno dimostrato. Questo non è il caso del Tribunale e della Procura di Sciacca – sottolinea Maria Teresa Maligno – che hanno sempre offerto ai cittadini un servizio degno della giustizia. C’è poi un’analisi che ha dimostrato che nei territori dei tribunali soppressi nel passato sono diminuite le denunce da parte dei cittadini. Altra ragione per la quale Tribunale e Procura di Sciacca non vanno soppressi è la distanza da Agrigento e anche la scarsa viabilità per raggiungerla con difficoltà per avvocati e personale”.

Infine, il procuratore ritiene che il dibattito sulla separazione delle carriere abbia spostato l’attenzione dai veri problemi della giustizia a cominciare da quello dell’esiguo numero di magistrati.

Manutenzione sui ponti di 12 strade provinciali agrigentine

I lavori partiranno a breve sui ponti e viadotti di alcune strade della provincia di Agrigento.

E’ stato firmato, infatti il contratto d’appalto relativo all’accordo quadro per la manutenzione straordinaria di ponti e viadotti, gara che era stata aggiudicata nei mesi scorsi.

Il contratto è stato sottoscritto dal segretario generale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Piero Amorosia, dal direttore del Settore Infrastrutture Stradali, l’ingegnere Michelangelo Di Carlo e dal legale rappresentante della “Ng Strade” Srl di Santa Maria Capuavetere, aggiudicataria del relativo appalto.

Si tratta di lavori per un importo contrattuale complessivo di 1.730.000,00 euro, compresi 51.900,00 euro per oneri di sicurezza, progettati dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali per la messa in sicurezza e la manutenzione di ponti e viadotti lungo le seguenti strade interne:
Strada provinciale n. 1 Villaseta-Quadrivio Spinasanta, Strada provinciale n. 2 Piano Gatta-Montaperto-Giardina Gallotti, Strada provinciale n. 3 Bivio Caldare-Favara, Strada provincial n. 5 Camastra-C. Aronica, Strada provinciale n. 9 Ravanusa-Fiume Salso, Strada provinciale n. 19 S.Elisabetta-S.Biagio Platani-Alessandria della Rocca, Strada provinciale n. 30 Cattolica Eraclea-Minoa, Strada provinciale n. 53 Bivio Sparacia-Ponte Platani-Perciata, Strada provinciale n. 58 Bivio Casteltermini-Staz. Cammarata-Bivio Castronovo, Strada provinciale n. 61 Montallegro-Ribera e infine la strada ex ESA del Magaggiaro e
il collegamento esterno Burgio-Lucca Sicula.
Questi lavori sono stati interamente finanziati con fondi del Ministero delle Infrastrutture.
Gli interventi dovranno essere eseguiti entro 365 giorni lavorativi dalla data di consegna dei lavori.