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L’assassinio di Accursio Miraglia, anche David Sassoli dedica un post su Facebook al sindacalista ucciso da Cosa Nostra

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Il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha scritto oggi un post sulla sua pagina Facebook, ricordando chi era Accursio Miraglia, ucciso a Sciacca dalla mafia 75 anni fa, e del quale oggi ricorre l’anniversario della sua morte.

“Lavoro tanto perché i soldi mi servono per darli a chi ha bisogno”. Così il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, esordisce sulla sua pagina Facebook con un post, scritto oggi, per ricordare il sindacalista della Camera del Lavoro di Sciacca, ucciso dalla mafia 75 anni fa.

“Accursio Miraglia, siciliano di Sciacca, mette su un’industria di pesce salato. Poi una rappresentanza di ferro e metalli, una gioielleria, è amministratore del teatro cittadino e infine presidente dell’ospedale. Ogni sera – scrive Sassoli su Facebook – si occupa di insegnare a leggere e scrivere ai braccianti, agli analfabeti. Distribuisce gran parte dei guadagni agli orfani e ai poveri. Cattolico tenacemente impegnato nel sociale, comunista, dapprima imprenditore e poi artefice della prima Camera del Lavoro, crede in una Sicilia onesta e solidale, dalla parte di chi ha bisogno. Nel mirino della mafia e di interessi occulti, sa di rischiare la vita. Alla moglie, preoccupata, risponde: “Lo so che ho figli, ma devo pensare anche a tante altre persone che hanno bisogno di me”. Dice, anche: “Meglio morire in piedi, che vivere in ginocchio”. Viene ucciso a colpi di pistola una sera fuori l’uscio di casa. La sua vicenda ispira Sciascia ne “Il giorno della civetta”. È il 4 gennaio, nel 1947. Un giorno remoto, lontano. Eppure a Sciacca – conclude – ancora oggi, quando fai il nome di Miraglia, i vecchi contadini piangono per lui”.

E proprio oggi, a Sciacca, in occasione dell’anniversario della morte del sindacalista, si svolgeranno alcune iniziative per ricordare un uomo molto impegnato nel lavoro, che riusciva, comunque, a trovare il tempo anche per lo studio e l’attività sociale animato sempre dalle sue grandi passioni: dipingere, scrivere e suonare il violino. Miraglia scriveva anche poesie e sono noti i suoi scambi di emozioni col fraterno amico e poeta Vincenzo Licata, al quale fece e donò il suo ritratto. Accursio Miraglia era sempre a contatto con la gente, vicino ai loro problemi. Spesso diceva: “Per la ripresa della nostra vita operativa è indispensabile rivolgersi alla terra e al mare, creature come l’uomo, di Dio”.

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