Caravaggio a Sciacca, la società coproduttrice dell’evento: “Una mostra come questa può fare 30 mila presenze” (Video)

Il portfolio della Navigare srl e’ di tutto rispetto. Una società di spicco nell’ambito della realizzazione di eventi culturali in Italia e all’estero. Ma pochi sanno che dietro alla società coproduttrice insieme a Mediterranea della mostra “Caravaggio – L’ oscurità e la luce”, vi è l’agrigentino Salvatore Lacagnina.

La Navigare unisce competenze in produzione, entertainment e creatività progettando e realizzando iniziative culturali nei luoghi storici e curando comunicazione e promozione con impatto sul territorio.

Da Frida Kahlo a Roma, Lautrec a Parma, Picasso a Napoli e perfino Andy Warhol a Dubai hanno tutti la mano organizzativa di Salvatore Lacagnina la cui famiglia vive a Ribera.

L’approdo di Caravaggio a Sciacca e in Sicilia e’ anche un po’ merito suo e oggi con lui abbiamo parlato del Samona’ e della sua possibilità di essere centro museale e ancora dei numeri che una mostra come quella inaugurata oggi a Sciacca può realizzare.

Termine: “Con la mostra su Caravaggio Sciacca al centro dell’offerta culturale della Sicilia” (Video)

Taglio del nastro e primo tour per la mostra “Caravaggio – Tra l’oscurità e la luce” inaugurata questa mattina al Teatro Popolare Samona’ di Sciacca. L’evento culturale, tanto atteso che oggi ha preso il via alla presenza di giornalisti, amministratori e autorità civili e militari.

Un momento del quale l’amministrazione Termine e’ andata particolarmente orgogliosa perché coincide con la riapertura del teatro, ora pensato non solo come luogo per spettacoli, ma che amplia verso il turismo congressuale e come centro espositivo. Termine stamane ha chiaramente detto che Sciacca e questa mostra al Samona’ e’ al centro dell’offerta culturale della Sicilia.

Per il primo speciale tour di stamattina, riservato a circa un centinaio di persone, c’era anche il curatore della mostra Denis Depaoli che ha spiegato l’importanza dell’esposizione non solo per la presenza del dipinto del Caravaggio, ma anche per le altre opere da Giovanni Baglione a Bartolomeo Manfredi ed Orazio Gentileschi.

Cuffaro: “Lavoriamo a un parcheggio pluripiano nell’ex ospedale per le Terme di Sciacca” (Video)

Accanto al sindaco Fabio Termine a tagliare il nastro del teatro Samona’ stamane vi era il dirigente generale del Dipartimento Finanze e Credito della Regione Siciliana, Silvio Cuffaro. E’ lui il funzionario regionale con il quale l’amministrazione comunale si è interfacciata in questi mesi per permettere la riapertura del teatro.

Cuffaro ha risposto ad alcune domande sulla riapertura delle Terme dove la tempistica dipenderà dal progetto che si aggiudicherà i lavori.

Ha poi risposto a domanda sul problema parcheggi nell’area termale confermando che si sta lavorando all’ipotesi di un parcheggio multipiano nell’ex ospedale e infine, sul parco termale ha prospettato un piano di sicurezza per evitare le vandalizzazioni.

Maxi operazione antimafia ad Agrigento: 14 misure cautelari per traffico di droga e metodo mafioso

Nuovo colpo alla criminalità organizzata agrigentina. All’alba di oggi, giovedì 1° agosto, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Agrigento, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, già tutte destinatarie del provvedimento di fermo emesso lo scorso luglio.

Per 13 di loro si sono aperte le porte del carcere, dove in realtà erano già detenuti, mentre uno è finito agli arresti domiciliari. L’indagine – avviata nel dicembre 2024, ha permesso di ricostruire l’operatività di una fitta rete criminale che avrebbe gestito un vasto traffico di droga, con l’aggravante del metodo mafioso e l’obiettivo di rafforzare il potere di “Cosa nostra” sul territorio.

Figura chiave dell’inchiesta è James Burgio, ritenuto al vertice dell’associazione nonostante fosse già detenuto nel carcere di Augusta. Proprio dallo smartphone sequestrato a Burgio, analizzato grazie a una copia forense, è partita la ricostruzione dell’organizzazione: una struttura capillare, attiva nel traffico di cocaina e hashish, in stretto contatto con esponenti mafiosi come Pietro Capraro e Gaetano Licata, considerati rispettivamente capo e braccio destro della famiglia mafiosa di Agrigento-Villaseta.

Dalle indagini sono emersi collegamenti tra mafia e traffico di droga, ma anche numerosi episodi intimidatori nel territorio agrigentino: spari contro abitazioni e negozi, incendi di auto, estorsioni. In diversi casi, i colpi sono stati esplosi con armi da guerra, come il mitragliatore AK-47, Kalashnikov.

Tra i vari episodi documentati:

spari contro l’abitazione di un imprenditore a Porto Empedocle (settembre 2024);

incendio della sua auto (ottobre 2024) per costringerlo a pagare;

altri colpi contro negozi, veicoli e abitazioni a Raffadali, Agrigento e Porto Empedocle, tutti legati a debiti di droga o “permessi” per spacciare.

Nel corso dell’operazione del 10 luglio scorso – a cui l’odierna esecuzione cautelare fa seguito – sono stati sequestrati un fucile mitragliatore Kalashnikov con due caricatori, 16 panetti di hashish, un giubbotto antiproiettile e migliaia di munizioni.

Nonostante i colpi inferti negli anni, l’inchiesta dimostra che la mafia agrigentina è ancora operativa, radicata e dotata di mezzi e risorse, in grado di esercitare il controllo del territorio anche attraverso i suoi uomini in carcere, che continuano a impartire ordini all’esterno.

Aumenti in busta paga 2025: perché il Fisco riduce il netto nonostante il lordo più alto. L’effetto del drenaggio fiscale e dell’Irpef

Gli aumenti in busta paga previsti dai contratti collettivi nel 2025 potrebbero non tradursi in un reale incremento dello stipendio netto. Il fenomeno è legato al cosiddetto drenaggio fiscale (o fiscal drag), un meccanismo che, combinato alla progressività dell’Irpef e alla mancata indicizzazione delle detrazioni all’inflazione, rischia di vanificare gli adeguamenti salariali al costo della vita.


Cos’è il drenaggio fiscale e perché incide sugli stipendi

Secondo quanto evidenziato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) nel Rapporto sulla politica di bilancio 2025, il drenaggio fiscale si verifica quando, a fronte di aumenti nominali degli stipendi, i lavoratori finiscono per pagare più tasse a causa del passaggio a scaglioni Irpef più alti e della riduzione dei benefici fiscali.

Il problema si amplifica in periodi di inflazione elevata. Gli adeguamenti contrattuali, pensati per compensare l’aumento dei prezzi, incrementano il reddito lordo ma non il potere d’acquisto. L’imposta, infatti, cresce in modo progressivo: anche piccoli aumenti di reddito possono far scattare aliquote più alte, erodendo gran parte del beneficio.


Lordo più alto, netto quasi invariato: come funziona l’effetto Irpef

L’Irpef è strutturata su aliquote a scaglioni. Quando lo stipendio cresce, anche solo per adeguamento al carovita, la parte di reddito aggiuntivo viene tassata con percentuali più elevate.

A questo si aggiunge la mancata indicizzazione all’inflazione delle detrazioni fiscali e dei parametri di calcolo: mentre i prezzi aumentano, le detrazioni restano fisse, riducendo ulteriormente il netto in busta.

Un altro effetto collaterale riguarda benefici come il Trattamento Integrativo (TIR) e il bonus per il taglio del cuneo fiscale: entrambi sono decrescenti al crescere del reddito e possono ridursi sensibilmente proprio in presenza di aumenti contrattuali, annullando di fatto la crescita del salario reale.


Perché il drenaggio fiscale penalizza i redditi medio-bassi

In teoria, la progressività dell’Irpef serve a garantire equità. Tuttavia, senza un adeguamento automatico degli scaglioni all’inflazione, il sistema rischia di penalizzare i redditi medio-bassi, che sono proprio quelli destinatari degli aumenti contrattuali per compensare il carovita.

Il risultato è un paradosso: sale lo stipendio lordo, ma il netto cresce poco o resta invariato, mentre il potere d’acquisto continua a diminuire.


Le soluzioni proposte: rivedere aliquote e detrazioni

L’Upb ha suggerito interventi mirati per limitare il drenaggio fiscale:

  • Indicizzazione periodica di scaglioni Irpef e detrazioni all’inflazione;
  • Revisione delle aliquote per evitare salti troppo bruschi tra gli scaglioni;
  • Introduzione di crediti d’imposta compensativi per proteggere i redditi da lavoro.

Senza una riforma strutturale, gli aumenti salariali rischiano di rimanere solo nominali, senza alcun impatto reale sul tenore di vita dei lavoratori.

Allarme organico dei magistrati alla procura di Sciacca, Maligno: “I veri problemi della giustizia”

La procuratrice della Repubblica di Sciacca, Maria Teresa Maligno, oggi, venerdì 1 agosto, sul Giornale di Sicilia, lancia l’allarme su una grave criticità del suo ufficio che, da settembre a dicembre 2025, rischia di rimanere con un solo magistrato.

L’ufficio che negli ultimi mesi ha coordinato e concluso con arresti delicate indagini su un omicidio, su fatti di droga e su risse con accoltellamento tra un mese perderà, per trasferimento, tutti i sostituti attualmente in servizio ed i nuovi già assegnati arriveranno soltanto il 18 dicembre 2025. Rimarrà soltanto la procuratrice Maligno.

In pratica, se non arriverà l’applicazione di altri sostituti la procuratrice rischia di doversi occupare di ogni attività, organizzazione dell’ufficio, coordinamento delle indagini, turno h24 e presenza alle udienze. Il tutto in un territorio di ben 20 comuni, a cavallo tra le province di Agrigento e Trapani, per un totale di 140 mila abitanti.

La procuratrice ha avanzato richiesta di posticipato possesso per due sostituti e anche di applicazione, distrettuale e infradistrettuale, per fare in modo che si possa coprire un periodo che è troppo lungo per essere retto da un solo magistrato. Si rivolgerà anche al ministro della Giustizia che può chiedere l’applicazione infradistrettuale. Sciacca ha dei flussi che sono superiori anche ad altre procure del distretto, ma un organico sottodimensionato.

“Non si può rimanere con un solo magistrato – dice la procuratrice nell’articolo a firma di Giuseppe Pantano – in un territorio che ha una grande densità criminale come dimostrano i fatti, anche i più recenti, dei quali con grande sforzo ci stiamo occupando. A settembre da sola non potrò portare avanti tutto e per questo sto avanzando tutte le richieste necessarie. Tutte le procure scontano una vacanza di organico in questo momento, ma solo quella di Sciacca rimarrà con un solo magistrato. Avanzerò a breve anche una richiesta di aumento di organico visto che i nostri numeri sono in linea con chi dispone di un maggior numero di magistrati. Al momento si parla tanto dei temi che riguardano la giustizia, a cominciare dalla separazione delle carriere, ma bisogna parlare anche di questi problemi, delle carenze di organico dei magistrati e con un personale amministrativo ridotto all’osso”.

Dopo quasi 15 anni tra poche settimane lascerà l’ufficio di Sciacca il sostituto Michele Marrone con destinazione procura della Repubblica di Palermo. Dopo cinque anni di permanenza a Sciacca lasciano anche i sostituti Albero Gaiatto e Brunella Fava che andranno alla procura di Trapani. I magistrati che arriveranno a dicembre sono Simone Billante, Valeria Pomara, Simona Lombardo e Carlotta Buzzi. Superare quattro mesi con un solo magistrato, però, è praticamente impossibile ed è per questo che l’ufficio attende risposte a tutte le iniziative avviate dalla procuratrice Maria Teresa Maligno.

Discarica lungo il sentiero per l’ex Fornace a Sciacca, allarme sul degrado nella zona (Video)

Rifiuti sparsi ovunque, materiali ingombranti abbandonati, plastica, resti di edilizia e un senso diffuso di abbandono. È la scena che si presenta a chi percorre il tratto che conduce alla spiaggia della ex Fornace, uno degli angoli più belli e suggestivi del litorale saccense, oggi trasformato in una discarica a cielo aperto.

A denunciare la situazione è Francesco Vella, responsabile del WWF per il territorio saccense, autore di un video che documenta il degrado: «Le immagini – scrive Vella – non rendono nemmeno lontanamente l’idea della gravità del problema. È un percorso che dovrebbe condurre a uno dei nostri arenili più belli, e invece sembra una zona dimenticata da tutti».

La zona in questione non è nuova a episodi di incuria. Proprio lì, anni fa, era esploso il caso del randagismo a Sciacca che aveva generato apprensione e acceso un dibattito sulle condizioni generali dell’area. Oggi, alla questione del randagismo, si aggiunge quella del degrado ambientale.

«Speriamo che questa ennesima segnalazione – afferma il referente del WWF – serva da stimolo per un intervento concreto e risolutivo”.

È fondamentale che si intervenga, sia da parte del pubblico che dei privati, per evitare che simili scempi continuino a deturpare il territorio.

La richiesta è chiara: bonificare subito l’area, istituire controlli più serrati e lavorare per restituire dignità a una parte di costa che ha enormi potenzialità turistiche e ambientali, ma che continua a essere soffocata da incuria e abbandono.

Emiliano alla Camera per candidare bimbi di Gaza a Nobel per la Pace

ROMA (ITALPRESS) – “La Puglia rivendica un ruolo di protagonista nella ricerca della pace in Medio Oriente, per ragioni storiche, culturali e umane profonde. La nostra terra è stata tra le prime ad accogliere la diaspora ebraica, è stata un punto di partenza per gli ebrei che tornavano a casa, in particolare da Santa Maria al Bagno e da Nardò. Abbiamo lottato contro l’antisemitismo promuovendo la cultura della memoria, organizzando, tra le prime Regioni in Italia, il Treno della Memoria e i viaggi ad Auschwitz, per insegnare ai giovani e ricordare a ciascuno di noi, cos’è il genocidio. Proprio per questo, quando abbiamo riconosciuto i segni del genocidio in altri contesti, siamo stati rapidi nel nominarlo per quello che era. La Regione Puglia è stata l’unica ad usare esplicitamente il termine ‘genocidiò nei suoi appelli pubblici, anche durante gli inviti all’interruzione dei rapporti istituzionali e di cortesia col Governo di Netanyahu, ma mai col popolo israeliano, che continua ad essere accolto in Puglia con il rispetto che si deve a ogni cittadino”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che nella sala stampa della Camera dei Deputati ha partecipato alla presentazione della proposta di candidatura per il premio Nobel per la Pace ai bambini di Gaza. L’iniziativa è promossa dall’associazione pugliese “L’isola che non c’è” (alla quale aderiscono oltre 320 personalità provenienti dal mondo accademico, ecclesiale, della ricerca, della sanità, della cultura, e della politica) ed ha già registrato l’adesione di rappresentanti della società civile, istituzionale, e dei senati Accademici di UniBa e UniSalento.
“Questa proposta – ha aggiunto Emiliano – è emersa spontaneamente e la Regione Puglia ha subito offerto il suo supporto istituzionale. I bambini, di fronte al genocidio, possono scegliere tra due vie: conservare il ricordo come rancore e vendetta, oppure trasformarlo in speranza, in impegno per la pace e la convivenza. La candidatura al Nobel vuole aiutare questi bambini a rompere la catena della vendetta, a generare speranza. Perchè nonostante il martirio, possono essere insigniti non solo per ciò che hanno subito, ma per ciò che possono rappresentare per il futuro dell’umanità e per la pace, che è un valore allargato a tutti noi. La Regione Puglia ha il merito di insistere nel lavorare su queste situazioni e, insieme al Comune di Bari, ha adottato provvedimenti importanti. Stiamo collaborando con le amministrazioni della Striscia di Gaza per progettare la ricostruzione e raccogliere fondi, e stiamo offrendo assistenza sanitaria concreta ospitando bambini palestinesi, candidati al Nobel, curandoli nei nostri ospedali. Ci auguriamo – ha concluso Emiliano – di poter organizzare in autunno a Bari una grande conferenza giuridica, con esperti e giuristi da tutto il mondo, sulla convenzione contro il genocidio, per la quale non è sufficiente non commettere il genocidio, ma occorre attivarsi perchè il genocidio non si verifichi”.
Alla presentazione, moderata dal giornalista Franco Giuliano, presidente onorario dell’associazione “L’Isola che non c’è”, hanno partecipato tra gli altri, anche il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, il cantante Al Bano Carrisi, la rettrice eletta di Unisalento, Maria Antonietta Aiello, il responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia, Aldo Patruno, il presidente di Puglia Culture, Paolo Ponzio, e il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce.
– foto ufficio stampa Regione Puglia –
(ITALPRESS).

Occhiuto “Non mi farò fermare, mi dimetto e mi ricandido”

CATANZARO (ITALPRESS) – “Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri”. Lo ha annunciato, tramite un video social, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
“Ma perchè quando qualcuno cerca di fare qualcosa di buono in questa Regione, tanti altri – che godono solo per il fallimento della Calabria – vorrebbero fermarlo? E’ quello che sta succedendo oggi in Calabria – prosegue Occhiuto – Ho deciso di portarvi qui, di farvi vedere questo cantiere, il cantiere della metropolitana di Catanzaro – aggiunge -. Ma avrei potuto portarvi in tanti altri luoghi della Calabria – a Sibari, nell’ospedale della Sibaritide; a Vibo, nell’ospedale di Vibo; a Palmi; nei cantieri degli aeroporti; in quelli della SS106 – per farvi vedere quante opere si stanno realizzando e quante opere oggi si vorrebbero fermare. Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No, io non ce l’ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria. Sapete con chi ce l’ho? Ce l’ho con tutti questi politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così. Però devo considerare anche quello che sta succedendo nella mia amministrazione. Guardate, io penso che in un Paese civile nessuno debba dimettersi perchè riceve un avviso di garanzia, nessuno. Però nella mia amministrazione oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti”.
“Negli ultimi 30 anni in Calabria nell’ultimo anno o nell’ultimo anno e mezzo di legislatura – prosegue Occhiuto – i presidenti venivano coinvolti in un’inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo. La Calabria non se lo può consentire. La Calabria ha avviato un percorso che finalmente la sta facendo diventare una Regione che non è più in ginocchio rispetto alle altre Regioni d’Italia”, ha concluso.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Il 3 agosto torna la domenica gratis al museo

ROMA (ITALPRESS) – Il 3 agosto si rinnova l’appuntamento con la #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.
Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura. Accesso con prenotazione consigliata, obbligatoria dove richiesto.
La scorsa #domenicalmuseo, il 6 luglio, ha registrato 195.350 ingressi.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).