Inquinamento, la Finanza sequestra un’area di 33 mila metri quadrati a Menfi

La Guardia di Finanza di Sciacca ha posto sotto sequestro un’area di oltre 33 mila metri quadrati (area grande quanto cinque campi da calcio), situata a Menfi, su cui insiste un impianto industriale in disuso. Le Fiamme Gialle hanno individuato la presenza di scarti da produzione di calce idrata ed intonaci per uso edile, nonché un esteso sversamento di catrame. A gestire l’impianto era stata l’impresa Focat Srl di Valderice, fallita un anno e mezzo fa. Società che, a causa della crisi di liquidità, anteriore alla dichiarazione di fallimento, non poté sostenere i costi di smaltimento del materiale risultante dallo scarto di produzione, composto da sostanze altamente inquinanti, determinandone il deposito nel terreno antistante l’impianto. Ne è scaturito un accumulo di materiali che ha comportato la formazione di enormi depositi a diretto contatto col suolo e l’aria, privi della benché minima protezione dagli agenti atmosferici. I successivi accertamenti operati dai finanzieri hanno consentito di dimostrare in modo più puntuale come, in un momento di crisi aziendale che sarebbe poi diventata irreversibile, gli allora amministratori della Focat Srl avessero continuato ad operare sul mercato garantendosi una sostanziale riduzione dei costi aziendali che erano tenuti invece a sobbarcarsi per lo smaltimento dei rifiuti, infrangendo così le norme che tutelano l’ambiente dall’abbandono incontrollato degli scarti tossici e pericolosi. Anche le analisi dell’Asp e dell’Arpa hanno consentito di appurare che questi rifiuti avevano un elevato impatto ambientale, costituendo un potenziale pericolo per la sottostante falda acquifera e, dunque, per la salute umana. A coordinare l’indagine è stato il Pm della Procura di Sciacca Carlo Boranga. L’area è stata sequestrata su disposizione del Tribunale. I quattro legali rappresentanti della Focat Srl sono stati denunciati a piede libero per la fattispecie contravvenzionale di realizzazione di discarica abusiva, punito dal testo unico ambientale con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni.

La rivolta dei giudici di pace, un mese di sciopero dal 15 maggio

Un mese di sciopero e’ stato indetto, a partire dal quindici di maggio, dai giudici di pace. Viene contestata la riforma della magistratura onoraria e dei giudici di pace. L’attuale momento della giustizia si caratterizza per un clima di grandi proteste sia in campo penale che civile. La riforma della magistratura onoraria potrebbe determinare conseguenze anche per i tribunali minori come quello di Sciacca. Lo spiega, in una intervista a Risoluto.it, l’avvocato Annalisa Alongi.

Gli stemmi delle famiglie nobili di Sciacca in piazza Scandaliato: nuovo progetto del Lions Club

Piastrelle artigianali realizzate interamente a mano in argilla e in maiolica secondo i colori e i decori della famiglie nobili vissute a Sciacca da collocare nei pilastrini posti nella piazza Angelo Scandaliato di Sciacca che reggono la ringhiera del belvedere sul porto: è questo il progetto che il Lions Club Sciacca Host ha deciso di realizzare per dare risalto a ciò che contraddistingue l’identità territoriale della storia cittadina saccense rendendo omaggio per l’attività svolta a queste famiglie nel dare lustro alla città. Il progetto è stato realizzato dopo uno studio, dall’architetto Giovanni Bono e il presidente del Lions Club, Francesco Grisafi si dice pronto a portarlo a termine prima della fine del suo anno di presidenza nel giro di poche settimane.

Niente pennello a mare né servizi ai turisti: ecco perché Sciacca non avrà mai la Bandiera blu

Cominciamo subito col dire che la Bandiera blu, il riconoscimento della Fee che Menfi continua puntualmente ad incassare, è un simbolo. Ma un simbolo mica da poco. Perché c’è una fetta del mercato turistico che presta grande attenzione a queste cose. Bandiera blu non significa certo solo mare pulito. No, questo vessillo contiene tante di quelle specialità (che forse sfuggono al grande pubblico), che fanno parte a pienissimo titolo dei parametri che la Commissione utilizza nel dare o negare l’ok. E così Bandiera blu significa mare non inquinato ma, al tempo stesso, spiagge attrezzate (anche per i disabili), servizi a disposizione dei visitatori, paesaggio rinomato e non cementificato, utilizzo sistematico delle energie alternative, perfino buoni livelli di raccolta differenziata. Per non parlare, ovviamente, della cultura dell’ospitalità e della valorizzazione del territorio. C’è tutto questo nella elaborazione di un percorso che vede il territorio di Menfi ottenere da oltre quattro lustri il giusto premio. Parametri che, diciamocelo con tutta franchezza, Sciacca non possiede. Il panorama è straordinario, ma da solo non basta. Sì, perché malgrado si disponga di un depuratore (ancorché appena del primo modulo) Sciacca non offre alcuna garanzia di un mare salubre e sostanzialmente pulito. A Menfi non c’è solo un depuratore, ma anche una condotta di allontanamento dei reflui depurati. Stiamo parlando del celebre “pennello a mare”. Per cui, in caso di guasto all’impianto di depurazione, in ogni caso quelli in uscita finirebbero sempre al largo. A Sciacca i reflui sversano regolarmente in mare. Condotta di allontanamento? Nemmeno l’ombra. Girgenti acque dice, addirittura, che non serve. Potrebbe dire la verità, ossia che non ha alcuna intenzione di investire i necessari otto milioni di euro per costruirla. Ma, come nella parabola della volpe e dell’uva, preferisce dire che non è necessaria. Conseguenza: in caso di guasto all’impianto di depurazione gli escrementi di mezza città finiscono sulla riva della Foggia. Sciacca se la può pure sognare, dunque, la Bandiera blu. Anche perché ci sono diverse spiagge con divieto di balneazione. E anche perché spiagge attrezzate per i disabili non ce ne sono, le energie alternative non si sa neanche dove abitino di casa, i servizi a disposizione dei visitatori non si sa nemmeno che consistenza abbiano, e sulla raccolta differenziata si registra un ritardo epocale. E il territorio? Le violenze del passato (cementificazione della costa) gridano vendetta. Occorre ricostruire un’identità, dunque. Il comune di Menfi c’è riuscito. Da noi si preferiscono ancora le chiacchiere.

Tranciato cavo Telecom, tantissimi utenti siciliani senza internet per ore

Un blackout della linea Adsl della Telecom ha causato disagi e disservizi per ore  ieri a tantissimi clienti siciliani. Un taglio ad un cavo di grosse potenzialità fatto da terzi avrebbe causato il guasto tecnico che è stato riparato ieri pomeriggio quando i tecnici hanno risolto il problema reindirizzando il traffico su altre linee.
L’area più colpita è stata la città di Catania, ma problemi sono stati registrati anche a Palermo e Agrigento.   Codacons Sicilia è scesa in campo per la difesa dei diritti dei consumatori che con una nota ha chiesto a Telecom Italia di riconoscere agli utenti siciliani coinvolti nel blackout un indennizzo automatico per i disagi subiti, ma l’organizzazione di consumatori si dice già pronta ad una class action, in caso contrario, contro la società telefonica.  

Iniziative a Cinisi per la commemorazione di Peppino Impastato

Una marcia che partirà da Radio aut, l’emittente fondata dall’esponente di Lotta Continua, per arrivare alla Casa memoria Impastato, poi in serata l’inaugurazione della biblioteca comunale, in quella che è stata la casa del boss Badalamenti, verrà proiettato un filmato di Salvo Cuccia, “La memoria privata”, che racconta la storia dell’attivista siciliano attraverso il fratello Giovanni. Sono alcune delle iniziative in programma nella giornata dell’anniversario dall’uccisione di Peppino Impastato, ucciso nella notte tra l’otto e il nove maggio del 1978 per mano mafiosa.  E’ stato inoltre firmato dall’assessore Vermiglio il decreto che inserisce i luoghi di Peppino Impastato nell’elenco dei luoghi dell’identità e della memoria.  

Oggi si completano i lavori all’acquedotto Carboy, ma ci vorranno tre giorni per normalizzare la distribuzione idrica a Sciacca

E’ previsto nella giornata di oggi il completamento dei lavori di manutenzione all’acquedotto Carboy di Sciacca, una tra le principali fonti di approvvigionamento idrico della città. Per ripristinare a regime l’erogazione idrica ci vorranno, però, tre giorni. Sta soffrendo il centro storico, ma con un taglio di circa la metà della dotazione idrica il problema è avvertito anche in altre zone di Sciacca. Da oggi, però, l’impianto riprende a funzionare a pieno regime. Girgenti Acque ha eseguito “improcrastinabili interventi manutentivi sulla condotta idrica che dalla stazione di rilancio dei pozzi Carboj adduce acqua ai serbatoi comunali di Sciacca”. Un intervento, questo, che ha reso necessario procedere alla interruzione dell’esercizio dell’acquedotto Carboj. E questi lavori hanno compromesso i turni di erogazione con slittamenti di quelli previsti.

La Cassazione mantiene i domiciliari per tre palermitani accusati della rapina alla Banca Sant’Angelo di Ribera

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame e mantenuto i domiciliari per tre dei palermitani accusati della rapina alla Banca Sant’Angelo di Ribera e alla Banca Sella di Licata che sono stati condannati con sentenza di primo grado dal Tribunale di Sciacca. Il Riesame aveva annullato un provvedimento del Gip del Tribunale di Sciacca, Antonio Genna, che disponeva i domiciliari. Era stata la Procura della Repubblica a ricorrere al Riesame avverso la decisione che disponeva l’attenuazione della misura cautelare per i tre rispetto alla precedente della custodia in carcere. I tre sono Mariano Ficarra e Vincenzo Adelfio, entrambi di 25 anni,  condannati a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Sono difesi dagli avvocati Francesco Di Giovanna e Salvatore Vallone. E poi Giuseppe Cusumano, di 43 anni, condannato a 5 anni. Per Salvatore Bruno, di 27, pure condannato a 5 anni, la Cassazione deve ancora fissare l’udienza. Nella rapina alla Banca Sant’Angelo erano coinvolti anche due riberesi, uno ha patteggiato e un altro è stato condannato pure in abbreviato. Nella foto, l’avvocato Francesco Di Giovanna.

Secondo il vice presidente dell’Ars la riapertura delle Terme legata anche al nuovo sindaco

E’ arrivato a Sciacca oggi pomeriggio per prendere parte ad un incontro “Protagonisti tra il Belice e il Platani” che ha anticipato l’inaugurazione della mostra organizzata dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina insieme al Circolo di Cultura di Sciacca, il vice presidente dell’Ars, Giuseppe Lupo. L’esponente del Pd ha commentato anche la chiusura delle Terme di Sciacca, definita come vera “nota dolente” dell’Assemblea regionale che secondo lo stesso, però su indicazione del Governo potrebbe se quest’ultima lo ritenesse opportuno accelerare l’iter con una nuova norma. Ma il destino delle Terme di Sciacca, secondo Lupo,  è indissolubilmente legato anche alla nuova amministrazione e al nuovo sindaco.

Fondazione Orestiadi, Pumilia: “Sciacca ha una storia culturale che dovrebbe essere recuperata”

“Eppure Sciacca può rappresentare un momento di sintesi e la sua storia culturale andrebbe maggiormente recuperata e valorizzata”. E’ il pensiero di Lillo Pumilia, presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina, una delle più importanti in campo culturale in Sicilia fondata nel ’92 da Ludovico Corrao. Non a caso per raccontare tramite una mostra l’arte di un territorio compreso tra il Belice e il Platani, è stata scelta come sede Sciacca, città a cavallo tra la provincia di Agrigento e Trapani. “Scorrimento Veloce: artisti tra il Belìce e il Platani”. E’ questo il nome della mostra che è stata inaugurata oggi pomeriggio al Circolo di Cultura di Sciacca. Una esposizione che sancisce anche l’inizio di una collaborazione tra l’associazione culturale saccense e la Fondazione trapanese.