Scarichi piovani a Coda della volpe, gli interrogativi dell’AltraSciacca

Partendo da un video pubblicato sui social, l’associazione di promozione sociale L’AltraSciacca, torna a parlare degli scarichi che interessano Coda della Volpe, il costone che ha subito negli ultimi mesi dei lavori per la messa in sicurezza dall’erosione marina. Dalle immagini postate si può notare come da due tombini, l’acqua piovana venga raccolta e riversata sul costone, che secondo l’autore del filmato, si infiltrerebbe nella roccia provocando poi i crolli. “Dal filmato – scrive in una nota l’associazione –  si nota con tutta evidenza che tali scarichi, forse non soltanto di acqua piovana, si riversano copiosamente sulla sommità del costone. Non avendo competenze specifiche di meccanica delle rocce non possiamo sposare le conclusioni dell’autore del video, ma le domande che lo stesso si pone, cui aggiungiamo le nostre, riteniamo siano lecite e meritano una risposta ufficiale da chi di competenza:
  • Gli scarichi di acqua piovana da quanto tempo si riversano sulla sommità di Cammordino? Sono stati sempre così o è una novità dovuta a un guasto alle tubature o a una modifica dell’impianto fognario (separazione delle acque bianche e nere)?
  • Questo flusso copioso e incontrollato di acque sulla sommità di Coda della Volpe in occasione di fenomeni piovosi può essere causa di dissesto geomorfologico o può contribuire ad aggravarlo?
  • Il problema della perdita fognaria proveniente dalle Terme, che ha deturpato uno dei luoghi più incantevoli della nostra città, è stato definitivamente risolto dal gestore del servizio idrico?”

Un poster per la pace, vince studentessa dell’Istituto “Roncalli” di Burgio

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Si è conclusa lo scorso 24 febbraio, la fase finale del concorso “Un poster per la pace”, promosso annualmente dall’associazione internazionale  Lions Clubs per sensibilizzare i più giovani al fondamentale valore della pace. Ad esser premiati sono stati il talento e l’originalità dei lavori degli studenti partecipanti, tra i quali si è distinto il poster creato dall’alunna Luana Scilabra della classe II A dell’I.C. “A. G. Roncalli” di Burgio, alla quale è stato consegnato dal Presidente del Lions Club di Ribera,  Nicolò Scaturro, un riconoscimento per l’elaborato.

Controllo del territorio agrigentino, sei arresti e 30 sanzioni

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E’ scattato ieri, in tutta la provincia, un Servizio di controllo del territorio operato in concomitanza dai cinque Comandi della Compagnia dei Carabinieri di Agrigento. Gli agenti di Agrigento, Sciacca, Cammarata, Canicattì, Licata, insieme alle 43 Stazioni dell’Arma,  hanno dato vita al controllo capillare che ha portato all’identificazione di oltre 200 persone e al controllo di circa 100 veicoli fermati. Sono state elevate oltre 30 sanzioni, in particolare per mancato uso delle cinture di sicurezza, uso del cellulare alla guida, mancata copertura assicurativa e revisione. Due invece, le persone denunciate per guida in stato di ebbrezza. Mentre sono state ritirate tre carte di circolazione. Tre veicoli sono stati sequestrati. Il controllo ha riguardato anche persone sottoposte a misure cautelari di varia natura o alternative alla detenzione. Sei le persone arrestate, per Ordine di espiazione pena emesso dall’Autorità Giudiziaria o per violazioni alla normativa sulle armi e sulle misure di prevenzione o cautelari. A Ribera, sono stati arrestati D.F., 62 enne ed I.A., 60 enne, entrambi per espiazione pena; a Favara, C.L., 40 enne, per violazione di misura cautelare; a Realmonte, I.G., 81 enne, sottoposto alla detenzione domiciliare per sconto pena; a Licata, L.V.E, 41 enne, sottoposto agli arresti domiciliari per aver violato una misura cautelare; a Naro, una pensionata è finita agli arresti domiciliari per aver violato la normativa sulle armi, in quanto non aveva regolarizzato il possesso di una pistola semi-automatica calibro 7.65 ed un fucile doppietta calibro 16, armi che sono state sequestrate e poste a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Cinquantenne accerchiato e picchiato sulla 115, denunciato uno dei due aggressori

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Lo hanno aspettato lungo la statale all’altezza dei semafori di Porto Empedocle che arrivasse con la sua auto, poi una volta sceso lo hanno accerchiato e picchiato. Così il cinquantenne aggredito è finito al Pronto Soccorso del “San Giovanni di Dio” dove gli è stato riscontrato un trauma cranico e una prognosi di sette giorni. Gli agenti della Questura che sono immediatamente intervenuti su richiesta della stessa vittima, hanno visionato le telecamere e individuato uno dei due aggressori che è stato denunciato, in stato di libertà, per lesioni personali gravi. Intanto, si sta ricercando anche l’altro aggressore. A quanto pare, si sarebbe trattata di una “spedizione punitiva” per l’agrigentino, scaturita per motivi personali.

Non è stata una “domenica bestiale”: è stato un corteo civile e corretto. Ma, per favore, ora basta

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Per fortuna, alla fine, non è stata una “domenica bestiale” quella che si accinge a concludersi a Sciacca. I patemi legati alla manifestazione animalista per protestare contro l’avvelenamento dei ventisette cani randagi di Muciare si sono rivelati ingiustificati. Sulla città, peraltro, non c’è stata alcuna invasione di “black bloc” travestiti da amanti degli animali. A sfilare sono state solo alcune centinaia di persone, tutte assolutamente pacifiche, venute in città sfidando il freddo e la pioggia, da ogni parte della Sicilia. Partecipanti al corteo che si sono limitati a qualche slogan e a gridare la loro rabbia contro quanto successo. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. Certo, è facile fare queste considerazioni col senno di poi. Lo si fosse saputo prima, magari, non ci sarebbe stato bisogno né di blindati né di un numero sicuramente eccessivo di agenti di Polizia. Nessuno aveva mai detto che ci sarebbero stati disordini, s’intende. Ma certi toni usati sui social network avevano destato più di qualche preoccupazione, soprattutto nelle forze dell’ordine. Ora, però, basta. Sì, perché ha ragione Anna Maria Friscia, responsabile dell’A.N.T.A.: quello che è successo a Muciare non deve più ripetersi, e la morte di quei cani deve in qualche maniera servire a trovare le soluzioni. Soluzioni concrete, che vadano oltre le belle parole che, come si sa, non sono mancate, a partire da quelle del presidente della Regione Nello Musumeci. Perché in Italia siamo bravissimi a parlare sull’onda emotiva. È quando si tratta di assumere iniziative concrete che il silenzio diventa assordante. Francesca Valenti, che ha dovuto affrontare la sua prima vera crisi da quando è sindaco, ha chiesto alla Regione strumenti utili e concreti per la realizzazione di un canile pubblico, ma anche per una pianificazione seria di un piano di sterilizzazioni e di microchippature, per la costruzione di un rifugio sanitario (forse è davvero arrivato il momento di permettere all’A.N.T.A. di occuparsene) che agevoli una programmazione delle adozioni anche internazionali. Ma di strumenti servono anche quelli per attivare un percorso educativo e culturale che non può non vedere, al centro di tutto, i proprietari dei cani. Sedicenti amanti degli animali che devono rispettare chi, pur accettando la civile convivenza con i cani, magari chiede solo che i loro padroni non lascino per strada le loro deiezioni. Molti padroni di cani, poi, devono smetterla di abbandonare i cuccioli in ogni dove, devono capire che devono registrare i loro cani, che devono sterilizzarli. Perché la mattanza a suon di polpette avvelenate è, poi, lo scenario più drammatico, che non ha alcuna giustificazione ma che, al tempo stesso, è possibile scongiurare, modificando i comportamenti dei singoli. I volontari che sfamano i cani randagi devono capire (e, ci risulta, hanno già capito) che non è questo il modo per manifestare il proprio amore nei confronti degli animali. Ora basta. Sono tante le emergenze di questo territorio. Il randagismo è una di queste. Massimo rispetto per la sensibilità animalista, ma la vicenda ha assunto connotazioni a dir poco grottesche, violente nei toni e nelle accuse alle persone, con un’intera comunità additata come antropologicamente violenta, omertosa, con toni ormai ottocenteschi sulla natura dei meridionali. Comunità che oggi è rimasta a casa. D’altronde Sciacca non è una pasionaria della piazza, come sappiamo su temi molto concreti, come Terme e ospedale. Ma le parole pesano come macigni. Gli indigeni oggi hanno risposto così alla sequela di insulti più o meno generalizzati piovuti in questi giorni sulla città intera. Anche se il corteo di oggi è stato assolutamente corretto e civile.

Animalisti in strada, saccensi a casa. Cronaca di un corteo

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Circa trecento gli animalisti che dal primo pomeriggio di oggi hanno dato vita al corteo organizzato dalla Confederazione Associazioni Animaliste Sicilia. Una manifestazione attesa in città dopo le reazioni violente da parte dei social che hanno acceso i riflettori sulla questione randagismo a Sciacca. Abbiamo raccolto le testimonianze di quanti oggi si sono recati a Sciacca per partecipare all’appuntamento voluto dal mondo degli animalisti italiani. Sciacca come simbolo dei tanti comuni italiani dove ogni giorno si perpetrano le violenze sugli animali.

Il corteo animalista giunto in piazza Scandaliato. Tutto procede serenamente. Numero di manifestanti inferiore alle attese

È appena giunto all’altezza della piazza Angelo Scandaliato il corteo animalista iniziato poco più di un’ora fa dalla piazza Saverio Friscia. Un corteo blindato, con molti agenti presenti, che sta procedendo serenamente. Presenti molti rappresentanti di associazioni animalista siciliane ma anche da altre parti d’Italia, tra cui la Toscana e il Lazio. In ogni caso il numero di manifestanti si è rivelato ben inferiore alle previsioni.

Alcuni dei manifestanti urlano “vergogna” alla gente che assiste al corteo dal balcone

“Vergogna, vergogna”. Queste le urla di alcuni manifestanti indirizzate all’indirizzo di alcuni saccensi che assistono da balconi e finestre alla manifestazione animalista tuttora in corso. “Vorremmo che i cittadini scendessero a manifestare con noi, non ce l’abbiamo con loro, ma con le istituzioni”.

Il leader degli animalisti: “Se la sindaca vuole venire a manifestare sarà la benvenuta”

“La gente è stanca di comuni e Asp che non rispettano le norme per fronteggiare le emergenze, noi prendiamo le distanze da chi ha usato toni verbali violenti”. Lo ha detto al microfono di Risoluto.it, dalla testa del corteo animalista, Salvatore Libero Barone il responsabile della Confederazione delle associazioni animaliste, che hanno promosso la manifestazione di oggi. “Sul problema del randagismo il sindaco è responsabile non certo a titolo personale, ma in quanto prima autorità sanitaria del territorio”, ha aggiunto. Aggiungendo: “Che il sindaco oggi non sia qui mi dispiace, ma è stata una sua decisione. Se volesse venire a manifestare sarebbe la benvenuta”.

Al via in questi minuti la manifestazione promossa dalle associazioni animaliste a Sciacca. Nostra diretta sulla pagina Facebook di Risoluto.it

È appena iniziata, in un clima assolutamente tranquillo, e addirittura col sole che si è fatto spazio tra le nuvole di oggi, la manifestazione promossa dalla confederazione delle associazioni animaliste dopo l’avvelenamento di una trentina di randagi in contrada Muciare. Sono un paio di centinaia, al momento, gli attivisti del mondo animalista che hanno cominciato a sfilare. La testa del corteo è in piazza Saverio Friscia, e attraverserà le vie principali del centro storico di Sciacca. Nostra diretta in streaming sulla pagina Facebook di Risoluto.it