Ferie lavoratore: trucchi legali per avere più giorni di riposo ogni anno. Ecco come fare secondo la normativa aggiornata

I lavoratori dipendenti hanno diritto ad almeno quattro settimane di ferie all’anno, come stabilito dall’art. 2109 del Codice Civile e dall’art. 36 della Costituzione. Tuttavia, spesso questo tempo non basta per recuperare energie e staccare realmente dal lavoro. Esistono però strategie legali che permettono di aumentare i giorni di riposo senza rinunciare allo stipendio né rischiare sanzioni.

Di seguito un elenco aggiornato dei metodi consentiti dalla normativa e dai contratti collettivi.


Accordi individuali con il datore di lavoro

Il primo passo è negoziare direttamente con l’azienda. Nulla vieta al datore di lavoro di offrire condizioni più favorevoli rispetto al minimo legale.

È possibile richiedere un aumento dei giorni di ferie annuali tramite un accordo scritto o in fase di rinnovo contrattuale. Conviene motivare la richiesta sottolineando i benefici anche per l’azienda: un lavoratore più riposato è spesso più produttivo e meno esposto a malattie o burnout.

Alcune realtà, soprattutto nel settore privato innovativo, introducono formule come ferie extra per obiettivi o persino ferie illimitate, anche se in Italia sono ancora rare.


Banca ore e orario multiperiodale

Molti Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) prevedono strumenti utili per aumentare i giorni di pausa senza modificare formalmente le ferie:

  • Banca ore: consente di accumulare le ore di straordinario in un conto personale da convertire in permessi retribuiti, ottenendo così giornate libere aggiuntive.
  • Orario multiperiodale: prevede settimane con più ore di lavoro compensate da periodi con orari ridotti, che possono trasformarsi in una vera e propria vacanza senza intaccare i giorni di ferie.

Queste soluzioni devono essere previste dal contratto o da accordi aziendali e formalizzate nel rispetto dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 66/2003.


Permessi, congedi e aspettativa

Per allungare i periodi di pausa si possono sfruttare altri istituti previsti dalla normativa:

  • Permessi retribuiti;
  • Congedi parentali o per motivi di salute;
  • Permessi Legge 104 (fino a 3 giorni al mese per assistenza a familiari disabili);
  • Aspettativa non retribuita, utile per viaggi lunghi o esigenze personali, mantenendo il posto di lavoro ma sospendendo temporaneamente la retribuzione.

Tutte le assenze devono essere motivate e rispettare il vincolo fiduciario con il datore di lavoro. Usare permessi per attività non consentite può portare al licenziamento per giusta causa.


Pianificare ferie e ponti festivi

Uno dei metodi più semplici per aumentare i giorni di vacanza è pianificare le ferie attorno a ponti e festività nazionali. Utilizzando pochi giorni strategici è possibile ottenere periodi di riposo prolungati.

Alcune aziende prevedono ferie collettive in determinati periodi (come ad agosto o tra Natale e Capodanno). Programmare le proprie ferie personali in concomitanza permette di massimizzare la pausa.

Ricorda che la legge impone di utilizzare almeno due settimane di ferie nell’anno di maturazione e di fruire delle restanti entro 18 mesi, pena la perdita del diritto.

Il Caravaggio arriva al Samona’, Termine: “Da qui riparte questo teatro che può essere tanto” (Video)

E’ arrivato stamattina al teatro popolare Samona’ di Sciacca il tanto atteso quadro di Caravaggio. La tela rappresenta il quadro di spicco dell’esposizione “Tra luce e oscurità” che prenderà il via il primo agosto.

Si tratta dell’evento culturale di punta dell’Estate saccense e non solo visto che la mostra sarà visitabile fino al 14 dicembre.

Come ha spiegato, però il sindaco Fabio Termine stamattina presente al momento dell’arrivo del quadro, la mostra rappresenta il primo evento per il teatro che continuerà ad accogliere spettacoli musicali, teatrali sebbene con alcune limitazioni per la nota mancanza delle quinte.

“Questo teatro – ha detto Termine – può essere tanto e sarà tanto. A parte la mostra, ci saranno degli spettacoli, utilizzeremo la sala da 800 posti, il foyer e può essere impiegato per i convegni”.

Crisi idrica, La Rocca Ruvolo: “600mila metri cubi della diga Castello e pagamento lavoratori Consorzio bonifica Ag 3”

“Seicentomila metri cubi d’acqua della diga Castello, che erano stati accantonati per uso potabile e che sono stati recuperati nei mesi di gennaio e febbraio, dovrebbero essere utilizzati per consentire l’irrigazione fondamentale per salvare le piante, soprattutto agrumeti, nel comprensorio riberese. Il via libera dovrebbe arrivare domani al termine della cabina di regia per l’emergenza idrica che si riunirà con l’assessore all’Agricoltura”.  

Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo. 

“Inoltre – aggiunge la parlamentare – ho avuto rassicurazioni dal commissario del Consorzio di bonifica Agrigento 3, Baldo Giarraputo, che domani saranno pagati gli stipendi arretrati dei dipendenti che nonostante le difficoltà e i mancati pagamenti garantiscono le operazioni di irrigazione. Un ringraziamento al governo regionale guidato dal presidente Schifani per la grande attenzione che sta mostrando a sostegno del comparto agricolo”.

Arresti a Santa Margherita, il sindaco Viola: “Segnale necessario, ora serve l’impegno di tutti”

“Un’azione necessaria e dal forte valore simbolico, che merita il massimo rispetto e il pieno sostegno della comunità.” Così il sindaco di Santa Margherita di Belice, Gaspare Viola, commenta l’operazione condotta oggi dalle Forze dell’Ordine sul territorio comunale.

Il primo cittadino sottolinea l’importanza di collaborare con Magistratura e Forze dell’Ordine: “È il momento in cui tutti dobbiamo fare la nostra parte affinché si faccia piena luce sui fatti. La sola repressione, però, non basta. Serve un impegno concreto sul fronte della prevenzione.”

Viola punta il dito contro il clima di violenza che, sempre più spesso, coinvolge soprattutto i giovani: “Vivono immersi in un linguaggio aggressivo, nella violenza verbale, nei messaggi distorti dei social. C’è un fenomeno di assuefazione alla violenza che non possiamo ignorare. E c’è tanto sommerso, che non emerge ma continua a fare danni.”

Il sindaco lancia anche un monito sul ruolo della famiglia, “venuta meno come primo spazio educativo e affettivo”, e richiama le istituzioni – ma anche ogni singolo cittadino – alla responsabilità: “Dobbiamo diventare costruttori di pace e di relazioni autentiche. Solo così possiamo ricostruire un tessuto sociale solido.”

Infine, l’appello: “Favoriamo ovunque momenti di ascolto, di condivisione e di incontro con i nostri giovani. È lì che si gioca il futuro della nostra comunità.”

Pignoramento in corso di Siciliacque su Aica, il gestore: “Situazione sotto controllo”

L’Azienda idrica consortile dei comuni agrigentini conferma che è stato notificato un atto di pignoramento avviato da Siciliacque.

L’Azienda si è subito attivata, avviando confronti istituzionali e interlocuzioni tecniche con tutti i soggetti coinvolti.

L’obiettivo principale è assicurare la continuità del servizio idrico e il regolare svolgimento delle attività.

“La situazione – si legge nella nota – è sotto controllo: stiamo lavorando su più livelli per affrontare le criticità con responsabilità e nel pieno rispetto dei cittadini e dei lavoratori.

Siamo impegnati a mettere in sicurezza la gestione finanziaria dell’Azienda. Tutte le azioni saranno improntate alla massima trasparenza. Saranno forniti aggiornamenti non appena disponibili”.

I due problemi che nessuno vuole affrontare: salute e soldi (scarica GRATIS la Guida)

Se dovessi scegliere, quale proteggeresti per primo: ciò che ti fa stare bene o ciò che ti fa vivere sereno?

Ci sono due aspetti della vita che spesso evitiamo di affrontare, anche se determinano la nostra serenità personale e familiare.
Non perché non siano importanti, ma perché parlarne ci mette davanti alle nostre fragilità.

Eppure, è proprio da questi due pilastri che dipende la qualità del nostro presente e del nostro futuro.

Quando la salute e i soldi si toccano

Quando la salute viene meno, il mondo intorno cambia in modo drastico.
Oltre al dolore fisico o emotivo, spesso arriva un’altra conseguenza: il bilancio economico si riduce o entra in crisi. Un problema di salute può significare:

  • fermarsi dal lavoro,
  • ridurre le entrate,
  • sostenere spese mediche improvvise.

Al contrario, una situazione economica fragile può impedire di prendersi cura della salute come si dovrebbe, rinviando controlli o rinunciando a cure adeguate. È un circolo vizioso che colpisce tante famiglie italiane.


Il costo della prevenzione

Molti considerano la prevenzione una spesa superflua, quasi un lusso da rimandare quando ci sarà “più tempo” o “più disponibilità economica”. In realtà, è esattamente l’opposto: ogni euro investito nella prevenzione può farne risparmiare molti di più in futuro.

Pensiamo ai controlli medici periodici: una visita fatta in tempo può individuare un problema prima che diventi grave e costoso da curare.
O ancora, a scelte semplici come una dieta equilibrata e l’attività fisica regolare: non richiedono capitali enormi, ma riducono drasticamente il rischio di malattie croniche, che sono tra le principali voci di spesa sanitaria per le famiglie italiane.

La prevenzione non riguarda solo la salute fisica, ma anche quella emotiva ed economica.
Un corpo sano riduce le spese mediche, evita assenze prolungate dal lavoro e porta maggiore serenità nella gestione quotidiana.
Significa anche proteggere chi ci sta accanto: ogni gesto di cura verso noi stessi è un gesto di sicurezza per la nostra famiglia.

Prevenire, quindi, non è un costo, ma un vero investimento a lungo termine. È come mettere da parte oggi una risorsa che frutterà domani, in salute, tempo e stabilità economica.


Il tabù del denaro

In Italia, parlare di soldi spesso mette a disagio. È come se aprire quel cassetto significasse ammettere paure, limiti o problemi.
Persino all’interno delle famiglie, tra genitori e figli, tra partner, l’argomento rimane nascosto dietro frasi veloci e mezze verità.

Eppure, questo silenzio ha un prezzo altissimo: non affrontare la realtà finanziaria significa rinunciare a proteggere ciò che abbiamo costruito. Si rimanda, si spera che “vada tutto bene”, ma senza un piano solido la sicurezza è solo un’illusione fragile.

Parlare di denaro non significa essere avidi: significa essere responsabili.
Creare un dialogo aperto, guardare la situazione in faccia e decidere come proteggere il proprio patrimonio è il primo vero atto di cura verso la propria famiglia.


Quando si rimane davvero senza soldi

Non è solo una questione di spese. Si rimane senza soldi quando:

  • le entrate calano per malattia, lavoro perso o imprevisti;
  • un evento improvviso distrugge beni costruiti in anni (incendi, furti, disastri naturali);
  • i risparmi si svalutano, erosi dall’inflazione.

📉 Come ricorda un’analisi de Il Sole 24 Ore, il potere d’acquisto degli italiani è destinato a diminuire nei prossimi anni per effetto di crisi e inflazione (fonte).
Quello che oggi vale 100, domani potrebbe valere 80. È come riempire un secchio bucato: versi dentro, ma piano piano si svuota.


La risposta: pianificazione consapevole

Non possiamo evitare ogni rischio, ma possiamo prepararci.

  • Con un piano per la salute, che riduca le spese impreviste.
  • Con una riserva economica tangibile, che mantenga valore nel tempo.
  • Con la diversificazione, per non mettere tutto nello stesso posto.

Sempre più famiglie stanno capendo che risparmiare non significa solo accantonare denaro, ma trasformarlo in qualcosa di solido, reale e resistente al tempo.

💡 Se vuoi approfondire come risparmiare con ciò che cresce da sempre, leggi anche questo articolo.


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Arresti per la rissa di Porto Palo, il comune di Menfi si costituirà parte civile

Il sindaco Vito Clemente e la giunta comunale esprimono soddisfazione per gli arresti eseguiti questa mattina all’alba dai carabinieri in relazione alla violenta rissa dello scorso 13 luglio a Porto Palo, che aveva portato al ferimento grave di un giovane.

«Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri – il Nucleo Operativo di Sciacca e le Stazioni di Menfi e Santa Margherita – per il lavoro svolto con tempestività e professionalità, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Sciacca», si legge in una nota dell’Amministrazione.

Il comune di Menfi annuncia anche la volontà di costituirsi parte civile nell’eventualità di un procedimento penale, per tutelare l’immagine della città e riaffermare il diritto dei cittadini a vivere in un contesto sicuro e rispettoso delle regole.

«Menfi è una comunità accogliente, civile e solidale – dichiara il sindaco Clemente – e non possiamo permettere che episodi di violenza compromettano questi valori. Le istituzioni saranno sempre ferme e determinate contro chi sceglie la strada della sopraffazione».

L’Amministrazione rinnova infine la propria fiducia nelle Forze dell’Ordine e il pieno sostegno all’operato della magistratura.

I 9 arresti per l’aggressione a Porto Palo, gli indagati di Santa Margherita e Montevago

Hanno un’età compresa tra 18 e 21 anni, 8 sono residenti a Santa Margherita Belice e uno a Montevago indagati per porto illegale di armi e rissa aggravata avvenuta la notte dello scorso 13 luglio sull’arenile di Porto Palo di Menfi e culminata con l’accoltellamento di un ragazzo di origini egiziane. Sono ai domiciliari con braccialetto elettronico su disposizione del gip del Tribunale di Sciacca.


La rissa sembra sia nata per uno sguardo di troppo in uno dei locali estivi della rinomata località balneare. All’improvviso un gruppo di circa 30 giovani, accerchia il ragazzo egiziano e, una parte di loro, prima lo avrebbe insultato con espressioni a sfondo razziale e poi cominciao a picchiarlo. Il ragazzo tenta di difendersi, ma purtroppo ha la peggio, viene pestato, accoltellato in più parti del corpo e infine ferito con schegge di vetro di una bottiglia. Tramortito rimane esanime sulla spiaggia.

Trasportato dapprima presso l’ospedale di Sciacca, viene poi trasferito presso il nosocomio di Agrigento e, dopo una settimana di ricovero, dimesso con una ventina di giorni di prognosi.

Le indagini condotte dai militari del Nucleo operativo della Compagnia di Sciacca e da quelli delle Stazioni di Menfi e Santa Margherita Belice, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Sciacca, hanno permesso di risalire ai presunti autori, attraverso l’ascolto delle testimonianze delle persone presenti e il riconoscimento fotografico da parte dei presenti e della vittima.

Perquisite anche le abitazioni di tutti gli arrestati, all’esito delle quali sono stati rinvenuti tirapugni, un bastone sfollagente, un coltello a serramanico e una pistola giocattolo priva di tappo rosso. Le indagini proseguono per identificare eventuali altri complici.

Un fatto molto grave che assume contorni ancora più inquietanti se si pensa che circa due mesi fa, a Santa Margherita di Belice, un giovane tunisino, ospite di una delle tante comunità di accoglienza del Belice, era stato aggredito e picchiato selvaggiamente da un gruppo di giovani. I militari ora stanno indagando per capire se gli autori dei due episodi possano essere gli stessi.

Oltre alle indagini, continua l’impegno dell’Arma dei Carabinieri per rafforzare il controllo del territorio durante il periodo estivo nella prestigiosa località turistica, con l’obiettivo di assicurare serenità alla comunità locale e prevenire comportamenti illeciti.

Nella foto, la pistola giocattolo priva del tappo rosso, il bastone sfollagente e il tirapugni rinvenuti dai carabinieri

Piazza Scandaliato nel degrado a Sciacca, interrogazione della Dc

Piazza Angelo Scandaliato, cuore pulsante della città e storico punto di riferimento per cittadini e turisti, versa in condizioni di degrado che non passano inosservate. A sollevare il caso è il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana, che ha presentato un’interrogazione consiliare a risposta orale, chiedendo chiarimenti urgenti all’Amministrazione comunale sullo stato della piazza e sulle azioni previste per la sua riqualificazione.

Nel documento, i consiglieri ricordano come piazza Scandaliato rappresenti da sempre il “salotto buono” di Sciacca, teatro di eventi pubblici, manifestazioni culturali e punto d’incontro privilegiato per cittadini e visitatori. La recente decisione dell’Amministrazione di rafforzare la Zona a Traffico Limitato, estendendone gli orari già dalle prime ore del mattino, va proprio nella direzione di una maggiore fruibilità e vivibilità dell’area. Tuttavia, segnalano i consiglieri, la realtà dei fatti racconta tutt’altro scenario.

Degrado sotto gli occhi di tutti

Aiuole incolte, prato scomparso, cespugli non curati attorno alle palme, panchine svitate e spostate, pavimentazione sporca e assenza di sorveglianza: è questo il quadro descritto nell’interrogazione. Il gruppo della Democrazia cristiana denuncia un evidente stato di abbandono che offusca l’immagine della piazza e, di riflesso, dell’intera città.

Non mancano riferimenti all’importanza del decoro urbano, specie in una stagione estiva che vede aumentare il flusso turistico e la frequentazione degli spazi pubblici. Per questo i consiglieri chiedono conto all’Amministrazione di eventuali interventi in programma e delle misure concrete che si intendano adottare.

Le richieste del gruppo consiliare

In particolare, l’interrogazione chiede di sapere:

  1. Quali interventi urgenti si prevedano per ripristinare il decoro, la funzionalità e il verde nella piazza;
  2. Se esista un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria, comprensivo di sistemazione del prato, delle aiuole e della pulizia dell’area;
  3. Quali azioni siano previste per garantire controllo e vigilanza, al fine di evitare l’uso improprio degli arredi urbani;
  4. Se sia previsto un progetto complessivo di riqualificazione della piazza, anche in considerazione del rafforzamento della Ztl

I consiglieri auspicano una risposta puntuale e pubblica, sottolineando che la città ha bisogno di spazi decorosi e accoglienti, soprattutto quando si tratta di luoghi simbolo come piazza Scandaliato.

Veicolo in divieto di sosta: se provoca un incidente sei corresponsabile. La nuova sentenza della Cassazione

Lasciare un veicolo in divieto di sosta non è solo una violazione amministrativa: in alcuni casi può configurarsi come reato, soprattutto se la condotta contribuisce a causare un incidente stradale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione penale, Sezione Quarta, con la sentenza n. 26491 del 21 luglio 2025, fissando un principio che rafforza l’obbligo di rispettare i divieti imposti per motivi di sicurezza.


Quando il divieto di sosta diventa un fattore di responsabilità penale

Secondo la Suprema Corte, il proprietario di un veicolo parcheggiato in zona vietata può essere ritenuto corresponsabile di un incidente se il divieto di sosta era stato istituito per evitare pericoli alla circolazione e la violazione ha contribuito al sinistro.

Non tutti i divieti hanno solo lo scopo di limitare l’intralcio al traffico: in molti casi servono a garantire visibilità, spazio di manovra o a prevenire ostacoli improvvisi che possono mettere a rischio gli utenti della strada.


Il caso: scooter in divieto di sosta e incidente a una ciclista

La vicenda riguarda uno scooter lasciato in divieto di sosta vicino a una località balneare. Il mezzo occupava parte della carreggiata, riducendo la corsia di circa 70-80 centimetri.

Una ciclista, per evitarlo, si spostava verso il centro della strada e veniva urtata da un Ape Piaggio in transito. Dopo l’impatto, la donna finiva contro lo scooter, riportando lesioni con prognosi superiore a 40 giorni.

In primo grado, il Tribunale aveva assolto il proprietario dello scooter, ritenendo responsabile solo il conducente dell’Ape. Tuttavia, la Cassazione ha annullato la sentenza, rilevando che non era stata verificata la finalità del divieto di sosta e l’effettivo ingombro del veicolo, elementi decisivi per stabilire il nesso causale tra la condotta e l’incidente.


Divieto di sosta e divieto di fermata: attenzione alle differenze

La sentenza richiama anche il divieto di fermata, anch’esso violato nel caso esaminato. Se un veicolo parcheggiato o fermo crea un ostacolo tale da ridurre la sicurezza stradale, la responsabilità può assumere rilievo penale in caso di sinistro, in aggiunta alla sanzione amministrativa prevista dall’art. 158 del Codice della Strada.


Anche il finestrino aperto può comportare sanzioni

La Corte ricorda inoltre che, secondo l’art. 158 comma 4 del Codice della Strada, lasciare l’auto parcheggiata con i finestrini aperti può costituire “istigazione al furto”. Non chiudere adeguatamente il veicolo equivale a non adottare le dovute cautele per evitare danni o furti, con sanzioni da 42 a 173 euro.