I vigili del fuoco riescono a rimuovere un’auto che era stata scaraventata tra le rocce alla Scala dei Turchi

Spettacolare intervento dei vigili del fuoco che hanno rimosso un’auto che era stata scaraventata tra le rocce della Scala dei Turchi. “Parecchi anni fa qualche incivile ha lanciato un auto nel dirupo della Scala dei Turchi – ricorda Mareamico – e l’autovettura per fortuna è rimasta incastrata tra le rocce e non è arrivata in spiaggia. Da quel triste giorno è passato molto tempo e l’auto è rimasta sempre li a fare brutta mostra di se. Quindi responsabilmente, nel mese di febbraio del 2018, Mareamico ha sollecitato i Vigili del fuoco, la Capitaneria di porto e l’ufficio del Demanio ad intervenire, sottolineando come fosse necessario eliminare questo pericolo: se l’auto fosse precipitata giù in spiaggia avrebbe anche potuto uccidere qualcuno”. Adesso il nucleo Saf dei Vigili del Fuoco di Agrigento è intervenuto tagliando a pezzi l’autovettura e con un complesso sistema di carrucole e rinvii, pezzo dopo pezzo, l’hanno portata via.

E’ accusato di estorsione alla Rocco Forte, imprenditore di Ribera ammesso all’abbreviato condizionato e la società si costituisce parte civile

Ignazio Tavormina, imprenditore di Ribera di 52 anni, accusato di avere minacciato dirigenti e dipendenti del Golf & Spa Resort Verdura di Sciacca e di avere compiuto atti di sabotaggio sui mezzi appartenenti alla struttura. E’ stato ammesso al giudizio abbreviato condizionato su richiesta dei suoi difensori. Secondo l’accusa, Tavormina, titolare di una ditta di vivai appaltatrice per la gestione delle aree verdi ornamentali e agricole del resort, essendo venuto a conoscenza che l’allora direttore del complesso (siamo nel 2009) avrebbe avuto intenzione di non rinnovare alla scadenza i contratti d’appalto, avrebbe tenuto un comportamento arrogante e intimidatorio all’interno del resort ed in particolare formulando minacce verbali, dirette ed indirette, nei confronti di dirigenti e dipendenti del complesso fino ad atti di sabotaggio di automezzi appartenenti al resort. I fatti contestati sono dell’ottobre 2009, del 6 ottobre 2014, del 30 aprile 2015 e del 19 aprile 2016. La società e sei presunte persone offese si sono costituite parte civile, assistite dagli avvocati Giovanni e Sergio Vaccaro. La società con una richiesta di risarcimento di circa 400 mila euro, tra danni patrimoniali e morali, e le sei presunte persone offese  per complessivi 300 mila euro. Tavormina è difeso dagli avvocati Nicola Puma e Accursio Piro che hanno chiesto l’abbreviato condizionato all’acquisizione di una lettera che sarebbe stata inviata dalla società all’imprenditore nel 2010. Il processo per estorsione a carico di Tavormina, che respinge l’accusa, è scaturito da un’indagine svolta dai carabinieri della compagnia di Sciacca. Inizierà il 29 giugno come stabilito dal giudice Alberto Davico.

Ritiro in quota sulle Madonie, Giunta Musumeci cerca concentrazione

Fuga per il fine settimana a quota mille metri sulle Madonie per trovare concentrazione. La Giunta Musumeci ricorre alla formula del ritiro in un albergo nei pressi di Castelbuono, per potersi ritrovare a parlare con serenita’ della manovra finanziaria di bilancio da approvvare per rimettere la Sicilia in carreggiata. La foto del gruppo al lavoro nell’albergo, e’ stata postata dallo stesso Musumeci che subito si affretta a precisare che per il ritiro di serenita’ tra i monti, ogni assessore paghera’ la sua quota. Unico assessore non presente, Vittorio Sgarbi, ormai verso le dimissioni.

Retroscena. Cusumano e Bellanca non si parlano più da mesi. Il suo entourage: “Nessuna pressione, ma c’era un accordo”

È almeno dalle ultime elezioni amministrative, quelle che hanno incoronato Francesca Valenti sindaco di Sciacca, che i rapporti tra Nuccio Cusumano e Filippo Bellanca sono diventati pressoché inesistenti. È quanto si apprende dalla ridda di indiscrezioni che circolano sul presunto “strappo” tra l’ex sottosegretario e l’attuale vicesindaco e di cui abbiamo riferito in un articolo pubblicato nel pomeriggio dal nostro giornale. Articolo in ordine al quale trapela, da parte dell’entourage dell’ex senatore, un certo fastidio per le riferite presunte “pressioni” affinché Bellanca opti per lo scranno assessoriale, liberando così quello consiliare, a vantaggio di Gianluca Guardino (è lui il primo dei non eletti). “Macché pressing, non è nello stile di Nuccio, il punto è che c’era un’intesa risalente alla campagna elettorale per le comunali, che prevedeva che Bellanca, in caso di nomina ad assessore, optasse per il posto in giunta”. A riferirlo al nostro giornale è stato stasera uno dei più stretti collaboratori di Cusumano che, naturalmente, preferisce rimanere anonimo. Sostiene anche, la nostra fonte, che Filippo Bellanca, in questi mesi, avrebbe più volte confermato il proprio orientamento a dimettersi da Sala Falcone Borsellino. Ma, a questo punto, l’assessore al Turismo potrebbe anche averci ripensato. Di fatto, in ogni caso, i consiglieri Giuseppe Ambrogio, Valeria Gulotta e Santo Ruffo e il resto del gruppo dirigente avrebbero confermato il proprio sostegno a Cusumano. “Tutti noi – riferisce ancora la nostra fonte – siamo del Partito Democratico, e l’impegno di Cusumano per le elezioni (comunali, regionali e politiche) per i candidati del PD è stato senza risparmio di energie”. Ma lo “strappo” di Bellanca ormai sembra più di un’ipotesi, che non viene esclusa, anche se si spera non avvenga. Ma se alla fine dovesse concretizzarsi? “In questo caso – conclude il nostro informatore – il sindaco dovrà tenere conto del peso dei singoli gruppi consiliari”. Una considerazione, quest’ultima, che sembra presagire alla richiesta di una immediata verifica politica da parte di Francesca Valenti. Sì, perché se improvvisamente Bellanca non sarà più un esponente di Sicilia Democratica, allora dovrà essere il sindaco a trarne le dovute conseguenze. Questo non significa certo l’estromissione del vicesindaco dalla giunta ma, piuttosto, la nuova necessità di garantire comunque, al gruppo Cusumano, una adeguata rappresentanza all’interno della compagine di governo.

È strappo tra Bellanca e Cusumano dopo il no del vicesindaco a lasciare il Consiglio. Piuttosto si dimette dalla Giunta

0
È un pressing sempre più inarrestabile, ormai quasi asfissiante, quello operato da mesi da Nuccio Cusumano nei confronti di Filippo Bellanca affinché l’attuale vicesindaco della giunta Valenti liberi, dimettendosi, lo scranno di consigliere comunale per fare spazio al primo dei non eletti della lista Sicilia Democratica, l’ex assessore Gianluca Guardino, colui che dopo gli anni accanto a Giuseppe Marinello da qualche tempo si è riavvicinato proprio alle posizioni di Cusumano. Un pressing talmente asfissiante che, stando a quanto si apprende nelle ultime ore, la soglia di tolleranza di Bellanca si sarebbe notevolmente abbassata, al punto da avere indotto l’assessore al Turismo a confidare ai suoi amici di essere pronto, dopo venticinque anni di collaborazione assidua, ad abbandonare definitivamente la componente politica di Cusumano, o aderendo direttamente al gruppo consiliare del Partito Democratico, o creando un nuovo gruppo consiliare. Insomma: in base alle indiscrezioni che circolano in queste ore Filippo Bellanca non solo non ha alcuna intenzione di dimettersi da consigliere comunale (dove è stato eletto con circa 500 preferenze), ma se le pressioni nei suoi confronti continuassero preferirebbe, piuttosto, lasciare il posto in giunta. Non sfugge a nessuno che il predetto scenario, se si dovesse configurare, sarebbe a dir poco clamoroso, considerato che è del vice sindaco che stiamo parlando. Ipotesi, peraltro, giunta all’orecchio di Francesca Valenti. La quale non nasconde di non intendere certamente accettare uno scenario che complicherebbe oltre ogni immaginazione gli equilibri politici della sua giunta. Dalla Valenti Bellanca viene considerato un collaboratore indispensabile, che si è rivelato presente nelle varie emergenze che si sono verificate nel corso dei mesi. Ma Sicilia Democratica invoca da tempo la nomina di un secondo assessore, in base ad una promessa che Cusumano avrebbe fatto ad Ambrogio, anche se è noto negli ambienti politici che anche l’ex vicesindaco di Vito Bono Carmelo Brunetto ambisce a tornare a fare l’assessore. In realtà della presunta rottura tra Bellanca e Cusumano si parla da mesi. È da tempo che al vicesindaco sta stretta l’immagine di “delfino” dell’ex senatore e sottosegretario, e che da tempo ha una autonomia politica ed elettorale. Una collaborazione, ma forse anche un’amicizia, quella tra Cusumano e Bellanca, giunta probabilmente al capolinea. Gira voce, in particolare, di una lite furibonda tra i due, alla presenza di esponenti storici del gruppo Cusumano, risalente alle scorse ore. Lo strappo ormai sembra difficile da ricucire.

Rifornimento di droga da Palermo a Sciacca col pullman, arrestati due ventenni

Sono stati bloccati alla fermata i due giovani, erano appena scesi dal pullman proveniente dal capoluogo e dopo una perquisizione personale, i carabinieri hanno rinvenuto circa  300g di hashish suddivisi in tre panetti  che sono stati subito sequestrati.
Ad insospettire i militari, l’atteggiamento nervoso dei due alla vista della pattuglia.
Per i due ragazzi, entrambi di 20 anni e saccensi, sono scattate le manette, in flagranza di reato, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La droga, al dettaglio, avrebbe potuto fruttare oltre duemila euro e probabilmente era destinata a rifornire le piazze di Sciacca e dintorni nel corso del prossimo fine settimana
 

Ragusa. La magistratura blocca funerali anziano morto in ospedale dopo la denuncia dei figli

Funerali bloccati dalla procura iblea per far eseguire l’autopsia sull’anziano morto all’ospedale di Modica, dopo la querela presentata dai familiari di Giovanni Gerratana, 75 anni, padre dell’ex assessore comunale Nino, deceduto giovedì al Maggiore dopo un intervento chirurgico al femore. Secondo i figli ci sarebbero responsabilità sulla morte dell’anziano, che lo scorso primo marzo era arrivato al pronto soccorso per un ictus cerebrale. Ricoverato, dopo quattro giorni era stato disposto l’esame della Tac. Un ausiliario lo aveva accompagnato con una sedia a rotelle nella divisione di radiografia e lo avrebbe lasciato solo davanti all’impianto radiologico. Poco dopo, l’uomo è stato colto da malore cadendo a terra e fratturandosi il femore. La lesione aveva indotto i medici a sottoporlo a intervento chirurgico. Terminato l’intervento, nella stessa notte Gerratana avrebbe presentato evidenti sintomi di dissociazione, entrando in coma, dal quale non si è più risvegliato.

Cuffaro come Mannino: anche lui diventa imprenditore agricolo. Nella sua Tenuta di Catania produrrà vini di qualità

Così come ha fatto uno dei suoi maestri, Calogero Mannino, allo stesso modo anche Totò Cuffaro, dopo la politica e tutto quello che ne è scaturito (compresa la condanna espiata a Rebibbia) ha deciso di abbracciare un’altra attività: quella di imprenditore agricolo, puntando alla produzione di vini di alta qualità. Ed è così che ha dato vita alla Tenuta Cuffaro, che prende vita all’interno del Casale Santa Ida, situato a San Michele di Ganzaria, nel Catanese, zona particolarmente feconda dal punto di vista della presenza di coltivazioni pregiate. “Nella mia nuova vita di agricoltore coltivo la terra e il mio sorriso, coltivo un amore unico, quello per la meravigliosa terra di Sicilia”, scrive Cuffaro sul sito internet della sua azienda. L’immagine di una “nuova vita” è sicuramente significativa, per quello stesso Cuffaro che ha utilizzato il periodo di detenzione per scrivere libri, laurearsi in Legge, abbracciare la causa in favore del miglioramento delle condizioni dei detenuti e, dopo la scarcerazione, tornare ad indossare il camice di medico sostenendo alcuni progetti umanitari in Africa, a favore delle popolazioni più povere. Adesso c’è l’esperienza di produttore di vino. Con un’immagine incentrata anche sulla poesia. “La mia nuova vita di agricoltore è sospesa nel nulla e nell’infinito. Coltivo le terre e il mio sorriso. Mi affido alle onde del cielo, li allaccio al ventre delle nuvole, la pioggia culla le vigne”. Ci sono anche i vini di Totò Cuffaro al Vinitaly di Verona. E si annuncia tanta curiosità.  

Raccolta occhiali usati a Ribera, iniziativa del Lions Club

0
In occasione del Lions Day, domani mattia, dalle ore 10 alle 13, si svolgerà a Ribera, nei locali della Sala Convegni, al piano terra del Municipio, una raccolta di occhiali usati. L’invito dei componenti del Lions Club, promotori dell’iniziativa, è quello di portare al punto di raccolta i vecchi occhiali, quelli che non servono più e che spesso giacciono dimenticati in un cassetto o in una scatola. Una vola catalogati, riparati, sistemati e dati in uso a coloro che non hanno la possibilità e modo di acquistarli.

Quindici cantine agrigentine al prossimo Vinitaly di Verona

Le cantine siciliane che prenderanno parte al prossimo salone internazionale dei vini di Verona, sono circa 200. Quindici le agrigentine presenti al Vinitaly che si terrà dal 15 al 18 aprile prossimo. Si tratta di Baglio del Cristo di Campobello e azienda agricola G. Milazzo di Campobello di Licata, la società agricola Morgante di Grotte. Ci saranno anche le menfitane Settesoli e Planeta. E ancora le Cantine Cellaro, Di Prima, Feudo Arancio e Vigneti Zabù di Sambuca di Sicilia. La cantina sociale Corbera e la società agricola Etikè Vini di Santa Margherita Belice; la Cva di Canicattì, l’azienda Luna Sicana di Casteltermini e la cantina Feudo Montoni di Cammarata. Durante la fiera, saranno presentate le nuove annate ed etichette, ma ci sarà spazio anche per la presentazione delle iniziative e gli eventi enogastronomici in programma nel 2018 nelle cantine e nei diversi comuni della provincia, come Inycon a Menfi, la Sagra del Vino a Montevago, la Notte Rosé a Licata.