Processo a Napoli per le banconote false, attenuata la misura a due di Sciacca


Il gip del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda, ha attenuato la misura, dall’obbligo di dimora a Sciacca a quello di presentazione, tutti i giorni, alla polizia giudiziaria ai saccensi Mario Di Benedetto, di 37 anni, e Marco Gambino, di 36, condannati, il 4 giugno scorso, a 3 anni e 4 mesi di reclusione in abbreviato, nel processo scaturito da un’inchiesta su un’organizzazione di falsari con base a porta Nolana, azzerata nel 2025 dai carabinieri.

Di Benedetto e Gambino sono difesi, rispettivamente, dagli avvocati Mauro Tirnetta e Francesco Di Giovanna. Due tra gli imputati nel processo avrebbero messo in circolazione, il 2 dicembre 2022, 120 banconote false vendendole a Gambino e Di Benedetto e a un altro soggetto non identificato, i quali le avrebbero acquistate per metterle a loro volta in circolazione nel mercato tedesco.

Di Benedetto era chiamato in causa anche per un altro fatto, del 28 dicembre 2022, assieme a un altro saccense, quando avrebbero acquistato 240 banconote false dal valore nominale di 100 euro per metterle a loro volta in circolazione.

Per il giudice l’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria “consentirà un adeguato controllo delle residue esigenze cautelari”.

Adesso le difese dei due imputati con gli avvocati Mauro Tirnetta e Francesco Di Giovanna (nella foto) valutano l’appello alla sentenza di primo grado al termine del processo celebrato con il rito abbreviato dinanzi al gup di Napoli.

Madonna del Soccorso, ricordi ed emozioni degli ex sindaci di Sciacca

Procede con intensa partecipazione la tradizionale quindicina dedicata a Maria Santissima del Soccorso, Patrona di Sciacca, che culminerà il prossimo 15 agosto con la solenne processione del simulacro per le vie della città.

Un appuntamento di profonda fede e devozione, che quest’anno assume un significato ancora più sentito: è infatti parte del cammino di preparazione in vista del 2026, anno in cui si celebrerà il Quarto Centenario della liberazione dalla peste, attribuita dalla tradizione all’intercessione miracolosa della Madonna del Soccorso.

L’arciprete di Sciacca, padre Giuseppe Marciante, ha voluto dedicare ogni giornata della quindicina a un diverso settore della comunità saccense, valorizzando l’impegno di ciascuna realtà cittadina nel custodire e tramandare la fede e le tradizioni locali.

Nella serata di ieri, la celebrazione ha avuto come protagoniste le istituzioni locali, con un momento fortemente simbolico dedicato agli ex sindaci della città.

Alla Santa Messa, officiata dallo stesso arciprete Marciante, hanno partecipato attivamente diversi primi cittadini emeriti: Vincenzo Catanzaro, Franco Casandra, Pippo Turco, Ignazio Messina, Mario Turturici, Fabrizio Di Paola e Francesca Valenti.

Proprio Francesca Valenti è intervenuta, al termine dell’omelia, a nome di tutti gli ex sindaci, leggendo un contributo corale che ha raccolto emozioni, ricordi e riflessioni sul legame personale e istituzionale con la Madonna del Soccorso durante ciascun mandato. Sono stati letti anche i contributi di Ignazio Cucchiara e Lillo Craparo, offrendo un ulteriore momento di intensa condivisione.

L’incontro ha rappresentato un’ulteriore testimonianza del profondo e indissolubile legame tra la città e la sua celeste Patrona, un legame che si rinnova ogni anno attraverso il gesto simbolico del giuramento che ogni sindaco pronuncia il 1° febbraio, affidando Sciacca alla protezione della Madonna del Soccorso. Un segno di continuità e amore per la città, che padre Marciante ha voluto sottolineare come espressione concreta di responsabilità e devozione.

Alla celebrazione era presente anche Salvatore Monte, direttore artistico delle iniziative legate al Quarto Centenario.

Lavoratore, rifiutare mansioni inferiori può costarti il licenziamento: la nuova sentenza della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 19556/2025) introduce un cambiamento rilevante nel diritto del lavoro italiano: in caso di riorganizzazione aziendale e soppressione della posizione, il datore non è più tenuto a proporre solo mansioni equivalenti, ma anche ruoli di livello inferiore purché appartenenti alla stessa categoria legale. Se il lavoratore rifiuta, il licenziamento per giustificato motivo oggettivo diventa legittimo.

Cosa cambia per il lavoratore

Tradizionalmente, il principio del repêchage obbligava l’azienda a verificare la disponibilità di incarichi equivalenti prima di procedere al licenziamento. Con la nuova interpretazione, il datore di lavoro deve offrire anche mansioni inferiori. Il dipendente si trova quindi davanti a due opzioni:

  • Accettare il demansionamento: consente di mantenere il posto, ma con possibili riduzioni di responsabilità e prospettive di carriera.
  • Rifiutare l’incarico inferiore: apre la strada a un licenziamento difficilmente contestabile, poiché l’azienda potrà dimostrare di aver tentato la ricollocazione.

I limiti del demansionamento

Il trasferimento a mansioni inferiori non può essere arbitrario. La Cassazione ha precisato che deve rimanere entro la stessa categoria legale prevista dal contratto collettivo (dirigenti, quadri, impiegati, operai). Un impiegato, ad esempio, potrà essere assegnato a incarichi impiegatizi di livello più basso, ma non a mansioni manuali proprie di un operaio. Questo vincolo serve a evitare usi distorti del demansionamento come strumento di pressione.

L’onere della prova e i doveri del datore

Il datore di lavoro deve dimostrare in giudizio:

  • di aver analizzato tutte le posizioni disponibili;
  • di aver offerto concretamente le mansioni inferiori compatibili;
  • di aver rispettato criteri trasparenti nella scelta del personale da ricollocare.

Una mancata offerta documentata può invalidare la procedura e portare al reintegro del lavoratore, come confermato anche da precedenti decisioni (Cass. ord. n. 18904/2024).

Implicazioni pratiche

Questa evoluzione giurisprudenziale tutela le aziende, che possono ridurre il rischio di contenziosi, ma introduce anche un quadro più rigido in termini di gestione del personale. Per i lavoratori, diventa essenziale valutare con attenzione se accettare o meno un incarico inferiore, bilanciando la salvaguardia del posto con la tutela della propria professionalità.

Slittano a Ribera i funerali di Guddemi, la procura dispone l’autopsia


E’ stata disposta l’autopsia sul corpo di Giuseppe Guddemi, il riberese di 47 anni morto giovedì scorso in un’incidente stradale all’incrocio tra via Circonvallazione e corso Regina Margherita. L’esame autoptico è stato fissato per mercoledì 6 agosto nella camera mortuaria del cimitero di Sciacca. Slittano, pertanto, i funerali.

Anche quest’accertamento, evidentemente, viene ritenuto necessario per stabilire con certezza le cause dell’incidente di Ribera e ricostruire tutta la vicenda.

Le indagini sono svolte dai carabinieri della tenenza di Ribera che hanno effettuato i rilievi. Giuseppe Guddemi, sposato e padre di tre figli, viaggiava su uno scooter che, all’incrocio tra via Circonvallazione e corso Regina Margherita, si è scontrato con una Fiat 600. Il conducente dell’auto è pure riberese. L’impatto è stato tremendo e nonostante indossasse il casco per Guddemi non c’è stato niente da fare.

Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Ribera. Lo ha annunciato il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo.

La procura di Agrigento dissequestra una strada a Cattolica Eraclea

Migliorerà l’accesso alla zona costiera di Eraclea Minoa. Il procuratore della Repubblica di Agrigento, Giovanni Di Leo, accogliendo l’istanza presentata dal Comune di Cattolica Eraclea, assistito dall’avvocato Fabrizio Di Paola, ha disposto il parziale dissequestro della strada, in via Minosse. La parte non liberata della strada rimarrà
interdetta al transito, garantita da blocchi di cemento ovvero da idonee barriere o recinzioni, sotto la responsabilità e la vigilanza del sindaco. La magistratura è intervenuta nell’ambito di un procedimento per l’ipotesi di reato di crollo di costruzioni, verificatosi il 6 febbraio del 2024, che ha interessato un tratto del costone roccioso a monte di via Minosse, coinvolgendo due abitazioni sottostanti, pochi giorni dopo la conclusione dei lavori di realizzazione di opere di “consolidamento del costone a salvaguardia della zona archeologica e dell’abitato di Eraclea Minoa”. E’ stato disposto il sequestro di alcune abitazioni edificate a ridosso della zona nonché della via che conduce a queste e ad altre case. Considerato che l’istanza del Comune, per esigenze di viabilità connesse alla stazione balneare in pieno svolgimento nella zona di Eraclea Minoa, era finalizzata all’arretramento della linea di delimitazione del tratto di strada in sequestro con conseguente restringimento della carreggiata di via Minosse, la procura l’ha accolta. I tecnici hanno rilevato il basso rischio che massi che dovessero ulteriormente staccarsi dal costone pericolante possano raggiungere la strada, ponendo a rischio le persone in transito.

Il crollo del tetto di una casa nel quartiere dei Marinai a Sciacca, lavori eseguiti e ritorno a casa per due famiglie (Video)

Hanno atteso quattro giorni due famiglie di Sciacca, ma oggi sono tornate a casa.

Erano state evacuate a seguito del cedimento del tetto di una casa nel quartiere dei Marinai. Per fortuna nessun danno a persone.

Ci sono stati, però, disagi nella zona perché i calcinacci che sono crollati hanno ostruito il passaggio alle due famiglie per raggiungere le proprie case. Il Comune di Sciacca è intervenuto con tempestività e con l’assessore Alessandro Curreri ha coordinato un intervento che, in piena estate, ha consentito la messa in sicurezza della zona con la demolizione dei parapetti.

Il parere sulla mostra di Caravaggio a Sciacca del copista saccense del maestro Merisi

C’è un artista a Sciacca che ha saputo conquistare l’ammirazione di esperti, studiosi e appassionati d’arte di tutto il mondo. Si chiama Calogero Termine, ed è considerato da molti il più abile copista vivente di Caravaggio. E’ proprio a lui che abbiamo chiesto un parere sulla mostra “Caravaggio – Tra l’oscurità e la luce”.

Una delle opere più apprezzate di Termine è la copia fedele di un dipinto caravaggesco scomparso da Palermo, presentata in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Caravaggio, un evento che ha segnato la consacrazione del suo talento.

Negli anni, Calogero Termine è stato protagonista di mostre ed eventi che hanno valorizzato il suo lavoro e, al contempo, promosso la conoscenza dell’opera di Caravaggio.

Definito da alcuni critici come “l’apostolo di Caravaggio”, Termine è oggi un punto di riferimento per quanti cercano nell’arte non solo la bellezza tecnica, ma anche la profondità emotiva e spirituale che ha reso immortali le tele del maestro del chiaroscuro.

In particolare, una mostra ospitata proprio a Sciacca ha raccolto alcune delle sue copie insieme a lavori di altri artisti ispirati al caravaggismo, diventando anche un’occasione per celebrare la città come luogo di cultura e arte. Oggi Termine vive a Bruxelles e continua la sua attività pittorica. In vacanza in città in questi giorni ne ha approfittato per un tour della mostra appena inaugurata con l’occhio dell’esperto.

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Dazzo: “La nuova irrigazione ha salvato pescheti e pereti, soffrono gli agrumi” (Video)

Una prima irrigazione ha destinato 100 mila metri cubi di acqua e la seconda 80 mila a pescheti e pereti di Lucca Sicula. “Questo ha consentito di salvare non soltanto le piante, ma anche la produzione. Grazie agli sforzi compiuti da tutti quest’anno siamo riusciti ad ottenere un’irrigazione effettuata proprio in questo periodo, quello che serviva”. Lo ha detto i sindaco di Lucca Sicula, Salvatore Dazzo.

Quasi 5 milioni di metri cubi d’acqua attraverso due irrigazioni, la seconda delle quali appena iniziata, non risultano, invece, sufficienti per gli agrumeti e si spera in nuove iniziative con distribuzione di altri volumi d’acqua, ma anche nelle piogge.

“Io metto alla pari la produzione di pesche e pere con quella degli agrumi che invece soffrono – dice Dazzo – ma le difficoltà che si stanno riscontrando nel settore agrumicolo devono portare ad incidere maggiormente per l’annata 2026”.

Separazione: accordi pre-divorzio validi in Italia, via libera a patti su patrimonio e figli con la nuova sentenza della Cassazione

Una sentenza storica della Corte di Cassazione segna una svolta nel diritto di famiglia italiano: per la prima volta viene riconosciuta la piena validità degli accordi tra coniugi in previsione di una futura separazione o divorzio. Si tratta di una decisione destinata a cambiare radicalmente l’approccio alle crisi matrimoniali, introducendo in Italia una forma di “patto prematrimoniale” fino a oggi ritenuta illegittima.

Fine di un tabù giuridico: cosa cambia per le coppie

Con l’ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025, la Suprema Corte ha stabilito che i coniugi possono stipulare accordi economici e patrimoniali anche durante il matrimonio, destinati a produrre effetti solo nel caso di separazione o divorzio. Cade così l’orientamento tradizionale che considerava questi patti nulli per “illiceità della causa”, ritenendo che potessero incentivare la fine dell’unione.

La nuova visione mette al centro l’autodeterminazione dei coniugi: la famiglia non è più vista come un’entità superiore da tutelare a prescindere, ma come un’unione tra persone libere e consapevoli, in grado di pianificare responsabilmente anche l’eventuale scioglimento del vincolo matrimoniale.

Il fondamento giuridico: contratti atipici con condizione sospensiva

Secondo la Cassazione, questi accordi rientrano tra i “contratti atipici” ammessi dall’art. 1322 del Codice civile, a condizione che abbiano un interesse meritevole di tutela. Prevenire conflitti patrimoniali in caso di separazione è stato considerato un interesse pienamente legittimo.

Il contratto diventa efficace solo al verificarsi della separazione o del divorzio, configurandosi come un patto con “condizione sospensiva lecita”. Non si tratta quindi di incentivare la crisi coniugale, ma di predisporre strumenti per gestirla in modo equo e ordinato se dovesse accadere.

Il caso che ha fatto scuola

La pronuncia nasce da una vicenda concreta: una donna aveva investito fondi personali per ristrutturare e arredare una casa intestata esclusivamente al marito. Per evitare squilibri futuri, i coniugi avevano firmato una scrittura privata che prevedeva la restituzione di parte del valore investito tramite beni di proprietà del marito in caso di separazione.

La Corte ha ritenuto l’accordo “equilibrato e giusto”, sottolineando che si trattava di un riassetto patrimoniale fondato su reciproca tutela, non su logiche punitive. Questo ha permesso di sancire la legittimità di simili patti anche per il futuro.

Accordi anche su figli e affidamento, ma con limiti precisi

La sentenza apre anche alla possibilità di stabilire in anticipo alcune regole su affidamento dei figli e uso della casa coniugale. Restano però intoccabili i diritti indisponibili e, soprattutto, l’interesse dei minori, che continuerà a essere vigilato dal giudice in ogni caso.

Una rivoluzione per il diritto di famiglia

Questa decisione introduce nel sistema italiano un modello più vicino a quello europeo e anglosassone, basato sulla responsabilità individuale e sulla pianificazione preventiva. I coniugi potranno creare patti personalizzati, riducendo i conflitti e i costi legali, e affrontare eventuali separazioni con maggiore serenità e meno contenziosi.

Magistrato del Nord elogia la Municipale di Sciacca: “Torre Macauda completamente trasformata”

La sezione Controllo del Territorio e il Comando di Polizia Municipale di Sciacca hanno ricevuto un importante attestato di stima da parte di un magistrato in servizio presso la Procura di una grande città del Nord Italia. Il giudice, proprietario di un immobile nella zona di Torre Macauda, ha espresso ammirazione per il lavoro svolto dagli agenti, notando una netta differenza rispetto alla scorsa stagione estiva in termini di pulizia, decoro e sicurezza del territorio.

Il magistrato ha voluto ringraziare personalmente gli operatori della Polizia Municipale, sottolineando il radicale cambiamento avvenuto nella zona, un tempo segnata da incuria e abbandono.

Un risultato ottenuto grazie a un’intensa attività di controllo del territorio: nelle scorse settimane, gli agenti hanno eseguito numerosi sequestri di discariche abusive sia nell’area di Torre Macauda che di Baia Macauda, denunciando i responsabili. Le operazioni sono state svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Sciacca.

Dopo i sequestri, sono partiti anche gli interventi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi, portati avanti con appostamenti, controlli costanti e monitoraggi sul campo. Le operazioni si sono concluse con successo proprio nei giorni scorsi.

Nonostante un organico fortemente ridotto e le molteplici competenze in carico alla Polizia Municipale – che spaziano dall’ambiente all’urbanistica, dal commercio alla viabilità – i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti.

Dal Comando arriva ora l’auspicio che il personale venga potenziato, per garantire un controllo del territorio ancora più efficace e continuativo.