All’ospedale “San Giovanni di Dio” arriva la doccia a letto per i pazienti non autosufficienti

L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento introduce un nuovo servizio ad alto valore umano e assistenziale: presso l’ospedale “San Giovanni di Dio” è ora attiva la doccia a letto per i pazienti non autosufficienti, disponibile nei reparti di Medicina Interna, Hospice, Anestesia e Rianimazione, Lungodegenza e UTIC-Cardiologia.

Un’innovazione che si inserisce in un più ampio percorso di umanizzazione delle cure, volto a mettere al centro il paziente e la sua dignità, anche nei momenti più fragili della degenza. Il servizio consente di garantire igiene, comfort e benessere anche a chi, per condizioni cliniche, non può alzarsi dal letto.

La doccia a letto si effettua mediante un dispositivo medico portatile dotato di sistema integrato per l’erogazione di acqua a temperatura controllata, aspirazione dei liquidi e asciugatura. Il paziente può così ricevere un lavaggio completo, sicuro e delicato direttamente nel letto, senza stress fisici né spostamenti, e con l’impiego di acqua idonea anche in presenza di cute lesa.

Il servizio è erogato da un’équipe esterna di operatori altamente specializzati e segue una procedura standardizzata, studiata per assicurare sicurezza, igiene, rispetto della privacy e massimo comfort. Non si tratta semplicemente di “lavare” una persona, ma di incontrarla: con sguardo, tocco e parola – tre elementi semplici ma fondamentali, pilastri di una cura realmente umana. Solo in un secondo momento arriva “l’acqua”, che conclude un processo che è prima di tutto relazione.

Oltre ai benefici evidenti sul piano del benessere psicofisico, la doccia a letto svolge anche un ruolo importante nella prevenzione delle piaghe da decubito, contribuendo alla pulizia profonda della pelle, alla stimolazione della circolazione e alla riduzione dei rischi legati all’immobilità prolu

Incidente mortale a Ribera, perde la vita un operaio di 47 anni

Un tragico incidente stradale è costato la vita a un uomo di 47 anni, Giuseppe Guddemi, di Ribera. E’ avvenuto nella tarda mattina di oggi all’incrocio tra via Circonvallazione e corso Regina Margherita.

La vittima, era un lavoratore del settore edile, era in sella al suo scooter quando, per cause ancora in corso di accertamento, si è scontrato con una Fiat 600.

Nonostante indossasse regolarmente il casco, l’impatto è stato fatale e i soccorsi, giunti sul posto, non hanno potuto fare nulla per salvarlo.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri e la polizia municipale, che hanno avviato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dello scontro.

L’intera comunità riberese è sotto shock per la perdita improvvisa del quarantasettenne, conosciuto e stimato da molti. Era sposato e aveva figli.

Il sindaco, Matteo Ruvolo, intervenuto sul luogo dell’incidente, ha sospeso tutti gli eventi estivi in programma nella giornata di oggi.

Debutto per “Bellanca, il sogno tra le nuvole”, in scena ancora stasera e domani a Sciacca

La nuova commedia musicale di Sipario 4 celebra che celebra il pioniere dell’aviazione nato a Sciacca ha fatto il suo debutto ufficiale ieri sera andando in scena per la prima all’Atrio Inferiore del Comune di Sciacca.

Il sipario si alzerà ancora questa sera alle 21.15 e domani dando il via a serate all’insegna dell’arte, della memoria e dell’orgoglio saccense

Al centro della scena la figura di Giuseppe Mario Bellanca, geniale ingegnere aeronautico nato a Sciacca, formatosi al Politecnico di Milano e trasferitosi negli Stati Uniti, dove lasciò un’impronta indelebile nello sviluppo dell’aviazione mondiale. La sua storia rivive in uno spettacolo in due atti che intreccia emozione, musica e memoria collettiva.

A interpretare Bellanca è il giovane Gabriele Carbone, affiancato da un cast di dodici attori saccensi: Michele Cirafisi, Luigi Ciaccio, Linda Scaglione, Silvana Bono, Teodoro Morreale, Michele Belfiore, Riccardo Plaia, Patrizia Di Fede, Giuseppe Prestia, Stefania Di Giovanna, Antonio Friscia e Silvia Cianciolo. Completano la compagnia numerosi altri volti noti della scena teatrale locale.

Ad arricchire la narrazione, 17 ballerini – provenienti da Sciacca e dal circondario – portano sul palco coreografie coinvolgenti, curate da Alberto Leggio, Stefania Di Giovanna e Angelo Stagno, in un lavoro corale che esalta ritmo e intensità.

“Bellanca, il sogno tra le nuvole” si inserisce nel percorso artistico di Sipario 4, da anni impegnata nella promozione delle eccellenze del territorio attraverso il linguaggio teatrale. Lo spettacolo si distingue per l’accuratezza delle scenografie e delle musiche originali, offrendo un omaggio sentito e spettacolare a un figlio illustre della città.

Il botteghino, collocato nell’atrio inferiore del Comune di Sciacca, sarà aperto dalle 19.00. L’ingresso del pubblico è previsto per le 20.30.

Un appuntamento da non perdere per chi ama il teatro, la storia e i racconti che valorizzano il patrimonio culturale locale.

Dopo 30 anni sarà riaperta a Sciacca la chiesa di San Francesco di Paola, via ai lavori (Video)

Ignazio Perrone, responsabile della sede di Sciacca della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento, ha consegnato i lavori di restauro della chiesa di San Francesco Di Paola. Dopo 30 anni da quel 19 maggio 1996, quando le fiamme sono divampate, per un corto circuito, nella chiesa, danneggiandola e determinandone la chiusa, potrà essere riaperta. Ed i tempi sono brevi perchè i lavori, finanziati con un milione di euro di fondi Pnrr, dovranno essere completati entro marzo del 2026.

Con Ignazio Perrone alla consegna l’architetto Paolo Pellecchia, progettista e direttore dei lavori. L’impresa aggiudicataria è il raggruppamento composto dalla Isa Restauri e Costruzioni con sede a Mistretta e dalla Elcal di Favara. L’importo dei lavori è di 652 mila euro.

L’intervento che verrà effettuato consentirà la riapertura della chiesa come hanno sottolineato sia Ignazio Perrone che Paolo Pellecchia. Il cantiere verrà aperto nei prossimi giorni

L’incendio, per fortuna, ha risparmiato le opere di Mariano Rossi che potranno tornare in questa chiesa che è stata per tanti anni e alcune generazioni di saccensi quella in cui erano all’opera don Vincenzo Ciaccio e Pippo Puleo. Anche un loro ricordo durante la consegna dei lavori.

Truffa sul “Bonus Facciate” da 3,5 milioni a Trapani, scattano 2 misure cautelari

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Documenti falsi, lavori mai iniziati e crediti incassati indebitamente. È questo il quadro emerso da un’articolata indagine della Guardia di finanza di Trapani, che ha portato, per la prima volta nella provincia, all’esecuzione di due misure cautelari personali per truffa nell’ambito del “Bonus Facciate”.

Destinatari dei provvedimenti un imprenditore trapanese e un geometra, entrambi interdetti dall’esercizio della loro attività professionale. I due sono indagati per aver creato un meccanismo fraudolento finalizzato alla monetizzazione illecita di crediti fiscali relativi a lavori di ristrutturazione edilizia mai effettivamente eseguiti.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Trapani e dal G.I.P., l’imprenditore, con la complicità del professionista, avrebbe falsamente certificato interventi edilizi su condomìni del capoluogo, generando fittizi crediti d’imposta poi ceduti o compensati per un ammontare complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato crediti fiscali, beni riconducibili agli indagati e perfino un’intera azienda coinvolta nell’ingranaggio della truffa.

Decisivo il ruolo del geometra, incaricato di redigere le asseverazioni tecniche e i visti di conformità richiesti dalla normativa per la cessione dei crediti. Le indagini, svolte con approfondite verifiche documentali e riscontri diretti sul territorio, hanno fatto emergere la totale assenza dei lavori dichiarati.

Giudizio immediato per Ciro Ruvolo, accusato di omicidio a Ribera

La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto e ottenuto dal gip il giudizio immediato per Ciro Ruvolo, di 51 anni, agricoltore di Ribera, accusato di omicidio. La prima udienza del processo è fissata per il 2 ottobre 2025 in Corte di Assise, ad Agrigento, ma la difesa si appresta ad avanzare istanza di rito abbreviato.

Ciro Ruvolo è accusato dell’omicidio di Mahjoub Aymen, di 31 anni, tunisino, ucciso il 10 febbraio scorso in via Buoni Amici, in pieno centro, a Ribera.

Ruvolo nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Rendendo dichiarazioni spontanee ha respinto le accuse. La richiesta di revoca della custodia in carcere, che era stata avanzata dai suoi difensori, gli avvocati Aldo Rossi e Antonio Palmieri, al Tribunale del Riesame è stata rigettata e l’indagato è rimasto in carcere.

Le telecamere di videosorveglianza avrebbero svolto un ruolo importante nella vicenda e non soltanto quelle che coprono l’area del centro dove il tunisino è stato ucciso.

Nell’immediatezza dell’omicidio i carabinieri hanno avviato le indagini sotto il coordinamento della procura di Sciacca e questo lavoro avrebbe permesso di acquisire, anche attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, gravi indizi a carico dell’arrestato.

Adesso la chiusura delle indagini da parte del sostituto Alberto Gaiatto, la richiesta di giudizio immediato accolta dal gip e la fissazione della prima udienza in Corte di Assise.

Fare avances a una collega può costare il licenziamento anche senza testimoni: la nuova sentenza della Corte d’Appello

Una singola avance a sfondo sessuale sul posto di lavoro può portare al licenziamento immediato, anche in assenza di testimoni. È quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Torino con la sentenza n. 150/2024, che segna un punto di svolta nella giurisprudenza sulle molestie in ambito lavorativo e rafforza la tutela della dignità personale.


Il caso: abbraccio e bacio senza consenso durante una festa aziendale

L’episodio è avvenuto in un edificio universitario durante una festa di pensionamento. Un lavoratore addetto alla reception, visibilmente alterato dall’alcol, si è allontanato dalla postazione per raggiungere una collega. Senza alcun consenso, l’ha abbracciata, rivolgendole frasi di apprezzamento indesiderate, e infine l’ha baciata sulla bocca.

Il Tribunale di primo grado aveva escluso la giusta causa di licenziamento, ritenendo l’episodio non abbastanza grave e mettendo in dubbio la credibilità della collega per il ritardo nella denuncia. Il lavoratore era stato reintegrato, ma la donna ha presentato ricorso in appello, cambiando completamente l’esito della vicenda.


La decisione della Corte d’Appello: una sola molestia basta per la giusta causa

La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, riconoscendo l’episodio come molestia sessuale ai sensi dell’art. 26, comma 2, del D.Lgs. 198/2006 (Codice delle pari opportunità). Secondo i giudici, anche un singolo gesto fisico o verbale indesiderato che violi la dignità della persona e crei un clima degradante rientra pienamente nella definizione legale di molestia.

È stato richiamato anche l’art. 48, lett. b), del CCNL Multiservizi, che prevede il licenziamento per giusta causa quando si rompe il vincolo fiduciario tra dipendente e datore di lavoro. Per la Corte, un comportamento così grave e invasivo rende impossibile la prosecuzione del rapporto lavorativo.


La testimonianza della vittima è prova sufficiente

Un aspetto fondamentale della sentenza riguarda il valore della parola della vittima. In sede civile, spiegano i giudici, non serve una prova esterna per confermare l’accaduto: la testimonianza diretta, se coerente e plausibile, è sufficiente a costituire prova piena.

Il ritardo nella denuncia non è stato considerato elemento di dubbio: la Corte ha sottolineato che è normale per una vittima impiegare tempo per elaborare l’accaduto e trovare la forza di segnalarlo.


Un precedente importante: rispetto e consenso non sono opzionali

La sentenza invia un messaggio chiaro: anche un solo episodio di molestia sul lavoro può comportare il licenziamento immediato. Non servono più vittime, né la presenza di testimoni: ciò che conta è la credibilità della persona offesa e la violazione della sua dignità.

Inoltre, lo stato di ebbrezza non attenua la responsabilità, ma può costituire un aggravante: l’autocontrollo resta un dovere anche durante eventi aziendali o situazioni informali.


PaceFest, al via stasera a Caltabellotta la IV edizione

Si parlerà di migrazioni, naufragi ed eroi quotidiani; di mafia e politica, si ascolteranno maratone poetiche e si osserveranno le stelle che in questo lembo di Sicilia sono particolarmente visibili. La prima giornata del PaceFest a Caltabellotta si annuncia già molto intensa: si inizia stasera, 31 luglio, alla villa comunale dove resterà fino a domenica.

Uno degli appuntamenti più attesi sarà la testimonianza in prima persona di Vito Fiorino, che salvò 47 uomini durante il terribile naufragio del 2013 (in cui morirono 368 migranti). Barese di nascita e milanese di adozione, falegname e pescatore per passione, Vito si era trasferito a Lampedusa: la notte del 3 ottobre era in rada ad aspettare l’alba per uscire a pescare, si trovò attorniato da giovani eritrei in acqua già da 4 ore. Senza pensarci iniziò a issarli a bordo, uno dopo l’altro, riuscendo a salvarne 47. Ragazzi che ancora oggi sono in contatto con lui e ogni anno, nell’anniversario del naufragio, lo chiamano per ringraziarlo. Vito Fiorino ricorderà stasera lle 21.15 quella terribile notte sollecitato dall’avvocato Paola Gaglio, partendo proprio dal suo libro “Vito e gli altri. L’incredibile salvataggio di 47 uomini”. In apertura, alle 19.30 si parlerà invece di lotta a Cosa Nostra, vicende e cronaca, più “colletti bianchi” e meno lupare: ne discuteranno i giornalisti Giuseppe Pantano e Franco Castaldo a partire dal libro di quest’ultimo, “Mafiare, storia della mafia agrigentina”.

Alle 21 sarà il prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo a consegnare il Premio PaceFest 2025 alla giornalista Elvira Terranova per il suo impegno nella cronaca giudiziaria e antimafia.

Alle 21.15 il toccante monologo “Nel vortice” di e con Monica Brancato; alle 21.30 il PaceFest accoglierà per la prima volta la campionessa italiana di Poetry Slam, Gloria Riggio – classe 2000, vive a Trento ma è siciliana di nascita, è stata la più giovane finora a conquistare il titolo in Italia – capace di lasciare senza fiato per il ritmo e l’intensità dei suoi versi sulle musiche originali di Fabio Schember.

Chiude alle 22 la proiezione di un affascinante viaggio in kayak dai monti Sicani al Mediterraneo raccontata nel documentario “Halykos” di Andrea Barbera.

Dalle 20.30 si potrà anche sbirciare nei telescopi degli esperti del Planetario di Palermo: con loro le stelle, le galassie e le nebulose sembreranno a portata di mano. Ingresso libero per tutti gli appuntamenti.

Il PaceFest è necessario, importante, del tutto gratuito: è alla sua quarta edizione, curato da Fuoririga, diretto dal giornalista Gero Tedesco affiancato dal collega Michele Ruvolo: quattro giorni di incontri, parole, teatro, poesia e musica per andare, “Oltre il silenzio” come recita il titolo scelto quest’anno. Un invito esplicito ad ascoltare le voci di chi resiste, denuncia, racconta, andare oltre l’indifferenza, analizzando anche alcuni cold case irrisolti attraverso le testimonianze dei protag

Sciacca, denuncia per minacce ad imprenditore dopo il licenziamento


Agenti di polizia sono intervenuti in un’azienda di Sciacca su segnalazione e proceduto alla denuncia di un uomo per minacce e porto di oggetti atti ad offendere.

Ricevuta la lettera di licenziamento dal proprio datore di lavoro si sarebbe presentato in azienda. Avrebbe tirato fuori sia la lettera di licenziamento che un coltello mettendoli su un tavolo.

La polizia in breve tempo è arrivata nell’azienda a sirene spiegate e adesso sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire con esattezza i termini della vicenda.

Nessuna notizia dal commissariato di polizia di Sciacca e dalla questura di Agrigento. La volante quando è intervenuta a sirene spiegate ha attraversato la strada provinciale che collega Sciacca a Caltabellotta.

Danneggiamento dell’ambulanza di Ribera, assolto imputato di Sciacca


Un cinquantenne di Sciacca è stato assolto dall’accusa di avere danneggiato, il 4 ottobre 2021, l’ambulanza del 118 all’ospedale di Ribera.

S.V., incensurato, al processo, davanti al giudice Dario Hamel, con la difesa dell’avvocato Luca Trizzino, ha dimostrato che il danneggiamento è stato un fatto accidentale, causato dagli anelli che indossava.

Il saccense era accusato di avere colpito con un pugno il vetro dell’ambulanza che, in periodo covid, trasportava in ospedale la madre dell’imputato che era in attesa dell’esito del tampone per entrare al Pronto soccorso.

La difesa ha dimostrato, anche con i testi citati, che in realtà si è trattato di un gesto involontario dovuto al fatto il cinquantenne stava bussando al portellone per chiedere aiuto ai sanitari e che accidentalmente ha colpito il vetro con gli anelli, che abitualmente indossa, mandandolo in frantumi.

S.V.è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. In pratica, non si è trattato di un danneggiamento volontario, ma accidentale.