La mafia marsalese al comando del latitante Messina Denaro, 14 arresti

Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani stanno eseguendo un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 14 persone, indagate per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e altri reati aggravati dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini del Ros la “famiglia mafiosa” di Marsala, di cui sono stati delineati assetti e gerarchie. Gli investigatori hanno anche documentato le tensioni interne al sodalizio per la spartizione delle risorse finanziarie derivanti dalle attività illecite e l’intervento pacificatorio – risalente al 2015 – del boss latitante Matteo Messina Denaro. In tale quadro, le investigazioni hanno fornito inediti e importanti elementi, per l’epoca, riguardanti l’operatività e la possibile presenza periodica di Messina Denaro nella Sicilia occidentale. Il boss diede ordine, attraverso un “portavoce”, di dirimere i contrasti, in caso contrario “era pronto a muovere il suo esercito”. I carabinieri dei Ros e del Comando provinciale di Trapani, che si stavano occupando della cosca mafiosa marsalese, attraverso una intercettazione, hanno potuto ascoltare la voce dell’emissario di Messina Denaro mentre informava la “famiglia” dei voleri del boss castelvetranese. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa prevista stamattina nella sede del Comando provinciale Carabinieri di Trapani.

La Pro Loco di Ribera scrive ad Alfano: “Il busto di Crispi merita un posto al G7”

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Hanno preso carta e penna e scritto direttamente al ministro degli Esteri Angelino Alfano, i componenti  della Pro Loco “Poggio Diana” chiedendo di poter esporre al prossimo G7 di Taormina il busto di bronzo dello statista Francesco Crispi. L’opera  è dello scultore Mario Rutelli fino a qualche anno fa era ubicata in una rotonda della villa comunale, oggi trasferita all’interno del Palazzo comunale per essere meglio custodita. Lo scopo della richiesta dell’associazione è quello scopo di dare visibilità al più importante personaggio storico della città, in occasione di un evento mondiale che vedrà i più importanti capi di Stato del mondo tutti nella cittadina siciliana. La Pro Loco riberese spera che Alfano potrebbe prendere in considerazione con il suo ministero la possibilità di far conoscere un personaggio importante della terra agrigentina, un suo conterraneo, che alla fine del XIX secolo, tra il 1878 e il 1896, fu più volte ministro degli Interni e presidente del Consiglio dei Ministri esponendo su un piedistallo il busto di Francesco Crispi che potrebbe trovare collocazione, tra le altre opere di artisti italiani in arrivo negli alberghi di Taormina, al Palacongressi, negli hotel e nei palazzi dove è stata programmata l’esposizione di alcune opere di grande prestigio artistico. Inoltre, il busto di Crispi, è un’opera importante di Mario Rutelli, già docente all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, scultore famoso nel mondo e parente dello stesso Crispi. La Pro Loco spera, inoltre con la presenza del busto a Taormina di poter promuovere nel mondo la città di Ribera che ha dato i natali al grande politico italiano.  

Frenata sull’avvocato Sammarco, il “quinto polo” in stand by

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Si sarebbe dovuta svolgere domani la conferenza stampa di presentazione di quella che sembrava la sesta candidatura in campo per le amministrative saccensi. Con la presentazione ai giornalisti in programma domani, sembrava così chiusa la quadra tra i pretendenti alla corsa per Palazzo di città. Invece,  l’appuntamento programmato di domani annullato, mette il freno all’ultimo momento  sulla corsa della candidata del ribattezzato “quinto polo” formato da Ignazio Messina, ex sindaco oggi segretario d’ Italia dei Valori, da Mario Turturici, anche lui ex primo cittadino della città e da Michele Ferrara, ex assessore Giunta Bono e Salvatore Monteleone, già consigliere comunale eletto nella lista “Sciacca al Centro” di Fabrizio Di Paola. Non una mancanza di disponibilità da parte della stessa Virginia Sammarco, legale e impegnata nel sociale come presidente della Fidapa, ma un rallentamento imposto dagli stessi sostenitori per addivenire ad una maggiore meditazione in chiave elettorale imposta dalla troppa frantumazione del voto che la corsa a sei potrebbe causare. Insomma, dalle parti di Messina, Turturici, Ferrara e Monteleone qualcuno ha anche pensato che l’ennesima discesa in campo con una lista e un candidato rischia così tanto di spezzettare i consensi da poter alla fine premiare chi invece, al momento potrebbe essere favorito ad avere i numeri dalla sua come il Movimento Cinque Stelle. Infatti, il problema della “frantumazione” potrebbe da un lato favorire chi capterebbe maggiori consensi e dall’altro danneggiare, fino al punto da non attribuirgli alcun valore, chi sa già di non poter concorrere per vincere vanificando anche la possibilità di essere l’ago della bilancia anche in un possibile ballottaggio. Così si temporeggia, in attesa di analizzare meglio i numeri e di capire le effettive possibilità. Riflessioni e analisi elettorali “ansiogene” che potrebbero far maturare anche degli “apparentamenti precoci” già nella prima fase piuttosto che vederli poi convergere al secondo turno. Fase delle trattative con chi invece ha già ufficializzato, dunque ancora in atto anche se è difficile azzardare le alleanze visto l’imbarazzo di Michele Ferrara e Ignazio Messina a parlare nuovamente con il centro sinistra della Valenti dopo il primo no alla sua candidatura e viceversa, le difficoltà di Turturici a dialogare con quel centrodestra di Calogero Bono dove l’attuale sindaco Di Paola mantiene il ruolo di maggiore supporter, quello stesso primo cittadino con il quale il consigliere Turturici è entrato più volte in conflitto.

Il TAR dà ragione ad un odontoiatra: potrà iscriversi a Medicina senza test d’ingresso

Essendo già in possesso di una laurea in Odontoiatria e protesi dentaria, conseguita col massimo dei voti lo scorso anno all’Università Tor Vergata di Roma, aveva regolarmente acquisito anche il diritto di iscriversi, per saltum, al secondo anno della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Ateneo di Palermo, senza dovere superare alcun test d’ingresso. Lo ha sancito il TAR di Palermo dopo avere esaminato il ricorso di un ventiseienne originario di Castelvetrano che si era visto respingere la richiesta di accesso ad un nuovo corso di studi, intenzionato a frequentarlo presso la sede universitaria di Caltanissetta. I giudici amministrativi hanno emanato un’ordinanza cautelare che, nel dichiarare illegittimo il provvedimento con cui l’Università aveva respinto la richiesta, ha disposto l’iscrizione d’ufficio al secondo anno di Medicina e chirurgia senza alcuna selezione preliminare. Nella sua istanza, l’odontoiatra aveva fatto presente di avere a suo tempo svolto regolare test d’ingresso (a Tor Vergata), e di avere anche sostenuto alcune materie comuni ai due corsi di laurea. Tuttavia l’Università siciliana si è opposta. Ne è così scaturito il ricorso alla giustizia amministrativa contro il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica e l’Università di Palermo. A rappresentare l’odontoiatra sono stati gli avvocati Francesca Burrafato, del Foro di Marsala, e Vincenzo Cucchiara, del Foro di Sciacca.

Inquinamento, la Finanza sequestra un’area di 33 mila metri quadrati a Menfi

La Guardia di Finanza di Sciacca ha posto sotto sequestro un’area di oltre 33 mila metri quadrati (area grande quanto cinque campi da calcio), situata a Menfi, su cui insiste un impianto industriale in disuso. Le Fiamme Gialle hanno individuato la presenza di scarti da produzione di calce idrata ed intonaci per uso edile, nonché un esteso sversamento di catrame. A gestire l’impianto era stata l’impresa Focat Srl di Valderice, fallita un anno e mezzo fa. Società che, a causa della crisi di liquidità, anteriore alla dichiarazione di fallimento, non poté sostenere i costi di smaltimento del materiale risultante dallo scarto di produzione, composto da sostanze altamente inquinanti, determinandone il deposito nel terreno antistante l’impianto. Ne è scaturito un accumulo di materiali che ha comportato la formazione di enormi depositi a diretto contatto col suolo e l’aria, privi della benché minima protezione dagli agenti atmosferici. I successivi accertamenti operati dai finanzieri hanno consentito di dimostrare in modo più puntuale come, in un momento di crisi aziendale che sarebbe poi diventata irreversibile, gli allora amministratori della Focat Srl avessero continuato ad operare sul mercato garantendosi una sostanziale riduzione dei costi aziendali che erano tenuti invece a sobbarcarsi per lo smaltimento dei rifiuti, infrangendo così le norme che tutelano l’ambiente dall’abbandono incontrollato degli scarti tossici e pericolosi. Anche le analisi dell’Asp e dell’Arpa hanno consentito di appurare che questi rifiuti avevano un elevato impatto ambientale, costituendo un potenziale pericolo per la sottostante falda acquifera e, dunque, per la salute umana. A coordinare l’indagine è stato il Pm della Procura di Sciacca Carlo Boranga. L’area è stata sequestrata su disposizione del Tribunale. I quattro legali rappresentanti della Focat Srl sono stati denunciati a piede libero per la fattispecie contravvenzionale di realizzazione di discarica abusiva, punito dal testo unico ambientale con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni.

La rivolta dei giudici di pace, un mese di sciopero dal 15 maggio

Un mese di sciopero e’ stato indetto, a partire dal quindici di maggio, dai giudici di pace. Viene contestata la riforma della magistratura onoraria e dei giudici di pace. L’attuale momento della giustizia si caratterizza per un clima di grandi proteste sia in campo penale che civile. La riforma della magistratura onoraria potrebbe determinare conseguenze anche per i tribunali minori come quello di Sciacca. Lo spiega, in una intervista a Risoluto.it, l’avvocato Annalisa Alongi.

Gli stemmi delle famiglie nobili di Sciacca in piazza Scandaliato: nuovo progetto del Lions Club

Piastrelle artigianali realizzate interamente a mano in argilla e in maiolica secondo i colori e i decori della famiglie nobili vissute a Sciacca da collocare nei pilastrini posti nella piazza Angelo Scandaliato di Sciacca che reggono la ringhiera del belvedere sul porto: è questo il progetto che il Lions Club Sciacca Host ha deciso di realizzare per dare risalto a ciò che contraddistingue l’identità territoriale della storia cittadina saccense rendendo omaggio per l’attività svolta a queste famiglie nel dare lustro alla città. Il progetto è stato realizzato dopo uno studio, dall’architetto Giovanni Bono e il presidente del Lions Club, Francesco Grisafi si dice pronto a portarlo a termine prima della fine del suo anno di presidenza nel giro di poche settimane.

Niente pennello a mare né servizi ai turisti: ecco perché Sciacca non avrà mai la Bandiera blu

Cominciamo subito col dire che la Bandiera blu, il riconoscimento della Fee che Menfi continua puntualmente ad incassare, è un simbolo. Ma un simbolo mica da poco. Perché c’è una fetta del mercato turistico che presta grande attenzione a queste cose. Bandiera blu non significa certo solo mare pulito. No, questo vessillo contiene tante di quelle specialità (che forse sfuggono al grande pubblico), che fanno parte a pienissimo titolo dei parametri che la Commissione utilizza nel dare o negare l’ok. E così Bandiera blu significa mare non inquinato ma, al tempo stesso, spiagge attrezzate (anche per i disabili), servizi a disposizione dei visitatori, paesaggio rinomato e non cementificato, utilizzo sistematico delle energie alternative, perfino buoni livelli di raccolta differenziata. Per non parlare, ovviamente, della cultura dell’ospitalità e della valorizzazione del territorio. C’è tutto questo nella elaborazione di un percorso che vede il territorio di Menfi ottenere da oltre quattro lustri il giusto premio. Parametri che, diciamocelo con tutta franchezza, Sciacca non possiede. Il panorama è straordinario, ma da solo non basta. Sì, perché malgrado si disponga di un depuratore (ancorché appena del primo modulo) Sciacca non offre alcuna garanzia di un mare salubre e sostanzialmente pulito. A Menfi non c’è solo un depuratore, ma anche una condotta di allontanamento dei reflui depurati. Stiamo parlando del celebre “pennello a mare”. Per cui, in caso di guasto all’impianto di depurazione, in ogni caso quelli in uscita finirebbero sempre al largo. A Sciacca i reflui sversano regolarmente in mare. Condotta di allontanamento? Nemmeno l’ombra. Girgenti acque dice, addirittura, che non serve. Potrebbe dire la verità, ossia che non ha alcuna intenzione di investire i necessari otto milioni di euro per costruirla. Ma, come nella parabola della volpe e dell’uva, preferisce dire che non è necessaria. Conseguenza: in caso di guasto all’impianto di depurazione gli escrementi di mezza città finiscono sulla riva della Foggia. Sciacca se la può pure sognare, dunque, la Bandiera blu. Anche perché ci sono diverse spiagge con divieto di balneazione. E anche perché spiagge attrezzate per i disabili non ce ne sono, le energie alternative non si sa neanche dove abitino di casa, i servizi a disposizione dei visitatori non si sa nemmeno che consistenza abbiano, e sulla raccolta differenziata si registra un ritardo epocale. E il territorio? Le violenze del passato (cementificazione della costa) gridano vendetta. Occorre ricostruire un’identità, dunque. Il comune di Menfi c’è riuscito. Da noi si preferiscono ancora le chiacchiere.

Tranciato cavo Telecom, tantissimi utenti siciliani senza internet per ore

Un blackout della linea Adsl della Telecom ha causato disagi e disservizi per ore  ieri a tantissimi clienti siciliani. Un taglio ad un cavo di grosse potenzialità fatto da terzi avrebbe causato il guasto tecnico che è stato riparato ieri pomeriggio quando i tecnici hanno risolto il problema reindirizzando il traffico su altre linee.
L’area più colpita è stata la città di Catania, ma problemi sono stati registrati anche a Palermo e Agrigento.   Codacons Sicilia è scesa in campo per la difesa dei diritti dei consumatori che con una nota ha chiesto a Telecom Italia di riconoscere agli utenti siciliani coinvolti nel blackout un indennizzo automatico per i disagi subiti, ma l’organizzazione di consumatori si dice già pronta ad una class action, in caso contrario, contro la società telefonica.  

Iniziative a Cinisi per la commemorazione di Peppino Impastato

Una marcia che partirà da Radio aut, l’emittente fondata dall’esponente di Lotta Continua, per arrivare alla Casa memoria Impastato, poi in serata l’inaugurazione della biblioteca comunale, in quella che è stata la casa del boss Badalamenti, verrà proiettato un filmato di Salvo Cuccia, “La memoria privata”, che racconta la storia dell’attivista siciliano attraverso il fratello Giovanni. Sono alcune delle iniziative in programma nella giornata dell’anniversario dall’uccisione di Peppino Impastato, ucciso nella notte tra l’otto e il nove maggio del 1978 per mano mafiosa.  E’ stato inoltre firmato dall’assessore Vermiglio il decreto che inserisce i luoghi di Peppino Impastato nell’elenco dei luoghi dell’identità e della memoria.