Aica introduce il nuovo contratto per i prelievi idrici con autobotte, lotta serrata abusivismo

L’Aica ha trasmesso alla Prefettura di Agrigento, all’ATI AG9 e alle forze dell’ordine lo schema del nuovo “Contratto di somministrazione temporanea del servizio idrico integrato – fornitura presso punto di carico”, il documento che regolamenterà l’attività degli operatori accreditati che effettuano prelievi d’acqua tramite autobotti.

Il contratto è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione, presieduto da Danila Nobile, con il supporto del consulente legale dell’ente. Al suo interno vengono disciplinati in maniera dettagliata i punti di carico autorizzati, le modalità operative, le condizioni economiche, i criteri di fatturazione e le procedure di rendicontazione. Sono previste anche sanzioni per i casi di utilizzo improprio o irregolare del servizio.

Secondo lAica, l’obiettivo principale dell’iniziativa è contrastare fenomeni di abusivismo idrico e garantire un utilizzo corretto e controllato di una risorsa sempre più preziosa. La sottoscrizione del nuovo contratto sarà obbligatoria per tutti gli operatori autorizzati. A Sciacca, nell’estate del 2023, la regolarizzazione tra le polemiche è già avvenuta. Ora tocca al resto della provincia entro l’otto dicembre.

Uno strumento che consente di mettere ordine in un settore spesso soggetto a irregolarità.

Dopo la presentazione della relativa documentazione, Aica effettuerà il sopralluogo entro venti giorni dall’istanza.

Nuovo condono edilizio: doppia sanatoria per regolarizzare abusi e irregolarità edilizie. Tutte le novità in arrivo

Il Governo prepara un doppio condono edilizio per affrontare una delle questioni più complesse e radicate del settore immobiliare italiano: la presenza massiccia di abusi, difformità e irregolarità accumulate negli ultimi decenni.
La riforma punta a sbloccare migliaia di pratiche ferme nei Comuni, rilanciare il mercato immobiliare e permettere a molte famiglie di regolarizzare finalmente immobili mai del tutto conformi.

Condoni del 1985, 1994 e 2003: tutti i Comuni dovranno chiudere le pratiche entro marzo 2026

Il primo pilastro della riforma riguarda proprio le vecchie sanatorie.
Il decreto stabilisce che entro il 31 marzo 2026 ogni Comune dovrà concludere tutte le pratiche rimaste aperte relative ai tre condoni edilizi storici:

  • 1985 (Legge Craxi)
  • 1994 (Governo Berlusconi)
  • 2003 (Governo Berlusconi)

In molti Comuni si tratta di pratiche ferme da oltre vent’anni, bloccando vendite, ristrutturazioni e trasferimenti di proprietà.
La criticità: non sono previsti fondi aggiuntivi né sanzioni per gli enti inadempienti — tutto dipenderà dall’organizzazione interna degli uffici tecnici.

Nuova sanatoria “leggera” per irregolarità minori

Il Governo introduce una sanatoria moderna e limitata, ispirata alla filosofia del condono del 1985 ma applicata alle micro-irregolarità.

Saranno regolarizzabili solo opere realizzate entro il 30 settembre 2025, come:

  • tettoie
  • portici
  • balconi e logge
  • piccole pertinenze
  • chiusure leggere
  • difformità interne non strutturali

Sono esclusi:

  • nuovi volumi
  • ampliamenti significativi
  • sopraelevazioni
  • nuove costruzioni illegittime

Questa prima sanatoria nasce per sbloccare compravendite, successioni, mutui e interventi tecnici rimasti fermi per irregolarità spesso minime.

Sanatoria per abusi in aree vincolate: si riapre il caso del 2003

La parte più discussa della riforma riguarda gli abusi storicamente non sanabili a causa dei vincoli paesaggistici, ambientali o storico-artistici.

La novità:
Possibile sanatoria se il vincolo è arrivato dopo la costruzione dell’immobile
Servirà sempre il parere della Soprintendenza
✔ Le Regioni potranno decidere come attivare e regolamentare le procedure

L’intervento supera il divieto assoluto previsto dalla legge del 2003, aprendo alla regolarizzazione di opere considerate finora insanabili — tranne quelle realizzate in aree con inedificabilità assoluta.

Riabilitazione edilizia completa: tornano i bonus anche per gli immobili condonati

Oggi gli immobili condonati non possono accedere a molti incentivi per la riqualificazione, come ecobonus e bonus ristrutturazioni, a causa di due sentenze della Corte Costituzionale (24/2022 e 142/2024).

La riforma ribalta questo scenario:
Bonus edilizi e premi volumetrici torneranno ad essere accessibili anche alle case condonate
L’obiettivo è non lasciare fuori dalla rigenerazione urbana migliaia di edifici che, pur regolarizzati, oggi restano penalizzati.

Obiettivi della riforma

  • sbloccare pratiche ferme da decenni
  • ridurre la mole di irregolarità che frena il mercato immobiliare
  • ridare valore a immobili oggi penalizzati
  • favorire la riqualificazione energetica e strutturale anche degli edifici sanati
  • rendere più uniforme la normativa su tutto il territorio nazionale

Cosa cambia per i cittadini

Chi possiede un immobile con:

  • piccole difformità
  • abusi formali
  • abusi realizzati prima dei vincoli
  • abusi risalenti e non ancora esaminati

potrebbe finalmente ottenere una regolarizzazione definitiva.

Il provvedimento, però, è ancora in fase di discussione parlamentare. Per ora si tratta di una proposta concreta, considerata prioritaria dalla maggioranza.

Pensione anticipata, arriva il riscatto di 24 mesi per stage e tirocini: come funziona la nuova proposta

Pensione anticipata, arriva il riscatto di 24 mesi per stage e tirocini: ecco la proposta della Manovra 2026

Una delle misure più attese dai giovani lavoratori potrebbe presto diventare realtà. Tra gli emendamenti prioritari alla Manovra 2026 spunta una novità di forte impatto: la possibilità di riscattare fino a 24 mesi di stage o tirocini extracurricolari, anche non continuativi, rendendoli validi ai fini pensionistici.
Una misura che si aggiungerebbe ai già noti riscatti di laurea fino a cinque anni.

L’obiettivo è chiaro: recuperare periodi privi di contribuzione, colmare i “buchi” previdenziali e aiutare le nuove generazioni ad avvicinarsi prima al traguardo della pensione, spesso ostacolato da carriere discontinue e retribuzioni iniziali molto basse.


Come funzionerebbe il riscatto degli stage

La proposta, sostenuta da Fratelli d’Italia, ricalca il meccanismo già esistente per il riscatto degli anni di studio universitari. In pratica, chi ha svolto stage extracurricolari non coperti da contributi potrebbe trasformare quei periodi in anzianità utile per la pensione, attraverso un versamento volontario.

Requisiti per accedere al riscatto

Potranno aderire solo i lavoratori interamente nel sistema contributivo, cioè coloro che:

  • non hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996,
  • risultano iscritti a una gestione previdenziale obbligatoria (AGO, gestioni speciali, gestione separata, etc.),
  • hanno iniziato un lavoro subordinato o autonomo entro sei mesi dalla fine dello stage.

Un elemento importante: se successivamente il lavoratore acquisisse contributi precedenti al 1996, il riscatto verrebbe annullato d’ufficio, con restituzione degli importi versati.


Quanto costa il riscatto? Le regole previste

Come avviene per il riscatto della laurea, l’onere verrebbe calcolato secondo i criteri del decreto legislativo 184/1997.

Il pagamento potrebbe avvenire:

  • in unica soluzione,
  • oppure in 120 rate mensili senza interessi, rendendo la misura più accessibile ai giovani.

Un altro elemento molto interessante riguarda il ruolo delle aziende.
Il datore di lavoro, infatti, potrebbe destinare premi di produzione al pagamento del riscatto. Il vantaggio è duplice:

  • l’impresa avrebbe una deduzione fiscale,
  • il giovane dipendente otterrebbe il riscatto senza anticipare denaro proprio.

Fino a 7 anni di anticipo sulla pensione

Secondo le prime simulazioni, combinare:

  • 24 mesi di stage,
  • 5 anni di laurea,

potrebbe consentire un anticipo sulla pensione fino a 7 anni rispetto ai tempi ordinari.

Un beneficio particolarmente rilevante in un sistema pensionistico che si basa sempre più sui contributi effettivamente versati e sul principio dell’età mobile.


Perché questa misura è così importante

Il provvedimento risponde a una realtà ormai diffusa: tantissimi giovani iniziano la loro carriera con stage non retribuiti o con compensi minimi, senza alcuna copertura previdenziale.
Periodi che spesso si protraggono per anni, rallentando in modo significativo il percorso pensionistico.

Il riscatto di stage e tirocini:

  • riconosce valore formativo e lavorativo a questi periodi,
  • evita che interi anni vadano perduti ai fini previdenziali,
  • rafforza la posizione dei giovani nel sistema Inps,
  • rappresenta un passo avanti in termini di equità generazionale.

La misura entrerà davvero in vigore?

L’emendamento è stato segnalato come prioritario, ma per essere inserito nella Legge di Bilancio serviranno coperture economiche adeguate.
Se approvato, costituirebbe una delle novità più rilevanti della Manovra 2026 per i giovani e per il loro futuro previdenziale.

La riberese Anna Ruvolo domani alla gran finale dello Zecchino d’Oro

Si avvicina il momento più atteso dello Zecchino d’Oro: domenica, dalle 17.20 alle 20 su Rai 1, andrà in onda il gran finale dell’edizione 2024, con il riascolto di tutti i brani in gara e la proclamazione del vincitore o della vincitrice.

In competizione ci sono 14 canzoni. Ribera e Sciacca e tutto il territorio fanno il tifo per Anna Ruvolo, la bimba di 10 anni allieva della Skene’ Academy che e’ in gara con il brano “Canta la conta”.

Per la serata conclusiva saliranno sul palco tutti i 20 piccoli cantanti, pronti a conquistare pubblico e giurie con energia, talento e freschezza. Anna in coppia con un’altra bimba, ha tutte le caratteristiche per arrivare ad una vittoria e anche il brano e’ molto orecchiabile e pronto a diventare un baby tormentone.

A valutare le esibizioni ci saranno due giurie: una giuria di grandi, composta da ospiti e amici dell’Antoniano e una giuria di bambini, formata da 20 giovanissimi giudici.

A questi si aggiungerà anche il voto del Piccolo Coro dell’Antoniano, come da tradizione.

La finale vedrà la partecipazione di Flavio Insinna, Gabriele Cirilli, Vincenzo Schettini e dei conduttori delle semifinali, Alessandra Benvenga e Andrea Baglioni.

Immancabili, Topo Gigio e il Grande Mago Alessandro Politi, che accompagnerà il pubblico con i suoi divertenti numeri di magia. A condurre la finale arriverà Carlo Conti.

Pronto soccorso a Castelvetrano, interviene Faraone

Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, torna a parlare del pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano, una situazione che definisce “inaccettabile” e che si trascina da cinque anni. La questione era già emersa quasi due mesi fa con l’intervento di Faraone insieme alla referente di Italia Viva – Casa Riformista, Francesca Balsamo, che aveva sollecitato il sopralluogo.

Durante quella visita, Faraone aveva potuto constatare direttamente il quadro: un pronto soccorso bloccato, lavori mai ultimati e un reparto costretto a operare in condizioni precarie, non adeguate alle esigenze sanitarie di un territorio vasto e complesso.

Ripresa dei lavori e confronto con l’Asp

Secondo quanto dichiarato, il parlamentare si è confrontato più volte con la commissaria dell’Asp di Trapani, Anna Maria Pulvirenti, e con l’ingegner Costa, responsabile della direzione lavori. Entrambi hanno confermato la ripresa del cantiere e un cronoprogramma finalmente definito. La conclusione dell’intervento è prevista per febbraio 2026, una data che Faraone accoglie con “apprezzamento e grande attenzione”, sottolineando però che non potranno esserci ulteriori ritardi.

Un presidio che non può restare un cantiere

Il vice-presidente di Italia Viva ribadisce che un ospedale non può restare un cantiere aperto per così tanto tempo, soprattutto considerando che Castelvetrano rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la tutela della salute pubblica nell’intera area del Belice. Garantire un pronto soccorso efficiente significa assicurare un servizio essenziale, non rinviabile e mai secondario, soprattutto in un territorio geograficamente ampio e con esigenze crescenti.

Ringraziamenti e monitoraggio costante

Faraone esprime un ringraziamento alla coordinatrice di Italia Viva–Casa Riformista, Francesca Balsamo, per aver insistito sulla vicenda, al vicesindaco ingegnere Mariano Palermo per la disponibilità istituzionale e al coordinatore infermieristico Mimmo Celia. Annuncia inoltre che il gruppo continuerà a seguire con attenzione ogni fase dell’avanzamento dei lavori, affinché la promessa del 2026 venga rispettata.

L’obiettivo resta chiaro: trasformare un pronto soccorso bloccato in un reparto finalmente moderno, efficiente e pienamente operativo, come la comunità di Castelvetrano attende da troppo tempo.

La conclusione naturale della vicenda sarà la restituzione di un servizio essenziale ai cittadini, che meritano infrastrutture sanitarie solide e funzionanti, non parole e ritardi.

Messina, grande corteo No Ponte contro l’opera sullo Stretto

A Messina migliaia di cittadini stanno partecipando al corteo No Ponte partito da piazza Castronovo. La manifestazione, sostenuta da oltre 80 associazioni e movimenti, vede anche la presenza della segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein. In piazza si alternano cartelli, interventi e testimonianze che contestano non solo l’opera, ma anche le priorità infrastrutturali del Governo per il Sud.

Le critiche politiche e ambientali al progetto

Durante il corteo No Ponte, il parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli ha ribadito la contrarietà al progetto. Bonelli sostiene che la realizzazione del ponte sottrarrebbe risorse destinate alle reali urgenze del Paese e che la struttura sorgerebbe in un’area sismicamente delicata, citando il pilone di Cannitello che insisterebbe su una faglia attiva. Ha inoltre accusato il Governo di violare direttive europee e di rilanciare un progetto «vecchio di trent’anni».

Accorinti: “Opera inutile e devastante”

Tra le voci più ascoltate del corteo No Ponte c’è quella dell’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, leader storico del movimento. Per lui il ponte è «un’opera inutile e devastante» che insiste su una zona a protezione speciale. Accorinti parla di comunità informata e determinata, pronta anche alla disobbedienza civile qualora si aprissero i cantieri. Sottolinea anche le carenze strutturali che Sicilia e Calabria vivono da decenni: acqua insufficiente, strade inadeguate, ferrovie a binario unico, collegamenti aeroportuali fragili.

Le priorità: acqua, strade, collegamenti

Accorinti richiama inoltre un paragone internazionale: il Giappone, pur essendo composto da isole non unite da ponti verso la terraferma, è una delle economie più avanzate al mondo. L’idea è che lo sviluppo non dipenda da un’unica grande opera, ma da una rete di investimenti capillari e coerenti.

Le accuse del M5S: “Costi esplosi, gara da rifare”

Critiche dure anche dal Movimento 5 Stelle. Agostino Santillo, vicepresidente della Commissione Ambiente alla Camera, commenta le recenti dichiarazioni di Salvini definendole una «confessione». Il ministro ha infatti riconosciuto l’esplosione dei costi di materiali come acciaio e cemento rispetto al progetto originario. Per Santillo, questo aumento oltre il 50% impone una nuova gara pubblica, come prescrive il Codice degli Appalti.

“Fallimento della procedura”

Secondo Santillo, il Governo ha perso tempo e denaro pubblico insistendo su un progetto superato e profondamente modificato, come rilevato anche dalla Corte dei Conti. L’affidamento diretto al vecchio contraente risulterebbe illegittimo alla luce dello stravolgimento tecnico ed economico. Per il M5S, il ministro avrebbe ormai «certificato» il fallimento della sua stessa procedura.

Il corteo No Ponte di Messina fotografa un fronte di protesta ampio e trasversale, che chiede risposte chiare su costi, impatti e priorità reali per Sicilia e Calabria. In una stagione politica segnata da incertezze e tensioni sulla grande opera, la mobilitazione di oggi dimostra che la discussione è tutt’altro che chiusa, e che sullo Stretto il confronto resterà centrale nei prossimi mesi.

Siracusa, 65enne salvato da auto saturata di gas dai Vigili

Un uomo di 65 anni è stato salvato in extremis a Siracusa dopo essere stato trovato all’interno di un’auto saturata di gas, parcheggiata in traversa Sinerchia, nei pressi della zona di Belvedere. L’uomo si era allontanato dalla propria abitazione con l’intenzione di togliersi la vita, dopo aver collocato una bombola di Gpl all’interno del mezzo per saturare l’abitacolo.

L’allarme è scattato quando i familiari, insospettiti dalla sua scomparsa e da alcuni segnali preoccupanti, hanno richiesto l’intervento delle autorità. La Prefettura ha attivato immediatamente il protocollo di ricerca, coordinando le operazioni con i carabinieri. Le pattuglie hanno battuto la zona, riuscendo a individuare il veicolo fermo a bordo strada, con i finestrini chiusi e l’interno ormai invaso dal gas.

I Vigili del Fuoco salvano il 65enne

L’arrivo tempestivo dei Vigili del Fuoco di Siracusa è stato decisivo. I soccorritori hanno operato con la massima cautela per evitare rischi di innesco, riuscendo ad aprire la vettura e ad estrarre l’uomo dall’auto saturata di gas. Il 65enne, seppur in stato confusionale per l’esposizione ai vapori, era ancora cosciente. È stato affidato ai sanitari del 118, che lo hanno stabilizzato e condotto in ospedale per ulteriori accertamenti.

L’area messa in sicurezza dopo l’auto saturata di gas

Concluso il salvataggio, i Vigili del Fuoco hanno provveduto alla messa in sicurezza dell’intera zona. È stato necessario ventilare l’area per disperdere il GPL e scongiurare ulteriori pericoli. Anche il veicolo è stato sottoposto a verifiche tecniche per accertare la dinamica e valutare lo stato della bombola.

Parallelamente, i carabinieri hanno avviato le procedure di rito per ricostruire quanto accaduto e confermare l’intenzionalità del gesto. La sinergia operativa tra Prefettura, Vigili del Fuoco e carabinieri ha evitato che l’episodio si trasformasse in una tragedia.

Il salvataggio del 65enne, estratto da un’auto saturata di gas in condizioni critiche, evidenzia l’importanza del coordinamento e della tempestività degli interventi nei casi di emergenza.

Sospensione revocata per l’alunno autistico: il caso che divide Messina

La vicenda della sospensione revocata a un bambino autistico di 11 anni dell’istituto Manzoni–Dina e Clarenza di Messina continua a far discutere. Il provvedimento disciplinare, inizialmente disposto dopo una pacca che l’alunno aveva dato a una compagna di classe, aveva suscitato un’ondata di reazioni da parte della comunità scolastica, delle famiglie e dei garanti comunali per le persone con disabilità e per l’infanzia. La decisione di annullare la sospensione ha riportato al centro dell’attenzione il tema del rapporto tra disciplina scolastica e bisogni educativi speciali, evidenziando le criticità di un sistema che fatica a riconoscere la specificità dei casi più complessi.

La scelta della scuola e il dibattito sulla misura disciplinare

La sospensione, poi revocata, era stata motivata dal dirigente scolastico Michele Bonardelli come un intervento con “finalità educative”, volto a stimolare la consapevolezza dell’alunno e favorire relazioni più corrette all’interno della classe. Una lettura che, secondo la scuola, avrebbe dovuto inserirsi in un percorso di crescita condiviso. Tuttavia, per molti osservatori si trattava di una misura difficilmente applicabile a un minore con diagnosi di autismo grave.

Un provvedimento contestato per l’incapacità dell’alunno di comprenderlo

I genitori del bambino, certificato dall’Inps ai sensi del comma 3 sulla gravità della disabilità e seguito quotidianamente da più figure specialistiche, hanno contestato duramente la scelta, ritenendola inefficace e inadeguata. Secondo la famiglia, il minore non sarebbe in grado di comprendere né la natura dell’azione compiuta né il significato della punizione.
La sospensione, dunque, non avrebbe avuto alcun effetto educativo, rischiando invece di produrre un risultato opposto, aumentando il disagio e interferendo con il percorso terapeutico già strutturato.

Il ruolo dei garanti e la richiesta di annullamento

La vicenda è rapidamente diventata un caso pubblico, spingendo i garanti comunali per la disabilità e per l’infanzia a intervenire chiedendo formalmente l’annullamento del provvedimento. L’ex garante minorile Fabio Costantino ha parlato di un intervento “non proporzionato” e non rispettoso delle reali capacità cognitive del bambino.
Proprio queste pressioni, unite alla posizione della famiglia, hanno condotto alla sospensione revocata, riportando il caso all’interno di un confronto più ampio sul modo in cui la scuola italiana affronta i comportamenti problematici quando sono collegati a condizioni di neurodivergenza.

Una vicenda che apre un problema strutturale

La sospensione revocata mette in luce un nodo che in molte scuole sembra ancora irrisolto: come conciliare disciplina, tutela degli altri studenti e rispetto delle fragilità di chi ha bisogni educativi complessi. Il caso di Messina diventa così un punto di partenza per interrogarsi sulle modalità con cui gli istituti interpretano la funzione educativa dei provvedimenti disciplinari e sulla necessità di formare il personale in materia di disabilità e inclusione.

Natale a Sciacca, niente abete tradizionale ma albero di luci in piazza Scandaliato

L’approvazione della variazione di bilancio di ieri sera da parte del consiglio comunale, ha portato allo sblocco delle somme necessarie per garantire gli addobbi e le luminarie per il Natale a Sciacca.

Sono 50 mila euro le somme per albero e luminarie previste mentre 35 mila per il cartellone degli intrattenimenti.

Per quanto concerne l’albero, quest’anno si punterà non sulla tradizione ma sulla novità di un grande albero fatto di luci con un piglio più moderno. Altri tre alberi nello stesso stile ma di dimensioni minori verranno collocati invece, in piazza Saverio Friscia, piazza don Minzoni e piazza Carmine.

Per le strade principali verranno installate le classiche luminarie.

Il cartellone degli spettacoli, così come annunciato in aula dal sindaco Termine, sarà un programma sulla falsariga di quello dello scorso anno: musicisti itineranti, animazione per bambini e street food.

Il cartellone completo potrebbe essere presentato alla stampa gia’ dalla metà della prossima settimana secondo l’assessore comunale al Turismo, Francesco Dimino.

Il voto di ieri sera con un emendamento dell’opposizione ha poi vincolato delle somme per il Capodanno che l’amministrazione non aveva programmato preferendo non organizzare nulla. Sono altri 26 mila euro, le somme a disposizione per i tradizionali giochi pirotecnici e uno spettacolo musicale la notte di San Silvestro.

(In copertina, l’albero di Natale di piazza Scandaliato dello scorso anno)

Videosorveglianza urbana, finanziati 105 progetti e tra questi anche diversi Comuni agrigentini

La Regione Siciliana ha pubblicato la graduatoria definitiva dei progetti ammessi ai contributi per la videosorveglianza urbana, previsti dalla manovra ter approvata all’Ars nell’agosto scorso. L’assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità ha confermato il finanziamento di 105 interventi, per un totale di 15 milioni di euro, selezionati tra le 239 domande presentate dagli enti locali.

Secondo il presidente della Regione Renato Schifani, l’obiettivo è sostenere le amministrazioni che necessitano di rafforzare il controllo del territorio, soprattutto nelle aree ancora prive di sistemi efficienti. Una linea ribadita anche dall’assessore Alessandro Aricò, che sottolinea come gli impianti finanziati diventeranno operativi entro il 2026, incrementando gli strumenti di prevenzione e sicurezza.

Comuni agrigentini ammessi ai fondi per la videosorveglianza urbana

Nella graduatoria regionale figurano sei Comuni della provincia di Agrigento ammessi al finanziamento per interventi di videosorveglianza urbana, con importi compresi tra 149 mila e 150 mila euro, secondo gli atti ufficiali.

Comuni ammessi (provincia di Agrigento)

  • Lampedusa e Linosa – Installazione sistema di videosorveglianza urbana (150.000,00 €)
  • Montevago – Realizzazione sistemi di videosorveglianza urbana (149.861,54 €)
  • Casteltermini – Impianto di videosorveglianza urbana (150.000,00 €)
  • Raffadali – Sistemi di videosorveglianza urbana (150.000,00 €)
  • Licata – Sistema di videosorveglianza urbana (150.000,00 €)
  • Ravanusa – Impianti di videosorveglianza nel centro urbano (149.292,23 €)

Questi interventi rientrano nel piano regionale che, dal 2025, prevede l’apertura degli impegni di spesa sui capitoli dedicati.

I Comuni agrigentini esclusi: motivazioni e dettagli

Parallelamente, diversi Comuni dell’Agrigentino non hanno superato la fase di valutazione tecnica per via della mancata cantierabilità dei progetti o dell’assenza di documentazione obbligatoria.

Comuni non ammessi (provincia di Agrigento)

  • Alessandria della Rocca – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Lucca Sicula – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Santa Margherita di Belice – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Caltabellotta – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Bivona – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Joppolo Giancaxio – Mancata istanza/validazioni tecniche
  • Campobello di Licata – Documentazione mancante, progetto non cantierabile
  • Santa Elisabetta – Progetto non cantierabile
  • Comitini – Progetto non cantierabile
  • Racalmuto – Mancata istanza e documenti tecnici
  • Palma di Montechiaro – Assenza istanza del legale rappresentante
  • Ribera – Mancano istanza, verbale di verifica e validazione
  • Montallegro – Progetto non immediatamente cantierabile
  • Santo Stefano Quisquina – Progetto non cantierabile

Il quadro evidenzia un forte interesse dei territori agrigentini verso la videosorveglianza urbana, ma anche l’urgenza di rafforzare la capacità progettuale degli enti locali, condizione essenziale per accedere alle risorse regionali.

Prospettive per il 2025

Nei prossimi giorni il dipartimento regionale avvierà i provvedimenti necessari per l’assunzione degli impegni di spesa a favore dei Comuni ammessi. La videosorveglianza urbana si conferma uno dei pilastri della strategia regionale per la sicurezza, con ulteriori possibili finanziamenti legati alle economie di gara.