Ribera sempre più avanti per la raccolta differenziata dei rifiuti, adesso passa al monomateriale

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A partire dal 18 febbraio 2019 la raccolta dei rifiuti porta a a Ribera passera al 
monomateriale. Lo ha annunciato questa mattina il Comune.
Nei prossimi giorni sarà diramato il nuovo eco calendario che comunque non subirà grossi
cambiamenti rispetto all’attuale. Verrà attivata una campagna di sensibilizzazione, comunicazione e informazione rivolta alle famiglie chiedendo, come sempre, una maggiore collaborazione a tutti.
“L’obiettivo di tale decisione – fanno sapere dal Comune di Ribera – è rivolto ad assicurare un servizio di raccolta efficiente, aumentando la percentuale della raccolta differenziata e soprattutto abbattendo i costi attuali di selezione, nella fattispecie l’auspicio è quello che eventuali risparmi per l’Ente possano essere tramutati in risparmi per le famiglie riberesi”. Ribera è tra i Comuni agrigentini che ha fatto registrare i migliori risultati, già da tempo, per la differenziata, ottenendo anche il contributo regionale per il 2017.

Nuova scossa ai piedi dell’Etna, trema la terra a Milo

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 Non ha provocato danni a persone o cose, ma tanta ansia ancora. Una nuova   scossa di terremoto di magnitudo 4.1 è stata registrata questa notte alle 00,50 a 10 km a nordovest di Milo, alle pendici dell’Etna. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha localizzato l’ipocentro del sisma  a 2 km di profondità tra i comuni di Linguaglossa, Sant’Alfio e Milo, è stato avvertito dalla popolazione. “Il Dipartimento della Protezione Civile ha comunicato di continuare a seguire l’evolversi della situazione in stretto raccordo con i centri di competenza e con la Regione Siciliana.

Operazione antiterrorismo dei carabinieri nelle province di Trapani e Palermo

Un’operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros è stata svolta durante la scorsa notte nelle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia che coinvolge 15 persone, sottoposte a fermo. L’intervento è portato avanti con il supporto dei competenti comandi dell’arma territoriale. Tra le persone sottoposte a fermo dalla Dda  un tunisino un marocchino e due palermitani. L’operazione si concentra tra Marsala, Palermo, Erice e Piana degli Albanesi. Le accuse, a vario titolo, so di istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi. E poi  episodi di ingresso illegale di migranti clandestini nel territorio italiano.

Dal nord Italia e fino a New York, mobilitazione generale per aiutare la famiglia del piccolo Salvatore Pio

Dal Belice a Bogliasco e fino a New York la raccolta di fondi per sostenere la famiglia del piccolo Salvatore Pio Montalbano, il bimbo affetto da una grave malattia genetica che si trova al Gaslini di Genova. A Bogliasco, un comune della Liguria, sono scesi in campo i Volontari Antincendio Boschivo di Bogliasco che hanno avviato una raccolta di fondi per ricostruire il gregge rubato al papà di Salvatore. La raccolta da Montevago e Santa Margherita Belice è sbarcata anche in America dove un gruppo di siciliani che vive a New York, raccogliendo l’appello lanciato dalla famiglia Montalbano, ha risposto donando un assegno di duemila dollari. Dopo che la stampa e le televisioni nazionali si sono occupati del caso, la storia della famiglia Montalbano ha commosso l’Italia per la grande forza di volontà dei genitori, da un lato, e indignato dall’altro per il gesto ignobile che hanno subito, il furto di 120 pecore che dovevano essere vendute per garantire le risorse economiche per le cure al piccolo. Un danno di circa 10 mila euro non coperto di assicurazione.   Nella foto, la raccolta di denaro che viene effettuata in piazza a Bogliasco

Dopo 40 anni chiude la pizzeria “La Grotta”, ma la proprietà rilancia con altri progetti

Non c’è saccense che non ha mai mangiato una pizza o un’arancina a “La Grotta”. Per intere generazioni, dal 18 febbraio del 1979, quando ha avviato l’attività, la pizzeria e rosticceria è stata un punto di riferimento. Anche nel commercio, però, non c’è nulla di definitivo e la proprietà ha assunto scelte diverse, ha chiuso lo storico locale di via Incisa.   Alle nuove generazioni sembrerà un racconto della “preistoria” che i loro padri, zii e nonni prima di fare una passeggiata in piazza Scandaliato passavano da questa pizzeria per un’arancina o un calzone. Loro hanno altre abitudini. Anche i giovanissimi, però, non hanno rinunciato a una puntatina in questa pizzeria, soprattutto d’estate. Per non parlare dei turisti, di quelli che ad agosto prendevano posto anche alle 19, sotto il sole. La famiglia Lombardo adesso guarda avanti. “Abbiamo deciso di chiudere il locale di via Incisa – dice Pippo Lombardo – per capire meglio  se puntare tutte le nostre risorse sul “Conte Luna”, a San Michele, oppure se continuare a diversificare il servizio offerto alla clientela della pizzeria “La Grotta”, aprendo in un nuovo locale”. Negli anni in cui a Sciacca c’erano ancora poche pizzerie “La Grotta” era una di queste ed a chi, leggendo queste poche righe, si chiede le ragioni della nostra iniziativa, di far sapere che adesso in via Incisa anziché pizze e arancine c’è un cartello con la scritta affittasi rispondiamo che la storia di una città è fatta anche di queste notizie, di chi ha rappresentato tanto in un settore.

Franco Valenti: “Manifesteremo a Roma perchè a Santa Margherita c’è una ferita ancora aperta”

Manifestazione a Roma “Una ferita ancora aperta”. A cinquantuno
anni dal terremoto Santa Margherita di Belìce torna a manifestare.
Il prossimo 15 gennaio, nel giorno del 51simo anniversario del sisma
del 1968 che portò lutto e distruzione nella Valle del Belìce, il Consiglio
comunale di Santa Margherita di Belìce si riunirà, alle 10,30, in Piazza Montecitorio.
Un’iniziativa simbolica, che negli intenti del sindaco del piccolo
comune belicino, Franco Valenti “mira da un lato a mettere in evidenza
la continua disattenzione della classe politica nazionale su una vicenda
ormai imbarazzante, e dall’altro a far comprendere all’opinione
pubblica italiana, spesso volutamente disinformata, la vera storia del
terremoto del Belìce. Rivendicheremo con forza – aggiunge Valenti –
i diritti di una laboriosa comunità bistrattata, offesa ed abbandonata”.
La singolare seduta consiliare in trasferta romana vuole
rappresentare una protesta formale nei confronti del Parlamento
per la mancata previsione di somme, all’interno dell’ultima legge di
Bilancio, necessarie al completamento della ricostruzione.
Il sindaco di Santa Margherita si è rivolto con una lettera al
presidente della Repubblica Sergio Mattarella per invocare il suo
aiuto.
“Ho preso spunto dal suo discorso di fine anno – scrive Valenti – per mettere in
evidenza ciò che per noi è una ferita ancora aperta, quella che vede un
popoloso quartiere del mio comune tutt’oggi senza opere di
urbanizzazione primaria e 84 prime unità abitative ancora da
ricostruire”.
Il sindaco evidenzia poi che la comunità aveva sperato, a seguito della
visita dello scorso anno di Mattarella a Partanna per il 50simo
anniversario del sisma, che il nuovo Governo potesse rimettere in
agenda la questione Belìce.
“Purtroppo così non è stato – scrive Valenti – anzi, la nuova Finanziaria, come quelle dei governi precedenti, ha continuato a non prevedere alcuna somma per il completamento della
ricostruzione, mortificando ancora una volta le legittime aspettative
dei miei concittadini”. Nella città incompiuta di Santa Margherita di Belìce
un intero quartiere si ritrova ancora con pozzi neri al posto della rete fognaria,
cavi volanti e luci da cantiere al posto delle linee elettriche. Autobotti
che suppliscono all’assenza della rete idrica. Banchi di terra al posto di
strade e marciapiedi. “A Santa Margherita di Belìce – conclude Valenti –  dopo più di mezzo secolo dal sisma, lo Stato continua ad essere assente e la ferita è ancora aperta”.

Disposto il dissequestro del Castello “Colonna” dei fratelli Firetto

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Dopo una lunghissima udienza iniziata stamattina al Tribunale di Agrigento e conclusa soltanto nel pomeriggio, i giudici del tribunale del riesame di Agrigento,  hanno disposto il dissequestro del Castello “Colonna”, di proprietà dei fratelli Firetto. Sulla struttura di Joppolo Giancaxio, erano stati posti i sigilli dopo le indagini per abusi edilizi a carico del primo cittadino di Agrigento, Lillo Firetto e il fratello Mirko Firetto, proprietari della location per cerimonie e banchetti. A difendere il sindaco il legale Angelo Farruggia mentre gli avvocati Gaetano Caponnetto e Antonino Reina hanno assistito il fratello. I legali degli indagati hanno sostenuto che le concessioni edilizie fossero state tutte regolarmente rilasciate e che le opere in questioni fossero peraltro migliorative rispetto al bene e pertanto, lecite.
 

Si scava nella vita del mancato sposo di Salemi, il procuratore Pantaleo: “Tutto è possibile, per prima cosa accertare se omicidio o suicidio

 Si sta iniziando a a scavare nella vita di i Francesco Ciaravolo, gli inquirenti attendono il riscontro del test del Dna per verificare se effettivamente il cadavere carbonizzato e ritrovato lo scorso cinque gennaio sull’auto alla quale è stata appiccata il fuoco nelle campagne di Piano Rizzi a Salemi sia effettivamente del piccolo imprenditore.  Il procuratore della repubblica di Marsala, Vincenzo Pantaleo, che coordina le indagini dei carabinieri, ha spiegato che “prima bisogna accertare se si tratta di un suicidio o di un omicidio. E’ possibile tutto”. Il 28 dicembre scorso non si era presentato nella chiesa di Castelvetrano dove avrebbe dovuto sposarsi con una infermiera. Secondo quanto emerge dalle indagini, il nucleo familiare della mancata sposa risulta essere lontano comunque da eventuali contesti criminali. “Stiamo ascoltando parecchie persone per capire – ha detto Pantaleo – si cerca di individuare soggetti che potessero avere motivi di rancore verso Ciaravolo”. In ogni caso, secondo quanto emerge dalle indagini, il nucleo familiare della mancata sposa risulta essere lontano da eventuali contesti criminali.

Scuola via Catusi, ieri l’incarico al collaudatore poi il trasloco entro fine mese

Dovranno pazientare ancora i bimbi e il loro genitori che frequentano la scuola del plesso Catusi a Sciacca. Il rientro avverrà nelle prossime settimane, entro la fine del mese.
Appena ieri è stato nominato dal dirigente del 6° settore Aldo Misuraca il tecnico collaudatore che nel giro di una settimana effettuerà il relativo collaudo amministrativo successivamente la scuola verrà riconsegnata al dirigente che disporrà il relativo trasloco.
In questo periodo in cui la scuola è stata interessata dagli interventi di adeguamento, gli alunni sono stati trasferiti in parte nei plessi di Sant’Agostino e Loreto.

Il ponte Morandi a rischio, l’associazione Mareamico: “di questo passo crollerà da solo”

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Il viadotto agrigentino presenta delle pericolose e insidiose crepe. Da queste crepe fuoriescono erbacce di ogni tipo. L’arteria stradale è chiusa da ventidue mesi. Per gli agrigentini la misura è ormai colma. Il viadotto Morandi versa in uno stato di abbandono e degrado, ormai, da quasi due anni. L’associazione ambientalista Mareamico di Agrigento, questa mattina, ha denunciato il totale stato di assenza delle istituzioni e di chi dovrebbe prendere in mano la situazione. Ad oggi, nulla è cambiato. Ad aggravare la situazione, ci sarebbe il fatto che proprio all’interno delle crepe sono germogliate numerose erbacce che, proprio lì, hanno evidentemente trovato il loro habitat naturale. “Cresce l’erba dalle spaccature dell’asfalto. Presto non ci sarà bisogno di abbatterlo, cadrà da solo”. Così l’associazione ambientalista che, in queste parole, esprime tutto il profondo disagio per la gravità della situazione. L’ultima visita istituzionale è stata fatta lo scorso mese di novembre dal ministro dei Trasporti, Toninelli. Da allora, il viadotto, una delle principali strade della città, risulta ancora chiuso. Regna lo stallo più totale e, all’orizzonte, non si intravede, ancora, l’avvio dei progetti di recupero e consolidamento di questa importantissima arteria stradale.