Attacco di Mizzica a Mandracchia, la maggioranza consiliare: “Ma non erano vicini all’assessore?”

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Le elezioni comunali, evidentemente hanno tracciato un solco tra l’associazione Mizzica e il neo assessore Paolo Mandracchia che nei giorni scorsi sono entrati in polemica sul tema dei rifiuti. Oggi una nota della maggioranza consiliare, interviene a difesa del componente di Giunta: “Sorprende l’attacco – scrive il capogruppo del Pd, Simone Di Paola, inferto a Paolo Mandracchia, da molti punti di vista: in primis perché proviene da un soggetto politico che, fino a qualche mese fa, dichiarava,pubblicamente la propria vicinanza all’azione politica di Paolo Mandracchia.In secondo luogo perché fa riferimento all’attività dell’assessore Mandracchia nel campo dei rifiuti; tema che, come noto e risaputo, ha segnato in questi primi mesi di mandato dell’amministrazione Valenti i contorni di un autentica emergenza socialee sanitaria, a causa dei ritardi, non voluti dall’Amministrazione Valenti, con cui il contratto con il privato è stato stipulato”. Secondo la maggioranza consiliare: “Non si può misurare la qualità e l’azione di un amministratore in condizioni di tale provvisorietà, mentre appare chiaro che oggi il fatto che il piano Aro, contestabile o meno sul piano delle scelte politiche, sia entrato in vigore e sia finalmente pienamente operativo ci consente di poter dire ai saccensi che avranno un servizio qualitativamente Superiore rispetto a quello finora avuto. Appare altresì sorprendente l’affermazione secondo la quale l’attuazione amministrazione opererebbe in continuità politica con la precedente, soprattutto perché tale contestazione proviene da un soggetto che dovrebbe saper distinguere il piano della battaglia politica da quello dell’azione amministrativa; tanto per capirci meglio: è noto a tutti che la opposizione di centro-sinistra avesse, sul tema della gestione dei rifiuti, un’idea profondamente diversa da quella portata avanti dall’amministrazione precedente, contestando apertamente il modello di una gestione privata tout court, senza alcuna incidenza reale per il pubblico, specie in tema di controllo; alla fine però i numeri ci hanno dato torto e il piano Aro, così come pensato dalla precedente compagine di governo, è stato stipulato ed oggi esiste un contratto che va onorato così come prevede la legge. Esiste altresì un principio, che quello della continuità amministrativa, che va rispettato a prescindere dai convincimenti politici che ognuno di noi può avere”. “Non sarebbe saggio – si chiede, infine la maggioranza – attendere che  esso entri nella sua fase operativa prima di dire cosa funziona e cosa va cambiato?”  

Operazione “Outsider” della Gdf, coinvolti nel giro di scommesse anche agrigentini

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Nella provincia di Agrigento, le indagini della Guardia di finanza hanno interessato Porto Empedocle, Naro e Cianciana, ci sono anche degli agrigentini, dunque coinvolti nel blitz della Guardia di finanza di Ragusa, che ha scoperchiato un presunto giro di scommesse illegali, nell’asse tra Sicilia e Malta. Nell’ambito dell’operazione “Outsider”, sono state denunciate in tutto 15 persone per esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse. Dalla documentazione rinvenuta, liste di clienti e somme di denaro giocate, emergerebbe una significativa movimentazione di denaro raccolto nella attività di scommesse, pari a circa un milione di euro in soli 8 mesi. Le agenzie di scommesse controllate dai militari sarebbero risultate tutte in possesso di un plafond, concesso dall’allibratore estero con sede a Malta mediante un suo conto corrente utilizzato per la gestione delle eventuali vincite a livello locale a disposizione degli utenti finali. Sono state scoperte anche le modalità operative attraverso le quali gli indagati avrebbero provveduto a ritirare a fine mese presso tutte le agenzie collegate, gli incassi delle giocate, pari a centinaia di migliaia di euro, a mezzo di corrieri fino al successivo deposito in una banca operativa sull’Isola dei Cavalieri.  

Monte sulla Biblioteca: “Se è vero che sabato riapre è una autentica scorrettezza”

“Non riesco a capire se si tratti di una farsa o meglio ancora di un incubo”. È così che stamattina il Consigliere comunale di Sciacca al Centro Salvatore Monte commenta la notizia, pubblicata da Risoluto.it riguardante l’annunciata apertura per sabato mattina della Biblioteca “Cassar”. “Una notizia che mi ha lasciato di stucco”, osserva Monte. Ricordando che nel maggio 2017, a seguito di un pesante verbale tecnico che ne descriveva i pericoli ed i rischi per la pubblica incolumità, quei locali furono chiusi. “Una scelta che accettai con grande rispetto, consapevole del fatto, però, che soltanto l’ultima sala aveva riportato la caduta di calcinacci”. Poi Monte rimembra le innumerevoli note, redatte dalla responsabile della Biblioteca (“che non è di sicuro una sprovveduta”, precisa), che evidenziarono carenze di ogni genere. Carenze che, unite a quel verbale tecnico, sentenziarono la chiusura al pubblico ed ai dipendenti della nostra Biblioteca Comunale. Tale scelta mise in moto il trasferimento di parte di quella Biblioteca all’interno dei locali del Sant’Anna in piazza Lazzarini. Con la nuova amministrazione, quella del cambiamento, realmente il trasferimento iniziò a diventare realtà tanto da smantellare, per esigenze di spazio, la mostra artistica del Maestro Gaspare Patti denominata “Per un Museo della ceramica”. Monte poi ricorda come, negli ultimi mesi di amministrazione Di Paola, non non mancati furiosi attacchi personali verso di lui da associazioni culturali, movimenti politici, consiglieri comunali ed individui che, pur non sapendo neanche dove si trovasse la biblioteca, ne criticavano la chiusura. “Lottai con tutte le mie forze per evitare la chiusura definitiva”, dice Monte. Aggiungendo di avere chiesto in ginocchio ai tecnici di provvedere, in qualche modo, a garantire una manutenzione straordinaria di quella sala e manutenzionare l’impianto elettrico. Il “Non ci sono soldi” e “il verbale parla chiaro” sono frasi che raramente potrò dimenticare. Parole chiare espresse, a gran voce, da tecnici, dirigenti e segretario generale. “Oggi, però un miracolo! Non siamo  a Lourdes ma tutto si è apparentemente risolto. L’intonaco dell’ultima sala si è rigenerato da solo, l’impianto elettrico è miracolosamente diventato a norma CEE, i problemi di umidità si sono risolti nel giro di una notte. Qualora questa notizia dovesse risultare vera – conclude Monte – siamo di fronte ad una scorrettezza senza fine che macchia il rispetto nei confronti di vecchi amministratori, di ex frequentatori di quella biblioteca, di tutti coloro che hanno lottato, anche contro di me, per far si che quella Biblioteca comunale non chiudesse”.

Sabato mattina, per la Giornata della Memoria, riapre la Biblioteca “Cassar”. Ma non era pericolante?

Suscita sicuramente sorpresa la notizia relativa alla annunciata riapertura della Biblioteca comunale “Cassar” di Sciacca. Proprio così: le porte di quella stessa struttura chiusa da oltre un anno, dopo essere stata dichiarata inagibile a seguito del crollo di alcuni calcinacci, si riapriranno al pubblico sabato mattina, 27 gennaio, per ospitare uno degli appuntamenti organizzati dal Comune nell’ambito della “Giornata della Memoria”. Per la cronaca: saranno proposte alcune testimonianze relative agli orrori della guerra. È indubbio che la stanza dove si svolgerà la manifestazione è in quella parte di immobile evidentemente sicuro da ogni “rischio e pericolo”. Così come non ci sono dubbi che ci sia stato qualche tecnico qualificato ad avere autorizzato la riapertura. Questa vicenda, tuttavia, rimette al centro del dibattito la questione della biblioteca comunale di Sciacca. Vicenda che ha coinvolto associazioni e amatori dei beni culturali (a partire da Italia Nostra) per salvaguardare il salvaguardabile, a partire da quel Fondo Antico la cui sorte preoccupa anche, se non soprattutto, nell’ottica di un intervento di tutela di quei volumi assai più importante di quello infrastrutturale. Insomma: oggi scopriamo che la biblioteca “Cassar” può riaprire. E viene da domandarsi come mai sia stato così facile riuscire nell’intento. Anche se solo per il momento di questa manifestazione. Dopodiché c’è da aspettarsi che l’immobile tornerà inaccessibile. Ma è lo spunto per capire cosa sarà della Biblioteca, un immobile sul quale, non va dimenticato, ha un ruolo tutt’altro che secondario la Soprintendenza ai Beni Culturali, anche se questo fatto rischia solo di appesantire un percorso burocratico che, come volevasi dimostrare, sta mostrando tutti i suoi limiti. E mentre si attende il trasferimento della parte “moderna” della biblioteca all’istituto Sant’Anna, sabato mattina intanto si potrà entrare di nuovo all’interno di un edificio di gran pregio, giocoforza abbandonato (e impolverato) perché inaccessibile. A proposito di trasferimento: malgrado oggi sia in una sorta di limbo (né nel Palazzo dei Gesuiti, né al Sant’Anna), per dare i libri in prestito i dipendenti sono costretti a fare numerose staffette a piedi da Palazzo Lazzarini a via Roma. Si dirà che camminare fa bene. Almeno quanto fa bene la cultura.

Minore aggredito nel 2009 alla villa comunale di Sciacca, a distanza di 8 anni quattro saccensi condannati a pagare il risarcimento

La vicenda nel 2009 fece molto scalpore a Sciacca e anche a Burgio. Alla villa comunale di Sciacca un minorenne di Burgio era stato aggredito da alcuni ragazzi, minorenni anche loro, riportando la frattura del setto nasale. A distanza di anni si è appreso che in sede penale è stata dichiarata l’estinzione del reato a seguito della messa alla prova. In sede civile il giudice del Tribunale di Sciacca Francesca Cerrone ha condannato quattro giovani saccensi, tutti minori all’epoca dei fatti, al risarcimento di circa 30 mila euro.  Condannati  a pagare gli autori  materiali ed i genitori degli stessi, in solido fra loro. Il minore è stato assistito dagli avvocati  Giacomo e Giovanniluca Di Grado, del Foro di Sciacca. Nella foto, la villa comunale di Sciacca

Saccense colpisce il genero allo zigomo con il remo di una barca, con il giudice si avvale della facoltà di non rispondere

Ha deciso di non rispondere alle domande del giudice e il suo difensore ha chiesto la scarcerazione, questa sera, nel carcere di Sciacca, il disoccupato che due giorni fa è stato arrestato dalla polizia per maltrattamenti in famiglia.  D.C., di 52 anni, di Sciacca, avrebbe colpito il genero allo zigomo con il remo di una barca. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, deciderà nelle prossime ore sulla convalida e sulla misura cautelare. Per il suo difensore, l’avvocato Aldo Rossi, l’uomo va scarcerato. L’intervento della polizia è stato effettuato nell’abitazione di contrada Perriera dove sono avvenuti i fatti e poi gli agenti hanno arrestato il cinquantaduenne. Alla base della lite, pare, ragioni di denaro.

Rifiuti, duro attacco dell’associazione Mizzica: “Mandracchia sembra la continuità di Di Paola”

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“Paolo Mandracchia sembra che faccia ancora il consigliere comunale di opposizione”. È uno dei passaggi del videointervento di Fabio Termine, esponente dell’associazione “Mizzica” nel nuovo durissimo attacco politico nei confronti dell’amministrazione Valenti in ordine al tema dei rifiuti. “Sembra – dice Termine – che dopo la soddisfazione espressa dall’ex sindaco Fabrizio Di Paola sui risultati che il piano ARO starebbe producendo, l’attuale amministrazione stia proseguendo sullo stesso solco di quella precedente”. L’associazione “Mizzica” chiede a Francesca Valenti di poter essere ammessa a poter offrire delle soluzioni per far funzionare al meglio lo strumento. “Mandracchia dice che non è più modificabile, ma noi non siamo d’accordo”, precisa Termine.

Crisi irrigua nel Riberese, Pace scrive a Musumeci: “Inevitabile dichiarare lo stato di emergenza”

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La dichiarazione dello stato di emergenza. Questa la richiesta del sindaco di Ribera Carmelo Pace al presidente della Regione Nello Musumeci in merito alla gravissima crisi irrigua che si sta verificando nell’agro riberese. In una lettera firmata anche dall’assessore Mimmo Aquè, l’amministrazione comunale di Ribera sottolineava che lo scorso 18 gennaio si era svolto al comune un “tavolo tecnico” sulla campagna irrigua 2018, fortemente a rischio a causa delle scarsissime riserve irrigue presenti negli invasi Castello, Prizzi, Gammauta, Arancio e Gorgo. Riunione alla quale avevano partecipato tutti i sindaci del comprensorio irriguo, le organizzazioni di categoria, i vertici e il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale nonché, diverse professionalità tecniche. Vertice nel corso del quale è stata certificata (dati COB Sicilia Occidentale aggiornati al 18 gennaio 2018) la drammatica situazione dei livelli d’acqua presenti nelle dighe del comprensorio che, ad oggi, garantirebbero non più che una sola irrigazione. “Tralasciando di esporle gli effetti devastanti che il perdurare di tale situazione avrebbe sulle intere economie locali, tutte poggianti sul comparto agricolo – si legge nella lettera – si fa appello al pregiato ruolo e alla sensibilità dell’onorevole Presidente della Regione Siciliana, di chiedere al Governo Nazionale la dichiarazione dello “stato di emergenza” per la situazione sopra esposta e di attivare nel contempo, l’ “unità di crisi regionale” per fronteggiare immediatamente, con pieni poteri, l’allarmante situazione idrica prima che questa diventi disperata”. Pace ed Aquè chiedono un incontro urgente al Governatore Musumeci in modo tale da coordinare le misure da porre nell’immediato.

Stabilizzare due mila precari della sanità siciliana, via libera dell’assessore Razza

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Non ci sarà bisogno di attendere la definizione della nuova rete ospedaliera e il piano triennale delle assunzioni: basterà che ci sia la copertura finanziaria che ogni manager delle aziende sanitarie provinciali dovrà assicurare entro il 20 febbraio.  Così l’assessore regionale Ruggero Razza ha dato il suo via libera alla stabilizzazione di oltre due mila precari della sanità siciliana ma potranno essere prorogati quelli già in essere fino all’assunzione definitiva. Razza ha chiesto ai manager di Asp e ospedali di fornire numeri precisi sul personale da stabilizzare. I sindacati che ieri hanno dato il beneplacito alla manovra del nuovo assessore regionale, hanno parlato di numeri ben più alti rispetto i duemila preventivati, si parla di più di tremila.  

Più dell’otto per cento degli agrigentini ha avuto disguidi finanziari

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Disguidi finanziari e così si ricorre ancora ai prestiti. Il dato in provincia si attesta un po’ più basso rispetto la media regionale e nazionale, ma resta comunque alto il numero di agrigentini, circa 8,68%,  che ha dovuto fare ricorso alle finanziarie non solo una volta ma dopo aver avuto in passato altri problemi con con altre società di credito. I dati sono stati elaborati da Facile.it e Prestiti.it, che hanno esaminato un campione di 60mila richieste presentate tramite i portali tra novembre 2017 e gennaio 2018. In Sicilia, la percentuale è del 10,53 per cento. Le province con i valori più alti sono Trapani (14,69%), Enna (11,54%) e Ragusa (11,35%);