Black out in via Licata per sovraccarico elettrico: al lavoro tecnici Enel e Vigili del fuoco

Ci sarebbe un sovraccarico elettrico alla base del black-out che ha interessato questa sera la via Giuseppe Licata, proprio nei minuti della sfilata dei gruppi mascherati. Non sono mancati i momenti di panico tra i bambini e i genitori. Si è rivelato necessario l’intervento di operai dell’Enel e dei Vigili del fuoco. Questi ultimi hanno prestato attenzione rispetto all’eventuale pericolo che possibili corto circuiti potessero generare incendi. Pare che il guasto abbia interessato la cabina di via Molinari. Il medesimo disservizio si era verificato anche lo scorso dicembre.

Incontri segreti e attenzione alle microspie, così gli arrestati dell’operazione “Opunzia” temevano di essere intercettati

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La loro massima preoccupazione era quella di essere intercettati. Sono i dettagli che sono emersi durante la conferenza stampa che si è svolta al Comando provinciale dell’Arma di Agrigento. Sono stati il colonnello, comandante provinciale dei carabinieri, Giovanni Pellegrino, il comandante del reparto Operativo,  il colonnello Rodrigo Micucci e il capitano Marco Ballan a capo della compagnia di Sciacca a riferire i dettagli dell’inchiesta che oggi ha fatto scattare le manette su alcuni esponenti della famiglia mafiosa di Menfi.  Gli incontri avvenivano solo in luoghi isolati e insoliti. Sarebbero stati privilegiati i maneggi, le abitazioni private e perfino un ambulatorio medico. Erano sopratutto cauti gli indagati coinvolti nell’ambito dell’operazione “Opunzia”, temevano di essere intercettati e avrebbero, perfino, chiesto a delle officine meccaniche compiacenti di eliminare microspie sulle auto da loro utilizzate. Così sono scattate le sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere, per le ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, aggravata dall’uso delle armi e dell’aver perseguito il controllo di attività economiche e di appalti pubblici –  notificate ad altrettanti indagati ritenuti appartenenti alla “famiglia” di Menfi. Con il termine in codice, “Opuntia”, si è voluto sottolineare la proliferazione di Cosa Nostra anche dove era stata già estirpata. La presunta riorganizzazione della famiglia di Menfi si era resa necessaria – stando all’inchiesta – in seguito ad un’altra imponente operazione dei carabinieri, condotta nel 2008 sotto il nome in codice “Scatto Matto”. Blitz che, allora, aveva portato alla totale disarticolazione di Cosa Nostra in tutta la valle del Belìce. I carabinieri, attraverso una fitta rete di pedinamenti ed intercettazioni, sono riusciti a documentare come gli indagati avessero riorganizzato la famiglia mafiosa di Menfi, dopo essere entrati – scrivono dal comando provinciale dell’Arma – in contatto con Leo Sutera, ritenuto già capo del mandamento di Sambuca di Sicilia e con Pietro Campo, ritenuto – sempre da investigatori e inquirenti – capo della famiglia mafiosa di Santa Margherita di Belìce e di Montevago. Sutera e Campo, indagati in altri procedimenti, non risultano colpiti da provvedimenti firmati nell’ambito dell’inchiesta portata a termine stanotte.  L’inchiesta si è incentrata principalmente sulla figura del capo della famiglia mafiosa di Menfi, il quale per ricostituire l’organizzazione, colpita nel 2008 dall’operazione “Scacco Matto”, avrebbe in un primo tempo contattato Domenico Friscia,  presunto esponente di vertice della famiglia di Sciacca. Vito Bucceri – colui che stava ricostruendo la “famiglia” di Menfi, poi diventato collaboratore di giustizia – avrebbe poi sondato il terreno con il medico Pellegrino Scirica per comprendere se lui avesse preso o meno le redini dell’organizzazione in un momento di sbandamento. Infine, prima di muoversi per tessere la sua ragnatela di contatti con picciotti a sua disposizione, ha chiesto – prosegue la ricostruzione effettuata dal comando provinciale dell’Arma – ed ottenuto l’autorizzazione di Pietro Campo in occasione di due incontri avvenuti rispettivamente il 30 giugno e il 9 luglio 2015.

 
 
 

Al via il Carnevale di Sciacca, Peppe Nappa “re” della prima giornata

Ai nastri di partenza il Carnevale di Sciacca. Oggi la prima giornata, aprira’ di fatto la 118 edizione e sara’ il Peppe Nappa, la maschera simbolo dello storico evento saccense, il grande protagonista della giornata. Ecco nel dettaglio il calendario della prima giornata della festa: Arriverà dal mare e attraccherà a Gaie di Garaffe, alla Lega Navale, sopra un gozzo, per prendere burlescamente il comando della città, da questa sera e fino a martedì grasso. Quella di oggi è una giornata che si svolgerà su più livelli e con quattro palcoscenici: in Via Cappuccini con lo spettacolo continuo dell’assemblaggio dei carri allegorici; e poi nel quartiere di San Michele, in piazza Angelo Scandaliato e al porto.   Alle 17,00 in piazza Noceto, avrà inizio “Coriandoli di solidarietà”. Sarà la festa dell’integrazione e della condivisione. Balleranno i nuovi inni tutti i gruppi mascherati, con le esibizioni di alcuni gruppi in rappresentanza delle associazioni di volontariato, cooperative, enti vari del terzo settore che numerosi e con grande entusiasmo, assieme al comitato di quartiere, si sono fatti coinvolgere dal Comune di Sciacca – assessorati allo Spettacolo e alle Politiche Sociali – nell’organizzazione dell’evento che prevede anche degustazione di prodotti locali. Una iniziativa che vede pure la collaborazione delle attività commerciali di San Michele. Alle 18,30, dopo lo spettacolo in Piazza Noceto, i gruppi mascherati sfileranno in corteo per via Scaglione, Via Brivaturedda e Corso Fazello, abbracciando e ringraziando l’intero quartiere. I gruppi, ritornati in piazza Noceto, scenderanno a piedi per le scalinate e gli antichi vicoli della città, fino ad arrivare in piazza Scandaliato, dove si ritroveranno un altro palcoscenico già da tempo attivo. Alle ore 19,00, infatti, si accenderanno le luci del palco di Piazza Scandaliato con “Riviviamo il Carnevale”, uno spettacolo degli Abracadabra, band capitanata da Vincenzo D’Asaro, Accursio Sclafani, Tony Bentivegna, composta da altri artisti. Alle 20,00, l’arrivo dal mare del Peppe Nappa. Ad attenderlo alla Lega Navale il vicesindaco e assessore al Turismo Filippo Bellanca con una delegazione dell’associazione “Ripartiamo da zero”, presieduta da Egidio Martorana con responsabile dell’organizzazione Vincenzo Amodeo.  Il Peppe Nappa salirà poi in auto dalla Marina, fino ad arrivare in piazza Scandaliato. Alle ore 20,45, ad accoglierlo sul palco, sarà il sindaco Francesca Valenti per la tradizionale cerimonia della consegna delle chiavi della città al re del Carnevale. Un momento rituale che quest’anno si è voluto valorizzare. Il Peppe Nappa, infatti, parlerà lanciandosi in una sorta di comizio di insediamento. Il personaggio sarà impersonato da Leonardo Turturici che avrà come spalla Accursio Giglio, due giovani del duo “Emuavanti” impegnati nel gruppo della recita del Peppe Nappa, fuori concorso. I testi sono del copionista Vincenzo Mandracchia. Alle 21,00, “Evviva! Arriva la festa”, l’anteprima show del Carnevale di Sciacca sul palco di Piazza Scandaliato. Spettacolo con i gruppi mascherati: i colori, i costumi, gli inni, i balli, i sorrisi, l‟allegria. Si alterneranno i gruppi delle associazioni: “Ripartiamo da zero”, “La nuova isola”, “La nuova avventura”, “Nuova arte ’96”, “Saranno Famosi”, “Archimede”, “Il gatto e la volpe”, “E ora li femmi tu”.

Mafia. Operazione “Opuntia”. Ecco i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare

Le ordinanze di custodia cautelare spiccate dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito del prosieguo dell’operazione “Opuntia” sono gli stessi che erano stati coinvolti un anno e mezzo fa, ad eccezione però del menfitano Vito Bucceri, che nel frattempo ha deciso di collaborare con la magistratura. Gli arrestati sono Cosimo e Giuseppe Alesi, rispettivamente di 52 e 47 anni; Tommaso Gulotta, 52 anni; Matteo Mistretta di 32 anni; Vito Riggio di 48 anni e Pellegrino Scirica di 62 anni, tutti di Menfi. Ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per Domenico Friscia, 53 anni, di Sciacca.

Operazione antimafia con sette arresti a Menfi

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei vertici e degli affiliati della famiglia mafiosa di Menfi. Il blitz, ordinato nella notte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice “Operazione Opuntia”, è stato eseguito da 100 militari, con l’ausilio di unità cinofile e di metal detector per la ricerca di armi. Gli arrestati sono tutti ritenuti responsabili di appartenere all’associazione mafiosa armata denominataCosa Nostra agrigentina” e di aver perseguito, nella valle del Belìce, il controllo di attività economiche e di appalti pubblici. Documentati collegamenti con capi mandamento e capi famiglia di Sciacca e dintorni. Numerose perquisizioni sono ancora in corso. I particolari si conosceranno nelle prossime ore durante una conferenza stampa che si terrà al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento.

Bilancio. Corte dei Conti bacchetta il Comune. I grillini cavalcano la tigre. Ma davvero è solo colpa degli amministratori?

Ogni anno, assalito più o meno dall’ansia, il dottor Filippo Carlino, direttore di ragioneria, corre a Palermo per chiarire la situazione dei conti pubblici del comune di Sciacca. Da due lustri, almeno, i magistrati contabili eccepiscono su una situazione tutt’altro che rosea e raccomandano il rispetto degli equilibri del bilancio: dal pagamento dei debiti fuori bilancio ad una maggiore remunerabilità del patrimonio pubblico. Passando dal recupero di parte degli oltre 13 milioni di euro di introiti mancati (residui passivi) che si sono accumulati nel corso di almeno un decennio. Se nel tempo il dottor Carlino è riuscito a tornare a casa tirando un sospiro di sollievo è stato proprio perché, nel frattempo, qualcosa si è riusciti a fare. Soprattutto ad abbattere l’indebitamento dell’ente. In pochi anni, per dire, i debiti fuori bilancio, scaturiti da sentenze passate in giudicato che hanno visto il comune soccombere, hanno registrato una drastica riduzione. Più complesso si è rivelato lo sforzo di contenere le anticipazioni di cassa, ovvero la disponibilità di somme messe a disposizione dalla banca tesoriera del comune. Oggi amministrare un ente è difficile, mentre facile è stare all’Opposizione. Come dimostra il fatto che mentre ieri si governava e si invocava senso di responsabilità, oggi che si è minoranza si dice esattamente il contrario. Il tema però è caldo. E stamattina, a 48 ore dalla seduta consiliare di venerdì nel corso della quale occorrerà approvare il bilancio 2017, i Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Teresa Bilello e Alessandro Curreri hanno elencato tutte le anomalie dei conti pubblici comunali scaturite da quella che definiscono “lunga relazione della Corte dei Conti”. La quale, dopo aver esaminato il rendiconto del 2015 e il bilancio di previsione 2016-2018, per il M5S avrebbe bocciato pesantemente l’operato degli amministratori, soprattutto in tema di grave crisi di liquidità strutturale, se si considera che il comune continua a ricorrere alle anticipazioni di cassa (sulle quali si pagano interessi), non riesce a riscuotere tributi (rispetto a quanto dichiarato in bilancio tra le somme evase riscuote meno del 20%), non accantona le dovute somme per far fronte ai contenziosi, ha dei residui attivi esagerati, ovvero, mette in bilancio somme che dice che riscuoterà ma poi non ci riesce, ha troppi debiti fuori bilancio (somme da pagare non preventivate), utilizza entrate straordinarie per chiudere il bilancio. Secondo la Corte dei Conti questo non è più sostenibile. “E pensare – dicono Bilello e Curreri – che sono proprio quelle parti politiche che accusano il M5S di incompetenza ad averci condotto in questo stato. Ma è anche vero che è l’amministrazione attuale ad avere oggi la responsabilità di mettere in atto soluzioni concrete e definitive per uscire dalla grave crisi finanziaria che attanaglia la nostra città”. La Corte dei Conti questi rilievi li fa da anni. I grillini, piuttosto, forse lo scorso giugno non sono riusciti a vincere le elezioni amministrative proprio per quello spauracchio dei conti pubblici che, in un’ottica semplicistica, faceva immaginare che per prima cosa si sarebbe dichiarato il fallimento del comune attraverso il dissesto finanziario, come scelta politica tesa a dimostrare che la politica tradizionale aveva fallito. Le cose, come si sa, sono andate in un’altra maniera. Il tentativo di recuperare le entrate è in corso attraverso la task force istituita da Francesca Valenti. È ancora poco, certo. Ma qui siamo di fronte all’eterno dilemma: possono le politiche di rigidissima austerità impedire la garanzia dei servizi minimi essenziali? E poi: come si fa, per fare un esempio, a conoscere prima i debiti fuori bilancio che verranno? Cosa si chiede agli amministratori? Di fare i veggenti? Certo, magari se si aggiustassero le strade si eviterebbero i ricorsi al Giudice di pace di cittadini danneggiati per incidenti. Ma la questione è di più ampia portata. E per risanare occorre pure, per dire, che le tasse le paghino tutti. Compresa quella gente comune che punta l’indice accusando gli amministratori di non sapere amministrare.

Ieri una tromba marina al largo di Sciacca: ecco il video dell’evento atmosferico ripreso dal porto

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Le condizioni meteo avverse di ieri hanno generato una tromba marina ben visibile dalla costa saccense. Le immagini che vi mostriamo sono state girate da una famiglia che vive nella zona portuale che ha ripreso con grande meraviglia l’evento atmosferico che per fortuna, non ha prodotto alcun danno, visto che le condizioni meteo-marine che già da alcune ore imperversavano, avevano comunque costretto l’intera flotta saccense a rimanere a terra evitando di prendere il largo. Le trombe marine, fenomeno generato dalla rotazione del vento e da un moto convettivo, sono comunque legate ai riti dei pescatori. Infatti, è uso quando si verificano compiere una sorta di preghiera, si chiama in dialetto “tagghiata” accompagnata dalla gestualità di tre tagli con un oggetto contundente che secondo credenza popolare, è in grado di dissolvere la tromba stessa.

Carnevale, via libera della commissione provinciale per gli spettacoli

Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi la permanenza a Sciacca della commissione provinciale per i pubblici spettacoli che ha dato il via libera alle strutture riguardanti il carnevale. La commissione ha esaminato il palco, ma anche l’ubicazione dei gazebo e altre componenti che riguardano la manifestazione. “Tutto è andato bene – dice il vice sindaco e assessore allo Spettacolo, Filippo Bellanca – e adesso manca soltanto la certificazione di ogni singolo carro allegorico, comprendente anche il calcolo statico, che verrà consegnata sabato, dopo il montaggio”. Presente il vice prefetto Termine. Via libera anche ai carrelloni dei carri con le certificazioni già consegnate da ogni singola associazione.

Querelle con Vito Bono: ennesima condanna per diffamazione per Pippo Turco

Una nuova condanna per diffamazione è stata inflitta dal Giudice di Pace di Sciacca Giovanni Gagliano nei confronti dell’ex sindaco Pippo Turco. Si tratta dell’ennesimo capitolo della lunga controversia con un altro ex sindaco, Vito Bono. Sullo sfondo stavolta è finita perfino la deposizione in Tribunale nell’ambito di un altro procedimento. Esame nel corso del quale, in buona sostanza, Turco ha sostenuto che Vito Bono, malgrado la sua battaglia in campagna elettorale in favore dell’acqua pubblica, dopo la sua elezione a sindaco aveva fatto assumere il cognato, l’ingegnere Gucciardo, come direttore dell’Ato Idrico. Inoltre, sempre durante quell’esame, Turco dichiarò che Bono non aveva partecipato alla riunione dell’Ato Idrico nel corso della quale furono eliminati 80 metri cubi di acqua a disposizione della città come abbuono dall’EAS e, fu disposto l’aumento di 98 centesimi al metro cubo. Turco intendeva, secondo il Giudice, che l’assunzione dell’ingegnere Gucciardo presso l’Ato idrico era stata favorita dall’allora sindaco Bono o, comunque, agevolata dalla sua elezione. Pippo Turco è stato condannato al pagamento di 700 euro di multa e al pagamento delle spese legali nei confronti della parte civile. Vito Bono era assistito dall’avvocato Enrico Di Benedetto, mentre Turco dall’avvocato Carmelo Carrara. “Per l’ennesima volta – dice l’avvocato Di Benedetto – le dichiarazioni del sig. Turco nei confronti dell’ex sindaco di Sciacca vengono smentite, come era già accaduto per il debito Bollara. Le prove assunte nel corso del processo hanno dimostrato in modo assolutamente chiaro come in alcun modo il sindaco Vito Bono abbia mai nominato propri familiari in seno all’ato idrico, e che gli aumenti del costo dell’acqua erano stati fissati precedentemente.

Inchiesta Girgenti Acque. Il Riesame respinge l’istanza di Campione di dissequestrare i documenti

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Il Tribunale del riesame ha respinto l’istanza di dissequestro dei documenti sequestrati nelle settimane scorse presso la sede di Girgenti Acque su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento, quella culminata con la notifica dell’avviso di proseguimento delle indagini nei confronti di una sessantina di persone tra imprenditori, politici, l’ex prefetto Diomede, il presidente dell’antitrust Pitruzzella e l’ex presidente del Cga De Lipsis. A presentare quella istanza era stato il legale del presidente di Girgenti Acque Marco Campione, che è stato condannato al pagamento delle spese di giudizio.