Il Comune di Ribera brucia tutti sul tempo e già paga gli scrutatori delle Regionali di domenica scorsa

Il Comune di Ribera brucia tutti sul tempo e già paga i componenti dei seggi elettorali impegnati nelle elezioni Regionali di domenica scorsa. La somma stanziata ammonta a 19.300 euro. La determina dirigenziale che dispone il pagamento è del dirigente comunale Salvatore Ganduscio dopo che, con atto del sindaco, era stata stabilita in 59.800 euro la somma complessiva da spendere per far fronte alle vari e spese necessarie per un regolare svolgimento delle operazioni elettorali, quali : pagamento del lavoro straordinario del personale, corresponsione dei buoni pasto, forniture varie di materiali di cancelleria, spese postali, l’allestimento dei seggi nonché l’indennità da liquidare ai componenti seggi elettorali, presidenti e scrutatori.

Girgenti acque impugna dinanzi al TAR il piano tariffario approvato dall’ATI

Girgenti Acque ha impugnato il nuovo piano tariffario approvato lo scorso luglio dall’Assemblea Territoriale Idrica. Piano con il quale i sindaci avevano ridotto la tariffa del 2,5%, anche se solo per il 2017. La società di Aragona si è rivolta al TAR della Lombardia. Decisione inevitabile, visto che a ratificare le nuove tariffe, lo scorso mese di settembre, è stata l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, organismo che ha sede a Milano. “L’ATI – riferisce oggi il sindaco di Sciacca Francesca Valenti – si costituirà in giudizio dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale, per difendere il provvedimento che abbiamo adottato”. Una vicenda che è solo l’ultima tra le vertenze che confermano una tensione sempre più palpabile forte tra Girgenti acque e l’Ati. E dire che questo contestato piano tariffario non impedirà certo, in prospettiva, un ritorno all’aumento del costo dell’acqua sin dal 2018. L’ATI aveva deciso una riduzione per l’anno in corso sulla base di un momento di crisi economica che ha messo in ginocchio le famiglie. Ati, organismo presieduto da Enzo Lotà, che a differenza della precedente Autorità d’ambito ha assunto un ruolo ben diverso, di effettivo controllo. Questione che si inserisce anche nella difficoltà di rapporti tra comuni e Girgenti acque, sopratutto dopo che l’ATI ha deciso di dare seguito al progetto di risoluzione del contratto sulla base delle inadempienze dell’ente gestore. Ente gestore che, però, contesta apertamente queste contestazioni. Nel corso dell’ultima riunione l’Assemblea Territoriale Idrica ha licenziato tutta la documentazione raccolta dai comuni in ordine alle inadempienze di Girgenti Acque consegnandola all’avvocato Giuseppe Mazzarella, a cui si è dato mandato per rappresentare l’ATI nella prospettiva di potere ottenere l’uscita di scena di Girgenti Acque.

Ordine degli architetti e Inbar insieme per incentivare l’edilizia sostenibile

La promozione di una riqualificazione sostenibile dell’edilizia passa attraverso il protocollo d’intesa firmato questa mattina, tra i responsabili dell’ordine degli Architetti e della sezione provinciale dell’Istituto nazionale di Bioarchitettura (Inbar). Obiettivo: far nascere uno strumento utile al miglioramento della qualità ambientale, attraverso azioni mirate all’aumento dell’efficienza energetica e del comfort degli ambienti a uso abitativo e non, alla promozione di iniziative e pratiche a favore della sostenibilità urbana. Prossimo passo: la costituzione della Commissione per l’edilizia sostenibile. Sarà composta da architetti, e agirà verso lo sviluppo di linee guida e norme regolamentari sull’edilizia sostenibile, su richiesta delle amministrazioni comunali interessate ad adeguare i loro regolamenti. Ordine e Inbar proporranno nuove attività, un nuovo modo di costruire e recuperare. Il concetto di edificio sostenibile fu sviluppato la prima volta nel 1970 in risposta alla crisi energetica e alle crescenti preoccupazioni dei cittadini riguardo l’ambiente: dalla necessità di risparmiare energia a quella di ridurre i problemi ambientali. Nasce da qui l’ondata di innovazione nella bioedilizia che si è protratta fino ad oggi. Gli edifici sostenibili sono strutture progettate, costruite, ristrutturate e gestite in accordo con linee guida per l’alta efficienza energetica dall’impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sul sociale sulla base dell’utilizzo di materiali naturali ottenuti mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili, gestiti e raccolti in modo sostenibile o reperiti a livello locale per ridurre i costi del trasporto, oppure ancora riciclati da materiali di recupero presso siti nelle vicinanze. Interventi che puntano sull’utilizzo di impianti di alimentazione ad energia solare, con elevati livelli di isolamento e risparmio energetico riducendo il fabbisogno di energia elettrica, incorporando l’illuminazione artificiale, utilizzando elettrodomestici a basso consumo energetico e tecnologie ad energia rinnovabile, come turbine eoliche e pannelli solari con dispositivi per ridurre al minimo il consumo di acqua.

Balneare: “Il carro di Tamuzza non c’è mai stato, la musica e l’inno trascinavano”

0
“La nostra è stata una valutazione tecnica su altre componenti, ma non la musica o il coinvolgimento della gente che si può determinare”. Parla, questa mattina, Aurelio Balneare, vice preside del liceo artistico “Bonachia” di Sciacca, componente della commissione che ha valutato le proposte riguardanti la realizzazione dei carri allegorici per il prossimo Carnevale di Sciacca. Per i carri di fascia A 5 sono state accolte e 3 respinte. Sono 5 i carri previsti dal bando. Balneare, un tecnico della materia, che è stato docente di molti componenti delle associazioni che realizzano carri allegorici, spiega i criteri adottati e fa alcune valutazioni specifiche che riguardano la proposta che era stata avanzata dalla “Sos spettacoli” di Pino Tamuzza che avrebbe voluto realizzare il carro allegorico “Stupiscimi”.

25 euro a voto, Edy Tamajo neo deputato finisce sotto inchiesta

0
Il neo deputato regionale Edy Tamajo durante la recentissima campagna elettorale  avrebbe promesso 25 euro a voto durante campagna elettorale. Soldi in cambio di preferenze. Tamajo, così è finito sotto inchiesta, è il secondo caso quando ancora il parlamento siciliano non si è ancora insediato. Dopo alcune perquisizioni ha ricevuto un invito a presentarsi in Procura per essere interrogato. E’ stato il più votato a Palermo nella lista Sicilia Futura, città in cui è nato 41 anni fa: 13.984 voti per strappare il secondo mandato di fila. L’inchiesta dei finanzieri del Gruppo di Palermo, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Fabiola Furnari, contesta un’ipotesi di reato molto pesante: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Ad associarsi al neo deputato sarebbero stati coloro che avrebbero fatto da tramite per promettere “a numerosi elettori nella sua qualità di candidato alle elezioni regionali siciliane del novembre 2017 utilità consistenti nella soma di euro venticinque per ogni voto elettorale espresso in suo favore”. Nell’invito spedito dalla Procura ci sono i nomi di Giuseppe Montesano, Cristian e Nicolina D’Alia. E c’è anche la parola “altri”, segno che l’inchiesta è molto più ampia.

Disservizi idrici in centro storico, erogazioni “ballerine” e “discontinue”

Da circa nove giorni il centro storico continua a vivere disservizi idrici. Diverse segnalazioni arrivano dai residenti che evidenziano la mancata erogazione da circa nove giorni. Dopo i problemi che si erano verificati per un guasto al trasformatore elettrico che serve i Pozzi Grattavoli e che qualche giorno fa, Girgenti Acque aveva annunciato di aver riattivato e di aver pertanto, avviato la normalizzazione della distribuzione idrica. Ma in centro storico, le turnazioni idriche continuano ormai da diversi giorni ad essere “ballerine” e “discontinue”, senza alcuna regola. Turni saltati e molte abitazioni che non riescono ad approvvigionarsi.

Ignazio Messina e il centrosinistra: una scintilla che a Sciacca non è mai scoccata. Eppure IDV è alleata di Renzi

0
Da Marinello a De Luca: l’ex sindaco di Sciacca Ignazio Messina continua la sua parabola, sebbene da una posizione assai meno influente rispetto al passato. Riconoscendogli il merito di continuare a portare la bandiera di Italia dei Valori (partito fondato e poi abbandonato da Antonio Di Pietro), Messina continua a barcamenarsi nella politica nazionale e in quella locale. Da qualche tempo ha attivato una stretta collaborazione con il leader del PD Matteo Renzi, nel tentativo di tornare ad avere visibilità. Renzi che, peraltro, pubblicamente non si lascia mai scappare l’occasione di annoverare Italia dei Valori tra i soggetti che condividono il suo progetto politico. Ma ha fatto specie vedere le immagini di Messina seduto recentemente in prima fila accanto a Fabrizio Di Paola durante la presentazione della candidatura di Giuseppe Marinello alle ultime elezioni regionali. Messina che, eppure, di Di Paola aveva detto che “se non si è ricandidato a sindaco allora vuol dire che neanche lui è convinto della bontà del lavoro fatto”. D’altronde, anche alle ultime amministrative, dopo aver tentato, insieme a Mario Turturici e Michele Ferrara la strada di una soluzione alternativa, Messina aveva poi sostenuto la candidatura di Calogero Bono, sebbene con un risultato (quello del suo candidato di riferimento, Simone Lucchesi Palli) tutt’altro che straordinario. Sulla sua pagina Facebook Ignazio Messina ha pubblicato una foto accanto al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al consigliere regionale Franco Moxedano. “Italia dei Valori convintamente nel centrosinistra”, dice l’avvocato. Certo, da queste parti anche Marinello e Alternativa Popolare in Sicilia ufficialmente erano nel centrosinistra. Ma alle amministrative erano protagonisti del centrodestra. A conferma del fatto che a Sciacca i rapporti tra Messina e le forze di centrosinistra, a partire dalle elezioni del 1993, continuano ad apparire piuttosto conflittuali. D’altronde è anche vero che nel 2004 l’ex sindaco appoggiò la candidatura di Mario Turturici, pur di far perdere le elezioni a Mariolina Bono.

Col voto di domenica gli agrigentini hanno bocciato la commistione tra la politica e la Sanità

Dal risultato elettorale regionale di domenica scorsa nel collegio agrigentino è venuta fuori anche la sostanziale bocciatura del ruolo, per certi versi debordante, avuto in questi anni dalla politica nel mondo della Sanità. È come se gli elettori avessero detto basta alle commistioni, agli apparati di potere e a tutto quanto ha fatto finire sotto i riflettori l’assistenza ai malati e il funzionamento degli ospedali più per gli equilibri di potere nel combinato disposto tra politici, manager e camici bianchi piuttosto che per l’effettiva necessità di dar corso alle richieste vere dei territori. Ad Agrigento, in particolare, l’elettorato ha chiuso d’imperio e in maniera netta un ciclo. Dopo il trasferimento di Salvatore Lucio Ficarra dalle contrade agrigentine a quelle ragusane, anche il suo maggiore sponsor politico, Michele Cimino, ha dovuto prendere atto di un risultato elettorale che lo ha visto sconfitto. Sconfitti con lui anche Salvatore Cascio e Vincenzo Fontana, conoscitori (e non solo in quanto medici) degli equilibri tra il ruolo della sanità pubblica e la politica. A livello regionale è stato mandato a casa anche Pippo Digiacomo, presidente della Commissione Sanità. L’unico che ce l’ha fatta a rientrare a Sala d’Ercole è stato Baldo Gucciardi, ultimo assessore del governo Crocetta, che, non si può negare, con le ultime scelte strategiche contenute nella nuova rete ospedaliera ha sicuramente dato dei segnali concreti alla sanità della “sua” provincia di Trapani. Da queste parti agli atti formali non sono ancora seguiti quelli sostanziali. C’è un nuovo commissario straordinario, Gervasio Venuti, che non si sa “che fine” potrà fare. Per dire come la politica, in proiezione spoyl system, continui a mettere in soggezione un intero apparato, quello che sovrintende al funzionamento dell’organizzazione degli ospedali. Fanno discutere, negli ultimi giorni, alcune decisioni riguardanti le nomine di primari facenti funzione. Due quelli che da Licata sono stati destinati a Sciacca: in ortopedia (il dottor Tulumello) e in cardiologia (il dottor Ciotta). Un tema oggetto di polemiche e di ricorsi annunciati, creando forti tensioni all’interno dei reparti interessati. Sul tema abbiamo chiesto un commento a Franco Giordano, medico in pensione, già sindacalista Anaao e componente del Comitato civico per la Sanità: “Il contratto – spiega Giordano – prevede che in caso di assenza del primario lo sostituisca il medico dotato dei maggiori titoli in base ad una graduatoria stilata annualmente. Questa sostituzione – ragiona il medico – per i primi sessanta giorni non da’ luogo a nessuna indennità accessoria. Superati i sessanta giorni scatta un’indennità mensile”. Ne consegue, stando a questo ragionamento, che l’incarico di facente funzioni dovrebbe essere conferito per un massimo di 6 mesi, rinnovabili per un altro semestre in attesa dello svolgimento del concorso per la selezione del nuovo primario. “Per esibire momentanee economie di spesa, da far valere come indicatore di performance nella valutazione periodica dei direttori delle ASP – riflette il dottore Giordano – è diventata consuetudine fare ruotare i facente funzioni prima che scadano i 60 giorni di incarico, per evitare che scatti l’obbligo di corrispondere l’indennità prevista dal contratto. Ma, anche, per evitare tensioni nei reparti dovute al fatto che, essendo finora bloccati i concorsi, si creerebbero condizioni di momentaneo privilegio per chi, svolgendo funzioni superiori, si ritroverebbe con un maggiore vantaggio curriculare rispetto a chi, magari, non aveva gli appoggi per farsi conferire l’incarico secondo norma”. E così, il tacito accordo nella stragrande maggioranza dei reparti e’ avvenuto, a giudizio di Giordano, procedendo a bugiarde rotazioni di 60 giorni all’interno dei reparti, ben sapendo che se uno stesso medico ruota per due turni di 60 giorni è ovvio che avrebbe diritto all’indennità prevista, ma la cosa viene momentaneamente congelata ed eventualmente risolta a posteriori con un ricorso al Giudice del lavoro. Nel frattempo chi ha svolto le mansioni può fregiarsi del titolo di ff ed eventualmente utilizzare, giustamente, l’anzianita’ maturata per aggiornare il proprio curriculum. “Questa procedura molto bizantina – conclude Giordano – può rappresentare un’autentica trappola ad orologeria per i medici che la subiscono. Non e’ un mistero che molti di loro accettino questa posizione anomala, sobbarcandosi pesanti responsabilità, senza nessuna contropartita economica, nell’illusione di potere  guadagnare titoli al momento dello svolgimento delle procedure per la selezione della figura primariale. I sindacati da tempo sembrano essersi stancati di denunziare questo malcostume, che presenta molti profili di mala gestione della cosa pubblica. Accade cosi’ che le loro funzioni in questi anni siano state vicariate dagli onorevoli, o dai loro uomini di fiducia,che si prodigano per sollecitare questa o l’altra delibera, evitando di affrontare il problema vero: lo sblocco dei concorsi e la trasparenza oltre che la riqualificazione dei criteri di nomina dei direttori di struttura”.

Il crollo del ponte Verdura, la storia del processo fino all’assoluzione di questa sera

Accogliendo i motivi di appello proposti dei difensori avvocati Giovanni Vaccaro, Celestino Cardinale e Mimmo Galatà, il capo cantoniere e sorvegliante Antonio Tumminello ed il capo nucleo Ignazio Calvaruso, dell’Anas, questa sera sono stati assolti per non aver commesso il fatto dal reato di disastro colposo relativo al crollo del ponte Verdura, avvenuto il 2 febbraio del 2013. Poco prima del crollo Tumminello, accortosi del pericolo, aveva impedito il transito sul ponte, evitando danni a persone. Successivamente il ponte è stato ricostruito. La Procura di Sciacca, dopo delicate indagini contro tanti soggetti, con l’ausilio del consulente professore Mancuso, aveva chiesto il rinvio a giudizio dei soli Tumminello e Calvaruso. In sede di udienza preliminare, gli imputati avevano chiesto ed ottenuto di essere ammessi al rito abbreviato, previa produzione di documenti, della corposa consulenza tecnica dell’ingegnere Accursio Pippo Oliveri e di memorie difensive. Il Gup del Tribunale di Sciacca aveva condannato entrambi gli imputati per disastro colposo, alla pena di tre mesi e sedici giorni  di reclusione, nonché al risarcimento dei danni e delle spese in favore del Codacons, costituitosi parte civile. Nello stesso tempo, con la sentenza, il Gup aveva trasmesso gli atti in Procura, per eventualmente procedere contro altri indagati. I difensori degli imputati, Vaccaro, Galatà e Cardinale, avevano impugnato la sentenza con articolati motivi, allegando le pagine più significative del procedimento. Nell’udienza di oggi, davanti alla quarta sezione della Corte d’Appello, presidente Fontana, a latere Enzo Agate, l’avvocato Vaccaro ha prodotto altri documenti, tra i quali i riconoscimenti ottenuti nelle more dal capo cantoniere. Il Procuratore Generale Barbiera ha chiesto la conferma della condanna, così come il difensore di parte civile, avvocato Patti. I difensori, avvocati Vaccaro per Tumminello e Catanzaro per Calvaruso, hanno invece discusso il processo, aggiungendo altre argomentazioni avverso la sentenza, in fatto e in diritto. Al termine della lunga camera di consiglio, il Collegio ha assolto entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto, fissando il termine di novanta giorni per il deposito della motivazione. La vicenda ebbe anche una rilevanza nazionale perchè gravissimi furono i disagi alla circolazione stradale e al Verdura è arrivata anche Stefania Petix di Striscia la Notizia con il suo bassotto.

Nessuna responsabilità dei tecnici Anas nel crollo del ponte Verdura, assoluzioni in appello

Nel processo d’appello scaturito dal crollo del ponte Verdura, sulla Sciacca-Ribera, il 2 febbraio del 2013, sono stai assolti, questa sera, i due tecnici Anas che erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Sciacca a 3 mesi e 16 giorni di reclusione. Cancellata la condanna per Antonino Tumminello, capo cantoniere addetto alla sorveglianza del tratto di strada della statale 115 in cui è situato il ponte, e  Ignazio Calvaruso, capo del nucleo di manutenzione  dell’Anas. Secondo l’accusa avrebbero dovuto effettuare dei controlli riguardanti il ponte il cui deterioramento avrebbe avuto una evoluzione graduale. Le difese, con gli avvocati Giovanni Vaccaro, Domenico Galatà e Celestino Cardinale, hanno sostenuto che la loro competenza riguardava soltanto la strada e non le condizioni del ponte.