Non si ferma all’alt e tenta la fuga: denunciato 34enne a Trapani

Non si è fermato all’alt dei carabinieri e ha tentato di darsi alla fuga. Un trapanese di 34 anni è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale al termine di un intervento dei militari dell’Arma nel territorio comunale di Trapani.

L’episodio è avvenuto durante un normale servizio di controllo effettuato dai carabinieri della Stazione di Erice nei pressi del quartiere San Giuliano. I militari hanno notato l’uomo a bordo di un motociclo privo del casco protettivo e hanno intimato l’alt per procedere al controllo.

La fuga e le manovre pericolose

Il 34enne, invece di fermarsi, ha eluso il posto di blocco dandosi alla fuga e compiendo manovre particolarmente pericolose, mettendo a rischio la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada. Dopo pochi metri, tuttavia, è stato raggiunto e fermato dai carabinieri.

La perquisizione e la segnalazione in Prefettura

Sottoposto a perquisizione, l’uomo è stato trovato in possesso di alcuni grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina e hashish. Per questo motivo è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti.

La denuncia per resistenza a pubblico ufficiale

Per la condotta tenuta durante il controllo, il 34enne è stato denunciato all’autorità giudiziaria per resistenza a pubblico ufficiale. L’attività rientra nei servizi di prevenzione e controllo del territorio svolti quotidianamente dall’Arma dei carabinieri.

Acquedotto Favara di Burgio, La Vardera interroga la Regione: “Stop alla fatturazione di Siciliacque”

L’acquedotto Favara di Burgio finisce al centro di una interrogazione urgente presentata all’Assemblea regionale siciliana dal deputato Ismaele La Vardera. Nel mirino la fatturazione dell’acqua prelevata dai pozzi dell’acquedotto da parte di Siciliacque, ritenuta illegittima dall’Aica, gestore del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale di Agrigento .

Secondo quanto ricostruito nell’atto parlamentare, l’infrastruttura idrica di Favara di Burgio sarebbe alimentata esclusivamente da pozzi ubicati nel territorio agrigentino e destinata unicamente a soddisfare il fabbisogno idrico dei Comuni dell’Ato di Agrigento. Una circostanza che, se confermata, escluderebbe la natura “sovrambito” dell’acquedotto e rimetterebbe in discussione la legittimità della fatturazione operata da Siciliacque.

La questione non è solo tecnica, ma anche economica. La Vardera evidenzia come i costi addebitati ad Aica si riflettano direttamente sui bilanci comunali e, in ultima istanza, sulle bollette dei cittadini, già alle prese con disservizi e criticità strutturali del servizio idrico. Un aggravio che, secondo il deputato, rischia di colpire ulteriormente un territorio storicamente penalizzato sul piano dell’approvvigionamento idrico.

Nel documento si richiama anche l’articolo 147 del decreto legislativo 152 del 2006, che impone l’organizzazione del servizio idrico nel rispetto dei confini degli ambiti territoriali ottimali. Da qui la richiesta alla Regione Siciliana di chiarire formalmente se l’Acquedotto Favara di Burgio rientri nella competenza esclusiva dell’Ato di Agrigento e di intervenire per sospendere o rivedere la fatturazione contestata.

Tra le proposte avanzate figura anche la stipula immediata di una convenzione tra Regione, Siciliacque e Aica, in grado di disciplinare in modo trasparente il prelievo e l’utilizzo della risorsa idrica, garantendone l’impiego esclusivo a favore dei cittadini agrigentini e senza ulteriori aggravi di costo. Non manca infine la richiesta di valutare meccanismi di restituzione o compensazione delle somme eventualmente già versate.

L’interrogazione, presentata con carattere d’urgenza, chiama il governo regionale a un intervento risolutivo per tutelare l’interesse pubblico e riaffermare il principio dell’acqua come bene comune, sottratto a logiche che rischiano di tradursi in un danno economico per i cittadini della provincia di Agrigento .

Allagato corso Miraglia, altra perdita idrica a Sciacca


E’ allagato il corso Miraglia, a Sciacca. Una copiosa perdita idrica ha bagnato la strada durante la giornata di ieri, domenica. E’ così anche in via Catusi. Sono strade ad alta densità di traffico nelle quali, ogni giorno, si riversano anche centinaia di studenti per raggiungere diversi istituti scolastici che si trovano proprio in quelle zone della città.

Durante lo scorso fine settimana Aica ha completato la riparazione di un tratto di condotta fognaria in vicolo Imbornone e adesso si rimette al lavoro per riparare la rete idrica di Sciacca che, in diversi tratti, necessità di interventi. Via Catusi, come confermano i tecnici Aica, è tra le priorità e già durante questa settimana potrebbero essere avviati i lavori.

In corso Miraglia, nei mesi scorsi, sono stati eseguiti interventi alla rete idrica. La condotta idrica, evidentemente, continua a saltare necessitando sempre lavori come già accaduto nella vicina via Ritacco.

Ieri in corso Miraglia si sono riversate anche tante auto di saccensi diretti allo stadio per la partita tra lo Sciacca e il Licata. Al momento si soffre anche in altre zone di Sciacca dove si registra il cedimento del manto stradale e nonostante siano stati esclusi problemi ai sottoservizi è scattata la chiusa al traffico. E’ così nella centralissima via Friscia Maglienti.

La riapertura al traffico dipenderà dalla fornitura dell’asfalto da parte di un impianto al quale si è rivolto il Comune di Sciacca. Nelle prossime ore si saprà se tra domani e mercoledì sarà possibile ottenere la fornitura. In caso contrario i lavori rischiano di slittare a dopo le festività Natalizie.

Aeroporto agrigentino: il 2025 si chiude senza via libera Enac

Il 2025 si chiude senza l’inserimento dell’aeroporto agrigentino nella programmazione nazionale degli aeroporti. Un risultato che lascia spazio a valutazioni contrastanti, come sottolineato dall’Ordine degli Architetti di Agrigento, che parla apertamente di un anno “dal sapore dolce-amaro” per il progetto dello scalo nella piana di Licata.

A fare il punto della situazione è il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola, che ricostruisce l’iter seguito nel corso dell’anno e le interlocuzioni con l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile.

Le richieste Enac e gli studi integrativi

Secondo quanto riferito da La Mendola, l’Enac aveva inizialmente richiesto un allungamento della pista e una serie di studi integrativi, tra cui quelli sulla sostenibilità economica dell’infrastruttura e sulla compatibilità con i venti dominanti nella piana di Licata. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento aveva risposto prontamente, trasmettendo la documentazione richiesta.

Un aggravio istruttorio inatteso

Nonostante ciò, l’Enac ha successivamente richiesto ulteriori studi integrativi di natura economica, tecnica e ambientale, ritenuti dall’Ordine degli Architetti eccessivi per una fase preliminare, il cui obiettivo era esclusivamente l’inserimento dello scalo agrigentino nella programmazione nazionale.

È questo l’aspetto che, secondo La Mendola, ha dato al 2025 il suo “sapore amaro”, rallentando un percorso già complesso e articolato.

Aeroporto agrigentino: riconosciuta l’idoneità dell’area di Licata

Accanto alle criticità, emerge anche un elemento positivo. Nell’argomentare la richiesta di nuovi studi, l’Enac ha infatti riconosciuto ufficialmente l’idoneità dell’area individuata nella piana di Licata sotto il profilo anemometrico e plano-altimetrico.

Un passaggio ritenuto fondamentale dall’Ordine degli Architetti, perché conferma la validità delle scelte tecniche operate nei documenti predisposti dal Libero Consorzio e rafforza la credibilità del progetto dell’aeroporto agrigentino.

L’auspicio per il 2026: il parere definitivo Enac

Lo sguardo adesso è rivolto al 2026. Il Libero Consorzio sarebbe pronto a trasmettere all’Enac tutti gli ulteriori studi integrativi richiesti, con l’auspicio che non emergano nuove criticità.

Secondo La Mendola, il prossimo anno potrebbe finalmente essere quello decisivo per ottenere il parere positivo necessario all’inserimento dell’aeroporto agrigentino nel Piano nazionale degli aeroporti, passaggio imprescindibile per avviare la fase realizzativa dell’infrastruttura.

La proposta dello scalo satellite di Punta Raisi

Nel frattempo, l’Ordine degli Architetti rilancia una proposta già avanzata in passato: quella di configurare lo scalo agrigentino come aeroporto satellite di Punta Raisi. Una soluzione che consentirebbe di concentrare amministrativamente le attività aeroportuali siciliane in due poli principali, uno occidentale e uno orientale, come previsto dallo stesso Piano nazionale degli aeroporti.

In questo schema, l’aeroporto agrigentino e quello di Birgi alimenterebbero il polo occidentale con capofila Punta Raisi, mentre lo scalo di Comiso sarebbe aggregato al polo orientale facente capo a Fontanarossa.

Riduzione dei costi e pianificazione più efficiente

Secondo l’Ordine, questa impostazione permetterebbe di superare le concorrenze territoriali, ridurre i costi di gestione e garantire una pianificazione più razionale dei voli, meglio calibrata sulle reali esigenze del territorio siciliano.

Una visione strategica che, se accolta, potrebbe rappresentare un punto di svolta anche per il futuro dell’aeroporto agrigentino.

Il margheritese Sanfilippo Tedoforo dei Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026

Il Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026 ha scelto Giuseppe Sanfilippo, margheritese, presidente e capitano dei Leoni Sicani, come Tedoforo ufficiale del Viaggio della Fiamma Olimpica. Un riconoscimento che premia la sua storia, il suo impegno e i valori che da vent’anni porta avanti dentro e fuori dal campo.

La selezione è stata comunicata direttamente dagli organizzatori, che hanno riconosciuto in lui una figura simbolo della passione, della resilienza e dello spirito olimpico: 

“Sarai uno dei 10.001 protagonisti che attraverseranno l’Italia portando con sé l’energia, i valori e lo spirito dei Giochi Milano Cortina 2026. La tua storia rappresenta pienamente lo spirito dei Giochi.” 

Sanfilippo porterà la Torcia Olimpica ad Agrigento, in un evento attesissimo che vedrà la partecipazione di cittadini, scuole e realtà sportive del territorio. L’appuntamento è domani, martedì 16 dicembre, alle 18,26, con il passaggio in via Esseneto, ad Agrigento.

“Lo sport mi ha cambiato la vita. A vent’anni da quando tutto è iniziato, mai avrei immaginato che il destino mi avrebbe regalato un onore così grande. In queste ore sto comprendendo davvero cosa significhi essere Tedoforo: è un’opportunità che pochissime persone al mondo hanno avuto.” Queste le parole di Sanfilippo.  

ISEE 2026, tutti i nuovi limiti da non superare per bonus e agevolazioni: elenco completo e aggiornato

Nel 2026 l’ISEE continuerà a rappresentare il principale strumento per determinare l’accesso a bonus, agevolazioni e misure di sostegno economico rivolte a famiglie, lavoratori e soggetti fragili. Con le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio, il nuovo calcolo dell’indicatore potrebbe risultare più favorevole per molti nuclei, grazie a una maggiore tutela della prima casa e a una scala di equivalenza più vantaggiosa per le famiglie numerose.

Questi correttivi consentiranno a un numero più ampio di cittadini di rientrare nei limiti previsti per ottenere contributi economici e agevolazioni sociali. Tuttavia, restano fondamentali le soglie ISEE, che variano in base alla misura richiesta. Di seguito il quadro completo e aggiornato dei principali bonus accessibili nel 2026.


Bonus per situazioni di particolare fragilità: limite ISEE 6.000 euro

Per le persone con disabilità grave o per gli anziani non autosufficienti è previsto un sostegno economico mensile che può arrivare a circa 850 euro, ma solo a condizione che l’ISEE del nucleo familiare non superi 6.000 euro. Si tratta della fascia di reddito più bassa, destinata alle situazioni di maggiore vulnerabilità.


Carta acquisti: soglia ISEE 8.117,17 euro

La Carta acquisti resta una misura di supporto per i nuclei con bambini sotto i 3 anni o per gli over 65 in condizioni di disagio economico. Per accedervi, l’ISEE deve essere inferiore a 8.117,17 euro.


Bonus sociale luce, gas e acqua: ISEE fino a 9.530 euro (20.000 con figli)

Nel 2026 continuerà ad essere attivo il bonus sociale sulle utenze domestiche. Il limite ISEE è fissato a 9.530 euro, ma sale fino a 20.000 euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico. La differenziazione tiene conto dell’impatto più elevato delle spese energetiche nei nuclei numerosi.


Assegno di inclusione: ISEE massimo 10.140 euro

L’Assegno di inclusione resta accessibile ai nuclei con un ISEE non superiore a 10.140 euro, fermo restando il rispetto degli ulteriori requisiti patrimoniali e familiari previsti dalla normativa. L’ISEE rappresenta comunque uno degli elementi fondamentali per l’accesso alla misura.


Carta “Dedicata a te”: soglia ISEE 15.000 euro

Destinata alle famiglie di almeno tre componenti con redditi contenuti e senza altri sostegni rilevanti, la Carta “Dedicata a te” è riconosciuta ai nuclei con un ISEE non superiore a 15.000 euro.


Carta della Cultura per i giovani: ISEE fino a 15.000 euro

Nella stessa fascia di reddito rientra anche la Carta della Cultura, rivolta ai giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2025. Il beneficio consente di ottenere 500 euro da utilizzare per libri e attività culturali, a condizione che l’ISEE del nucleo non superi 15.000 euro.


Assegno Unico: importo massimo sotto i 17.000 euro di ISEE

L’Assegno Unico per i figli rimane una misura universale, ma l’importo più elevato spetta solo ai nuclei con un ISEE fino a circa 17.000 euro. Al crescere dell’indicatore, l’assegno diminuisce progressivamente, restando comunque riconosciuto anche oltre questa soglia.


Assegno di maternità dei Comuni: ISEE fino a 20.382,90 euro

Per nuove nascite, adozioni o affidamenti è previsto l’Assegno di maternità comunale. Nel 2026 il beneficio sarà accessibile ai nuclei con un ISEE non superiore a 20.382,90 euro, con un importo mensile che negli anni precedenti era pari a circa 407 euro per cinque mesi.


Bonus nido: contributo pieno sotto i 25.000 euro

Il bonus asilo nido prevede un contributo massimo annuo di 3.000 euro per i nuclei con ISEE inferiore a 25.000 euro. L’agevolazione resta comunque accessibile anche fino a 40.000 euro, con importi ridotti in base al reddito.


Bonus nuove nascite: limite ISEE 40.000 euro

Il limite più elevato riguarda il bonus nuove nascite, destinato ai bambini nati o adottati dal 2025 in poi. In questo caso l’ISEE da non superare è 40.000 euro, a conferma di una misura pensata per sostenere la natalità più che il disagio economico.


ISEE 2026: perché sarà decisivo presentarlo correttamente

Nel 2026 la presentazione dell’ISEE sarà un passaggio strategico per non perdere alcuna opportunità. Verificare il valore catastale della prima casa, aggiornare correttamente il nucleo familiare e controllare i requisiti specifici di ciascun bonus diventerà essenziale per accedere alle agevolazioni previste.


Assegno di mantenimento: i soldi spettano al genitore affidatario, non ai figli. Stop a rendiconti e accuse di malversazione

Assegno di mantenimento: la Cassazione cambia le regole

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 37354/2025) segna una svolta profonda nel diritto di famiglia, chiarendo definitivamente un punto che da anni alimentava conflitti tra genitori separati:
👉 l’assegno di mantenimento non è “denaro del figlio”, ma entra nella piena disponibilità del genitore affidatario.

Il principio affermato dalla Suprema Corte ribalta una convinzione molto diffusa, secondo cui il genitore convivente sarebbe solo un custode dei soldi destinati al minore e obbligato a giustificare ogni spesa.


I soldi del mantenimento sono del genitore convivente, “iure proprio”

Secondo la Cassazione, le somme versate a titolo di assegno di mantenimento:

  • diventano di titolarità del genitore affidatario,
  • sono percepite come diritto personale e diretto (iure proprio),
  • confluiscono nel bilancio domestico familiare.

Non si tratta quindi di un patrimonio intestato al figlio, come può esserlo un’eredità o un risarcimento, ma di un contributo forfettario volto a sostenere le spese quotidiane: vitto, alloggio, utenze, istruzione, cure e gestione della casa.


Il caso: madre condannata per malversazione, poi assolta dalla Cassazione

La sentenza nasce da un caso emblematico.
Una madre era stata condannata in primo e secondo grado per malversazione, ai sensi dell’art. 570, comma 2, n. 1 del Codice penale, con l’accusa di non aver speso integralmente l’assegno di mantenimento per il figlio.

Il ragionamento dei giudici di merito era puramente contabile:
se il padre versava una certa somma e la madre non ne spendeva l’intero importo direttamente per il bambino, il residuo veniva considerato indebitamente trattenuto.

La Cassazione ha annullato la condanna, smontando alla base questa impostazione.


Perché non esiste malversazione sull’assegno di mantenimento

Il reato di malversazione presuppone che il bene:

  • appartenga giuridicamente a un altro soggetto,
  • venga sottratto o dilapidato dal genitore.

Questo accade, ad esempio, quando un figlio riceve un’eredità o un risarcimento e il genitore utilizza quei fondi per fini personali.

Nel caso dell’assegno di mantenimento ordinario, invece:

  • il denaro non è di proprietà del minore,
  • spetta direttamente al genitore convivente,
  • non può quindi configurarsi un’appropriazione indebita.

Di conseguenza, non esiste alcun obbligo di rendiconto analitico delle spese sostenute.


Addio a scontrini e fatture: nessun obbligo di rendicontazione

Uno degli effetti più rilevanti della sentenza è lo stop definitivo alla pretesa di:

  • visionare ricevute,
  • controllare ogni spesa,
  • chiedere un rendiconto dettagliato dell’assegno.

La Cassazione chiarisce che il genitore affidatario ha piena discrezionalità nella gestione del denaro, purché i bisogni del figlio siano soddisfatti.

Se parte dell’assegno viene usata per:

  • bollette domestiche,
  • spesa familiare,
  • costi condivisi dell’abitazione,

non si configura alcun illecito.


Quando la condotta diventa reato: il confine resta l’interesse del minore

La sentenza non autorizza l’abbandono o la trascuratezza.
Il discrimine non è più come vengono spesi i soldi, ma come vive il bambino.

Se il genitore:

  • incassa l’assegno,
  • ma non provvede ai bisogni del figlio,

non risponderà di malversazione, ma potrà essere perseguito per violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570, comma 1, c.p.).

Il giudice dovrà valutare:

  • stato di cura,
  • alimentazione,
  • istruzione,
  • benessere complessivo del minore.

Effetti civili: possibile revisione dell’affidamento

Sul piano civilistico, una gestione palesemente inadeguata delle risorse può comunque avere conseguenze:

  • limitazioni della responsabilità genitoriale,
  • revisione dell’affidamento,
  • intervento del Tribunale per i Minorenni.

Ma si tratta di valutazioni legate alla tutela del minore, non alla contabilità dell’assegno.


Una sentenza che semplifica e riduce i conflitti

La decisione della Cassazione tiene conto di una realtà concreta:
nelle famiglie il denaro è un bene fungibile e non è possibile separare matematicamente le spese del figlio da quelle del genitore.

Riconoscere la titolarità dell’assegno al genitore affidatario:

  • semplifica i rapporti post-separazione,
  • riduce il contenzioso,
  • disinnesca denunce strumentali usate come leva di pressione.

Sciacca, Damiano Lupo lascia la guida del Commissariato e arriva Chiara Sciarabba

Il vice questore Damiano Lupo è stato salutato oggi allo stadio Gurrera di Sciacca dove il presidente della società, Ignazio Rizzuto, gli ha consegnato una targa. L’Unitas Sciacca, così come aveva fatto sette mesi fa con il suo predecessore, Cesare Castelli, lo ha ringraziato per la professionalità con cui ha seguito, da dirigente del Commissariato di polizia, la squadra saccense.

Domani, ad Agrigento, conferenza stampa e presentazione di Damiano Lupo come nuovo capo di gabinetto e portavoce della Questura. Verrà presentato anche il nuovo dirigente della Divisione Polizia Anticrimine.

Il vice questore Lupo è rimasto sei mesi alla guida del Commissariato di Sciacca che aveva già diretto dieci anni prima.

A breve è attesa in Commissariato la nuova dirigente, Chiara Sciarabba. Arriverà dal Commissariato di Porto Empedocle al quale era stata assegnata nel 2018 dopo avere diretto l’ufficio Personale della Questura.

Nella foto, il vice questore Damiano Lupo con il presidente dello Sciacca, Ignazio Rizzuto, durante la consegna della targa

“Non si ferma all’alt e guida ubriaca”, denunciata donna di Ribera

Non si è fermata all’alt intimato dai poliziotti ed è stata inseguita e bloccata poco dopo. Protagonista dell’episodio una donna di 44 anni, residente a Ribera, alla guida di una Fiat 500.

Il fatto è avvenuto in piazza Marconi, ad Agrigento, dove la conducente non si è fermata al controllo della polizia. La pattuglia della sezione volanti della Questura di Agrigento ha avviato l’inseguimento, riuscendo a bloccare l’utilitaria in via Crispi.

Sottoposta all’esame dell’etilometro, la donna è risultata positiva. Per questo motivo è stata denunciata, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica per guida in stato d’ebbrezza. L’auto è stata posta sotto sequestro.

“Donna costretta dal compagno a prostituirsi”, un arresto a Palermo

Un grave episodio di prostituzione forzata a Palermo è emerso grazie alla denuncia di un cittadino che aveva segnalato un insolito via vai di uomini da un appartamento di Trabia, nel Palermitano. Da quella segnalazione è partita un’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha portato all’arresto di un uomo di 57 anni.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe costretto la propria convivente a prostituirsi, approfittando della sua fragilità psicologica. La donna sarebbe stata sottoposta a un costante controllo, privata di autonomia e costretta a subire una situazione di sfruttamento continuativo.

Le indagini dei Carabinieri nel Palermitano

Le attività investigative si sono sviluppate tra i mesi di agosto e settembre e hanno incluso intercettazioni telefoniche e accertamenti mirati. Gli elementi raccolti hanno consentito agli inquirenti di delineare un quadro accusatorio ritenuto grave e solido.

L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe organizzato direttamente gli incontri a sfondo sessuale, pubblicando annunci online dettagliati. Nei messaggi venivano specificate le prestazioni offerte e i relativi costi, con un tariffario che arrivava fino a 100 euro.

Annunci online e controllo sulla vittima

Nel contesto della prostituzione forzata, un aspetto ritenuto particolarmente significativo riguarda le modalità con cui gli incontri venivano gestiti. Le prestazioni si svolgevano sia all’interno dell’abitazione della coppia sia presso il domicilio dei clienti.

Presenza obbligatoria del compagno

Il 57enne imponeva come condizione la propria partecipazione agli incontri o, in alternativa, la sua presenza durante gli atti sessuali. Una condotta che, come sottolineano gli inquirenti, dimostrerebbe un controllo opprimente sulla vittima e una volontà di dominio totale.

Arresto e custodia cautelare

Venerdì scorso l’uomo è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese. Dopo l’arresto, è stato condotto in carcere, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il caso riporta l’attenzione sul fenomeno della prostituzione forzata a Palermo e provincia, una realtà spesso sommersa che emerge solo grazie alla collaborazione dei cittadini e all’attività investigativa delle forze dell’ordine. In questo caso, la segnalazione di un vicino si è rivelata decisiva per interrompere una situazione di grave sfruttamento.